"Ora muoio più contenta, perché il Divin Volere mi ha consolata più del solito con la vostra presenza, caro don Benedetto, in questi ultimi istanti della mia vita. Vedo ora una lunga, bella e spaziosa Via, illuminata da infiniti e splendenti Soli Oh, sì, li conosco! Sono i Soli dei miei atti fatti nella Divina Volontà. E' la via che ora devo battere; è la via preparata per me dal Divin Volere, è la via del mio trionfo, è la via della mia gloria, per congiungermi nell'immensa felicità della Divina Volontà".
Ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, don Pino Puglisi è stato la prima vittima di mafia riconosciuta come martire della Chiesa. Come ha dichiarato Papa Francesco: "è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto". "Don Puglisi parla ancora alla coscienza del nostro tempo. Nuovi e interessanti elementi vengono da uno studio come quello di Vincenzo Ceruso, che con finezza si è chinato sulla vita di Puglisi per scrutarne l'ordito. Le pagine di questo volume danno al lettore un ritratto a tutto tondo del parroco di Brancaccio, un uomo pieno di vita, di sogni e di domande. È stato un cristiano vero, un siciliano non autoreferenziale né complessato. Questo libro ci aiuta a capire meglio la storia dell'uomo Puglisi, che emerge in tutta la sua affascinante grandezza". Dalla Prefazione di Andrea Riccardi.
Questo volume di Erna Putz è la più aggiornata biografia dedicata a Franz Jägerstätter (19071943), il contadino-sacrestano austriaco di Sankt Radegund che votò contro l'annessione dell'Austria alla Germania nazista e che rifiutò di fare il soldato nell'esercito di Hitler e quindi di partecipare alla guerra. La sua obiezione di coscienza fondata sul Vangelo e sul rifiuto di commettere il male lo condusse alla carcerazione, al processo e alla ghigliottina. Affrontò la persecuzione e il martirio con esemplare serenità e coerenza, sorretto dalla moglie Franziska che ne condivise, pur con sofferenza, le scelte. Franziska e le tre piccole figlie anche finita la guerra patirono per molti anni l'isolamento e la condanna da parte della comunità civile ed ecclesiale tanto era ancora scomoda per ogni potere la testimonianza di Franz. Soltanto nel 2007 la Chiesa cattolica riconobbe ufficialmente il suo martirio proclamandolo beato. Raccontarne oggi la storia e fare memoria del suo "No!" a Hitler è un dovere per chi - in nome della nonviolenza e della retta coscienza - non cerca dinnanzi al male giustificazioni e compromessi.
La mafia ha "rispettato" la Chiesa nella misura in cui essa non ha messo in discussione il suo controllo del territorio ed il prete si è fatto "affiziu ru parrinu" (l'ufficio del prete) tutto casa e chiesa, promotore di processioni, che "campa e fa campari". Ma don Pino è venuto allo scoperto, ha scelto di uscire dalla sagrestia e di vivere fino in fondo i problemi, i rischi, le speranze della sua gente. Alle spalle di ogni cadavere vittima di mafia si cercano giustamente gli esecutori materiali e i mandanti. Ma ogni delitto di mafia ha una terza categoria di colpevoli: i mandanti inconsapevoli, una categoria sociologica fatta da tutte le persone che per non correre rischi personali preferiscono vivere nel "puzzo del compromesso". Scrivono due testimoni che hanno conosciuto don Pino: uno studioso del fenomeno mafioso e un teologo cattolico provano, in una sorta di dittico, a rileggere il "caso Puglisi" soprattutto in prospettiva costruttiva: cosa possono fare le agenzie educative - in particolare la Chiesa cattolica - per contribuire a disarmare il sistema di dominio mafioso e a svelarne definitivamente le radici culturali ed etiche.
