Franco e Andrea Antonello sono stati i protagonisti di una storia che sembra una favola: il romanzo che raccontava il loro viaggio on the road, "Se ti abbraccio non aver paura", ha avuto un enorme successo. In questo nuovo libro, Franco e Andrea raccontano la vera storia della loro vita, iniziando dalla vita di Franco prima di Andrea: dove nasce, com'è la sua famiglia, quali strade ha percorso e quali scelte ha compiuto prima di diventare un felicissimo papà di un bambino bellissimo. E continuando con quello che è successo dopo che Andrea, quel bellissimo bambino, ha iniziato a sfuggirgli di mano, sempre più intrappolato in un misterioso vortice che solo dopo anni si capirà essere l'autismo. E se nella vita professionale Franco miete successi uno dopo l'altro, nella lotta contro quel terribile nemico non pare esserci speranza: medici e ciarlatani, guaritori africani e maghi brasiliani, nessuno sembra poter fare niente. Ma quella non è la fine per Franco e Andrea: è solo l'inizio. Insieme scopriranno che non si deve rinunciare ai sogni e alla vita, e che le difficoltà, anche quelle più tremende, possono essere affrontate, cercando di rispondere alla richiesta di Andrea di avere intorno persone allegre, che guardano al lato positivo della vita: "Sono graditi visi sorridenti". Oggi Franco ha creato una fondazione, I Bambini delle Fate, che lavora per promuovere progetti di assistenza ai bambini autistici e alle loro famiglie. E Andrea ha appena dato l'esame di maturità.
Il sottile confine tra la vita e la morte è l'orizzonte in cui si colloca il racconto in prima persona della degenza in ospedale dell'autore, disabile grave. La relazione con il personale sanitario l'arduo cammino verso un ascolto reciproco, le scelte drammatiche prese in pochi minuti, l'autocomprensione di sé sono lo sfondo per una narrazione sospesa tra il buio e la luce, densa di sentimenti, capace di arrivare al cuore dell'esistenza di ognuno. Una testimonianza profonda e coinvolgente di una particolare <<guarigione>>, giunta inaspettata affrontando con tenacia le avversità, accettando con serenità i propri limiti.
Un uomo e una donna.
Un paziente confinato alla degenza ospedaliera e una psicoterapeuta che forza i suoi confini. Due mondi che si incontrano nelle tessiture della carta da lettere; due mondi che - tra emozioni viscerali e visioni oniriche - imbastiscono la trama di un romanzo epistolare. E questi mondi raccontano coraggiosamente la storia della vita; scrivono di un viaggio che ha come meta l'incontro con la parte più vera e autentica di sé, quella maltrattata dal dolore e accarezzata dalla consapevolezza, quella che non si rassegna agli aloni del tramonto e sempre anela alla gioia piena.
Questi mondi parlano di tutti coloro che prima di cercare le risposte hanno a cuore il senso delle domande.
In queste pagine c'è il racconto della vita, del dolore, della solitudine, della malattia, della libertà, della morte. E dell'amore.
La malattia di un genitore come possibilità di accompagnarlo nell'ultimo tratto di strada
Il fine vita di un genitore e il senso pi√π forte della propria vita
La mancanza di Dio, la fede, i doni di una crescita e di uno sviluppo interiore
I primi tempi della malattia di mia madre, l'Alzheimer, sono stati un susseguirsi di emozioni forti e totalizzanti, come una serie di sonori ceffoni.
Mi sono detta "Non voglio dimenticare", e ho iniziato a scrivere: avevo paura che il tempo potesse sbiadire la forza e la violenza di ciò che stavo vivendo.
Poi pian piano la scrittura è diventata un luogo dove riflettere su di me, su di lei, sulla sofferenza, su Dio e il mio rapporto con Dio.
Ho pensato che Dio non c'entrasse più niente con la mia vita, ma anche che mi avesse dato una vita complessa, piena di cose buone e meno buone, e che se fossi stata in grado di tendere l'orecchio o guardare bene, avrei potuto trovare in questo percorso una crescita, uno sviluppo interiore.
