Ripercorse per cenni le tappe dell'avventura voluta da frère Roger, queste pagine raccontano per la prima volta attraverso la voce del successore frère Alois - raccolta in lunghi colloqui con Marco Roncalli - cosa continua ad accadere ogni giorno a Taizé e nei luoghi legati alla comunità sparsi nel mondo. Si palesano così le motivazioni, i percorsi e le mete condivisi da un centinaio di fratelli e da moltissimi giovani, impegnati, secondo le linee guida del fondatore, ad anticipare ogni forma di riconciliazione, a provocare scambi di doni, a generare nuove solidarietà, a condividere la fede sperimentando la bellezza della preghiera e della vita in comune. Con l'intento di superare le divisioni nella famiglia umana, Taizé offre alla Chiesa e al mondo la sua esperienza spirituale di ecumenismo, vissuto come pratica quotidiana.
Il volume presenta uno dei più grandi drammi sociali del nostro tempo: il distacco dei figli dai genitori partiti in emigrazione. In queste pagine viene descritto lo specifico caso dell'Ucraina, una terra in cui centinaia di migliaia sono i genitori, padri e soprattutto madri che hanno lasciato i loro figli nella speranza di guadagnare, fuori dei confini nazionali, ciò che permetterà di vivere un futuro migliore a tutta la famiglia. "Non si può essere indifferenti - si legge nella Prefazione - a quanto raccontato in questo volume, ma anzi la sua lettura interroga nel profondo, chiama a nuove responsabilità ciascuno di noi nel momento in cui occorre ringraziare per ciò che si ha e che altri non possono avere, ma soprattutto a nuove sensibilità nel momento in cui nelle proprie famiglie o in famiglie a noi vicine si incontra la presenza di una collaboratrice che vive l'esperienza di tante donne ucraine o di altri paesi che, per bisogno, vivono lontane dai figli. Un libro che aiuta anche a pensare a come la famiglia migrante sia un soggetto necessariamente da tutelare e accompagnare nel suo cammino". La comunità ucraina in Italia - con 225.000 persone all'inizio del 2013 - costituisce la quinta comunità in Italia per numero di immigrati. L'80% delle presenze ucraine è costituita da donne e madri, che spesso sono emigrate dall'Ucraina in Italia da sole, lasciando nel paese d'origine una famiglia e figli, i genitori anziani. Sono donne che nelle nostre famiglie curano anziani...
A conclusione di un dibattito fra lavoratori rurali, sindacalisti, vescovi e attivisti cattolici e luterani, nasce quel giorno il Movimento dei senza terra (Mst), un'organizzazione "che rivendica l'autonomia da partiti, chiese, stati e governi. E sostiene l'alleanza di classe tra contadini e lavoratori delle città" (Frei Betto). In breve tempo s'imporrà come uno dei più decisivi momenti sociali dell'America Latina e non solo. L'Mst è anime di Via Campesina e la sua consulenza è richiesta ovunque ci siano lotte contadine e riflessioni sul futuro della terra. Oggi il suo leader, João Pedro Stédile è un interlocutore sulle questioni agrarie e ambientali anche per la Santa Sede. Questo libro ci racconta una storia che è anche politica e culturale: le "invasioni" di latifondi, con la costituzione di "accampamenti", disegnano un modello alternativo di società. Una lotta per la dignità e la vita che conta anche un gran numero di martiri. Prefazione di Frei Betto.
Il mondo della globalizzazione è sempre più un mondo di megalopoli, ridotte a grandi periferie. Il tema delle periferie è stato posto con forza all'attenzione del dibattito pubblico a livello mondiale dal messaggio di papa Francesco. Le nuove manifestazioni della povertà, le dimensioni della ingiustizia sociale, la diffusione della violenza, l'aumento di conflitti e guerre inquietano e interrogano la coscienza del nostro mondo. Quale la risposta dei cristiani? La via della carità, antica ma sempre attuale, è quella che viene percorsa nei contributi di questo volume da alcuni autorevoli protagonisti del mondo cristiano, in un dialogo interessante e profondo tra voci del cattolicesimo e voci dell'ortodossia da Russia, Ucraina e Romania.
Il libro vuole tirare le somme della reale portata del fenomeno migratorio nel nostro Paese, attraverso una lettura con senso della realtà e con coscienza storica. Precarietà ed emarginazione possono lasciare il passo a solidarietà e condivisione, che spesso non trovano accoglienza sui media. Comunità civile ed ecclesiale a fianco dei migranti consegnano ai giovani una speranza concreta di bene comune, sfida per un'Italia migliore che sia crocevia di dialogo interculturale e interreligioso.
Nel nostro mondo ormai glocale - ovvero globale e al contempo localizzato - assistiamo al progressivo superamento della classica identità nazionale in direzione del pluralismo identitario e dell'ibridazione tra popoli e culture.
