Emerito di Egittologia nell'Università di Friburgo, l'autore cerca di dare una succinta e vivace informazione sui quattromila anni di storia della civiltà egizia, dalla preistoria fino al suicidio di Cleopatra, che segna la fine dell'Egitto dei faraoni. Seguendo la successione dei Regni (antico, medio e nuovo) e delle dinastie, l'autore fornisce anche una descrizione generale della società egizia, delle sue strutture, della sua cultura.
Hera è gelosa, Afrodite si innamora, Ares è ferito, Atena ordisce vendette: gli dei greci hanno una vita quotidiana, le loro giornate sono assolate, le loro notti scure come le nostre. Hanno una residenza (l'Olimpo), hanno un corpo, si lavano e si profumano, dormono e si svegliano, viaggiano, si riuniscono a banchetto, si nutrono di ambrosia. Ma, soprattutto, sono vittime come noi delle passioni: desiderano e si innamorano, si arrabbiano e si impietosiscono, pilotano a loro arbitrio le vicende terrene. Nonostante la severa signoria di Zeus, la loro società gerarchizzata è spesso sconvolta da dissapori e rivalità. Gli autori raccontano la vita di questi dei-uomini.
"Una riflessione suggestiva e penetrante di uno dei maggiori storici del mondo antico; una sintesi efficacissima, dove la caduta della Repubblica è spiegata attraverso le vicende di una lotta di classe senza sbocchi e senza ideologie; i protagonisti sono un esercito potente ma privo di legami con lo Stato, un ceto contadino disgregato e miserabile, una nobiltà ormai incapace di governare e una plebe urbana resa turbolenta e oziosa da un secolare avvicendarsi di fame, di guerre e di frustrazioni." (Emanuele Narducci)
Una città nata da due omicidi non avrebbe potuto non avere impressi nel proprio DNA caratteri di violenza. E infatti così è stato. La tragica fine di Tiberio e Gaio Gracco non sarebbe avvenuta se Roma non avesse privato i piccoli agricoltori delle loro terre per farne soldati alla conquista dell'Italia intera. Quelle campagne divennero preda dei latifondisti, mentre gli antichi proprietari, dopo la vittoria, furono trasformati in disoccupati o nullafacenti cronici. Fu la "rivoluzione" dei Gracchi a opporsi a questo arbitrio. Se si fosse realizzata, Roma non sarebbe stata invasa da migliaia di sottoproletari affamati, e non avrebbe conosciuto una lunga epoca di guerre civili. I fratelli Gracchi sarebbero stati gli eroi di un mondo diverso.
In questo volume l'autore analizza l'intrecciarsi tra Roma e i popoli italici, in particolare nell'antico Lazio, dall'origine di Roma ai contesti culturali tra l'età del bronzo e la prima età del ferro, e dalla Roma dei fondatori e della monarchia latino-sabina fino alla monarchia romano-etrusca.
Si abbraccia il lungo arco cronologico che comprende al suo inizio la sconfitta e la cacciata di Tarquinio il Superbo e il formarsi della respublica delle origini, con l'affermarsi del nuovo modello di governo e il dispiegarsi del conflitto fra patrizi e plebei e al suo compiersi la tarda Repubblica, la morte di Cesare e il secondo triumvirato. Le grandi figure della Roma repubblicana vengono indicate nel loro contesto socio-politico andando dal sacco di Roma da parte dei Galli, alle guerre sannitiche, alle guerre puniche, dall'espansionismo romano in Italia e nel Mediterraneo, ai Gracchi e alla guerra sociale.
La storia della Grecia dall'età arcaica all'inizio dell'Ellenismo è, per la stessa natura geografica della penisola ellenica, tutta protesa sul mare, per la presenza delle sue colonie sulle coste del mar Nero, dell'Asia Minore, dell'Africa, della Sicilia, della Spagna, della Gallia e dell'Italia, una storia del Mediterraneo. Tra la fine dell'VIII e la fine del IV secolo a.C. il Mediterraneo vide gli albori, lo sviluppo, lo splendore, il declino di quella civiltà che noi chiamiamo classica.
"Roma era diventata grande molto in fretta, con una rapidità che i Romani non si stancarono mai d'ammirare, e non senza motivo. Certo, riconoscevano che all'inizio Romolo non si era fatto troppi scrupoli, ma è giusto mettere in discussione un politico quando prepara qualcosa di così grande come Roma?" Pierre Grimal avvia così il racconto dell'incredibile fortuna della Città: dalla sua mitica fondazione alla decadenza dell'Impero, passando attraverso la vita del regno e le grandi ore della Repubblica.
Per più di duemila e cinquecento anni il Partenone ha suscitato ammirazione, acceso fantasie, alimentato polemiche. È stato incendiato, bombardato, smembrato, saccheggiato. Rimane una delle meraviglie del mondo che tutti riconoscono immediatamente. Mary Beard, classicista e storica brillante, racconta con gusto la sua costruzione e spiega perché continua a colpirci così profondamente.
Che cosa accade in una grande città, in una capitale dell'Impero, per la precisione, quando il suo capo supremo passa da una religione a un'altra? Quali sono i contraccolpi sull'urbanistica, sui riti cittadini, sulle cerimonie ufficiali, sullo stesso calendario e, attraverso questo e le sue ricorrenze, sulla vita di tutti i cittadini, fino agli strati più umili? Una ricostruzione di eccezionale ampiezza e organicità della conversione di Roma che mostra come, a partire da Costantino, la capitale dell'Impero romano divenne una delle più importanti sedi della cristianità.
Quest'opera intende mettere il Mediterraneo al centro della riflessione storiografica. Pensare storicamente il Mediterraneo non è un'operazione ovvia: implica conoscere i suoi diversi volti nel tempo e comprendere come si è formato quel patrimonio a cui tutti attingiamo. Il compito è reso ancor più difficile dal fatto che "sempre" il Mediterraneo è stato luogo d'incontro delle tensioni più decisive dell'epoca, dell'elaborazione quindi di tendenze innovative, e insieme ricco di gruppi non coinvolti in questi dinamismi. Così che le componenti più diverse si sono trovate fianco a fianco, a volte convivendo a volte scontrandosi, tutte quante indispensabili per comprenderne le trasformazioni.
L’opera storica di Cassio Dione è di rilevante importanza per lo studio del II secolo d.C., poiché, nel naufragio della maggior parte degli autori antichi, conserva una certa continuità narrativa, coprendo il periodo del principato di Nerva fino alla dinastia degli Antonini. Tuttavia anche la «Storia Romana» non è completa, tràdita attraverso epitomi bizantine o attraverso gli «Excerpta» contenuti in florilegi, come la raccolta di Costantino Porfirogenito. Il confronto del testo dioneo con la ricca documentazione epigrafica, archeologica, papirologica e numismatica permette una più approfondita e corretta conoscenza della «Storia Romana» e delle tendenze storiografiche di Cassio Dione, oltre a una più ampia valutazione del secolo degli Antonini.
Guido Migliorati lavora presso l’Università Cattolica di Brescia. Ha pubblicato: Il Brutus di Accio e l’opposizione ai Gracchi, «CISA», 26, Vita e Pensiero, Milano 2000; L’idea di guerra nella propaganda di Traiano, «CISA», 27, Vita e Pensiero, Milano 2001; Volterra da Silla a Rullo, «Aevum», 2001; A proposito di L. Catilio Severo, legatus Augusti di Siria, «Epigraphica», 2002; Forme politiche e tipi di governo nella Roma etrusca del VI sec. a.C. , «Historia», 2003.