La Croce di Gesu e considerata in Francia un vero capolavoro della spiritualita cristiana. Questa prima traduzione per far conoscere questo trattato di mistica che ha anche il vantaggio di essere scritto con stile molto brillante. La Croce di Gesu", scritto nel 1647 da un grande mistico, il padre domenicano Louis Chardon, e considerato in Francia un vero gioiello della letteratura religiosa; in Italia pero quest'opera e quasi del tutto sconosciuta. Questa prima traduzione vuole far conoscere anche ai lettori italiani questo "trattato di solida teologia, di mistica e di spiritualita".Nei tre Discorsi in cui e divisa l'opera, Chardon tratta essenzialmente del grande mistero di misericordia che si e compiuto sulla Croce; e lo fa con una esposizione molto brillante, caratterizzato da un originale stile barocco, ricco di immagini vivaci che rendono piu interessante la lettura di queste pagine. "
L'autore
GIACINTO PADOIN è docente di Cristologia, di Teologia dei Sacramenti e di Escatologia nello Studio Teologico Treviso-Vittorio Veneto e in altre Scuole di Formazione Teologica. Per le Edizioni Boria ha pubblicato: Il pane che io darò - L'Eucaristia mistero di fede e sorgente di vita (2a ed. 1998).
Il libro
Il presente scritto teologico su "Gesù il Cristo", nella sua stesura sintetica e breve, si immette nella scia delle risposte date alla domanda iniziale di Gesù: "voi, chi dite che io sia?". Non può prescindere, oggi, dalle note indicative del Concilio Vaticano II (OT 16), che alla teologia propone un costante riferimento alle fonti bibliche, attenzione alla riflessione ecclesiale elaborata lungo la storia e una sistemazione organica dei vari punti trattati. Di fronte a persone che desiderano maturare una comprensione nella fede, offre una visione d’insieme, risposte agli interrogativi ricorrenti sulla identità di Cristo e sul suo riferirsi alle persone e alla storia. Lo scritto, dimensionato nell'ampiezza e nello sviluppo dei singoli temi, privilegia il prospetto unitario, la sinteticità e l’impianto vitale del discorso.
˛ˇ L o s t u d i o m i r a a e v i d e n z i a r e c o m e a g i s c e l a c e n t r a l i t ‡ d e l m i s t e r o d i C r i s t o p e r l a t e o l o g i a m o r a l e , i n s i s t e n d o s u l l a t r a s f o r m a z i o n e i n t e r i o r e c h e C r i s t o o p e r a n e l l e s t r u t t u r e d e l l a m o r a l i t ‡ d e l c r i s t i a n o . L a r i f l e s s i o n e s i d i v i d e i n d u e s e z i o n i : l a p r i m a r i g u a r d a l a v i s i o n e s t o r i c a d e l r a p p o r t o c r i s t o l o g i a e m o r a l e ; l a s e c o n d a a f f r o n t a i n o d i d e l p r o b l e m a d a l p u n t o d i v i s t a d i u n a r i f l e s s i o n e d i m o r a l e f o n d a m e n t a l e .
N o t e s u l l ' a u t o r e
C a t a l d o Z u c c a r o ( S u p i n o - F R 1 9 5 3 ) Ë p r o f e s s o r e d i t e o l o g i a m o r a l e a l l a P o n t i f i c i a U n i v e r s i t ‡ U r b a n i a n a e i n v i t a t o p r e s s o l a P o n t i f i c i a U n i v e r s i t ‡ G r e g o r i a n a e l I s t i t u t o t e o l o g i c o L e o n i a n o d i A n a g n i . H a p u b b l i c a t o M o r a l e f o n d a m e n t a l e . I t i n e r a r i , E D B , B o l o g n a ≥ 1 9 9 9 ; M o r a l e s e s s u a l e . N u o v o m a n u a l e d i t e o l o g i a m o r a l e , E D B , B o l o g n a ≥ 2 0 0 2 ; L a v i t a u m a n a n e l l a r i f l e s s i o n e e t i c a , ( G i o r n a l e d i T e o l o g i a , 2 6 9 ) , Q u e r i n i a n a , B r e s c i a 2 0 0 0 ; I l m o r i r e u m a n o . U n i n v i t o a l l a t e o l o g i a m o r a l e , ( G i o r n a l e d i T e o l o g i a , 2 8 7 ) , Q u e r i n i a n a , B r e s c i a 2 0 0 2 .
