C'è differenza tra lasciar morire, aiutare a morire e provocare la morte? I confini tra queste definizioni non sono sempre chiari e non aiutano ad affrontare in modo efficace il problema enorme del dolore dei malati irreversibili. Umberto Veronesi fa un po' di chiarezza su un tema particolarmente delicato, tracciando i confini giuridici ed etici delle diverse forme di eutanasia, spiegandoci le differenze attraverso le esperienze di malati terminali e delineando la posizione dei vari Stati europei dove l'eutanasia non è permessa, ad eccezione di Olanda, Belgio, Lussemburgo e Svizzera, mete del cosiddetto "turismo della morte". Il punto di vista di Veronesi è che "l'eutanasia non è la somministrazione della morte, ma una delle cure di fine vita" e il testamento biologico, sul quale in Italia non esiste ancora una legge chiara, è uno strumento fondamentale che certifica la volontà dell'interessato; per questo all'interno del libro offre ai lettori il suo personale testamento biologico, redatto nel 2009, nel quale dispone, in caso di malattia irreversibile, di non essere sottoposto a trattamento terapeutico o di sostegno. Un esempio e un invito alla libertà di disporre della propria vita.
Cosa c'è dopo la morte? Come comprendere il paradiso e l'inferno? Cosa significa vivere nell'eternità? Domande difficili, di fronte alle quali si ha spesso l'impressione di non poter ottenere risposte soddisfacenti.
Molti bambini non temono di nascondere la loro passione per tutto ciò che fa schifo ai grandi. Ma perché bisce, caccole, insetti, viscidumi assortiti attraggono? Qual é il segreto del loro potere di seduzione sui piccoli? Un libro per genitori, insegnanti, educatori. Per quanti di fronte alle schifezze provano schifo, pur non riuscendo a smettere di guardare...
Da una decina d'anni Umberto Galimberti tiene con regolarità una rubrica su "la Repubblica delle Donne", in cui risponde alle lettere che gli vengono inviate dai lettori e dalle lettrici. È una delle rubriche più lette e ha un seguito appassionato: non pochi conservano con cura i ritagli raccolti negli anni. Le risposte di Galimberti sono in effetti un esempio eminente del suo modo di intendere il lavoro del filosofo: sono risposte colte e profonde, ma sempre comprensibili e centrate. La parola di un filosofo che non ha paura di riflettere sul mondo contemporaneo, sugli eventi e sui disagi che tormentano gli uomini e le donne di oggi. "I miei commenti alle lettere qui riportate non vogliono essere un ricettario per i problemi della vita, perché questo comporterebbe che io capissi la mia e anche quella degli altri, mentre la bellezza della vita è proprio nella sua imperscrutabilità, è nel gioco indicato dai suoi enigmi che non si concedono a facili soluzioni." Umberto Galimberti
Saggio sul principio dell'individuazione dei corpi nella scuola Tomistica.
Gesù si serviva generalmente del metodo dialogico, utilizzando parabole e similitudini, per rendere più chiaro ai suoi interlocutori o avversari il significato dell "buona notizia", per escludere così ogni equivoco e, quindi, per convincerli più facilmente a convertirsi alla parola di Dio. Anche oggi, molti conoscono il suo messaggio, ma ne mettono in dubbio la sua utilità o addirittura la sua necessità. Per l'autore, in realtà, è necessario che a tutti, cristiani e non, venga reso più chiaro il messaggio evangelico per mezzo di questi meravigliosi paragoni. In modo che chi ascolta il Gesù delle parabole gli possa credere più facilmente e, con la grazia di Dio, possa giungere alla salvezza. (Edizione di commenti radiofonici curata da Giuseppe Ravasio)
Il libro di Ezechiele è capostipite di quella letteratura apocalittica che percorre Antico e Nuovo Testamento. Ha lasciato ampia traccia nell’immaginario cristiano, ha ispirato letterati e artisti fino al presente. Ma può essere ancora orientamento per gli uomini del nostro tempo? Certo, gli avvisi del profeta sono rivolti al popolo d’Israele in una circostanza storica ben precisa: la cattività di Babilonia. Ma la Bibbia non è un libro morto né la sua lettura semplice atto culturale, lo Spirito Santo si rende presente e ci fa comprendere ogni cosa. Il biblista Umberto De Martino, con un insegnamento paziente, paragrafo dopo paragrafo, offre gli strumenti ermeneutici, la mediazione culturale perché l’antico libro possa essere decifrato e applicato a noi nella sua sostanza religiosa e rivelata.
