Da dove vengono i nostri pensieri? In che modo prendiamo le decisioni e come formuliamo i giudizi nella vita di tutti i giorni? Che ruolo ha l’inconscio, in questo? C’è una reale distinzione tra le scelte istintive e quelle ponderate? In che cosa differisce il ragionamento di un bambino da quello di un adulto? Quali sono i confini di ciò che definiamo “identità”? E di che cosa è fatta davvero quella che il nostro cervello processa come “realtà esterna”? Che cosa la distingue dalla sostanza dei sogni? In vent’anni di studio ed esperimenti sul campo, Mariano Sigman è rimasto legato alla semplice idea che la ricerca scientifica si nutra di quello stesso sincero stupore dei bambini, che chiedono Perché? all’infinito. È questa la curiosità che anima questo libro, una ricognizione libera sulle conquiste presenti e le prospettive future delle neuroscienze, senza limitazioni di campo e disciplina: in queste pagine si incontrano psicologi, biologi, fisici, matematici, antropologi, linguisti, ingegneri, filosofi, medici. E anche cuochi, maghi, musicisti, scacchisti, scrittori, artisti... La vita segreta della mente ci spiega per esempio perché le persone bilingui sono meno a rischio di demenza, ci racconta come fanno i bambini a riconoscere a prima vista oggetti che hanno soltanto toccato, ci rivela perché i neonati sembrano avere già un innato senso del bene e del male e ci mostra, con viva commozione, i labirinti meravigliosi dei pensieri che si possono “tracciare” anche nei pazienti in stato vegetativo. E se spesso la scienza si fa filosofia e quasi poesia, in queste pagine, è forse perché, come ci spiega Sigman, parlare di neuroscienze significa affrontare l’estremo desiderio dell’uomo di capire se stesso: ogni tentativo di svelare i meccanismi della mente sfida l’intera rete delle nostre conoscenze e ci mette di fronte al misterioso specchio di ciò che siamo. «Allo stato attuale, lo studio della mente umana è una specie di Far West dove molte discipline diverse si contendono il primato della verità. La vita segreta della mente è un’esplorazione di questa frontiera, e Mariano Sigman si rivela un eccentrico e affabile compagno di viaggio.» - Tom Graham, “Financial Times” «Sigman è uno di quegli scienziati che sono riusciti a diventare anche dei bravi divulgatori del loro stesso lavoro. Il libro, punteggiato di storie, aneddoti e riferimenti artistici e culturali, si muove rapidamente di ideain idea, di esperimento in esperimento.» - Christopher Chabris, “The New York Times” «Si alternano vividi resoconti dei più cruciali esperimenti psicologici sul comportamento umano e domande intriganti sul modo in cui pensiamo il nostro stesso cervello. Un libro illuminante, in cui ci orientiamo con facilità grazie alla sincera passione di Mariano Sigman.» - Sarah Kelly, “Science Magazine”
Esiste una grande differenza tra le conoscenze formali dei matematici e dei geometri e quello che in biologia e nelle neuroscienze abbiamo imparato fino a oggi sul modo in cui la geometria è rappresentata nel cervello. Vallortigara ci conduce in un viaggio che muove dall'esterno del cervello - il comportamento degli esseri umani - e giunge a indagare a poco a poco quello che succede dentro la scatola nera. Attraverso esperimenti realizzati con topi, formiche, insetti, studiando le funzioni dell'ippocampo e della corteccia entorinale, si scopre una bellezza complessa e vastissima all'interno del cervello umano: una geometria che le neuroscienze sono orgogliose di rivelare. Così ci inoltriamo nel circuito dei neuroni che determinano il nostro orientamento spaziale e, indicandoci la direzione, la distanza, la latitudine, ci permettono di abitare lo spazio.