Opera postuma, che ha valore di testamento, di uno dei piu grandi filosofi francesi contemporanei. Essa costituisce la fine di un lungo iter di pensiero e, insieme, la confessione di un filosofo credente.
Testi di Peter Henrici, Alberto Espezel, Paolo Martinelli, Jacques Servais, Heinrich Pfeiffer, Aldino Cazzago, Michele Dolz, Vincenzo Arnone, PierAngelo Sequeri.
Il frutto del Congresso Internazionale di Teologia L'Uomo:Immagine, Via, Destino" organizzate da diverse Universita Pontificie, tenutosi a Roma nel Settembre 2000. " Una riflessione di carattere filosofico e teologico orientata a mettere in rilevo il ruolo specifico di Cristo nel cammino storico dell'uomo. Il contenuto dei diversi interventi e incentrato sulla linea del fondamento cristologico del discorso teologico sull'uomo, con una sottolineatura degli aspetti che, dalla condizione concreta del cristiano nel mondo, costituiscono una possibile premessa filosofica e culturale alla riflessione sul ruolo di Cristo.
Il figlio dell'uomo", una denominazione centrale per capire la figura di Gesu nei Vangeli" Uno studio critico sull'utilizzo del titolo Figlio dell'uomo" nei quattro Vangeli. L'espressione designa l'uomo nella sua pienezza, che include la condizione divina. Si riferisce in primo luogo a Gesu, pioniere e prototipo della pienezza umana e ingloba quelli che camminano verso questa pienezza. I vangeli smentiscono il concetto di un Dio che si impone e sminuisce l'uomo, di un Dio rivale, la cui supremazia impedisca l'autonomia, lo sviluppo e il pieno fiorire dell'essere umano. Gli Autori, con un'analisi vigorosa dei testi, mostrano che i Vangeli parlano di molte "venute" del Figlio dell'uomo, che sono simbolo di trionfi successivi di cio che e umano su cio che e inumano. "
Questi scritti offrono una riflessione sulla universalita diGesu Cristo.
Vengono presentati dieci testi scritti dal famoso teologo negli anni 1959-1967 sul Cuore di Cristo, alla luce della Teologia simbolica.
Un’opera completa e di grande prestigio. Si aggiungono le schede bibliografiche e un particolareggiato indice tematico.
Autori dei contributi: ANGELA ALES BELLO, della Pontificia Università Lateranense di Roma (Husserl) – XAVIER TILLIETTE, dell’Institut Catholique di Parigi (Bergson e Blondel) – ARMANDO SAVIGNANO, dell’Università di Trieste (Unamuno) – NATALINO VALENTINI, dell’Università di Urbino (Florenskij, Ivanov e Berdjaev) – Ilario BERTOLETTI, Brescia (Croce) – SANDRO MANCINI, dell’Università di Palermo (Martinetti) – GIANCARLO CARONELLO, Berlino (Scheler) – GIORGIO BRIANESE, dell’Università «Ca’ Foscari» di Venezia (Gentile) – FRANCESCO MIANO, dell’Università di Roma «Tor Vergata» (Buber) – LUCA CRISTELLON, dell’Università di Trento (Haecker) – DARIO ANTISERI, della Libera Università Internazionale degli Studi Sociali (LUISS) di Roma (La «Grande Vienna»; Neopositivismo e filosofia analitica) – ANITA BERTOLDI, dell’Università di Trento (Ebner) – GIANCARLO PENATI, dell’Università Cattolica di Milano (Maritain) – GIORGIO PENZO, dell’Università di Padova (Jaspers) – GIUSEPPE GOISIS, dell’Università «Ca’ Foscari» di Venezia (Neomarxismo) – SILVANO ZUCAL, dell’Università di Trento (Guardini) – PAOLA RICCI SINDONI, dell’Università di Messina (Rosenzweig; Arendt) – LUIGI PERISSINOTTO, dell’Università «Ca’ Foscari» di Venezia (Wittgenstein) – IOLANDA POMA, dell’Università di Vercelli (Marcel) – ADRIANO FABRIS, dell’Università di Pisa (Heidegger) – SABINA MOSER, Firenze (Stein) – UMBERTO GALEAZZI, dell’Università di Chieti (Horkheimer e Adorno) – PETRA PLIEGER, dell’Istituto Cattolico «Collegium Borromaeum» di Freiburg i. Br. (Gadamer) – ANNAROSA BUTTARELLI, dell’Università di Verona (Zambrano) – MICHELE DOSSI, del Corso Superiore di Scienze Religiose di Trento (Mounier) – NESTORE PIRILLO, dell’Università di Trento (Sartre) – GIULIANO SANSONETTI, dell’Università di Urbino (Levinas; Henry) – PAOLO NEPI, dell’Università di Roma Tre (Merleau-Ponty) – GIUSEPPE BESCHIN, dell’Università di Trento (Sciacca) – MARCO VANNINI, Firenze (Weil) – MASSIMO BORGHESI, dell’Università di Perugia (Del Noce) – DOMENICO JERVOLINO, dell’Università di Napoli (Ricœur) – FRANCESCO TOMATIS, dello Studio Teologico Interdiocesano di Fossano (Pareyson) – PIERGIORGIO GRASSI, dell’Università di Urbino (Mancini).