È il 1923 e ad Argenta, piccolo comune vicino Ferrara, viene dato il via alle iscrizioni all'Opera Nazionale Barilla. L'iniziativa non riscuote successo, solo un ragazzo del paese aderisce. I fascisti cercano un capro espiatorio e lo trovano in don Giovanni Minzoni, il sacerdote che gestiva l'associazionismo di stampo cattolico. Hanno così inizio le minacce e le intimidazioni a cui Minzoni risponde così: «Faccio del bene, ai cuori ed alle intelligenze, al popolano come al ricco, non per merito mio, ma per grazia divina, e, se la mia missione è contrastata, allora fiero insorgo a protestare, poiché la Religione non ammette servilismi, ma il martirio...». Parole profetiche, perché il 23 agosto dello stesso anno il sacerdote viene aggredito da due squadristi fascisti che facevano capo a Italo Balbo e muore per le ferite riportate. Questo volume raccoglie parte dei suoi scritti contro il fascismo e sul tema dell'educazione.
Cosa rimane dell'eredità spirituale di Natuzza Evolo? Quali significati dare ai fenomeni che hanno accompagnato la sua vita? Come interpretare quella sorta di Bibbia vivente che era diventato il suo stesso corpo? Zanini conduce il lettore a scoprire il mondo interiore della mistica di Paravati, ricostruendo la relazione decisiva tra la storia personale e la vicenda interiore di una donna che continua a invitare ad alzare gli occhi al cielo. Natuzza fu come una maestra che prende per mano i credenti e indica la strada della vera sapienza. È la pedagoga di Dio, una Bibbia sempre aperta alla pagina giusta, quella che ciascuno di noi cerca per dare una risposta alle proprie inquietudini.
«Donna, fidanzata, sposa e madre meravigliosa e forte, che, nel suo amore per la vita e la creatura in grembo, ha saputo ascendere alla vetta dell'amore più grande che Gesù ci ha indicato» (Pietro Molla). "L'epistolario di Gianna e Pietro, qui ripubblicato in una nuova edizione, ci offre uno squarcio nella vita intima di questa coppia cristiana, partendo dal breve periodo del fidanzamento, attraversando i primi fervidi anni di matrimonio, con le gioie e le preoccupazioni per i figli, con le sofferenze per i frequenti viaggi di lavoro del marito, con le sollecitudini per le persone vicine e per le comunità, fino alla maturità che a poco a poco prepara il supremo dono di sé di Gianna. Tutto ciò è la trama di una vita quotidiana densa di incombenze, di attenzioni, di premure, di coltivate memorie e di ricorrenze condivise. E tuttavia, intrecciato con la trama semplice dell'umano, sta l'ordito di una vita spirituale, che quella trama sostiene e fa brillare di uno splendore unico: vita di preghiera condivisa fin da fidanzati, di assiduità ai sacramenti, di devozioni e meditazioni vissute insieme. L'umano si intreccia così molto facilmente con la grazia, il grande e discreto affetto coniugale si incontra e si lascia plasmare docilmente dallo Spirito, che lo orienta a mète sempre più esigenti." (dalla Prefazione di don Livio Melina)
In occasione dei quarant'anni dalla morte di Marcello Candia, l'autore ne ripercorre la vita, la sua grande opera caritativa per gli altri, in particolare per i più poveri dell'Amazzonia e per i lebbrosi, dimenticati da tutti in una terra lontana come il Brasile. L'autore vuole mettere in luce Candia quale figura di cristiano autentico. Arricchiscono il libro alcuni testi di Giorgio Torelli, giornalista che ha incontrato e intervistato più volte Marcello Candia e sul quale ha pubblicato con Àncora nel 2006 Marcello Candia che straordinaria persona.