Questo libro è un viaggio, anche nel tempo, alla scoperta di qualcosa di nuovo e di straordinario: la Fisica Quantistica, nelle sue logiche, nelle sue potenzialità, nelle sue applicazioni e nei suoi possibili sviluppi. All'interno del volume vengono ricostruiti passo dopo passo i momenti fondamentali del pensiero quantistico, le questioni su cui si sono interrogati i più grandi scienziati degli ultimi decenni, e i diversi contesti nei quali si sono evoluti i principali modelli della Meccanica Quantistica. Sullo sfondo delle ricerche più attuali - come per esempio quella sulle onde gravitazionali che ha portato al Nobel per la Fisica 2017 -, vengono indagati anche i rapporti esistenti fra Fisica Quantistica, Relatività Einsteiniana e Teoria delle Stringhe. Inoltre, fra i tanti temi trattati nelle sue pagine, trovano spazio persino le incredibili ricadute che gli studi sulla Fisica Quantistica stanno avendo negli ambiti della medicina e delle ricerche sul cervello e sulla coscienza. "Il mondo secondo la Fisica Quantistica" è basato sul confronto diretto con gli scienziati che si occupano degli studi più avanzati e che sono i protagonisti delle ricerche più recenti. Al contempo, grazie alla competenza e alla capacità divulgativa dell'autore, queste pagine affascinano con esempi chiari e illuminanti legati alla vita di tutti i giorni, svelano il presente e il futuro di una visione rivoluzionaria del mondo.
Nate poco più di cinquant'anni fa, le neuroscienze hanno vissuto nei decenni a seguire uno sviluppo tumultuoso e variegato. Con esse hanno fatto il loro ingresso nel territorio della scienza argomenti per lungo tempo considerati oggetto esclusivo della ricerca filosofica: la natura della mente e della memoria, lo statuto della coscienza, la questione della libertà. Edoardo Boncinelli ci conduce con la chiarezza del divulgatore nella selva delle domande cui le neuroscienze hanno tentato e tentano ancora di rispondere: come funziona davvero la nostra percezione? Cosa sono le emozioni? Dove si trovano i ricordi? E come agisce realmente la nostra limitata razionalità? Dalle scoperte realizzate emerge un quadro affascinante e suggestivo, l'affresco di una scienza che ha già dato tanto, e che pure non smette di cercare.
Ogni sette anni la quantità di conoscenze a disposizione dell'umanità raddoppia di numero. Con una velocità prima inimmaginabile, giorno dopo giorno circolano nel mondo milioni di nuove informazioni. Ma, sostiene Idriss Aberkane nel suo «trattato» audace e visionario, a questa impressionante quantità di informazioni corrisponde ben poca saggezza; e una società che produce informazioni senza saggezza finirà per autodistruggersi. Ebbene, lo strumento più potente per affrontare qualsiasi sfida e ritrovare la strada della saggezza noi lo possediamo già, ed è il nostro cervello: e l'osservazione e lo studio delle persone considerate «fenomeni», come i «calcolatori prodigio», indicano la strada da percorrere. Questa strada, però, è disseminata di ostacoli. Primo fra tutti il sistema dell'istruzione, che premia il conformismo, l'individualismo, l'«alimentazione forzata» del cervello, scoraggiando la condivisione, il senso critico e ciò che accomuna da sempre tutte le grandi menti, da Socrate a Leonardo da Vinci, a Einstein e Nikola Testa: l'amore, la passione, la libera scelta di percorrere nuove strade. Liberare il cervello significa conoscerlo veramente nelle sue vere potenzialità come nei suoi limiti. Di questo tratta la «neuroergonomia», e in queste pagine ne ritroviamo tutti i campi di applicazione, dal marketing alla politica, dalla scuola alla medicina, alla tecnologia. Perché nel nostro cervello c'è molto più di quanto siamo stati finora in grado di creare, ed è solo partendo dalla sua conoscenza che spalancheremo davanti a noi le porte di un nuovo Rinascimento.
Rivolta traccia il profilo dell'avo materno Alfonso Colognesi, astronomo e matematico a Bologna tra '800 e '900 e protagonista della fondazione del Liceo Galvani. In un libro del tutto inusuale, dove la scrittura di memorie si coniuga con le note biografiche e con gli scorci di storia economico-sociale, risalta la grande umanità del protagonista e fanno capolino personaggi notissimi, come Giosuè Carducci. Sullo sfondo un'Emilia post-unitaria pervasa da fermenti culturali, slanci innovativi, tensioni politiche e non risparmiata, a più riprese, da violente agitazioni.