Laura Baldassini
La terza età oggi, rispetto al passato, è diventata più lunga e più agiata. L'autore di questo libro, anch'egli nella terza età, con linguaggio adatto a tutti e mescolando la propria esperienza agli studi in proposito, ne analizza le trasformazioni odierne ed i risvolti psicologici e sociali. Col desiderio di offrire al lettore un aiuto a viverla in serenità e dignità in tutti i suoi passi. Ne risulta una visione globale, nella quale la fede cristiana gioca un ruolo unitario e determinante.
Papa Francesco nel videomessaggio in occasione dell'inaugurazione di Expo Milano 2015 ha ricordato i volti e le storie, la voce e il grido di persone che giungono fino all'evento milanese: sono "i volti di milioni di persone che oggi hanno fame, che oggi non mangeranno in modo degno di un essere umano" è "la voce di tanti poveri che fanno parte di questo popolo e con dignità cercano di guadagnarsi il pane col sudore della fronte". È guardando a questi volti e ascoltando queste voci, nell'incontro con i migranti nel mondo e in Italia, tra sofferenza e condivisione, sfruttamento e tutela, che è stato costruito il XXIV Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. La riflessione annuale è sintetizzata dal tema "migranti, attori di sviluppo", con il quale si è voluto guardare al migrante quale persona attiva e propositiva in grado di dare e contribuire allo sviluppo del Paese. Questo volume - grazie alla collaborazione di studiosi ed esperti delle tematiche migratorie di diverse discipline e accademie italiane - presenta la situazione della mobilità internazionale e nazionale, per poi soffermarsi, nella specifica sezione dedicata all'Expo Milano 2015, su due argomenti: il cibo come causa delle migrazioni e il cibo come occasione di sviluppo, nella consapevolezza che a volte basta solo cambiare la prospettiva per essere sensibilizzati diversamente alle problematiche sociali. Arricchisce il volume una sezione dedicata all'analisi dei contesti territoriali italiani...
La storia di un padre e un figlio tossicodipendente. La riscoperta di un legame profondo che "rischiara" l'esistenza. Leonardo, un imprenditore del Nord, lascia improvvisamente il suo lavoro e parte per Roma. Suo figlio Andrea vi si è trasferito anni prima per iscriversi all'università, ma poi è finito in un giro di droga. Ora però ha trovato la forza di chiedergli aiuto e Leonardo decide di mettere in gioco la propria vita per stargli vicino. Inizia così la storia di un difficile incontro tra padre e figlio, che li porterà a riscoprire la forza degli affetti familiari più autentici.
C’era una volta il servizio militare obbligatorio. C’era una volta l’obiezione di coscienza.
Oggi il Trentino ha istituito il servizio civile universale provinciale; una risposta politica alla forte richiesta del «Manifesto per un servizio civile universale» espressa a Villa Sant’Ignazio – la culla, all’inizio degli anni Settanta, del primo nucleo di obiettori – da un centinaio di testimoni privilegiati rappresentanti degli enti di servizio civile.
Il volume approfondisce questo grande tema civile, sociale e politico attraverso differenti punti di vista senza tralasciare mai l’aspetto educativo. Quali implicazioni pedagogiche ha, da un lato, la disponibilità di diritti universali e, dall’altro, l’imposizione di obblighi da parte dello Stato ai giovani cittadini? Quali interpretazioni ci offrono le scienze e le pratiche dell’educazione? Che ruolo hanno o dovrebbero avere il mondo adulto, le istituzioni e lo Stato nella promozione di doveri, responsabilità e opportunità per le ragazze e i ragazzi?