Immigrazione, o meglio mobilità globale, e cittadinanza vanno di conseguenza ripensate secondo categorie culturali adeguate ai cambiamenti.
La dinamica della contrapposizione del "noi/voi" non può quindi che aprirsi a un ampio e autentico discorso del "noi", a un reciproco incontro e scambio tra migranti e autoctoni, dando spazio alla legittima aspettativa dell'accoglienza e restituendo dignità a ogni essere umano, a vantaggio di tutti.
Riflessioni sulla vita missionaria di padre Arturo D'Onofrio, tratte direttamente dai diari dello stesso. Pagine di autentica Carità cristiana.
In epoca moderna, le monete complementari - possibili su scala locale e con buoni esempi di successo e di durata - si sviluppano soprattutto nei periodi di crisi. Il libricino spiega cosa esse sono e come funzionano, proponendo una gamma di esempi, storici e attuali, nel mondo e in Italia. Queste monete, che possono essere l'evoluzione delle banche del tempo o rappresentare sistemi di bonus, permettono di rivitalizzare gli scambi e di ritornare all'economia "sostanziale".
L'Altra metà dell'economia. L'economia invisibile agli occhi dell'economia, che ha per protagonista la gratuità. La gratuità intesa come Charis, come dono è una dimensione costitutiva della vita e dell'essere umano, anche dell'homo oeconomicus. Quando l'economia nasce nel 700/800, le virtù della gratuità, della libertà e del rispetto della persona erano una dimensione che faceva parte della cultura del tempo, presente e abbondante. Oggi riportare la gratuità dentro l'economia significa ribaltare le logiche del profitto e della finanza per rimettere al centro dell'economia la persona e le sue motivazioni, la sua dignità, gli ideali, i sentimenti, i poveri. Il libro sottolinea il contributo fondamentale e insostituibile svolto dalle comunità carismatiche religiose e dal genio femminile nello sviluppo economico, sociale, culturale della nostra civiltà. Ed evidenzia il fondamentale apporto offerto da imprenditori, politici, giornalisti, oggi capaci di quella Charis che dà loro la capacità di uno sguardo diverso sul mondo e nella società contemporanea.
"La storia dell'umanità è un lungo viaggio dall'animalità alla santità. Un cammino fatto di accelerazioni, battute d'arresto, arretramenti. Ogni nuovo venuto ha la libertà di scegliere che ruolo vuole giocare: se quello di chi frena o quello di chi spinge. Questo libro racconta la storia del popolo che spinge e non si lascia intimidire se nel mondo si continuano a spendere enormità in armamenti, se la legge del profitto condanna miliardi di persone ad una vita indegna, se l'avidità della finanza distrugge intere economie, se il mito della crescita sta portando il pianeta al collasso. Noi restiamo in piedi per dire e testimoniare che cambiare si può. Perché sappiamo che alla fine la verità trionferà." (Francesco Gesualdi)
Un gruppo di giornalisti haitiani e brasiliani raccontano l'isola dopo il disastroso terremoto del gennaio 2010, con i suoi trecentomila morti e un Paese in ginocchio. Tra dolore e speranza la rinascita di un popolo poverissimo che cerca di costruirsi - nonostante tutto - un futuro diverso. Da un'agricoltura in agonia ai tentativi di sviluppo sociale, dalle scuole alle radio comunitarie, la parola d'ordine è resistere. Come un popolo. Il popolo di Haiti.
“Nei momenti di grande cambiamento, è difficilissimo trovare gli equilibri di pace, che diano una prospettiva di lungo periodo. Questo è uno dei più veloci e grandi momenti di cambiamento della storia dell’umanità” (Prodi).
“La pace è dunque sempre “fare la pace”. La pace non è una situazione ma un’azione. Se non continuiamo a “fare la pace” inevitabilmente diamo lo spazio al conflitto. L’inerzia di chi non è attivo fautore di pace fa di lui un provocatore del conflitto” (Nicolini).
“La coerenza lucida del ragionamento di Romano Prodi pone inevitabilmente la domanda: “C’è speranza?”. Don Giovanni Nicolini accoglie la sfida, riprendendo un grande e trascurato tema del Concilio, la “Chiesa dei poveri e di poveri”.
Gesù ci ha detto che siamo nel mondo ma non del mondo e non ci ha ordinato di costruire il regno di Dio in terra. Tuttavia, qualche isola, nella quale sentire in anticipo il sapore del Regno, la si può scoprire e mettere a disposizione di chi è alla ricerca di qualcosa di solido per la propria vita. La Lettera a Diogneto, il testo del secondo secolo così caro a Giuseppe Lazzati, parla di paràdoxos politèia, di una cittadinanza paradossale, che invita a cercare una patria più sicura, ma nello stesso tempo non trascura il pellegrinaggio presente.”
Giuseppe Dossetti jr