In questo libro Recalcati offre al grande pubblico una serie di studi sulla pittura italiana contemporanea, mettendo a punto una riflessione lunga tutta la vita. Da Giorgio Morandi a Giovanni Frangi, da Emilio Vedova a Jannis Kounellis, Recalcati guida i suoi lettori in una ideale galleria del Novecento italiano, facendo emergere significati nascosti, mettendo in relazione vita e opere, restituendo la complessità e l'importanza dell'arte.
Questo libro è la testimonianza della passione dell'autore per quella "penisola occidentale del continente asiatico che si chiama Europa" e del legame culturale che esiste fra i popoli che la abitano. I turisti che invadono le capitali hanno come tappa obbligata la visita ai grandi musei, vere e proprie "stanze delle meraviglie" che custodiscono la memoria di un senso comune dell'armonia che ha unito gli europei nel corso dei secoli, una memoria effettivamente collettiva di un'Europa miracolosamente già unita. Philippe Daverio ripercorre la storia delle istituzioni, delle dinastie e delle evoluzioni della società civile passando in rassegna diverse tipologie di raccolte museali, da quelle "nazionali", che rispecchiano l'identità dei singoli Stati, a quelle nate da collezioni private, di principi o di imprenditori, fino a quelle dedicate a un determinato periodo storico. Per ogni museo, sulla scorta di curiosità e gusti personali, l'autore ci accompagna poi in una visita guidata alla scoperta di opere o percorsi meno frequentati, ai margini degli itinerari più battuti, al fine di stimolare l'immaginazione e aprire nuovi orizzonti In base al vecchio detto francese "Les voyages forment la jeunesse", i giovani si formano viaggiando, il tour d'Europa attraverso i musei si riconferma una destinazione attraente e istruttiva per i curiosi di tutte le età.
Questa nuova edizione di Antonio Corsaro rivede dalle fondamenta i testi poetici di Michelangelo, che sempre hanno creato difficoltà a filologi e editori, prospettando un nuovo ordinamento capace di offrire agli studiosi e al grande pubblico una diversa lettura della storia poetica dell'artista. La ricostruzione dei testi michelangioleschi nella loro veste più attendibile e chiara è inoltre l'occasione per una loro nuova e completa interpretazione, che qui è offerta da un esteso e puntuale commentario di Giorgio Masi. Filologia ed esegesi vanno di pari passo nel volume, corredato della serie completa delle lettere dell'artista.
Sul piano artistico si osserva che la fusione greco-persiana, successiva alla vittoria dei Persiani achemenidi su Creso e sui coloni greci d'Asia, ha dotato l'architettura degli Achemenidi di un fattore di unità, coerenza e grandezza. Il connubio tra l'ordine imperiale persiano e la sensibilità ellenica ha fatto nascere capolavori che a lungo hanno confuso gli studiosi dell'arte antica. Non sapendo se individuare una filiazione mesopotamica o un'eredità greca, gli storici dell'arte specializzati nelle culture del Vicino e Medio Oriente si sono smarriti nella valutazione di un'estetica tanto disorientante quanto seducente. Restituire le vere fonti, che sono ioniche, è l'obiettivo di queste pagine. L'arte achemenide ritrova le sue radici. Ma queste constatazioni non escludono conseguenze inattese... Il cerchio si chiude: la creazione dei grandi dipteri greci di Efeso e di Samo ispira l'edificazione dei palazzi persiani di Pasargade e Persepoli, realizzati da artigiani e creatori ionici deportati in Iran, e la prodigiosa Processione dei Tributari, scolpita da artisti ionici, suscita in Fidia la Processione delle Panatenee del Partenone di Atene. E il momento dell'affermazione del genio occidentale giunto al suo apogeo e che continua nell'Impero di Roma intriso di tradizione ellenistica.
Gli oggetti d’impresa hanno fatto la nostra storia, plasmato l’immaginario, segnato un progresso tecnologico o accompagnato una storia d’amore. Utili e belli, ben disegnati. Potenti e misteriosi, sono figli dell’industria, di grandi visioni, di piccoli traguardi, e di tante invenzioni. Raccontano la creatività e l’ingegno italiani, che hanno dato forma al nostro futuro. Sono anche nei musei, ma si possono toccare. Please, touch!