Novela folletinesca que abarca desde los inicios del siglo XIX hasta los primeros años del siglo XX.
Estamos en marzo de 1897, en París, espiando desde las primeras páginas de esta magnífica novela a un hombre de sesenta y siete años que escribe sentado a una mesa, en una habitación abarrotada de muebles: he aquí al capitán Simonini, un piamontés afincado en la capital francesa, que desde muy joven se dedica al noble arte de crear documentos falsos.
Hombre de pocas palabras, misógino y glotón impenitente, el capitán se inspira en los folletines de Dumas y Sue para dar fe de complots inexistentes, fomentar intrigas o difamar a las grandes figuras de la política europea. Caballero sin escrúpulos, Simonini trabaja al servicio del mejor postor: si antes fue el gobierno italiano quien pagó por sus imposturas, luego llegaron los encargos de Francia y Prusia, e incluso Hitler acabaría aprovechándose de sus malvados oficios.
Treinta años después de publicar El nombre de la rosa, Umberto Eco vuelve para mostrarnos que en la literatura y en la vida, nada es lo que parece y nadie es quien realmente dice ser: todo es según convenga, y quien triunfa, ahora y siempre, es el rufián que desconfía de todos y se mantiene alerta, aunque no se mueva casi de esa mesa donde lo vimos al principio, cuando quizá no sabíamos que Simonini y los hombres como él aun están aquí, entre nosotros, y han venido para quedarse.
"Una novela donde todos los personajes, excepto el protagonista, existieron realmente. Es más: algunos de ellos están todavía aquí, entre nosotros"
Umberto Eco
Ci chiediamo: “Perché la vita umana?” E non troviamo conforto nelle nostre indagini scientifiche. Solo la meraviglia è la risposta della ragione al mistero che si rinnova ogni volta che l’amore di un uomo e di una donna diventa creatore.
Il Genoma Umano è costituito da 3,2 miliardi di lettere ovvero da alcune decine di miliardi di atomi di carbonio (oltre che di idrogeno, di ossigeno e di azoto) disposti in una sequenza tridimensionale dotata di “senso”, lunga circa due metri e compressa all’interno del nucleo della cellula che misura 5-10 millesimi di millimetro di diametro. E’ il DNA: un prodotto “high tech”, di nanotecnologia avanzata, si direbbe se fosse fabbricato oggi. “E’ il manuale di istruzioni della vita” (Francis Collins, Direttore del Progetto Genoma Umano). Un codice, quello genetico, universale e gratuito, consente alla cellula di leggere e di capire il significato di ogni paragrafo, necessario per costruire l’embrione o indispensabile per far funzionare tutta quanta la sua rete metabolica. Si trasmette inalterato di generazione in generazione, per garantire la continuità della specie. Come ha potuto autogenerarsi una materia dotata di senso? Come si è creato il flusso di informazioni all’interno della cellula? E’ la complessità irriducibile, genetica e biochimica, assolutamente ignota ai tempi di Darwin, la moderna sfida della scienza alla teoria dell’evoluzione graduale della vita, quella che, notoriamente, procede senza senso e senza finalità, solo per mutazione, per selezione naturale e per deriva casuale.
Umberto Fasol laureato in Scienze Biologiche a Padova, docente di Scienze Naturali nel Liceo Alle Stimate di Verona, di cui è Preside, si è sempre interessato alle problematiche relative all’evoluzione, alla morfogenesi e alla cosmologia, ritenute fondamentali nella formazione della “visione del mondo” dello studente. Esperto di bioetica, promuove dibattiti sulla fecondazione assistita, sull’identità dell’embrione umano, sull’aborto, sulla famiglia e sulla sessualità. Ha pubblicato sulla rivista internazionale di Biologia: Meccanismi epigenetici nella morfogenesi dei vertebrati (1984) e Fede e scienza: pensare l'uomo in 2000 anni di Cristianesimo, ed. Stimatine (2000). Per Fede & Cultura ha pubblicato La creazione della vita (2008), andato subito esaurito.
Immaginate di guardare una mappa: su questa mappa sono scritti i dati che servono per riconoscere le colline, i laghi e le pianure, per individuare i boschi più fitti o le autostrade. Il codice genetico è questo: per ogni individuo descrive i tratti fondamentali e i dettagli, e traccia una strada molto probabile per il corso della vita... Età di lettura: da 8 anni.