Per quasi cinque secoli si sono accumulate scoperte scientifiche che hanno suggerito che fosse possibile spiegare l'Universo senza la necessità di un Dio creatore. Inaspettatamente, il pendolo della scienza ha oscillato nella direzione opposta. Dopo aver definito cosa sia una prova nella scienza e le implicazioni delle due tesi opposte dell'esistenza o meno di un Dio creatore, il libro affronta le scoperte scientifiche degli ultimi 150 anni, che hanno portato a una vera rivoluzione concettuale. Solo 100 anni fa tutti gli scienziati pensavano che l'Universo fosse eterno e stabile, mentre oggi sappiamo che ha avuto un inizio, avrà una fine, è in espansione e proviene da un Big Bang. Questo punto solleva la questione di un Dio creatore. La scoperta della regolazione fine dell'Universo, che rende possibile l'esistenza degli atomi, delle stelle e della vita complessa, è un secondo punto chiave che solleva anche la questione della sua origine. In un linguaggio accessibile a tutti, gli autori offrono un'affascinante panoramica delle prove scientifiche dell'esistenza di Dio. Vengono così portate alla luce evidenze razionali convergenti, in campi indipendenti, che gettano una luce nuova sulla questione, forse, decisiva. Con i commenti finali di Vincenzo Balzani, Noemi Di Segni, Roberto Giovanni Timossi, John C. Lennox, Andrew Briggs, Denis Alexander, Luc Jaeger, Cardinale Robert Sarah, e Monsignor André Léonard.
L'attualità del conflitto israelo-palestinese e la relativa attenzione mediatica rendono di estremo interesse un testo che raccoglie storie attuali di pace e speranza dalla viva voce dei protagonisti. Testimonianze raccolte da un'autrice estremamente autorevole: Chiara Zappa infatti si occupa da anni di Medio Oriente.
"Andrebbe incoraggiata un'educazione al dolore, perché fin troppo spesso del dolore si ha un'unica idea, quella di una condanna ineliminabile." Umberto Eco percorre un affascinante itinerario - tra filosofia, poesia, arte, letteratura e spiritualità - che segue il tema del dolore dalle origini ai giorni nostri. Esperienza insopprimibile della natura umana, passione del corpo e dell'anima, il dolore non è stato vissuto nei secoli soltanto come un male da sconfiggere ma anche, ad esempio, come salvifica prova di redenzione. Il dolore ha caratterizzato ogni epoca e tradizione, ma è il suo rapporto intimo e ambivalente con la conoscenza e il pensiero a interessare la riflessione di Eco, in un libro che è un'intensa testimonianza di sensibilità, ma anche un invito forte a coltivare l'educazione alla conoscenza, formidabile antidoto alla sofferenza dell'uomo.
Pagine coraggiose che affrontano, con onestà intellettuale e parresia, questioni centrali: «Parliamo di politica da cattolici», affermano gli autori, «non scriviamo per offrire soluzioni, ma per raccontare che cosa intendiamo per vita cristiana, per combattere le menzogne che la deturpano, menzogne che a volte ci fanno ridere». Il cattolicesimo non può essere strumentalizzato né da un "ordine civile" né da un "ordine morale", né quando si tratta di far valere le «radici cristiane» né quando ci sono «valori da difendere». La vita cristiana, vita incarnata da Cristo, è fatta di gesti e di parole che rendono possibile la comunione. Non la comunità, sempre capace di inglobare e amalgamare, ma la comunione come articolazione reale e possibile dell'eterogeneo, del diverso. Prefazione di Andrea Grillo.
Ognuno di noi ha una sua vetta preferita sulle Alpi: possono essere le guglie affilate delle Dolomiti o le bianche cime dei massicci occidentali, il Sassolungo o il Cervino, le Tofane o il Monviso. Enrico Camanni ci accompagna in un viaggio straordinario attraverso l’arco alpino con la passione di chi ha dedicato una vita a esplorare, studiare e amare le nostre montagne. Ogni capitolo, ogni cima, è l’occasione per un’immersione nella storia, nella geologia, nelle leggende e nelle tradizioni e, intrecciando sapientemente racconto naturalistico e memoria storica, scoperte scientifiche e avventure umane, restituisce al lettore non solo la grandezza paesaggistica ma anche il ruolo cruciale nella cultura europea. Se fino all’Ottocento la storia delle Alpi è stata prevalentemente storia di valli e valligiani, tutto cambia con l’arrivo dei viaggiatori e degli alpinisti di città, spinti dalla sete di conoscenza e dal desiderio di conquista. Dalla civiltà della valle si passa alla moda della vetta. Alla stoica convivenza con i rigori della montagna subentrano la conquista delle cime e lo sfruttamento dei paesaggi e delle risorse idriche. Le Alpi cambiano significati e destini, e il passaggio avviene in un tempo troppo breve per essere compreso dai protagonisti: pochi decenni, il soffio di una generazione. Un libro che si rivolge tanto agli appassionati di montagna quanto a chi desidera scoprire il fascino di un territorio unico al mondo. Ogni vetta e ogni valle diventano una finestra sulla complessità e la bellezza dell’universo alpino, invitandoci a guardare con occhi nuovi questi custodi silenziosi della nostra storia.
