Un viaggio straordinario nel gesto più semplice e profondo del sentire umano, la carezza. Esplorando il suo significato antropologico, e poi la prospettiva teologica con le preziose piste che ci sono state lasciate dall’Antico Testamento e dal Vangelo, fino alle carezze racchiuse nei sacramenti, don Carlo Rocchetta mostra la straordinaria portata trasformativa del linguaggio delle carezze. Un'esperienza dl continuo rinnovamento dell'amore coniugale, ma anche nuova grammatica delle relazioni umane, antidoto a una cultura di odio e di morte per un modello di relazionalità fondato sul rispetto e l'apprezzamento, la reciprocità paritaria, l'affetto, la gentilezza.
Di quanti personaggi abbiamo perso la memoria! Di lei, no. Gesù l'ha difesa non solo dagli occhi spenti di chi la criticava, l'ha difesa anche dall'oblio della morte, dalla cancellazione della morte: è come se risorgesse ogni volta che leggiamo il vangelo. Risuscita. Per tutto il migrare dei secoli niente continua a raccontare così intensamente il vangelo, niente di più trasparente del suo gesto. Pubblichiamo qui l'adattamento dell'incontro tenuto il 5 maggio 2013 a Montericco di Albinea (RE), presso l'hospice Madonna dell'uliveto.
Dove va la Chiesa? La complessità sociale e geopolitica suggerisce l'intreccio di più sguardi, ma è la vita stessa a chiederci di accostare diversi piani di lettura. Per molti versi imprendibile, la realtà contemporanea demolisce i sistemi chiusi e le pretese totalitarie che paiono invece imporsi. Vi sono soglie su cui esercitare una particolare vigilanza e margini che vengono al centro. Quello che tutti attraversiamo è un travaglio, per molti versi doloroso e violento, ma dal quale può nascere un mondo diverso e migliore. È un tempo di passaggi, in cui i cattolici possono giocare fino in fondo la comune partita. Un tempo per riconoscersi incompleti e scommettere su ciò che non separa, ma rinvia all'intero. Prefazione di Armando Matteo.
La vocazione alla santità è rivolta a tutti coloro che, chiamati da Dio in modo gratuito e libero, accolgono, con fede e amore, la sua Parola, la custodiscono nell'intimo del loro cuore e della loro coscienza e s'impegnano, in modo responsabile, a vivere il dono della comunione con Dio e con i fratelli nella quotidianità del tempo e della storia. Questa vocazione interpella la persona nella propria individualità e nei suoi diversi ambiti di vita: la famiglia, la chiesa, il lavoro, la scuola, le differenti attività ricreative, culturali e sportive. Il cristianesimo non può essere ridotto a una proposta ideologica, rituale, confessionale, dottrinale o semplicemente etico-culturale; investe l'intera esistenza umana e sociale e si caratterizza per la sua rilevanza esistenziale.
Gesù ha proclamato il regno di Dio, che nella storia è stato identificato con tante istituzioni. In realtà, esso è sempre al di là e dimostra, al contrario, che Dio non sostiene alcun potere, ma è piuttosto una Santa Anarchia che «rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili». La comunità alternativa chiamata a realizzare tutto questo, la chiesa, vive in solidarietà con le impurità della vita e le imperfezioni che ogni cammino storico porta con sé.
«Creatore del cielo e della terra»? Parole che sembrano una sfida al tempo della modernità. Eppure, non possiamo farne a meno, per abitare nella fede il mondo, dono prezioso affidato alla nostra cura, ma anche spazio di interrogativi forti per il credente. L'autore offre uno sguardo nuovo su una dimensione della fede cristiana spesso lasciata sotto traccia, ma essenziale in un tempo di crisi socio-ambientale. Si tratta della fede nell'atto creativo del Dio trino e della prospettiva ecologica che a partire da essa dispiega. Il testo esplora le radici bibliche della confessione del Creatore, tra l'uno e l'altro Testamento, per ascoltare poi le voci di alcuni pensatori e autori come Ireneo, Basilio, Agostino, Tommaso, Bonaventura e Calvino, che più hanno contribuito a forgiare la comprensione di questo tema.
L'autore, ripercorrendo la formazione e lo sviluppo dell'etica sessuale cattolica a partire dall'insegnamento dell'apostolo Paolo fino al nostro tempo, mette in luce come la fedeltà a tale insegnamento può assumere oggi modalità diverse da quelle indicate materialmente da Paolo, sempre tuttavia in obbedienza allo stesso principio di realtà che guidava l'apostolo. In modo particolare si può oggi affermare che la moralità dell'agire sessuale non è in radice stabilita dalla configurazione giuridica della relazione tra le persone ma dalla forma esistenziale di tale relazione prima e indipendentemente dalla configurazione giuridica.
In una società sempre più individualistica, nella quale la comunicazione digitale a distanza va soppiantando quella reale "in presenza", è più che mai urgente una rieducazione alle relazioni umane autentiche che passi attraverso la riscoperta dell'empatia come mezzo per fuoriuscire dal proprio isolamento e calarsi nei panni altrui. Il cristianesimo si concentra sulla fede in un Dio empatico che si cala nei nostri panni, assumendo la nostra condizione umana nella persona di Gesù Cristo e facendosi carico dei nostri pesi fino alla morte, per rigenerare le nostre vite e renderci a nostra volta creature empatiche. L'esercizio dell'empatia cristiana richiede la capacità di immedesimarsi nella realtà altrui tramite un ascolto attivo, e la sospensione di giudizi affrettati è un atto di fede che richiede il coraggio d'intraprendere un pellegrinaggio esistenziale verso l'altro. Per mezzo di Gesù Cristo, Dio ci guida nel duplice cammino di fuoriuscita da noi stessi per entrare nella realtà altrui, e di ritorno a noi stessi per accogliere i bisogni esistenziali dell'altro come se fossero i nostri.