Con i contributi di:
Riccardo Bonacina, Marco Dallari, Johnny Dotti,
Dario Fortin, Giampiero Girardi, Emanuele Rossi,
Livio Passalacqua, Pompeo Viganò
"Mi chiamo Claudia Digregorio. E da grande voglio camminare." Claudia ha 15 anni e vive a Santeramo, un paese in provincia di Bari. Da tre anni è costretta su una sedia a rotelle, gradualmente ha perso le forze in ogni muscolo del corpo e oggi respira soltanto grazie alla tracheotomia. Una notte di giugno del 2012, quella degli esami di terza media, l'ha colpita una malattia, forse genetica, alla quale però nessun medico al mondo è riuscito finora a dare un nome. Ma Claudia non si è arresa. E ha deciso di trasformare - con la caparbietà, le lacrime, l'ironia - la sua vita nella sua battaglia: tornare a essere una ragazza normale. Accanto a lei c'è suo padre Gaetano che, da quella notte in cui "sembrava che tutto fosse finito, i medici ci dissero che lei non sarebbe mai più stata la stessa", si è messo alla caccia della "bestia" che ha colpito sua figlia. Ma, soprattutto, ha deciso di dedicare la sua esistenza a Claudia. E siccome lei ha fortemente voluto frequentare la scuola, come tutte le ragazze della sua età, è proprio Gaetano che ogni mattina la accompagna. La porta fin dentro la classe, aspetta che si sistemi e poi torna nella sua vecchia jeep bianca, senza però metterla in moto. Sfoglia un giornale, ascolta la radio e aspetta che le lezioni finiscano. In officina non va quasi più. Dice: "Mi spiace, gli altri possono attendere. Io ho una cliente più importante. La serranda resta chiusa". Gaetano aspetta la figlia ogni giorno fuori della scuola perché può avere bisogno...
Sullo sfondo di una Genova essenziale e del suo mare, sopra il quale volano liberi i gabbiani, una madre delinea la storia di sua figlia Serena, intrappolata a lungo nella prigione dell'anoressia. Momenti e tappe fondamentali di questa storia vera sono: la morte della nonna materna, che per un po' indebolisce e distoglie le forze della madre; una gita a Londra, che spezza le illusioni di una facile guarigione di Serena; il ricovero in ospedale della ragazza per l'alimentazione clinica e, infine, il suo viaggio di studi a Uppsala, che conferma la definitiva resurrezione dalla malattia. Questa madre parla di speranza, forza, scelte adeguate, ma anche di impotenza, rabbia, disperazione, e si pone lucide domande che possono restare senza risposta.
Bebe, appena diciottenne, come tutti i ragazzi della sua età ama divertirsi: andare al centro commerciale o ai concerti con le amiche, mettersi in tiro per uscire la sera... Non ci sarebbe nulla di strano se non stessimo parlando di Beatrice Vio che a undici anni, dopo essere stata colpita da una forma di meningite acuta, ha subito amputazioni a gambe e braccia. Ma per Bebe la malattia non è la fine, anzi rappresenta soltanto una piccola parentesi tra quello che era prima - una bambina con una famiglia fantastica, moltissimi amici e le "tre S" (scuola, scout, scherma) - e quello che è diventata, ovvero un'adolescente felice, con ancora più amici di prima e sempre le "tre S", ma un po' cambiate: oggi frequenta le superiori, ha ormai ricevuto il suo nome-caccia scout (Fenice Radiosa) e ha già vinto diverse medaglie in competizioni paralimpiche di scherma, anche internazionali, di altissimo livello. Eccezionale atleta e insieme ragazza scoppiettante di vita, Bebe si racconta in queste pagine che traboccano di entusiasmo: dalle gare in giro per il mondo alle vacanza all'Elba, dalle figuracce in tv alle gioie delle protesi con tacco, dai faccia a faccia con i suoi miti agli incontri motivazionali che tiene nelle piazze e nelle scuole. E dei suoi sogni. Perché dopo avere fondato con i genitori art4sport (un'associazione onlus che avvicina i ragazzi con disabilità fisiche allo sport), avere fatto la tedofora a Londra 2012 e avere gareggiato con le atlete più forti al mondo...