Curatore: Silvano Zucal, nato a Romeno (Trento) nel 1956, insegna Filosofia morale all’Università di Trento. Studioso del pensiero filosofico-religioso contemporaneo, ha pubblicato volumi e saggi su Rahner, Balthasar, Guardini, Bonhoeffer, Ebner.
L'autore
NICOLA CIOLA, professore ordinario di Teologia sistematica e decano della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense. Tra le sue pubblicazioni: Paradosso e mistero in Henri de Lubac, Roma 1980; Studio bibliografico sulla cristologia in Italia, Roma 1984; Il dibattito ecclesiologico in Italia. Uno studio bibliografico, Roma 1986; Introduzione alla cristologia, Brescia - 1991; Gesù Cristo nostra speranza. Saggio di escatologia in prospettiva trinitaria, Bologna - 2000 (in collaborazione con M. Bordoni); La crisi del teocentrìsmo trinitario nel Novecento teologico, Roma 1993; Credo la vita nel mondo che verrà. Il cristiano e la vita eterna, Cinisello Balsamo 1995; Teologia trinitarìa. Storia - metodo - prospettive, ristampa 2000.
Il libro
Il presente lavoro cerca di far emergere i punti nodali di un cammino di reciprocità tra cristologia e Trinità. Da un punto di vista genetico il rinnovamento della cristologia (che già si era misurata con la svolta antropologica) ha condotto al ritrovamento del mistero trinitario in teologia e nella prassi ecclesiale. Oggi possiamo sostenere con più vigore che il cammino non è solo ascendente, ma anche e nello stesso tempo discendente, infatti la Trinità è la condizione di possibilità di tutta la storia della salvezza. In questo senso cristologia e Trinità sono in feconda relazione; infatti non si tratta solo di risalire, ma anche di decifrare nel mistero trinitario la sorgente di tutto ciò che è stato svelato, dalla creazione al compimento. Tutto è ordinato all'Incarnazione del Figlio, cioè al dono assoluto e totale attraverso il quale l'oceano dell'Amore dell'Assoluto ha potuto creare una solidarietà perfetta con noi. Il mistero dell'Incarnato traduce il dinamismo proprio del mistero di amore che è il Padre nei confronti del Verbo e nella forza dello Spirito. Quella solidarietà di Gesù che si esprime come assunzione della situazione fino alla colpa e nella messa a disposizione delle proprie risorse personali per liberare l'umanità, traduce nell'icona dell'Incarnazione e nel dono dello Spirito ciò che la Trinità è già in se stessa. La reciprocità tra cristologia e Trinità è sostenibile per il fatto che sarebbe impensabile la logica amorosa del mistero dell'Incarnazione senza il disegno di bontà e gratuità della Trinità. Entrambi rappresentano come i due fuochi di una sola elis-si, il cuore della fede stessa, oggi provvidenzialmente maggiormente riscoperti e illustrati.
IL CRISTOCENTRISMO HA COME OGGETTO DI RIFLESSIONE CRISTO E IL SUO SIGNIFICATO SALVIFICO PER L UMANITA.