Gli autori spiegano, alla luce delle ultime teorie in campo multidisciplinare, dalle neuroscienze, alla psicologia, alla filosofia, alla teologia, fino alla spiritualità, come si possa avvicinare, conciliare ed armonizzare lo studio dell'Autocoscienza. Ne uscirà una teoria unificata, che si orienta a molti campi dello scibile umano, per arrivare ad incontrare la nostra più profonda interiorità, in una visione umanistica, che abbraccia l'essere umano nella sua completezza di corpo, mente e spirito. L'approccio filosofico-teologico, pur essendo in se stesso molto differente da quello scientifico, è pienamente convergente con il precedente e concorre a delineare una visione del soggetto non rinchiuso nei limiti della materialità, ma aperto, mediante il dinamismo della sua autocoscienza, ad un continuo trascendimento della realtà empirica e di sé medesimo, in un'incessante tensione verso quell'Assoluto che le religioni teistiche chiamano Dio e che viene raggiunto con il ritorno consapevole al proprio sé.
Il presente volume è una riedizione, totalmente rinnovata, del Manuale di preparazione al concorso per Dirigente Psicologo. Il prodotto è stato accuratamente revisionato e integrato di nuovi contenuti, per rendere la preparazione ai concorsi più semplice e accurata.
Il Testo è suddiviso in quattro parti.
Nella prima parte del testo è presente:
- una descrizione accurata del Sistema Sanitario Nazionale;
- una rassegna delle documentazioni più importanti inerenti gli obiettivi nel campo della salute mentale, che guidano gli interventi e le programmazioni in ambito sanitario;
- le linee guida ufficiali (es. NICE e APA) per le problematiche psichiche di maggiore importanza, utili all’inquadramento diagnostico e alla programmazione del trattamento in ambito clinico.
Nella seconda parte, sono raccolti i contenuti di tipo prettamente teorico e metodologico, essenziali per la preparazione alla prova preselettiva, che costituisce lo step primario del concorso. In questa sede, sono state raccolte nozioni fondamentali di psicologia generale, psicologia dello sviluppo, psicologia sociale, del lavoro delle organizzazioni, metodologia e neuroscienze.
La terza parte è, invece, dedicata alla clinica, alla diagnosi e alla nosografia dei principali disturbi. Vengono presentati il PDM, manuale diagnostico psicodinamico, e il DSM, manuale statistico dei disturbi mentali, che, insieme, possono essere la chiave di lettura del caso clinico, per una valutazione che tenga conto di un approccio più prettamente idiografico e di uno più specificamente nomotetico.
La quarta parte fornisce un utilissimo strumento di esercitazione pratica per permettere al concorsista di misurarsi con le domande a riposta multipla. Sono presenti più di 500 domande, con annesse risposte, prese da database di concorsi già passati o, in alcuni casi, formulate ad hoc.
Il Manuale è completato da una Appendice, contenente alcune tra le leggi maggiormente richieste nei concorsi pubblici per Dirigente Psicologo, così da fornire al candidato una panoramica ancor più esaustiva dei contenuti dell’esame.
Provocato dalle infiltrazioni anglofone dei black friday e cyber monday nelle più importanti ricorrenze della nostra secolare tradizione religiose quest’anno, più che mai, ho sentito il bisogno di mettere mano a una sana “provocazione scritta”, per aiutare (e aiutarmi) a riflettere sul senso della vita, alla luce di un – almeno apparentemente – grave affievolimento della dimensione spirituale nella società contemporanea.
Adriano Colafrancesco, classe 1950, laureato in psicologia, con parabola professionale dalla gestione delle risorse umane alla consulenza aziendale nel marketing e nella comunicazione, oggi felicemente in pensione.
Il volume, in un'edizione aggiornata e arricchita da due ulteriori ambiti di intervento, offre un quadro completo delle aree in cui può operare l'assistente sociale. Per ognuna di esse si analizzano le problematiche e gli interventi tipici del servizio sociale, prestando attenzione ai contesti istituzionali e normativi, alla dimensione storica, al dibattito attuale e alle prospettive future. Il testo può essere utilizzato nella didattica della laurea triennale, come preparazione all'esame di Stato, ma anche da professionisti che vogliano avere una prima informazione sul tema e da chiunque sia interessato ad approfondire il lavoro dell'assistente sociale.
