Nel cuore di una natura silvestre e solitaria, rimasta fortunosamente intatta fino ad oggi Intraprendere l'itinerario che collega gli originari romitori fondati da Francesco e dai suoi primi seguaci, equivale a compiere una sorta di pellegrinaggio lungo la catena appenninica tosco-umbro-laziale. Prendendo avvio dall'aspro monte della Verna, si raggiungono gli eremi posti nell'alta valle del Tevere e della Valdichiana: Montecasale presso Sansepolcro e Le Celle di Cortona. Si prosegue quindi in direzione di Assisi, per visitare, oltre la Porziuncola, il complesso di San Damiano e l'eremo delle Carceri sul monte Subasio. Il percorso muove poi verso il cuore dell'Umbria con soste nell'eremo di Monteluco di Spoleto e in quello di Sant'Urbano o Speco di Narni. Quindi è la volta dei quattro eremi della Valle Santa di Rieti, da Greccio dove Francesco mise in scena il Presepe, a Fonte Colombo, a La Foresta e al vertiginoso Poggio Bustone.
Editoriale
L’Occidente dopo Kabul di Roberto de Mattei
Attualità, politica e società
Usa: la “guerra civile” Cattolica di James R. Bascom
Rapporto Matić, un diktat inammissibile – Intervista al prof. Tommaso Scandroglio di Luigi Bertoldi
Multinazionali, mordi e fuggi di Riccardo Pedrizzi
Notizie Cina: Soldi ai delatori anti-cristiani
Per√π: Regime comunista autoritario, la Chiesa teme
Pakistan: Cristiane rapite e sposate a forza, il potere tace
Uganda: Diviene cristiano, 20enne ucciso dal padre
Costa d’avorio: Scuola cattolica chiusa, l’ira dei fedeli
Dossier Lepanto, la pace vera di Massimo de Leonardis
La battaglia della flotta dispersa – Intervista a Niccolò Capponi di Mauro Faverzani
I Veneziani a Lepanto di Alberto Lembo
Tra intrighi ed eroismi
di Domenico Del Nero
Arte e Cultura
Le storie della nonna di Adolf Eberle
di Francesca Bonadonna
Cristo della moneta
di Sara Magister
Fede, Morale e Teologia
La battaglia per la Vita
di card. Raymond Leo Burke
Storia
Dante, nostro padre – Intervista a Marcello Veneziani
di Mauro Faverzani
Fede e Chiesa in Dante
di Luigi Bertoldi
Il vero e falso Dante – Intervista al prof. Luciano Pranzetti
di Francesco Corradi
Tesori d'Italia
Ivrea e il Canavese cristiano
di Dario Pasero
L’arte cristiana a Ivrea
di Dario Pasero
Santi e beati di Ivrea
di Leone Inaudi
Recensioni
Nobile bellezza, sublime santità – Perché la modernità ha bisogno della Messa tradizionale
di Redazione
Cuori spezzati Un cammino per guarire dalle ferite dell’aborto
di Redazione
Non temere amore mio
di Redazione
Quello che a scuola non ti hanno mai detto. Pagine di storia per studenti non omologati
di Redazione
Lettere
Il valore infinito della S. Messa
Agenda
Festa della Madonna del Rosario
Festa della Castagna
Sagra della Castagna
Il saggio ha lo scopo di far luce dal punto di vista cattolico sulla delicata questione del gender, prendendo in esame i testi della Sacra Scrittura che trattano dell'alterità dei sessi e della relazione tra di loro. I testi biblici vengono dapprima interpretati teologicamente e poi utilizzati come chiave ermeneutica per rispondere agli intricati problemi e interrogativi dell'ideologia gender nella sua formulazione radicale. Sulla base dei testi analizzati, viene proposta una sintesi di antropologia biblica sull'alterità sessuale, approfondendo così in modo originale uno degli aspetti illustrati nel recente documento della Pontificia Commissione Biblica, «Che cosa è l'uomo?» (Sal 8,5). A guidare l'autore nell'analisi e nella sintesi è il Magistero della Chiesa, in particolare quello di Papa Francesco e di Benedetto XVI, a cui si devono rilevanti chiavi di lettura e di comprensione.
Madre Anna Maria Cànopi (1931-2019) ha lasciato una ricca miniera di scritti ancora inediti. Questo volume raccoglie le riflessioni dell'autrice su due personaggi biblici sempre attuali: Elia ed Eliseo, che sono alle origini della spiritualità carmelitana, ma che portano un messaggio tuttora di grande rilievo per tutte le diverse famiglie religiose. In questi tempi, avari di padri e maestri di vita spirituale, è un grande conforto lasciarsi guidare a ripercorrere la storia del profeta e padre per eccellenza, Elia, e del suo amabile discepolo, Eliseo. Un aiuto e un invito a stare sulla Parola di Dio per crescere nella sequela dell'unico grande Maestro, Gesù Cristo, attraverso la conoscenza di due suggestive figure di padri che egli stesso ha amato e stimato.