L'intelligenza artificiale non è soltanto una nuova tecnologia: è la forza che sta ridefinendo il nostro presente. Capace di apprendere, adattarsi e decidere in autonomia, l'IA sta già trasformando in profondità la nostra vita quotidiana, l'economia, le imprese, il lavoro, l'istruzione, la politica, la cultura e persino il tessuto delle relazioni sociali. Mai come oggi è urgente comprenderne la vera natura per distinguere il possibile dall'illusione e affrontare con lucidità le sfide che ci attendono. L'IA è davvero un'intelligenza paragonabile alla nostra? Oppure è la nostra mente che funziona, in parte, come una macchina computazionale? E come cambierà il mondo dopo il suo avvento? Luciano Floridi, tra i massimi filosofi contemporanei e riferimento internazionale per l'etica del digitale, offre una prospettiva nuova e sorprendente: l'IA non va intesa come una forma di intelligenza, bensì come una nuova forma di "agency". Non pensa né comprende come un essere biologico, come un essere umano, ma è un insieme potentissimo di capacità computazionali in grado di agire nel mondo con efficacia e successo, senza però possedere alcuna intelligenza. Questa svolta concettuale ha conseguenze decisive. Solo distinguendo l'intelligenza dalla agency artificiale possiamo evitare errori di valutazione, orientare il progresso in modo responsabile e trovare risposte concrete ai problemi concettuali, etici, giuridici e politici che l'IA sta già creando. Comprendere davvero che cosa sia - e che cosa non sia - l'intelligenza artificiale significa imparare a conoscerla e usarla meglio, invece di subirla. È questa la condizione necessaria per affrontare con coraggio e lucidità le sfide del futuro.
Siamo entrati nell'epoca dei tecnomonarchi. Una nuova rivoluzione reazionaria, concepita tra la Silicon Valley e i circoli intellettuali della destra americana e basata su sofisticate tecnologie di sorveglianza e controllo, è divenuta oggi programma politico a Washington. I suoi protagonisti sono imprenditori tech, ideologi e politici animati da una visione del mondo fondata sul ritorno a idee arcaiche di diseguaglianza, gerarchia naturale e monarchia assoluta. Il loro obiettivo? La fine della democrazia.
Il genere è una delle principali determinanti sociali della salute e, da solo o in relazione con altri fattori, è in grado di condizionare molte delle esperienze vissute dalle persone nei vari contesti. La psicologia sociale ha indagato in profondità questa influenza, fornendo conoscenze cruciali sui processi sottostanti a tale legame, sulle conseguenze che può determinare e sulle strategie che possono essere adottate affinché il genere non incida negativamente sul benessere fisico e psicosociale delle persone. In questo volume gli autori offrono una visione articolata e aggiornata degli effetti della dimensione di genere sui processi di salute, accompagnando alle riflessioni teoriche delle indicazioni più applicativo-operative. Pertanto, oltre a essere un valido strumento per le persone laureate in psicologia, il testo può essere apprezzato da chiunque voglia approfondire gli effetti delle discriminazioni nei diversi contesti che viviamo quotidianamente, dalla sanità ai luoghi di lavoro, fino alle relazioni intime.
Vivere a lungo dipende in buona parte dalle nostre scelte personali. Certamente le malattie possono segnare la vita in età avanzata, ma non sono il necessario accompagnamento degli anni. Questo è importante per convincere anche i più scettici che si può sempre iniziare a cambiare stile di vita. Marco Trabucchi spiega in questo straordinario volume che per invecchiare bene è necessario raggiungere un equilibrio tra il ricorso alla medicina, alle tecnologie diagnostiche, ai farmaci — spesso indispensabili per la nostra salute — e la libera, responsabile capacità del singolo di indirizzare la propria vita. Tanti sono i temi in gioco in questo delicato percorso: dalla necessità di occuparci della salute e dei suoi nemici, conoscere le malattie, in particolare quelle più pericolose come diabete, patologie del cuore e del circolo ecc., e le strutture sanitarie per invecchiare bene, all’attività fisica che fa sempre bene, anche se non sappiamo in modo preciso come, quanto e quando. Naturalmente mangiare bene, in qualità e quantità per il benessere del corpo e dalla mente. Senza dimenticare i momenti salienti di questo delicato passaggio della vita: la pensione, come fattore di rischio per la salute o momento di liberazione, e in non pochi casi, la solitudine, la povertà, l’ignoranza: nemiche di un invecchiamento senza crisi. E ancora: le demenze, forse l’invecchiamento più temuto, ma è possibile prevenirlo? Invecchiare bene non è un’illusione se si fonda sul convincimento che nulla è donato senza l’impegno di ogni giorno. E in questo la cura degli altri gioca un ruolo non secondario nella cura di sé stessi.