Nel 1917 Albert Einstein tentava di capire che cosa fosse accaduto subito dopo il Big Bang. I suoi calcoli lo portarono a scoprire che l'universo è in espansione, secondo un'equazione che formulò insieme al concetto di costante cosmologica. Per anni Einstein definì queste conclusioni il suo «più grande errore». La scienza contemporanea, però, è riuscita a verificare non solo che l'universo, in effetti, si espande, ma perfino che la sua espansione non rallenta, bensì accelera. Spazzando via più di mezzo secolo di speculazioni, le teorie di Einstein sono state rivalutate, e la costante cosmologica è oggi la chiave di volta per rispondere alle domande più affascinanti sull'origine e il futuro del nostro universo. Amir D. Aczel, matematico di fama mondiale, ripercorre l'«odissea della scoperta» vissuta dalla mente più geniale del Novecento, trasformandola nell'entusiasmante racconto di come Einstein si avvicinò a sciogliere lo straordinario enigma della creazione. "L'equazione di Dio" è un viaggio fra teorie cosmologiche, ricerche astronomiche, fisica della gravità e dello spazio-tempo, capace di infondere in tutti i lettori, anche i non specialisti, il desiderio di capire i segreti dell'universo. E grazie a documenti, lettere e materiali inediti rivela i lati più intimi e gli aspetti più umani di Einstein, che con la sua equazione sognava di «conoscere almeno una parte dei pensieri di Dio». E che ebbe ragione anche quando era sicuro di essersi sbagliato.
Nel 1915 Einstein completò le leggi della relatività generale, segnando una svolta nella concezione dello spazio e del tempo. Si apriva così la nuova frontiera degli studi sul misterioso fenomeno astronomico dei buchi neri. In questo volume, Kip Thorne racconta le scoperte e le false piste della ricerca sull'argomento, da Einstein a Hawking, esamina le conseguenze della teoria dello spazio curvo e le possibilità offerte dalla fisica dei quanti, fino a prendere in esame l'ipotesi dei "wormholes", ovvero le scorciatoie che permetterebbero di viaggiare da un punto all'altro dell'universo più rapidamente della luce. Combinando princìpi fisici comprovati e geniali intuizioni, "Buchi neri e salti temporali" dimostra la sorprendente capacità della mente umana di sondare - tra sbalzi, vicoli ciechi e sforzi di comprensione - le complessità dell'universo e di rivelare l'intima semplicità, l'eleganza e la meravigliosa bellezza delle leggi fondamentali che lo governano. Il libro, rigoroso ma accessibile, contiene un glossario, delle note di approfondimento, una cronologia sintetica e un'ampia bibliografia.
Le compulsioni - così si definiscono tecnicamente gli impulsi, spesso irrefrenabili, a fare qualcosa - si dispongono lungo un continuum molto ampio sia per tipologia, sia per intensità. All'estremità opposta delle forme più lievi, che appartengono più o meno a tutti - per quanto declinate in modo diverso -, si collocano disturbi che rischiano di trasformarsi in vere e proprie dipendenze distruttive, i cui effetti negativi ricadono sulla nostra vita e persino sulle nostre relazioni. Il libro di Sharon Begley, frutto di ricerche meticolose, è il primo del suo genere a esaminare tutti questi comportamenti, al tempo stesso leggeri ed estremi (compulsioni all'accumulo, all'ordine, a svolgere attività fisica, persino a fare del bene); li analizza insieme, come è giusto che sia, perché, sebbene le forme ossessivo-compulsive possano sembrare incredibilmente diverse, sono in realtà tutte risposte a vari livelli di ansia. Focalizzandosi sulle storie personali di decine di persone, Begley fornisce un contesto alle loro difficoltà, esplora il ruolo della compulsione nella nostra cultura dai ritmi accelerati, ma soprattutto, con rara capacità di divulgazione e appoggiandosi alle conoscenze prodotte dalle neuroscienze, approfondisce la natura di queste strane manifestazioni del comportamento, ci porta a osservarle con occhi nuovi e ad affrontarle con le strategie più efficaci. Che si tratti di fare shopping con rigore militare, di disporre i tovaglioli proprio in quel modo, di lavarsi di continuo le mani o controllare ripetutamente di aver chiuso il gas, la maggior parte di noi è stata protagonista o testimone nella vita quotidiana di quel genere di comportamenti che talvolta etichettiamo come "ossessioni", particolari "rituali" o, per l'esattezza, "compulsioni". Non riesco a farne a meno li rende finalmente comprensibili ed esplora come possiamo realisticamente affrontarli, in noi stessi e nelle persone che amiamo.
