Una guida per intraprendere un viaggio, virtuale o reale, sulle tracce di Johann Sebastian Bach
I luoghi in cui visse e operò il grande compositore barocco
Informazioni storiche e indicazioni per la visita
Un’agile guida illustrata ai luoghi in cui visse e fu attivo il grande Johann Sebastian Bach: Eisenach, Ohrdruf, Lüneburg, Arnstadt, Mühlhausen, Weimar, Köthen, Lipsia…
Informazioni storico-biografiche e indicazioni sui luoghi da visitare per conoscere più da vicino il compositore tedesco o intraprendere un viaggio sulle sue tracce.
Questo volume ripercorre la storia di quel piccolo regno armonico che è la Cappella musicale pontificia Sistina attraverso la sequenza dei suoi direttori. Il libro si trasforma così in una galleria di ritratti ma soprattutto in una serie di fondali storici. Questo particolarissimo itinerario, percorso dall'autore attingendo a testimonianze documentarie dirette o a ricomposizioni legate ad eventi ben attestati, conferisce così alla Cappella Sistina un'immagine molto più realistica rispetto a quell'alone mitico che la circonda.
Questo libro è un evento. Una storia che aspettavamo ci venisse raccontata. Un tuffo in un mondo che suscita nostalgia anche in chi non l'ha vissuto.
A dieci anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber, il suo storico coautore e amico Sandro Luporini rompe l'ormai leggendario riserbo, e dal suo inviolabile rifugio viareggino apre le porte su uno dei più straordinari sodalizi artistici degli ultimi decenni. Svelando un tesoro di cui è il più autorevole custode. Racconta le discussioni, le idee, i dubbi, le storie, qualche volta le coincidenze che hanno dato origine ai loro capolavori: cosa intendevano veramente in certe canzoni troppo spesso fraintese, da dove è nata la battuta "quasi quasi mi faccio uno shampoo", o che "...volevamo dire 'libertà è spazio di incidenza', ma anche senza essere musicisti si capisce bene che una roba così non si poteva proprio cantare". Ma anche i particolari di un uomo fuori dall'ordinario, ironico e curioso di tutto, che lavorava anche quando sembrava fare altro e andava al mare con le Clark.
Il bel pretesto narrativo è l'incontro tra Luporini e un ragazzo giovane, attento e appassionato che non ha avuto la fortuna di conoscere il Signor G e la sua epoca. Il risultato è puro Gaber: intelligenza, ironia, e una profondità che appena rischia di diventare pesantezza ha uno scarto, un guizzo, e ritorna meravigliosamente leggera.
G. è quanto di più vero e definitivo si potesse scrivere su Giorgio Gaber. Sandro Luporini riesce nel miracolo di restituirci quello stile, quel gusto, quel modo di vedere le cose che ci ha tanto affascinato, e di cui tanto sentivamo la mancanza.
Un nuovo quaderno di musica applicata.
Nell'imminenza dell'anno wagneriano, che a La Scala sarà quasi un biennio, non esiste alcun progetto di vere e proprie monografie sui drammi musicali di Richard Wagner. La serie "La spada della dualità", che si apre con il dramma Lohengrin, propone i 14 libretti dei drammi wagneriani nella nuova traduzione di Quirino Principe, insieme con una monografia, scritta da Quirino Principe stesso, che coniuga una forte capacità comunicativa all'esattezza scientifica, filologica e storica di uno dei più autorevoli studiosi di Wagner. Le 14 monografie sono affidate a Quirino Principe come lavori d'autore e sono arricchite dalla presenza dei relativi libretti d'opera col testo tedesco originale, controllato nella sua esattezza testuale, e con una nuova traduzione che restituisce il senso vivo del dramma. Il titolo della serie è "La spada della dualità" e "dualità" è certamente un concetto di natura filosofica, e come tale lo intende Quirino Principe, ma è anche un'immagine simbolica presente nei tratti linguistici, formali ed etici del lascito di Richard Wagner, e non soltanto di quello musicale, o teatral-musicale. Ma, ecco che la serie di volumi mostra come l'ossessione dell'unire e del fondere insieme si scontri continuamente con la dualità, che pone limiti invalicabili. Ciascuno dei drammi musicali di Wagner viene letto in questo orizzonte di idee, nella dimensione più ampia possibile.