Con questo volume inizia la pubblicazione delle conferenze inedite che padre Paolo Dall'Oglio ha pronunciato nei mesi precedenti la sua espulsione dalla Siria. Commentando la prima forma della Regola della Comunità monastica di Deir Mar Musa da lui fondata, Dall'Oglio consegna il suo testamento spirituale: un itinerario di fede personale ma anche una visione profetica sulla Chiesa e sul mondo. Una visione che apre a nuovi orizzonti: ecumenismo, fraternità tra uomini e donne, dialogo con l'Islam... tutti temi cari al magistero di papa Francesco. Prefazione di papa Francesco.
Hai mai provato a riflettere su cos'è che non va in giro per il mondo? Ancora meglio, ti sei mai chiesto che cosa puoi fare tu per cambiarlo? Non è una domanda semplice, è vero... allora potresti provare a domandarti questo: sei davvero libero dai tanti pregiudizi che pervadono la nostra società? Sei finalmente in grado di andare oltre quelle che sentiamo definire ovunque "differenze"? E che cosa sono, queste differenze? Per quanto molte vite siano spesso il rovescio di altre, per quanto ognuno di noi maturi le proprie esperienze e affondi nella terra con radici diverse, l'umanità è una grande famiglia allargata. Attraverso un dialogo appassionato, Luigi Ciotti e Stefano Garzaro ci mostrano le storie dei cosiddetti "emarginati", e ci ricordano che non ha nessuna importanza il luogo da cui veniamo: dovremmo tutti imparare a prenderci cura l'uno dell'altro, proprio come in una famiglia. Età di lettura: da 11 anni.
Chesterton scrisse questo testo nel 1923, poco dopo il suo passaggio al cattolicesimo. Ma la figura di Francesco gli era familiare fin dall'infanzia. Non è una biografia di stile classico, la sua: è piuttosto un'introduzione a Francesco e al suo mondo, una sorta di «invito alla lettura per gli scettici, a partire da ciò che essi possono comprendere». È quasi una "lezione su san Francesco": ricca, arguta, argomentata. Il lettore, dunque, non vi troverà tutto ciò che si deve sapere sul Santo di Assisi, ma rintraccerà molte cose che potranno permettergli di riscoprirlo in una luce nuova. Francesco, per Chesterton, fu quasi la sintesi di una trasformazione, l'uomo che cambiò con la propria vita il concetto stesso di spiritualità cristiana nel Medioevo, inventandosi una nuova forma di consacrazione, riportando (letteralmente) la fede sulle strade dell'uomo comune e annunciando l'imitazione di Gesù come reale possibilità. In Chesterton Francesco d'Assisi incarna una provocazione assolutamente attuale, per nulla superata; e restituisce anche a noi qualcosa della genuina spontaneità di un mondo di cui abbiamo profondamente bisogno: quello di una fede semplice, libera da troppi orpelli, restituita alla sua essenzialità.
Con la Prefazione di Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo.
Biagio Conte aveva tutto per fare una bella vita. Soldi, carriera, lavoro con un padre imprenditore. E l’ha fatta fino a 26 anni quando rimase folgorato dalla povertà di tanti disoccupati, immigrati e “scarti” che circolavano per Palermo, la sua città.
Decise di abbandonare tutto e di ritirarsi sulle montagne siciliane per ritrovare se stesso e dare un senso alla propria vocazione. Tra stenti, fame e freddo Biagio si sentì investito da una particolare “forza” interiore che cambiò il corso della sua esistenza.
Dopo un avventuroso cammino-pellegrinaggio ad Assisi tornò a Palermo e fondò la “Missione di Speranza e Carità” che ospita circa un migliaio di persone, tra poveri e immigrati senza una fissa dimora.
Le missioni fondate da Fratel Biagio oggi sono una decina. Al centro di tutte c’è la “Casa di Preghiera per tutti i popoli” nata sulle macerie di un ex caserma dell’aeronautica.
«Il segno che lascia nel cuore di Palermo – ha affermato l’Arcivescovo Corrado Lorefice – è un dono grande ma anche un compito grande: la sua domanda continuerà a provocarci intimamente e collettivamente».