Secondo un'antica tradizione, ogni oggetto destinato all'uso liturgico o all'ambito ecclesiastico, prima di essere usato, dev’essere benedetto. Anche le campane venivano benedette prima di essere sistemate sulla torre campanaria, come confermano numerose fonti liturgiche. Già nell'Alto medioevo, e precisamente nell'VIII secolo, ebbe inizio il rito romano della loro consacrazione, che nei secoli successivi ebbe una lenta ma graduale evoluzione fino al XIII secolo. Da allora è rimasto, in forma pressoché immutata, fino alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II. La finalità principale di questo studio è di ripercorrere lo sviluppo storico di questo rito nella liturgia romana, a partire dalla sua prima fonte scritta, fino ad arrivare al XIII secolo, vale a dire alla sua forma più evoluta. Un'altra finalità della presente ricerca è di analizzare in maniera approfondita il suo contenuto attraverso i testi eucologici per cercare di comprendere il significato delle campane nella Chiesa del Medioevo, così come nella vita quotidiana dei fedeli.
Il principale testo di giuntura fra il mondo antico e la cultura medievale. «Un'alternanza di prosa e versi che si autocommenta, una girandola di richiami interni, questo sembra il lascito di Boezio a Dante e ai Canti orfici di Dino Campana, a Petrarca e al Tolkien de Il Signore degli anelli, così come forse a Baudelaire e a Rimbaud. E questi sono i motivi per cui leggiamo oggi volentieri la Consolatio: per quell'insieme di cultura antica e fede nuova, di pensiero alto e quasi lacrimevole poesia che così si addice ai nostri tempi» (Maria Bettetini). Con l'introduzione di Maria Bettetini e le note di Giovanni Catapano.
Nella storia della Chiesa cattolica Tommaso d'Aquino - il "dottore angelico" - è considerato il teologo per eccellenza. Con sintesi e chiarezza, questo libro spiega chi era, il contesto storico, culturale, religioso e spirituale in cui visse e insegnò e il valore di questa teologia oggi. Mette inoltre in luce, grazie ad alcuni brani riportati a fine capitolo, il rapporto tra fede e ragione, tra Vangelo e teologia. È completato da un'Introduzione del curatore che presenta Chenu al lettore italiano e da una cronologia sulla vita di Tommaso, le sue opere e i principali avvenimenti del suo tempo.
L'insegnamento dei grandi Padri della Chiesa, come Ireneo, Clemente Alessandrino o Agostino, costituisce un'eredità preziosa. Nei i vari capitoli di questo saggio Guido Bendinelli ci aiuta a valorizzarla e ne mostra le ricadute sulla modernità. I temi trattati sono molti: vanno dallo Spirito Santo al rapporto tra Scrittura e Tradizione, dalla natura dell'uomo alla dottrina del peccato originale, dal consenso ecclesiale all'uso delle ricchezze, dal matrimonio al sacerdozio, dall'educazione cristiana alla predicazione. In questi temi, apparentemente eterogenei, i Padri e i grandi Autori, come Origine, hanno saputo scorgere l'azione del Verbo incarnato come principio unificatore della vita cristiana. Da questa verità nasce il titolo: Ha ricapitolato in sé stesso tutte le cose.
Scritto a Montpellier nel 1283 circa. Con esso l’autore ha voluto dare un ritratto completo dell’umanità, dal piccolo nucleo famigliare in cui nasce il protagonista Blaquerna al mondo intero sotto la guida del papato. Questa raffigurazione lo rende un romanzo totale ma non necessariamente utopico, visto che la chiave che permette di risolvere le molteplici avventure che lo caratterizzano é |’ applicazione dei rigorosi metodi dell’ Arte lulliana. La lettura del romanzo permette di acquisire tutti gli elementi necessari alla comprensione del Libro dell’amico e dell’amato, gioiello mistico creato dallo stesso protagonista, incastonato come capitolo 100 del romanzo e parte integrante di esso.
Questa prima traduzione integrale in italiano permette perciò di accedere ad una delle opere fondamentali della letteratura europea medievale, scritta da un laico illuminato che voleva riformare l’umanità per condurla alla giusta intenzione.
Mediante la descrizione del vissuto interiore di santa Teresa d'Avila, la più grande mistica spagnola di tutti i tempi, l'autore giunge a svelare le reali «profondità» in cui una persona entra in dialogo con il Creatore, al pari di un sincero dialogo fra «due amici» o fra «due amanti». Dopo la lettura di questo saggio, non si potrà più equiparare la preghiera a una mera espressione poetica o creativa, bensì la si dovrà considerare per quel che essa è: la relazione dell'essere umano con Dio nel «centro» dell'anima.
