Nella terza parte del cammino catechistico in sei anni (calendalbum, notebook e guide) che vede sulla scena sacerdoti, catechisti (dei bambini e dei genitori), il gruppo dei genitori e il gruppo dei bambini si passa dal calendalbum al notebook da "consultare", completare e da portare nello zainetto. Il sussidio 3 e la Guida 3 si concentrano sul cammino verso la Prima Comunione. Gesù si presenta ai bambini e ai genitori come l'Amico che dona tutto se stesso attraverso il Pane e il Vino, segni della sua presenza e del suo amore per noi. Pagine da leggere, colorare, completare, ritagliare e... vivere.
Consapevole che san Benedetto ci incoraggia a conoscere il senso più profondo delle parole da cantare, dei testi da leggere, dei segni liturgici da compiere e a interiorizzare il loro vero significato, per poi trasmetterlo mediante tutto il nostro atteggiamento, affinché alla fine tutto diventi una celebrazione autentica, padre Abrahamowicz, esperto di liturgia, ci offre un approfondimento sapienziale delle parole e dei gesti del Triduo Santo. Parole e gesti che quasi sicuramente conosciamo, ma che forse sono velati dall’abitudine.
Destinatari
Sacerdoti e religiosi.
L’autore Johannes Paul Abrahamowicz, nato il 1960 a Vienna (Austria), è stato ordinato sacerdote nel 1985, dopo gli studi teologici al Sant’Anselmo (Roma). Dal 2005 è Priore della Comunità benedettina a San Paolo fuori le Mura. È autore, tra l’altro, di canti per la liturgia.
Siamo esseri mortali oppure, innanzitutto, esseri natali? Il nascere va riscattato da un pericoloso oblio che rischia di portarci alla dimenticanza di quella promessa e di quel debito vitali che attraversano ogni esistenza. Esplorare il nascere significa fare memoria di un dono al di là di una presunta autosufficienza, riconoscere il senso e la responsabilità del nostro nome. Nascere è la filigrana che ci lega al corpo di nostra madre e, allo stesso tempo, è un verbo al futuro anteriore perché dà inizio a un cammino ininterrotto che semina novità e speranza.
In questo libretto, servendosi di prove scientifiche e tesi teologiche, il card. Angelo Comastri espone in modo chiaro e comprensivo la questione dell'autenticità della Sacra Sindone e sul messaggio che la passione di Cristo, impressa sul velo, trasmette ancora oggi a tutti i cristiani.
Il titolo Haec Dies Domini deriva dall'incipit del graduale del giorno di Pasqua. L'album contiene 30 canti della tradizione gregoriana, eseguiti dal coro Haec Dies di Alba, diretto dal M° Ezio Aimasso. Sono brani che segnano alcuni momenti importanti di preghiera della giornata: la Messa, i Vespri e la Compieta. Ci sono infatti la Missa Orbis Factor, i Vespri monastici e la Compieta monastica, oltre alla Missa de angelis e al Tota pulchra, il più antico canto mariano conosciuto, in una versione a due voci, inframezzata da tocchi della campana tibetana. Un'opera che valorizza il repertorio liturgico antico, riscoprendone la bellezza e la spiritualità, dedicata a tutti gli amanti della musica sacra e del canto gregoriano. Canti: Kyrie (Orbis factor) - Gloria (Orbis factor) - Sanctus (Orbis factor) - Agnus Dei (Orbis factor) - Deus in adiutorium - Dixit Dominus (Ant et Ps 109) - Fidelia (Ant et Ps 110) - In mandatis (Ant et Ps 111) - Sit nomen (Ant et Ps 112) - Benedictus Deus (Capitulum) - Quam magnificata sunt (Resp) - Lucis creator optime (Hymnus) - Dirigatur Domine (Versiculus) - Si offers (Ant et Magnificat) - Pater noster - Oratio et Benedictio - Deus in adiutorium, Confiteor - Cum invocarem (Ps 4) - Qui habitat (Ps 90) - Ecce benedicite Dominum (Ps 133) - Te lucis ante terminum (Hymnus) - Videbunt faciem (Capitulum) - Custodi nos Domine (Versiculus) - Preces Oratio et Benedictio - Salve Regina (t. solemnis) Noctem quietam - Kyrie (De angelis) - Gloria (De angelis) - Sanctus (De angelis) - Agnus Dei (De angelis) - Tota pulchra.
Dove sono finite oggi le nostre emozioni? Chiederselo non è un esercizio retorico, ma un interrogativo necessario. Viviamo in un mondo nel quale guerre, migrazioni epocali e nuove emergenze contribuiscono a creare un senso di precarietà, spingendoci a credere che le uniche modalità plausibili per sopravvivere siano la negazione e la paura. Solo che la prima ci condanna all'indifferenza, la seconda ci paralizza. In entrambi i casi, finiamo per relegarci in una solitudine che accomuna giovani e adulti, vecchi e bambini. Siamo all'età dell'atarassia, dell'insensibilità? Il rischio c'è, ed è sempre più concreto. Ai nostri giovani insegniamo a rimandare il momento di fare i conti con la vita vera. Li condanniamo a crescere fragili e spaesati. Rivendichiamo una scuola senza voti, riscriviamo per loro fiabe in nome del «politicamente corretto», privandoli della possibilità di far maturare le loro emozioni. Perché le nostre emozioni vanno allenate ogni giorno, ma, per crescerle e allevarle, occorre saperle sfidare, non negarle né rinunciarci. Preferiamo invece colmare quel vuoto emotivo con il cinismo e affidarci ciecamente ai nuovi prodotti dell'intelligenza artificiale, che minacciano di depotenziare le nostre capacità fisiche, cognitive ed emotive, la nostra meravigliosa imprevedibilità. La maggior parte di noi non è consapevole di questa diffusa anestesia dell'anima, ciascuno si limita a godere dei privilegi e del benessere materiale rinchiuso nel proprio bozzolo. Ignorando che in questo modo l'umanità intera rischia di imbarbarire. Ma, per chi lo volesse cercare, l'antidoto c'è. È l'empatia. Condividendo ricordi personali, incontri e riflessioni, Paolo Crepet ci esorta con passione a ribellarci all'indifferenza, a non aver paura delle nostre idee e neppure dei nostri inciampi. Ci invita a riappropriarci con audacia, quasi con sfrontatezza, delle nostre emozioni per tornare finalmente a «mordere il cielo».