I quadri parlanti di Guerrera che danno nuova vita ai classici sono ormai a loro volta un classico. Dopo i primi due libri che hanno fatto morire dal ridere l'Italia intera, arriva il terzo volume in formato XXL: concedetevi una passeggiata attraverso questa imperdibile galleria, dove troverete esposti tanti nuovi quadri parlanti accanto alle "opere" più amate di Stefano. Da Rembrandt ad Hayez, da Vermeer, a Giotto, a Degas, passando per grandi artisti da riscoprire come Caroto, Tissot, Lavinia Fontana e Bouvier. I personaggi immortalati nelle opere che hanno fatto la storia dell'arte ci svelano i retroscena più incredibili nascosti dietro le loro tele, offrendoci insospettabili spaccati di vita nell'esplosivo dialetto romanesco che è diventato il loro marchio di fabbrica.
Un capolavoro assoluto come la Gioconda non è solo un quadro da ammirare affascinati dagli occhi che sembrano vivi e dalla magia del sorriso. In realtà è un viaggio nella mente e nelle emozioni di Leonardo. È una porta che si spalanca su un luogo e su un'epoca indimenticabili: Firenze (ma anche Milano, Roma, Mantova, Urbino) e il Rinascimento. Già dall'Ottocento e fino a oggi, è stato detto e scritto moltissimo su Leonardo e su Monna Lisa, un artista e un ritratto su cui si ha sempre l'impressione di non sapere abbastanza. Per andare a conoscere entrambi e svelarne l'eterno fascino, Alberto Angela ha scelto una chiave completamente nuova: lascia che sia la Gioconda a "raccontarci" Leonardo, il genio che l'ha potuta pensare e realizzare. Partendo da ogni dettaglio del quadro e ricostruendo le circostanze in cui Leonardo lo dipinse, scopriamo così che il volto della Gioconda, levigatissimo dallo sfumato, non ha ciglia né sopracciglia (un dettaglio importante nella storia narrata in queste pagine). O che il suo vestito ha molto da dirci sulla moda del tempo, ma anche sulle abitudini e sull'economia della Firenze di inizio Cinquecento. O, ancora, che le sue mani non sarebbero state possibili senza approfonditi e sorprendenti studi di anatomia. O che il segreto del paesaggio va ricercato nel nuovo tipo di prospettiva "aerea", ideato da Leonardo. La Gioconda può raccontarci queste e molte altre cose sul suo autore.
Edward Hopper è il pittore americano per eccellenza, cantore di atmosfere, osservatore di luoghi, inventore di stereotipi perfettamente riconducibili al Nuovo Mondo.
Dall’inizio del secolo agli anni sessanta del Novecento la sua carriera inscena, nei dipinti così come nelle incisioni, nei disegni e negli acquerelli, uno straordinario repertorio di motivi e generi della pittura figurativa, comprendendoli di fatto tutti, forse con la sola eccezione della natura morta: ritratto, paesaggio, nudo, scena d’interno. Un percorso in grado di creare una vera e propria cifra stilistica che ha influenzato molteplici campi dell’espressione visiva, dalla pittura al cinema, dalla fotografia all’illustrazione, e poi ancora la pubblicità, la tv, le copertine di dischi e riviste, i fumetti, il merchandising.
Pubblicata in occasione dell’esposizione organizzata in collaborazione con il Whitney Museum of American Art di New York, la monografia presenta una selezione di circa sessanta opere di questa icona dell’arte americana del XX secolo e offre una panoramica dell’intero arco temporale della produzione di Hopper, dagli acquerelli parigini ai paesaggi e scorci cittadini degli anni ’50 e ’60; molti i celebri capolavori, da South Carolina Morning (1955), Second Story Sunlight (1960) e New York Interior (1921) a Le Bistro or The Wine Shop (1909) e Summer Interior (1909), dagli interessantissimi studi (come lo studio per Girlie Show del 1941) al grande quadro intitolato Soir Bleu, simbolo della solitudine e dell’alienazione umana, dipinto da Hopper nel 1914 a Parigi.
Opere che celebrano la mano di Hopper, superbo disegnatore in un percorso che attraversa l’intera sua produzione e tutte le tecniche (l’olio, l’acquerello e l’incisione) di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.
Preceduto dall’introduzione di Luca Beatrice (Hopperiana), il volume presenta i contributi di Carter E. Foster (Edward Hopper: dal disegno alla tela), Sasha Nicholas (La terza dimensione: le influenze europee di Hopper), il catalogo delle opere e la cronologia (a cura di Corinna Carbone).