Uno studio della creatività secondo Nikolaj Berdjaev con il taglio originale della vita come comunione fondata nell’amore del Padre. È questo che costituisce l’ambito della vera creatività quale realtà che appartiene al regno e si rende presente nella Chiesa, penetrandola con la dimensione escatologica della nuova e definitiva creazione che le è propria.
Nikolaj Berdjaev è senza alcun dubbio un autore geniale e ispirato. Qui Andrej Brozovič, dopo averne offerto una presentazione complessiva, si sofferma sulla questione della creatività e sul fatto che Berdjaev abbia colto come la vera dimensione fondante della creatività costituisca un cambiamento così radicale dell’esistenza umana da renderla non più corruttibile, non più raggiungibile dal male della morte. La creatività non significa dunque creare delle forme per avere sensazioni di cambiamento. Significa piuttosto cogliere la novità dell’esistenza umana avvenuta con Cristo. Perciò, in un certo senso, è ovvio che per Berdjaev solo la Chiesa è veramente creativa. Una Chiesa intesa non come istituzione religiosa, ma come corpo di vita.
Questo studio fa vedere che il contributo dei cristiani al cammino dell’umanità non è tanto una conoscenza legata al mondo delle idee o agli approcci e alle metodologie delle diverse scienze, ma un rinnovo dell’intelligenza che avviene con l’accoglienza di una vita che in sé stessa è costituita come relazione, come comunione, come un considerare l’altro, uno sperimentarsi fondati nell’altro. Questa vita non è frutto del nostro impegno, ma l’accoglienza di un dono. E l’accoglienza del dono ci trasforma nel dono. In un certo senso si può dire che, secondo Berdjaev, noi cristiani non abbiamo ancora esplorato i diversi campi dell’esistenza umana perché ci siamo troppo velocemente istituzionalizzati e abbiamo istituzionalizzato anche la mente e il processo stesso della conoscenza.
È la vita come comunione fondata nell’amore del Padre ad essere l’ambito della creatività, perché ciò che è vissuto in questa esistenza ecclesiale agapica viene bagnato di immortalità, ossia di risurrezione. È la vera crea­tività, e solo quella, che fa vivere in modo definitivo. Perciò appartiene al regno che si rende presente nella Chiesa e la penetra con la dimensione escatologica della nuova e definitiva creazione che le è propria.
Indice:
Introduzione * 1. La tentazione dell’uomo: agire da solo * 2. La visione di Berdjaev: la “cristologia dell’uomo” * 3. L’uomo nella creatività sperimenta la profondità della figliolanza * Conclusione * Bibliografia * Indice degli autori citati
«Tutti siamo Giuda», scriveva in una sua meditazione don Primo Mazzolari. Al centro di due saggi, scritti negli anni Trenta e Quaranta del Novecento durante il suo periodo parigino, Bulgakov mette proprio la figura di Giuda. Nei due scritti, che appaiono ora per la prima volta tradotti in italiano, l'autore indaga il mistero di quest'uomo e cerca il senso profondo di ogni sua azione tramite una ricostruzione storica, e al tempo stesso psicologica e teologica, che non accetta l'immagine comune del traditore capace di vendere il Maestro per trenta denari, del ladro e dell'avido. In Giuda lo scrittore russo vede colui che, attraverso la consegna di Cristo, prende parte alla realizzazione di quel regno messianico atteso sulla terra che Gesù stesso, ai suoi occhi, tardava a realizzare. Il suo tradimento troverebbe motivazione in un atto politico, finalizzato a costringere Cristo a rivelarsi per quello che era realmente, come l'instauratore del regno terreno del Messia.
Che cos’è l’uomo? Questa domanda ci affascina e assilla allo stesso tempo. È la domanda di sempre, la domanda delle domande. A essa siamo continuamente riportati, perché di fatto questo interrogativo costituisce la radice di tutto, il senso profondo dell'esistere e del cercare. Non c’è chi possa evitarla o rimandarla all'infinito. Di fronte a risposte incomplete, a riduttivismi e a distorsioni, c’è bisogno di dire che l'uomo vale, c’è bisogno di rimarcare l’altissima vocazione dell'esistenza, c’è bisogno di fissare lo sguardo su Dio e su Cristo, perfettamente uomo e uomo perfetto, c’è bisogno di rinfrescare continuamente la convinzione cristiana che il progetto uomo nella volontà di Dio è ancora più alto di come spesso lo si raffiguri. Questo saggio di antropologia teologica ricorda che è Dio ad aver creato l'uomo e che l'orizzonte è la gloria. I puntuali riferimenti alla Scrittura insieme all'
attenta valutazione dei percorsi storico-teologici sono la solida base che permette poi di ventilare questioni di grande attualità oggi agitate da tante nuove emergenze teoretiche e tecniche. Particolarmente adatto agli studenti, il volume rappresenta uno stimolante motivo di confronto per i lettori appassionati e i cultori della materia (dalla Presentazione di Francesco Testaferri).
Le chiese stanno cercando credibilità in mezzo a una crisi di appartenenza. La crescente dispersione - che minaccia l'idea stessa di comunità - nelle grandi città e nella diaspora richiede legami comunitari e un nuovo linguaggio. Ermanno Genre affronta i luoghi tradizionali della formazione cristiana (predicazione, catechesi, liturgia, spiritualità), offrendo spunti di approfondimento e domande in un contesto ecumenico. Le chiese sono chiamate ad aprirsi e confrontarsi con le sfide della storia e della vita quotidiana.