Accompagnati dalla viva voce dello stesso Fabrizio, ricavata da appunti personali, brani di interviste e da centinaia di fotografie e documenti in buona parte inediti, con questo volume si entra nella storia più intima di De André. La poetica, l'etica, il genio e le contraddizioni dell'artista genovese in un'antologia completa, nuda e sincera, rigorosa nei contenuti e nella cura del progetto realizzato in stretta collaborazione con la Fondazione De André.
Questo libro, scritto da una delle figure più note della teologia contemporanea, è qualcosa di simile a una piccola “sinfonia” che può aiutare il lettore a comprendere meglio tanto la musica quanto la religione – due fenomeni tipicamente umani fin dalla notte dei tempi –, per scorgervi le tracce del Trascendente.
Descrizione
«Il confine tra musica e religione è labile e sottilissimo. Ci sono momenti in cui è dato alla persona di aprirsi, al punto tale da avvertire nel suono infinitamente bello il suono dell’infinito» (Hans Küng).
Appassionato uditore di musica, il teologo Hans Küng indaga esemplarmente, in questo libro, il rapporto tra la musica di Mozart, di Wagner, di Bruckner e la religione. L’aspetto religioso, infatti, gioca un ruolo importante sia nelle opere di Mozart, sia nei drammi musicali di Wagner e nelle sinfonie di Bruckner. Il libro di Küng non è un trattato di teoria musicale, ma si rivolge a tutti coloro che desiderano sapere qualcosa di più sul rapporto profondo tra religione e musica, scoprendo in quest’ultima tracce della trascendenza.
Apparso sin dagli esordi come un innovatore assoluto al pubblico abituato alla tradizione operistica italiana del direttore nascosto nel buio della fossa orchestrale, misuratosi tanto col melodramma che col repertorio sinfonico, Muti accompagna il lettore in un itinerario entusiasmante fra conservatori, sale di prove e teatri, sul palco e fra le quinte, offrendo episodi noti e inediti con protagonisti straordinari della musica degli ultimi cinquant'anni: da von Karajan a Sviatoslav Richter, da Carlos Kleiber a Placido Domingo. Al tempo stesso il maestro si sofferma sulla musica amata e vissuta, rivela le sue predilezioni e i dilemmi che ha dovuto affrontare, si interroga sul ruolo del direttore: semplice guida per i professori d'orchestra o vero regista del melodramma? Così questo libro non solo regala ai tanti fan la storia di uno dei più amati direttori d'orchestra del mondo, ma svela il segreto di uno stile interpretativo di inaudita espressività. Uno stile che ha mutato nel grande pubblico la percezione della musica. Arricchisce il volume un inserto di fotografie inedite tirate fuori dai cassetti di casa Muti.
Alla vigilia del bicentenario della nascita, il maestro Riccardo Muti dedica a Verdi questo libro che è insieme un omaggio appassionato al compositore e un viaggio nelle sue opere. Ed è anche un tentativo - da parte del suo massimo interprete assieme a Toscanini - di fargli riconoscere nella storia della musica l'importanza che merita. Se infatti Mozart o Wagner sono indiscutibilmente considerati giganti nei loro Paesi d'origine e nel mondo intero, da noi Verdi è spesso stato presentato come il compositore dei motivetti facili e orecchiabili ed è stato in molti casi eseguito senza rispetto filologico, come se le sue partiture potessero essere modificate e adattate a piacimento. Ma Verdi - argomenta Muti - è un genio assoluto, è il patriarca della musica italiana e, se pure mette in scena le grandi passioni umane, lo fa sempre nella cornice di una straordinaria raffinatezza e nobiltà delle espressioni. Nelle pagine di "Verdi, l'italiano", i lettori vengono quindi accompagnati a scoprire il vero fascino di questo musicista, scandagliando il perfetto accordo tra parole e note che fa di ogni sua opera un capolavoro di teatro. Ma la grandezza di Verdi sta anche nella tragedia dell'uomo moderno davanti a Dio come resa nel Requiem, nell'interpretazione dello spirito italiano che lo fece addirittura assurgere a bandiera del Risorgimento e in opere assolute quali Otello e Falstaff, frutti di una finissima consapevolezza dell'incedere verso il tramonto della vita.