Circa quarant'anni or sono gli psicologi israeliani Daniel Kahneman e Amos Tversky hanno dato alle stampe una serie di lavori in cui mostravano come la mente umana tenda a cadere in errore quando si trova costretta a scegliere in situazioni di incertezza. Le loro scoperte hanno posto le basi di una nuova disciplina, l'economia comportamentale, e la loro teoria della mente è stata premiata con il Nobel vinto da Kahneman nel 2002. Un'amicizia da Nobel racconta la storia di una collaborazione avvincente, quella tra due menti d'eccezione che hanno al tempo stesso la statura di grandi figure letterarie. Le ricerche di Kahneman e Tversky, eroi sul campo di battaglia oltre che dell'accademia - entrambi avevano alle spalle importanti carriere nell'esercito israeliano -, erano indissolubili dalle esperienze fuori dal comune che avevano segnato le loro vite. Tversky era un combattente dinamico, un carattere estroverso, sempre al centro dell'attenzione; Kahneman era un introverso dominato dalle proprie insicurezze. La storia delle loro ricerche viene ricostruita a partire dalle personalità di due individui affascinanti, anche se molto diversi. Eppure il loro sodalizio ha cambiato per sempre il modo in cui gli uomini percepiscono la propria mente.
Arte e scienza possono trovare un terreno comune? In questo nuovo libro, il premio Nobel Eric Kandel sostiene che la scienza può plasmare il nostro modo di assaporare le opere d'arte e aiutarci a comprenderne il significato. Il riduzionismo, che mira a riportare i concetti scientifici o estetici complessi a componenti più semplici, è stato usato dagli artisti moderni per distillare il loro mondo soggettivo in colore, forma e luce. In particolare, ha guidato la transizione dall'arte figurativa alle prime manifestazioni dell'arte astratta, di cui si vede il riflesso nelle opere di Monet, Kandinsky e Mondrian. Kandel spiega come nel dopoguerra Pollock, de Kooning e Rothko abbiano utilizzato un approccio riduzionista per arrivare al loro espressionismo astratto e come Warhol e altri, partendo dai risultati della "scuola di New York", abbiano reimmaginato l'arte figurativa e minimale. Arricchito da esplicativi disegni del cervello e illustrato da riproduzioni a colori dei capolavori dell'arte moderna, questo libro mette in evidenza i punti di contatto fra scienza e arte e il modo in cui esse si illuminano a vicenda.
«Abbiamo un manuale per tutte le macchine che possediamo, fuorché per quella più importante». Partendo da questa banale riflessione, Marco Magrini ha avuto l'idea di scrivere un libro su come funziona il cervello umano, strutturato esattamente come il manuale di una lavatrice o di un frigorifero. Già dai titoli dei capitoli (Installazione, Operatività, Pannello di controllo, Espansioni) si capisce che la metafora è portata agli estremi. Il lieve tono umoristico, come nel confronto fra i cervelli Modello F® (femmina) e Modello M® (maschio), contribuisce alla sua innata finalità divulgativa. Il cervello non è esattamente una macchina, eppure ogni utente di un cervello umano dovrebbe conoscere meglio i componenti, i meccanismi e gli ingranaggi biologici che lo fanno funzionare. Ad esempio sapere che il cervello è tutt'altro che statico: è plastico, cambia continuamente, può imparare qualsiasi cosa o correggere le abitudini indesiderate. Eppure può restare vittima dei suoi stessi pregiudizi o dei processi automatici che derivano dalla sua interminabile storia evolutiva. È il momento giusto per saperne di più. Nonostante il genere umano sia ancora lontano dal comprenderla compiutamente, i giganteschi progressi compiuti dalle neuroscienze negli ultimi anni stanno facendo luce sulle meraviglie, talvolta controintuitive e inaspettate, della macchina cerebrale. «In questo libro, che ha perfino la fortuna di essere divertente - scrive nella postfazione il professor Tomaso Poggio del MIT - è sintetizzata benissimo». Postfazione di Tomaso Poggio.