Esistono limiti e limiti. Alcuni appaiono ai nostri occhi come totalmente convenzionali. Si pensi, ad esempio, ai confini delle nazioni, modificati più e più volte a seconda del momento storico. Oppure al limite di un campo da calcio: deve essere per forza di 110 metri? Altri confini sembrano invece essere naturali e oggettivi. I limiti di una montagna, ad esempio, non paiono poter essere spostati a nostro piacimento. Di fronte a questo dilemma fra limiti naturali e convenzionali la tradizione si è sempre divisa in due fronti: chi ha sostenuto l’una, chi l’altra ipotesi. Il presente lavoro tenta, invece, di percorrere una via mediana che tenga conto di entrambi gli aspetti, interpretando il limite come una dialettica, in cui devono trovare soddisfazione punti di vista apparentemente opposti.
Uno dei dati scientifici che consentono di prevedere con più affidabilità l'esito positivo dello sviluppo del bambino è il fatto che ci sia stata nella sua vita almeno una persona capace di essere presente con regolarità per lui. In un'epoca di distrazioni digitali e impegni pressanti, esserci per un figlio potrebbe sembrare un compito davvero arduo. Ma, rassicurano Daniel Siegel e Tina Payne Bryson, essere presenti non richiede necessariamente grandi quantità di tempo e di energia. Esserci significa offrire al bambino una presenza di qualità, semplice da assicurare se si tiene conto di quel che serve per un sano sviluppo infantile: protezione, comprensione, conforto e sicurezza, il "poker dell'attaccamento". Basato sulle ultime scoperte delle neuroscienze, questo volume contiene racconti, "piani d'azione", semplici strategie e suggerimenti per fornire a un bambino il "poker dell'attaccamento" in ogni situazione: quando incontra difficoltà o, invece, riesce brillantemente in un compito e anche quando ci scusiamo per le volte in cui non ci siamo stati per lui. Una guida preziosa per coltivare nel bambino un sano paesaggio emotivo.
Ogni persona investe molti degli oggetti della sua vita di un significato inconscio, ogni persona successivamente si muove in un ambiente che evoca costantemente la storia psichica del Sé.
Prendendo il modello del lavoro onirico di Freud come paradigma per tutto il pensiero inconscio, Christopher Bollas illustra come l’analista e il paziente usino tali processi inconsci per sviluppare nuove strutture psichiche che il paziente può utilizzare per alterare la sua esperienza personale. Basandosi su questi fondamenti, continua descrivendo alcune forme molto speciali di esperienza del Sé, tra cui la tragica follia delle donne che si tagliano.
Interprete originale della teoria classica e delle problematiche cliniche, Bollas porta qui il lettore nella trama stessa del processo psicoanalitico.
Quale possibile rapporto tra psicologia e discernimento vocazionale? Se vivere la propria vocazione vuol dire diventare sempre di più uomini a Sua immagine e somiglianza, la psicologia diventa uno strumento necessario per comprendere la propria umanità e rispondere in pienezza alla Chiamata con cuore libero.
"La malattia di un figlio è l’esperienza più difficile che la vita possa riservare a un genitore e porta con sé risvolti psicologi e molte problematiche di carattere pratico. Questo libro è una guida per comprendere e metabolizzare tutti i passaggi che vanno dalla diagnosi alle cure, per favorire la comunicazione con il personale sanitario, per avere un pensiero sugli aspetti organizzativi e familiare, per restare saldi ma anche farsi aiutare quando serve. Nato dall’esperienza degli autori, il testo trae spunto da innumerevoli casi di vita vissuti da bambini, genitori, fratelli e dalle equipe curanti. I temi affrontati: elaborare la fatica e il dolore della diagnosi; fidarsi dei centri di cura italiani; sapere cosa prova il bambino rispetto alla sua malattia, aiutarlo ad affrontare esami e cure e migliorare la comunicazione in famiglia; riorganizzare i tempi di vita e di lavoro; sostenere una certa “normalità” anche per i fratelli; riuscire a riprendere il cammino dopo la dimissione e recuperare una vita normale."
