A cinquant'anni dalla sua apertura e mentre ferve un dibattito anche aspro sul suo significato e sulle sue conseguenze, può essere utile ripercorrere a grandi linee le vicende del Concilio Vaticano II, tornando a riflettere su quell'ampia messe di testi che ne costituisce il frutto durevole. Questo libro persegue in particolare un triplice obiettivo: innanzitutto intende accostarci all'evento, anche con un breve excursus storico sulla Tradizione conciliare della Chiesa. Poi vuole presentare i documenti (costituzioni, decreti e dichiarazioni) offrendo le chiavi ermeneutiche utili per una completa intelligenza dell'unità e della ricchezza del corpus conciliare, che costituisce un atto del Magistero della Chiesa. Infine propone un ripensamento dell'interpretazione del Concilio, per metterne meglio in luce il significato attuale. Lo sguardo dell'autore cerca insomma di tenere insieme la grande Tradizione della Chiesa, le intenzioni di chi ha convocato e portato a compimento questa assise universale, l'asse teologale del corpus testuale e noi, gli attuali ricettori di quello che Giovanni Paolo II ha definito come una bussola per il presente e il futuro della Chiesa. Anziché rompere con la Tradizione, il Vaticano II è la manifestazione fedele e creativa dell'ininterrotto legame che unisce il Gesù venuto (incarnazione, morte, risurrezione), il Gesù che viene (nello Spirito Santo, il tempo della Chiesa) e il Gesù che verrà (parusia, escatologia).
L'avventura umana e spirituale del beato Leopoldo da Gaiche (al secolo Giovanni Croci, 1732-1815). Si rese disponibile all'opera dello Spirito divenendone come la voce per i suoi contemporanei: 46 anni di predicazione raggiunsero il cuore di molta gente. La sua figura paterna è diventata immagine viva della presenza amorosa del Signore in mezzo al suo popolo.
Esiste ancora l'uomo perbene? Esiste ancora l'uomo che rispetta le code agli sportelli, vuol pagare le tasse, si lamenta ma segue le regole, non smania pur di apparire in un talk show televisivo e non gode nel fregare il prossimo? Dai tempi di Tangentopoli nel nostro Paese è successo di tutto. E oggi i vocabolari definiscono l'uomo perbene come "conforme alle norme dell'onestà e della rettitudine", ma "spesso in modo esteriore e convenzionale". Come se perfino gli studiosi della lingua si fossero assuefatti e preferissero eliminare quest'aggettivo in quanto desueto, improbabile, anacronistico. Eppure perbene c'è tanta, tantissima gente. Uomini e donne che non fingono affatto e che vivono nell'anonimato la propria esistenza alla ricerca di un valore troppo spesso non riconosciuto: la normalità. In un racconto sospeso tra saggio e gustosissime fiction surreali, usando la penna come una lampada di Diogene, Umberto Brindani va alla ricerca di ciò che sembrava perduto per sempre. E navigando tra eroi e cialtroni, truffatori e goliardi, ingenui e profittatori, dà vita a un affresco dell'Italia contemporanea. Scovando, tra le macerie della crisi economica e morale, l'anima di un popolo martoriato ma sopravvissuto a nani, ballerine e cortigiani. Un popolo che, grazie alle sue infinite risorse, può fin d'ora ricominciare a sperare nel futuro.
Le Olimpiadi moderne sono spesso considerate un fenomeno squisitamente sportivo. Tuttavia, sin dalla decisione del barone de Coubertin di riportare alla luce i Giochi olimpici, la politica internazionale ne ha scandito la storia, contribuendo anche al loro successo. Riflesso della tensione costante tra vicissitudini nazionali e internazionali, le Olimpiadi, dai Giochi di Atene del 1896 a quelli di Londra del 2012, hanno raccontato le trasformazioni del nostro mondo. Attraverso i record, le medaglie d'oro, i boicottaggi, ma anche la propaganda e il doping, la vicenda delle Olimpiadi aiuta a comprendere meglio gli ultimi centoventi anni della storia internazionale.
Gli ingredienti di questo libro sono unici. È infatti la prima guida che raccoglie i "ristoranti con l'anima" in Italia: locali che hanno scelto di far entrare in cucina prodotti biologici, dell'orto, di produzione locale, a filiera corta, di commercio equo e solidale, vegetariani e vegani, artigianali, legati alla biodiversità o a Presìdi Slow food, "resistenti" alla mafia o frutto del lavoro di cooperative sociali. I loro piatti sono capolavori del gusto e del giusto: solari come un abbinamento tra una pasta di grano Senatore Cappelli e il vino Centopassi di Libera. Dal cappello del cuoco compare per magia la dignità del lavoro di persone disabili, il rispetto dell'ambiente e dei viventi, il valore della tradizione, l'uso di energie rinnovabili, il rifiuto di ogni spreco, la partecipazione alla rete dell'economia solidale.
Capita, studiando il libro di scienze, di imbattersi in domande che rimandano alla teologia e, viceversa, leggendo la Bibbia, di riscontrare riferimenti espliciti all'origine del mondo, della vita e dell'uomo. Il rapporto scienza e fede, in questo libro, è risuscitato dalla fossa dello scontato e riproposto in termini di avvincenti argomentazioni, tratte tutte dalle ultime ricerche in campo scientifico, capaci di ridestare nuovo interesse. Quando cominci la lettura la porti alla fine. Come d'un soffio. Grazie a questo strumento di lavoro, che gode di agilità espositiva, precisa e motivata, l'autore stimola al confronto e al dibattito aperto. Quasi ad invogliarci a scendere in agorà per prendere la parola su un argomento che non lascia indifferenti. Prefazione di S.E. Mons. Giuseppe Zenti.
Se recogen en este volumen ocho textos de H.G. Gadamer procedentes del octavo tomo de sus obras completas, cuyo título original es Kunst als Aussage, esto es, «el arte como enunciado o declaración». Tratan todos ellos acerca del lenguaje como «palabra» creadora, es decir, como arte y, a un tiempo, como verdad.
La obra de Gadamer se alza casi a tanta altura como la de su mentor, Martin Heidegger, y, en el panorama de la filosofía alemana de la segunda mitad del siglo, destaca con un programa de investigación, la hermenéutica filosófica, que el autor expuso sistemáticamente en la célebre Verdad y método (1960), toda una visión de la filosofía, un conjunto de propuestas para la solución de problemas filosóficos y, a la vez, una interpretación de la cultura y la defensa normativa de un neohumanismo basado en la escritura, la lectura y el diálogo.
Todos estos elementos pueden reconocerse en los textos aquí presentados, pero sobre todo resulta visible el Gadamer humanista, el defensor de la cultura literaria y artística en convivencia con el mundo científico-técnico que parece dominar la civilización actual: un gran «testigo del siglo», como le llamó Emilio Lladó.