Fra le scienze sociali, l'antropologia culturale è una delle più nuove; o, per meglio dire, solo in epoca assai recente essa ha trovato una precisa caratterizzazione ed ha assunto funzioni e tecniche propriamente scientifiche. Movendo dalla definizione del concetto di «cultura», l'autore illustra l'ambito specifico di questa disciplina all'interno delle scienze umane e sociali e passa in rassegna le principali teorie che ne hanno caratterizzato il sorgere e lo sviluppo. Vengono quindi esaminati i rapporti che intercorrono tra cultura, individuo e personalità e i diversi orientamenti e indirizzi in base ai quali tali rapporti sono stati considerati dagli studiosi. Un'esemplificazione del lavoro dell'antropologo nei diversi campi della ricerca e una ricchissima bibliografia generale e particolare completano il volume che, per l'essenzialità e il rigore concettuale, per l'ampiezza dell'informazione ha incontrato un'accoglienza lusinghiera fin dal suo primo apparire.
Le aziende non profit, il cosiddetto "terzo settore", sono considerate, in tempi di crisi del welfare state, un elemento fondamentale per lo sviluppo economico. In questo volume i massimi esperti italiani di economia e di economia ziendale affrontano le diverse problematiche relative alla definizione del settore, alla produzione di valore e alle condizioni di sviluppo.
"'L'Occhio e lo Spirito' è l'ultimo scritto che Merleau-Ponty poté portare a termine. André Chastel gli aveva chiesto un contributo per il primo numero di "Art de France". Egli ne fece un saggio, al quale consacrò la gran parte dell'estate nell'anno (1960) che doveva essere quello delle sue ultime vacanze. Stabilitosi, per due o tre mesi, nella campagna provenzale, Merleau-Ponty reinterroga la visione, e al tempo stesso la pittura. O piuttosto, egli la interroga quasi fosse la prima volta, come se tutte le sue opere precedenti non pesassero sul suo pensiero, ovvero pesassero troppo, in modo tale che egli dovette dimenticarle per riconquistare la pienezza dell'incantamento." (dalla prefazione di Claude Lefort)
Gli autori si soffermano inizialmente sulla nascita dell'Economia come professione e sulle questioni metodologiche. La loro analisi storica parte dagli scolastici, i primi a sollevare questioni riguardanti l'equità e la giustizia del sistema economico, per passare rapidamente ai mercantilisti e ai fisiocratici. Largo spazio è dedicato al pensiero di Smith, Ricardo, J.S. Mill e Marx, punti di riferimento fondamentali della teoria economica classica. L'analisi marginalista, l'economia neoclassica, la moderna teoria microeconomica e macroeconomica vengono illustrate negli scopi, nei metodi e nelle implicazioni di politica e nell'impatto sui successivi sviluppi teorici.
A Princeton, nel 1955, un gruppo di illustri scienziati di campi diversi ingaggia una serrata discussione sul significato da dare alla parola "gioco", o più precisamente, su come intendere il messaggio "questo è un gioco". Gregory Bateson pone il problema e le sue parole sono il filo che avvolge l'intera discussione. Bateson approfondisce qui le sue riflessioni sul gioco, le amplifica, aggiungendo altri giri di pensiero, come l'immagine della struttura "a buccia di cipolla" o le spiegazioni del perché non si può mai dire a qualcuno "gioca!".
Fra i pochi studiosi contemporanei che abbiano scritto sull’innamoramento e sull’amore (come sottolinea Alberoni nella sua prefazione), Ortega affronta, in questi saggi brillanti, ricchi di pathos e di cultura, il problema centrale di ogni rapporto amoroso: quale parte dobbiamo attribuire nelle scelte affettive alle nostre proiezioni e ai nostri desideri, e quale alle qualità intrinseche dell’essere amato?
L'origine, lo sviluppo e la funzione della fiaba studiato dal grande narratore che ha portato a termine la prima grande raccolta organica del patrimonio favolistico italiano.
Il manuale di Epitteto è una delle più celebri opere dello stoicismo romano. In esso si trovano raccolte le massime e gli insegnamenti morali del filosofo Epitteto. Mettendo a fuoco i principi della dottrina stoica, la libertà viene considerata il massimo bene, ed è grazia a essa che il singolo individuo può sviluppare pienamente la propria personalità.