Ne «i due libretti sulla penitenza» che Ambrogio scrisse nell'ultimo quarto del IV secolo (Ambrogio, Commento al Salmo 37 1), confluirono l'aspra polemica con i Novaziani (sostenitori di un inflessibile rigorismo morale) e un'esortazione alla penitenza che il vescovo pensò per i suoi fedeli della Chiesa di Milano. Si tratta di un documento di grande interesse perché, oltre a documentare l'intensità del dibattito ecclesiale e a offrire uno spaccato sulla prassi pastorale della penitenza, lascia trasparire, come in filigrana, una sorta di riflessione autobiografica di Ambrogio stesso che ascrive alla misericordia di Dio nei suoi confronti l'essere passato dall'esercizio severo della giustizia, amministrata nelle vesti di giudice, all'abito della compassione proprio del ministro della Chiesa.
Porcario, che fu abate del monastero provenzale di Lérins nel V-VI secolo, è una figura solo apparentemente minore nel quadro dell'ascesi più antica. A capo di uno dei più attivi cenobi dell'occidente, lasciò alcuni scritti di istruzione per i monaci, fra cui una Regula che venne ripresa e valorizzata nell'epoca successiva. Ma l'importanza di Porcario sarebbe ancora maggiore se fosse confermata l'attribuzione a lui della celebre Admonitio ad filium spiritualem, uno scritto destinato a una vasta circolazione e un notevole influsso nella storia della spiritualità medievale. Il volume presenta l'autore, le sue opere e la loro diffusione, e discute su nuove basi l'enigmatica questione della paternità dell'Admonitio. Prefazione di Paolo Chiesa.
Il titolo latino tramandatoci è "Contra errores Graecorum". Non rende molto l'idea dell'opera. Tommaso la redige su richiesta di papa Urbano IV alla fine del 1263 o all'inizio del 1264. Tommaso mette in luce il contenuto dottrinale di alcuni importanti testi dei Padri della Chiesa di lingua greca. Spiega i testi ambigui, dimostra che alcune traduzioni sono mal fatte e si sofferma su quattro temi: la processione dello Spirito Santo dal Verbo; la missione del papa; l'uso del pane azzimo nella celebrazione della Messa e il purgatorio. Testo latino dell'Edizione Leonina. Traduzione, note e introduzione di Gianni Godoli. A livello mondiale è la prima edizione che accanto al testo originale latino riproduce una traduzione in lingua moderna.
Cosma Indicopleuste fu un mercante egiziano, originario di Alessandria d'Egitto, vissuto a cavallo tra V e VI secolo, la cui biografia rimane ancora piuttosto ambigua e di difficile identificazione. La sua unica opera giunta a noi è la Topografia Cristiana, della quale qui si offre la prima traduzione in lingua italiana. Nei primi cinque libri la Topografia Cristiana affronta la polemica contro coloro che tra i cristiani ritenevano che il cielo fosse sferico e dichiara l'incompatibilità di questa concezione con la fede cristiana. Successivamente, trattando di geografia, l'autore offre diverse informazioni sui propri viaggi. Le parti successive, invece, risultano essere aggiunte posteriori e trattano di argomenti più disparati ed eterogenei, quali ad esempio i movimenti e la grandezza delle stelle, un commento al Cantico di Ezechia o ancora una descrizione e rappresentazione degli animali e delle piante dell'India.
Il fascino del pensiero di Giovanni della Croce non conosce davvero limiti temporali.
Frutto di una travagliata esperienza spirituale e vertice della sua maturità artistica, la Salita del Monte Carmelo è stata oggetto di studi lungo i secoli. Nell'Introduzione di Federico Ruiz, il leitmotiv della critica sull'opera non cambia: ci si chiede se sia possibile, ancora ai nostri giorni, vivere una vita cristiana autentica, alla sequela di Cristo e in unione con lui. La Salita del Monte Carmelo è essenzialmente un inno all'amore: l'amore di Dio per l'anima e l'amore dell’anima che incontra Dio e ne è attratta, fino a consumarsi nel congiungimento con l’Amato.
L'itinerario che il Santo propone è descritto con l'immagine della salita al Monte Carmelo, durante la quale l’anima passa attraverso un progressivo denudamento – la "notte oscura" dei sensi e dello spirito – fino ad arrivare sulla vetta all'unione con Dio. Tutto e nulla, luci e tenebre, aridità e desiderio, sono atteggiamenti interiori in cammino verso la meta finale. Oltre le barriere del tempo, la Salita ci parla ed è attuale. La via esposta da san Giovanni è ancora percorribile, giacché l'azione divina che soccorre e la risposta umana come impegno totale di vita restano parte integrante del pensiero cristiano.
Pregare non è facile, ma si può imparare. In tale avventura possiamo ricorrere all'aiuto dei grandi maestri della spiritualità. A questo scopo, il libro propone l'insegnamento di uomini e donne della tradizione cristiana e del nostro presente, che hanno vissuto una vera esperienza di preghiera: sant'Agostino, Guido il Certosino, Domenico di Guzman, Benedetto da Norcia, Giovanni della Croce, Teresa di Lisieux, Ignazio di Loyola, san Francesco, Lorenzo Scupoli, Teresa d'Avila, santa Elisabetta della Trinità, John Henry Newman, André Louf, Romano Guardini, Carlo Maria Martini, Divo Barsotti, Anastasio Alberto Ballestrero, Pavel Evdokimov, Andrea Gasparino, Madeleine Delbrêl.