Migliaia di chiese sono oggi inaccessibili, saccheggiate, pericolanti. Altre sono trasformate in attrazioni turistiche a pagamento. Oggi non sappiamo cosa farcene, di tutto questo «ben di Dio», e bene pubblico: mancano visione, prospettiva, ispirazione. Ma è anche lì che si potrebbe costruire un futuro diverso. Umano. Le antiche chiese italiane ci chiedono di cambiare i nostri pensieri. Con il loro silenzio secolare, offrono una pausa al nostro caos. Con la loro gratuità, contestano la nostra fede nel mercato. Con la loro apertura a tutti, contraddicono la nostra paura delle diversità. Con la loro dimensione collettiva, mettono in crisi il nostro egoismo. Con il loro essere luoghi essenzialmente pubblici sventano la privatizzazione di ogni momento della nostra vita individuale e sociale. Con la loro viva compresenza dei tempi, smascherano la dittatura del presente. Con la loro povertà, con il loro abbandono, testimoniano contro la religione del successo. Possiamo decidere che anche questi luoghi speciali che arrivano dal passato devono chinare il capo di fronte all'omologazione del pensiero unico del nostro tempo. O invece possiamo decidere di farli vivere: per aiutarci a vivere in un altro modo.
Al centro di questo libro c'è il rapporto della vita umana con l'esperienza traumatica della perdita. Cosa accade dentro di noi quando perdiamo chi abbiamo profondamente amato? Quale vuoto si spalanca? Quale lavoro ci attende per ritornare a vivere? E cosa avviene quando questo lavoro risulta impossibile e ci sentiamo persi insieme a chi abbiamo perduto? Il lavoro del lutto e la nostalgia sono due esempi di come possiamo restare vicini a ciò che abbiamo perduto senza però farci inghiottire dal dolore. Mentre il nostro tempo esalta il futuro, il progetto, l'intraprendenza, il lutto e la nostalgia ci ricordano che lo sguardo rivolto all'indietro non è sempre segno di impotenza, ma può anche alimentare le risorse che servono per essere davvero capaci di non smettere mai di nascere. Può la luce arrivare dal passato? Può esserci luce nella polvere?
Secondo il filosofo tedesco Ernst Cassirer, essere storico vuol dire prima di tutto imparare a leggere. A leggere una lingua, a decifrare un mondo, a mappare un universo mentale: quello degli uomini e delle donne del passato. Contrariamente ai luoghi comuni, dunque, la storia non è solo una questione di date, ma è anche una questione di parole. Johann Chapoutot ne ha selezionate un centinaio per sensibilizzare il grande pubblico nei confronti di una disciplina che sta al cuore del dibattito d'idee contemporaneo, e che si è costruita come una scienza, con la sua epistemologia (la storiografia), ma una scienza molto letteraria, il cui oggetto non è nulla di meno che il tempo.
Se avessimo a disposizione una macchina del tempo e ci trasferissimo nelle strade dell'Atene classica e nei fori di Roma antica, forse il primo suono che udiremmo sarebbe la risata. Il Riso era un dio, per i Greci e i Romani, e il mito racconta che i primi a ridere furono proprio gli dèi. Altro che "abbondare sulla bocca degli stolti", come vuole una massima di origine cristiana: nel mondo antico l'ilarità era una cosa seria. La prima opera di Omero per alcuni fu un poema comico, e ridevano i filosofi come Democrito, gli oratori come Cicerone, gli imperatori come Augusto, gli schiavi come Esopo. Corti, teatri, tribunali, terme, persino latrine e campi di battaglia erano pieni di persone che si sbellicavano. Il volume - attraverso una selezione di testi greci e latini - accompagna alla scoperta dell'umorismo degli antichi, libero e dissacrante, senza riguardi per nulla e per nessuno, fino alla risata finale, quella di Caronte.
Don Divo Barsotti ci parla di uno dei temi fondamentali non solo del pensiero umano, ma soprattutto della vita religiosa, in modo particolare del Cristianesimo. La vita del cristiano quaggiù in che modo può essere veramente piena libertà, assoluta libertà? L'assoluta libertà per l'uomo non è propria soltanto della vita futura? Don Divo medita su questo tema, per approfondirlo, e ci offre nozioni che ci aiutano a comprendere meglio la condizione umana quaggiù, la condizione dell'uomo nei confronti di Dio, i rapporti dell'uomo riguardo a Dio nel Cristianesimo e... finalmente nella vita del Cielo.
Secondo il Talmud, nella città di Roma vi sono 365 piazze, in ognuna delle quali vi sono 365 palazzi, e ognuno di essi ha 365 piani, di cui ognuno contiene di che nutrire il mondo intero. Andiamo allora alla scoperta di questa storia speciale, quella dei nostri antenati, gli antichi romani.
La storia di Traina ha la capacità di rimettere la latinità nella dovuta prospettiva, di ristabilire un argine tra ‘loro’ e ‘noi’, che dei romani non siamo gli eredi né materiali né spirituali come ci piace pensare.
Andrea Marcolongo, “Tuttolibri”
Scritto con prosa vivace e sicura competenza, il libro di Traina è soprattutto un sincero atto d’amore verso un periodo grandioso e terribile, la cui conoscenza si va affievolendo in modo preoccupante.
Antonio Carioti, “la Lettura – Corriere della Sera”
Uno strumento pratico ed agile ad uso dei ministri di culto, dei sacristi e di quanti si occupano della cura dei luoghi di culto e del decoro delle azioni liturgiche. Il testo, che nasce più da una pratica pastorale che da elevate disquisizioni teologiche, è a servizio della Liturgia Latina di Rito Romano.