La Legatio ad Gaium (Ambasceria a Gaio) di Filone di Alessandria fu composta dopo un grave episodio di violenza antiebraica verificatosi nella capitale d'Egitto nel 38 d.C., durante il principato di Caligola. Con questo scritto l'Autore, noto esponente della comunità giudaica cittadina, offre un resoconto della missione diplomatica condotta presso l'imperatore e volta a ripristinare i diritti dei suoi correligionari. L'opera è inoltre ricca di preziose riflessioni sui rapporti tra Roma e gli Ebrei d'Egitto nella prima età imperiale.
I test psicodiagnostici costituiscono uno strumento decisivo per assicurare maggiore obiettività alle risposte che i professionisti della salute mentale devono fornire ai quesiti posti dalle diverse figure giuridiche che necessitano di perizie. Questo manuale risponde all'esigenza di dotare lo psicologo di un agile e aggiornato strumento per orientarsi nelle diverse tipologie di test utili al momento della perizia in tribunale. Il cuore dell'opera si sviluppa attorno ai test di personalità frequentemente utilizzati in tribunale come i cosiddetti Self-attribution. Sono poi presentati gli strumenti per la valutazione genitoriale al centro di perizie in casi di affidamento dei minori, e i test utilizzati in cause di divorzio e nelle consulenze sull’abuso e il maltrattamento, con particolare riferimento al TAT.
Una commedia brillante (anche se nel corso della narrazione emergono tradimenti, bassezze, vigliaccherie) che parla di amore per i libri, di editori, scrittori e lettori, e poi di coraggio di fronte al male, di lealtà e amicizia, e di come i libri ti possano salvare la vita.
È il 1946 e Juliet Ashton, giovane giornalista londinese di successo, è in cerca di un libro da scrivere. All'improvviso riceve una lettera da Dawsey Adams, che per caso ha comprato un volume che una volta le era appartenuto e, animati dal comune amore per la lettura, cominciano a scriversi. Quando Dawsey le rivela di essere membro del Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey, in Juliet si scatena la curiosità di saperne di più e inizia un'intensa corrispondenza con gli altri membri del circolo. Mentre le lettere volano avanti e indietro attraverso la Manica con storie della vita a Guernsey sotto l'occupazione tedesca, Juliet scopre che il club è straordinario e bizzarro come il nome che porta.
In questo straordinario testo emerge quello che potremmo definire il discorso sul metodo di Guardini maestro di ermeneutica: l'interprete vi appare come colui che cerca di chiarire a sé ciò che un altro ha plasmato a suo modo. Ma l'approccio a un testo non deve ridursi a filologismo o estetismo: il rapporto con il linguaggio testuale deve saperne apprezzare la molteplicità di strati e l'ampiezza di significati. Per tutto ciò occorre andare incontro al testo con empatia: l'interpretare per Guardini è un incontro dialogico, un guardarsi l'un l'altro, un volgersi reciprocamente lo sguardo. La sorpresa sarà allora che il poeta - Rilke, Shakespeare, Hopkins, Dante, Raabe - avrà espresso qualcosa che trascende la sua concreta individualità - qualcosa che addirittura lo sorprenderebbe. È il fascino di ogni incontro, sia esso con una persona o con un testo letterario. Per Guardini l'opzione ermeneutica non nasce mai da debolezza teoretica, da un rifugiarsi dietro un altro, ma è un modo originale di ritrovare uno sguardo sul mondo, per cui vale per lui quanto diceva Goethe: «Se non avessi portato già il mondo in me mediante l'anticipazione, sarei rimasto cieco anche con gli occhi "veggenti"». (Silvano Zucal)
Arturo Elberti apre il tesoro della "Sacrosanctum Concilium" rivolgendosi a quanti, in particolare i giovani, intendono partecipare in modo sempre più consapevole e fruttuoso alla Liturgia vissuta nella Chiesa. La Chiesa si nutre della liturgia nel suo pellegrinare verso la patria celeste, dove finalmente Gesù Cristo porta tutto alla perfezione. Considerando il divenire liturgico dei tempi presenti, il testo lascia aperta la porta del futuro della liturgia, includendolo in un "già" e "non ancora". L'appendice inizia la lettura della "Sacrosanctum Concilium" e riporta alcuni brani di documenti magisteriali che approfondiscono la liturgia nel mistero della Chiesa: Principi e Norme della Liturgia delle Ore, san Giovanni Paolo II in occasione del ventennio della costituzione e nella costituzione apostolica "Vicesimus Quintus Annus", Benedetto XVI al clero romano, papa Francesco in un'omelia a San Paolo fuori le mura a Roma.