Jheronimus Bosch (ca. 1450-1516) è colto sovente come uno degli artisti più enigmatici degli inizi dell'età moderna. Inventore di creature mostruose, ibridi grotteschi e bizzarre chimere dell'inframondo e dal mondo dei sogni, Bosch ha dato forme e volti a vizi e desideri dell'umano. "Ero ben consapevole che le sue figure di sogno erano legate al linguaggio letterario, formale e artistico della sua epoca, ma questa strabiliante esuberanza dell'immaginazione, questo incredibile accumulare dettagli anche minimi l'alto cappello dell'uomo vestito di rosso in primo piano, a sinistra, che sembra uscire dai tempi di Toulouse-Lautrec; la vorace testa di pesce tra oggetti indefinibili, ma dipinti con raffinatezza; la donna inginocchiata, in rosa, vicinissima al santo, e poi il santo stesso, che con due dita della mano destra sembra prestare giuramento - qui il mistero degli enigmi era effettivamente accresciuto senza che si intravvedesse una soluzione, a meno che la soluzione non fosse il mistero stesso, e l'unico rimedio fosse la resa." "Bosch non ci ha lasciato niente di scritto, solo immagini... Raramente un uomo divenuto invisibile ha lasciato tanto da vedere." Cees Nooteboom, a sessant'anni dal suo primo incontro con Bosch al Prado, racconta il suo viaggio verso i dipinti dell'artista a Lisbona, Madrid, Gand, Rotterdam e nella sua città natale, 's-Hertogenbosch nei Paesi Bassi.
Lauretta Colonnelli esamina in questo volume i dipinti più popolari, quelli che sono sempre sotto gli occhi di tutti: nella pubblicità, sulle scatole dei cioccolatini, sui poster, sulle copertine dei libri, nelle vetrine dei negozi. Immagini familiari, ma che pochi riconoscono come capolavori della storia dell'arte. Quasi nessuno ricorda che i due angioletti imbronciati presenti in quasi tutti i negozi per bambini furono dipinti da Raffaello ai piedi della sua Madonna Sistina. Tutti riconoscono la Gioconda di Leonardo, ma in molti sono convinti che sia dipinta su tela e che la Francia dovrebbe restituirla ai musei italiani, ai quali sarebbe stata sottratta da Napoleone. Siamo sicuri che a Tamara de Lempicka bastò una manciata di lezioni per imparare a dipingere? E quanti sono al corrente del segreto nascosto nel naso spaccato di Federico da Montefeltro, duca di Urbino, ritratto da Piero della Francesca? L'autrice raccoglie cinquanta di questi capolavori. Di ognuno racconta la storia, la vita dell'autore, e i particolari che si celano dentro l'immagine.
Nato da un amore tra una contadina e un giovane notaio, Leonardo crebbe senza ricevere un'educazione regolare. Il padre infatti si rifiutò di legittimarlo. Se questa condizione di libertà dai doveri di un apprendimento rigido e codificato fu certo ragione di grande stimolo alla sua naturale creatività, è innegabile che fu per lui anche motivo di perenne sofferenza. Un'irrefrenabile volontà di riscatto lo portò a intraprendere imprese straordinarie e talvolta troppo ambiziose. Furono il desiderio di gloria e la passione ossessiva per la conoscenza a fargli cercare protezione presso i potenti: da Lorenzo il Magnifico a Ludovico Sforza, dai governatori francesi ai potenti della Signoria veneziana, dalla litigiosa Repubblica di Firenze a Roma, al cospetto di Michelangelo e Raffaello, fino ad arrivare in Francia presso Francesco I. Il mito, l'uomo, che nelle premesse ai suoi scritti si definì provocatoriamente "omo sanza lettere", può essere oggi decifrato dal restauro dei suoi grandi capolavori. L'analisi dell'opera pittorica, la comprensione del dettaglio della sua tecnica compositiva, sono infatti una chiave fondamentale per comprendere la personalità del genio. Insieme agli scritti 'scientifici' e a una ricca documentazione d'archivio, Antonio Forcellino riannoda la storia di Leonardo, di cui il mito ha talvolta messo in ombra la realtà spesso sofferente dell'uomo e del pittore.