«Oggi l’uomo medio è sempre più preda di un generale sentimento di assenza di significato»: è questa la constatazione da cui prende le mosse la logoterapia, la corrente della psicoterapia fondata da Viktor E. Frankl (dove lógos, appunto, è da intendersi nell’accezione greca di «senso»). Negli scritti e nelle conversazioni col giornalista Franz Kreuzer qui raccolti, lo psichiatra austriaco, partendo dalle proprie esperienze di vita – comprese quelle nei lager nazisti –, ci parla della volontà di significato che anima l’essere umano e di come la logoterapia aspiri proprio a stimolare la nostra capacità di colmare quel vuoto esistenziale che è causa, spesso misconosciuta, di disagi e nevrosi.
Con il progressivo sgretolarsi dei valori tradizionali, lo smarrimento e la frustrazione dovuti alla mancanza di senso possono colpire ciascuno di noi; secondo Frankl, la volontà di trovare un significato non solo in ciò che si fa (al lavoro o a casa), ma anche in ciò che si sperimenta (amore, arte) e in ciò che si soffre (malattie e conflitti) ci permette di realizzarci e migliorarci come persone.
Solo così, di fronte alle innumerevoli domande che la vita ci pone, giungeremo «alla consapevolezza dell’essere-responsabile, che è appunto un tratto essenziale dell’esistenza umana».
Narcisisti schivi e rinchiusi in se stessi, spiriti fragili e spavaldi, apatici e indisciplinati, ragazzi iperconnessi eppure soli. Sono molti i paradossi che sembrano contraddistinguere questa nuova generazione di adolescenti, di fronte ai quali gli adulti si trovano spesso impreparati. Capita così che genitori e insegnanti nascondano le proprie carenze di educatori dietro inutili gesti autoritari o inveiscano contro il potere ormai fuori controllo di tecnologie mobili ed ecosistemi digitali, di cui, nella maggior parte dei casi, sono loro stessi assidui frequentatori. Gli adolescenti degli anni zero, usciti da un'infanzia ovattata e ricca di privilegi, non utilizzano più il conflitto e la trasgressione per affermare se stessi. Sono, invece, ostaggio di ideali presto disillusi e aspettative smisurate e scontano la mancanza di figure autorevoli capaci di guidarli nel loro percorso evolutivo. Il cyberbullismo, il ritiro sociale, l'autolesionismo, la bulimia e l'anoressia sono solo alcuni dei modi in cui si manifesta una sofferenza nascosta e trascurata. Psicoterapeuta con anni di esperienza clinica, Matteo Lancini ci spiega con semplicità come e perché gli adolescenti di oggi sono così diversi da quelli di ieri, confutando miti affettivi e stereotipi infantilizzanti, e ci invita ad aprirci all'ascolto per capire cosa serve davvero ai nostri ragazzi.
Il progresso tecnologico, la cultura digitale, la difficoltà di distinguere ciò che è reale da ciò che è virtuale sta cambiando anche la relazione tra l’individuo e la propria morte. Si modificano le pratiche legate al cordoglio, nuovi rituali si accostano a quelli tradizionali e, attraverso social network, startup e siti web, anche il decesso è entrato in rete, sui tablet, sugli smartphone, sulle urne cinerarie, sui computer.
In qualunque momento, amici e familiari possono inserire sui social messaggi vocali, filmati, foto, aforismi, documenti, scritti. Anche i profili Facebook continuano ad essere visitati da parenti e conoscenti del defunto in quello che si sta trasformando nel più grande cimitero virtuale del mondo. Le grandi società informatiche si stanno sempre più interessando della morte, favorendo la costruzione di surrogati digitali, come chatbot, alter ego digitali, avatar, per continuare a dialogare con la persona che non c’è più.