La sequenza "Veni Sancte Spiritus", pregata in genere sotto forma di canto, affiora da circa nove secoli dalle labbra e dal cuore dei credenti. Nella sua sobria delicatezza mette in campo tutti i doni dello Spirito, il Dono per eccellenza, l'origine stessa dei doni celesti. L'orante li chiede, non li pretende, e chiedendoli svela i bisogni e le miserie umane: domanda la rugiada, svela l'aridità, implorando la luce confessa la tenebra, invocando il calore ammette il freddo. Il tono dell'inno è dolce e deciso insieme, intarsiato di immagini bibliche e ricco di metafore, segnato da confidenza e rispetto: come si addice a chiunque solleciti il dono dell'amore di Dio.
Cosa hanno in comune l'ordine dello spirituale e quello del politico? La riflessione cristiana intorno allo Spirito di Dio non è estranea a questo interrogativo. La dimensione spirituale non rimanda propriamente alla sfera dell'interiorità e dell'intimità, ma allo spazio aperto e inclusivo delle relazioni possibili. La crisi generalizzata che sta interessando i sistemi economici e politici globali può essere attraversata immaginando nuovi sistemi di socialità e dando vita a inedite imprese comuni. L'azione dello Spirito è forza e principio di ispirazione per l'edificazione della comunità. Lo Spirito non solo connette, unisce e avvicina, ma avvia processi di fecondità relazionale aprendo spazi inauditi di prossimità, generatività e inclusione.
"In realtà, mi sono reso conto che la mia unica possibilità di rendere legittima la testimonianza [di fronte a Israele] era quella di immergersi nell'oceano del Talmud, di ascoltare la sua immensa musica, di capire e di far capire le sue risonanze possibili con la fede cristiana" (P. Lenhardt, 2006).
Da qui si può capire il tema trattato nelle tre parti di questo volume. Nella prima parte, l'autore inizia dall'Unità di Dio proclamata nello Sema' attingendo all'insegnamento delle fonti ebraiche omiletiche ed esegetiche, di cui è un profondo conoscitore. Nella seconda parte egli legge alcune risonanze della fede trinitaria nell'Unità di Dio e della sua Shekinah (la sua presenza nel Primo e nel Secondo Tempio e nel mondo) e nell'Unità della Shekinah e dello spirito Santo (la Bat Qol, la voce che viene dal cielo). Nella terza parte, infine, affronta direttamente la fede trinitaria dei cristiani mettendo in risalto, a partire dalla tradizione d'Israele, che Dio è, per così dire, dipendente dalle site creature.
È importante sottolineare che il punto di partenza di ciascuna delle tre parti è sempre neotestamentario (Mc 12,28-34; Lc 3,21-22; 9,28-36).
1 numerosi testi della tradizione ebraica (biblica, talmudica, midrashica, mistica, preghiera sinagogale) sono introdotti, tradotti e commentati così che il lettore si trova ad accostare le posizioni differenti che rischiano invece di scomparire nella visione unilateralmente speculativa della teologia trinitaria.
L'esperienza dello Spirito - che Karl Rahner cerca di rendere possibile nelle tre meditazioni proposte in questo testo - non è l'esperienza di pochi eletti, di fronte ai quali il cristiano "ordinario" può soltanto inchinarsi pieno di rispetto. L'esperienza dello Spirito si verifica anche là dove conduciamo una vita normale e sono numerose le esperienze concrete che possiamo farne, lo sappiamo o no. L'autore, in poche pagine, ci invita ad affinare l'orecchio per percepire questa esperienza e vivere così da uomini dello Spirito, consapevoli che il significato della vita non si esaurisce nella felicità di questo mondo, ma lo si trova soltanto quando cerchiamo Dio e ci abbandoniamo alla sua volontà.
"Questo libro nutre alcune ambizioni: vuole aiutare a riflettere, in chiave di storia della salvezza oggi, sulla vita e dei ragazzi e degli adolescenti, offrendo elementi che possono aiutare i loro educatori (pastori, catechisti, genitori, animatori di pastorale giovanile, responsabili delle associazioni ecclesiali...) a far sviluppare la loro crescita "integrale", anche dopo la recezione dei sacramenti dell'iniziazione.
Il volume, che raccoglie i contributi presentati in occasione del 'Convegno di Ontologia Trinitaria' tenutosi presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano nei giorni 28-30 aprile 2015, intende in primo luogo ricostruire il concetto di Dio-Trinità quale si è formato ed è evoluto nell'àmbito della storia del pensiero europeo, in particolare nell'antichità cristiana, con uno sguardo anche alle riflessioni medievale e moderna. Si cerca anche di prendere in esame i diversi linguaggi e le diverse logiche con cui, di volta in volta nelle diverse epoche della cristianità, il mistero trinitario è stato detto e concepito. Il saggio propone un ampio percorso in cui vengono alla luce e sono confrontati i tentativi dei più grandi teologi e filosofi europei di pensare la Trinità, nelle letture di autorevoli interpreti italiani.
Il presente lavoro compie un'analisi critica dell'idea di communio elaborata da Gisbert Greshake e da lui considerata il concetto-chiave di tutta la teologia. Attraverso un'attenta lettura della prima sezione di Der dreieine Gott (Il Dio unitrino), sono valutati la portata, la consistenza, le potenzialità e i limiti di una categoria di sicuro interesse per la riflessione sul Dio Unitrino e sul senso dell'essere, evidenziando le aree problematiche e le prospettive che da essa si aprono.
Illuminati dalla narrazione biblica, guidati dal magistero ecclesiale e con l'apporto del dibattito contemporaneo, diventa possibile parlare di Dio che vive, a modo suo, la sofferenza umana, e che fa diventare la propria Chiesa ripensata alla luce del Vaticano II - una comunità che è sacramento della compassione divina, 'luogo' di solidarietà, di giustizia, di liberazione e di esperienza viva del Dio compassione, popolo della condivisione del dolore e della vicinanza agli ultimi.
Documento della Commissione Teologica Internazionale.
La presente pubblicazione, che costituisce il nono volume della collana "Itineraria" curata dalla Pontificia Accademia Teologica, prende in esame il pensiero di Gioacchino Da Fiore, abate calabrese, nonché uno dei più autorevoli filosofi del Medioevo. In particolare l'intento del volume è di suggerire un'interpretazione che avvalori gli insegnamenti di Gioacchino, apportando maggiore chiarezza nella sua dottrina trinitaria e cristologia per propiziarne la piena riabilitazione ecclesiale. Il lavoro dunque risulta essere un ulteriore impulso per gli studiosi di teologia e gli studenti delle facoltà teologiche, per la conoscenza e l'approfondimento di una figura che ancora oggi resta affascinante ed attuale.
Il tema della filiazione divina dell'uomo è di grande attualità perchè pone al centro l'uoo offrendone una concezione antropologica di alto valore intellettuale, spirituale ed esistenziale.
Questo trattato, proposto in edizione aggiornata e significativamente ampliata, intende offrire un chiaro punto di riferimento per approfondire le delicate questioni della teologia trinitaria. Si rivolge al pubblico dei lettori con due attenzioni fondamentali: offrire una sufficiente informazione sui principali dati neotestamentari, della tradizione e del magistero della Chiesa, nonché dei principali contributi sistematici sul tema; articolare l'abbondante materiale in una sintesi coerente che mostri la relazione che lega le diverse questioni e la loro cruciale attualità.