Lo abbiamo adorato come un idolo di bellezza pura, ma anche svilito fino a trasformarlo in un oggetto qualunque, offerto tra le vetrine scintillanti della vanità collettiva. Il nudo, ecco di cosa parliamo. Una realtà la cui essenza, malgrado abusi e distorsioni, è - e rimane - sacra. È ancora possibile, in un’epoca come la nostra, restituire al corpo quella "veste" che gli appartiene e che ne custodisce la dimensione più profonda? I nostri corpi nudi rivelano arcani misteri: il mistero dell’origine e quello dell’incarnazione, la sublimazione dell’eros che innalza l’uomo e la donna in una dimensione mistica e spirituale. Nulla a che vedere, insomma, né con le volgarità a buon mercato offerte soprattutto dai social, né con i falsi moralismi di sguardi puritani, che oscurano la naturale e ancestrale bellezza del corpo. Tra condanne categoriche e banalizzazioni diffuse, l’autrice propone una diversa riflessione sul nudo che, lungi dal ridursi a semplice oggetto di desiderio o di scandalo, ci ricorda l’affascinante promessa di un incontro con il divino.
"La fragilità del mondo" è un invito ad abbandonare l’ossessione per la perfezione da cui siamo attanagliati da secoli e ad abbracciare, al contrario, la nostra essenza di creature vulnerabili, gettate in una realtà con cui non siamo più in grado di entrare in contatto. Secondo Joan-Carles Mèlich è successo qualcosa a un certo punto della nostra storia: ci siamo scordati quanto claudicante e carente sia la natura umana. L’universo attorno a noi è stravagante, ricco di stimoli e, nonostante tutti i nostri sforzi, in sostanza inconoscibile; eppure ci illudiamo in qualche modo di sapere tutto. L’imprevedibilità ci spaventa, per questo abbiamo messo in piedi una disciplina di sistemi simbolici di regolazione e colonizzazione (teologici, politici, economici) e una nuova metafisica della tecnologia, alla quale ci siamo affidati ciecamente. Nel frattempo, però, abbiamo dimenticato che siamo governati dal caos e dall’inaccessibilità. Accompagnati dalle idee di pensatori e scrittori quali Rilke, Nietzsche, Kafka e Woolf, apprendiamo allora in queste pagine come, per tornare a vedere davvero il mondo, dobbiamo abbandonare le nostre pretese di controllo e accettare invece la finitezza, l’assenza di senso e la possibilità del male, che sono al centro dell’essenza umana. Dobbiamo imparare, cioè, a sostituire alla logica di un progresso cieco una «ragione inerme», inoffensiva e pacifica perché aperta alla possibilità dell’errore e della vergogna. In questo libro Mèlich traccia una strada per tornare ad abitare il mondo. Non con presunzione, bensì consapevoli della possibilità di perdervisi come in un labirinto. Solo così ne riscopriremo l’autenticità e sapremo accettarci nella fragilità, rifiutando la violenza delle facili certezze e l’insensibilità di fronte alla sofferenza.
«Per quasi due anni di spedizione, la nostra routine mattutina è stata scandita da alcuni rituali. Dopo la colazione, lavoravamo qualche ora e poi uscivamo ad esplorare i dintorni. In Baja, questo significava spesso gonfiare il kayak e spingersi tra le foreste di mangrovie oppure al largo di qualche baia. Un giorno fummo così fortunati da essere circondati da un branco di delfini, molti dei quali cuccioli, che presero a giocarci attorno. Altre volte, a farci visita erano enormi tartarughe olivastre che, al nostro primo accenno di meraviglia, si immergevano velocemente per ricomparire svariati metri più in là. Una mattina decisi di oltrepassare il punto in cui la baia dove avevamo dormito si apriva sul mare aperto, prima che l’alta marea chiudesse il passaggio. Il sentiero era disseminato di conchiglie, nidi di uccelli marini abbandonati, una carcassa di coyote, un paio di mandibole e tutto quel che restava del processo di sfilettatura delle catture quotidiane dei pescatori. Tra queste, un numero indescrivibile di piccolissime teste di squalo martello smerlato. Ne raccolsi una con il rispetto di chi sa che potrebbe essere l’unica volta in cui si trova al cospetto di una creatura tanto antica e misteriosa». Una naturalista percorre il Nord e il Sud America raccontando, giorno per giorno, un viaggio on the road attraverso gli ecosistemi più affascinanti e minacciati della Terra. Bracconaggio, deforestazione, inquinamento, cambiamento climatico, diffusione di specie aliene. Ma anche luoghi straordinari, specie animali e vegetali che resistono e comunità che combattono perché il proprio territorio venga preservato.