Nel 1997 il giornalista indiano Mayank Chhaya fu autorizzato dal Dalai Lama accontare la sua vita e gli eventi di cui è stato protagonista. Chhaya ha condotto più una decina di interviste personali con il Dalai Lama a McLeod Ganj, nel nord Himalayano dell'India, sede del Governo tibetano in esilio. Da qui ha preso forma profilo, reso in tutta la sua complessità, una figura di grande interesse per milioni persone in tutto il mondo. L'autore presenta il Tibet e la tradizione buddista da cui è emerso il Dalai Lama, aiutando i lettori a comprendere il contesto cui si sono formati i suoi ideali, le sue convinzioni e la sua politica. Ne dipinge vita in esilio e i vari ruoli che il Dalai Lama dovuto assumere per i suoi seguaci. Getta luce sul complicato conflitto tra Cina e Tibet e offre una visione approfondita del malcontento dilagante tra i giovani tibetani, frustrati dall'approccio non-violento, che pure il Dalai Lama continua sostenere, all'occupazione cinese. Prospettiva equilibrata e informativa suI Dalai Lama e le sue opere, questa biografia racconta la vita di un uomo non comune e ne traccia la missione, offrendo uno sguardo avvincente sul modo in cui i fermenti in corso nel suo paese ne plasmeranno il futuro.
Daisetz T. Suzuki, massima autorità giapponese nel campo del buddhismo zen, dà avvio nel 1936 a una serie di conferenze in Inghilterra e in America, cimentandosi nella non facile impresa di illustrare al mondo occidentale la più indecifrabile e sfuggente delle dottrine orientali. E due anni più tardi, dopo aver profondamente rielaborato e perfezionato i testi approntati allo scopo, consegna con questo libro le chiavi di accesso a una mirabile tradizione religiosa, senza la quale sarebbe inconcepibile gran parte della filosofia, dell'arte e della letteratura nipponiche. Fu infatti grazie alla pratica zen del satori - il risveglio o illuminazione - che ogni aspetto della vita giapponese assunse le forme misteriose di un'incessante ricerca del senso ultimo nascosto nell'esistente, di un'arte al servizio del potenziamento spirituale: la filosofia samuraica della spada, la cerimonia del tè, la pittura sumiye, il teatro No e lo haiku sono solo alcune delle vie attraverso cui lo Zen ci invita a una partecipazione etica ed estetica al mondo, percepito nella sua vacuità e impermanenza. Con uno stile in cui convergono lo spirito del monaco, del poeta e del divulgatore, Suzuki ridefinisce l'identità e l'evoluzione storica dello Zen - origini e influenze, scuole e maestri, principi e strumenti -, svelandoci quel vuoto originario in cui i grandi maestri seppero cogliere un barlume di eternità.
Imparare ad amare e aiutare gli altri non è sempre facile. Ma la ricompensa è grande e duplice: la felicità interiore e la possibilità di costruire un mondo migliore. L'applicazione pratica della compassione è il tema principale intorno al quale ruota la saggezza di Sua Santità, che ha fatto dell'amore per il prossimo una missione e una ragione di vita. In questo libro si esprime con sincerità e semplicità per spiegarci come tradurre questo concetto in azione. Attraverso i racconti, profondamente coinvolgenti, dei suoi incontri con personaggi di tutte le estrazioni sociali, dai mendicanti ai colleghi Premi Nobel, il Dalai Lama si mostra nella sua piena umanità: grazie alla storia della sua toccante amicizia con un irlandese non vedente, la sola persona che ha definito "il mio eroe", comprendiamo come sia possibile superare qualsiasi circostanza avversa. Sulla base di un assiduo confronto con neuroscienziati, psicologi e pedagoghi, fornisce prove inconfutabili del fatto che un'educazione radicata nell'altruismo e nella compassione offre benefici illimitati. "La felicità è negli altri" è un ritratto estremamente personale e una ispiratissima lezione di vita: aprire il nostro cuore e la nostra mente agli altri è il sentiero più certo per giungere a un'autentica felicità.
La mente è fondamentale in ogni esperienza umana. Coltivare una mente saggia, approfondendo la comprensione di noi stessi attraverso la contemplazione e il pensiero razionale, è la condizione indispensabile per raggiungere l'armonia con il mondo e, di conseguenza, una felicità duratura. Le pratiche buddiste hanno tale obiettivo ed è per questo che, da sempre, pongono l'accento sulle attività di training mentale - in particolare la meditazione - in grado di offrirci una via percorribile verso la serenità interiore. Grazie allo stile unico del Dalai Lama - fatto di calore e di profonda umanità - gli insegnamenti della tradizione risuonano come preziose verità in accordo con la sensibilità di uomini e donne di oggi, e non soltanto per chi ha abbracciato il Buddismo. Postfazione di Richard Gere.
Ghi e panir, cioè burro chiarificato e formaggio leggero ricco di proteine, sono due ingredienti fondamentali nella cucina dei fedeli induisti, buddhisti e jainisti, che condividono, come avviene in tutte le religioni dell'India, il rifiuto di bevande alcoliche. Che cosa si mangia, quali alimenti si rifiutano e dalle mani di chi si accetta cibo cotto sono le domande che definiscono nell'induismo il posto di un uomo o di un gruppo. E mentre l'insegnamento buddhista invita alla moderazione in ogni campo della vita, compreso quello alimentare, ma consente di mangiare carne in determinate circostanze, il fondamento del jainismo risiede nel totale rispetto di ogni forma di vita creata, compreso il mondo materiale, in quanto depositaria di un'anima. La conseguenza a tavola è un rigoroso vegetarianesimo. L'autore parte da una presentazione generale per poi illustrare le norme alimentari, con gli aspetti teologici e le questioni ancora aperte. Chiude con alcune ricette di facile preparazione, con cui chiunque può cimentare le proprie capacità di "dialogo gastronomico".
A pochi chilometri da Bordeaux vive un monaco vietnamita che è una delle voci più alte della spiritualità di ogni tempo: Thich Nhat Hanh. Qui, nel 1982, ha fondato il Villaggio dei Pruni, una vera e propria oasi buddhista accessibile a tutti, così come accessibili appaiono, leggendo i suoi testi, una religione e una concezione del mondo molto lontane dall'Occidente. Ma non è il fascino dell'esotico a sedurre chi arriva in questo luogo. Come il lettore constaterà attraverso il racconto degli autori - osservatori dall'interno della quotidianità dei monaci e delle monache che risiedono al Villaggio dei Pruni e le testimonianze dei partecipanti ai ritiri che vi si tengono, ciò che colpisce, e magari disorienta, è la semplicità dell'esistenza che vi viene condotta. "Innanzitutto bisogna imparare a respirare" afferma Thich Nhat Hanh. E dal respiro consapevole, cuore di tutto il suo insegnamento, si snoda un percorso spirituale che coinvolge ogni momento della giornata: dai pasti alla meditazione, dal lavoro alle relazioni interpersonali. Ogni gesto è importante se vissuto nel momento presente. Uomini e donne di diverse nazionalità e di diverse religioni ci narrano il modo in cui vivono giorno dopo giorno la Piena Consapevolezza. Le loro parole, appassionate e spontanee, esprimono tutta la forza di un pensiero più che mai attuale in un periodo funestato dall'intolleranza religiosa.
"Apriamo gli occhi al suono della sveglia, ascoltiamo musica in macchina o sui mezzi pubblici, mentre dal taschino o dalla borsa esce spesso il suono del cellulare. In città risuonano i clacson delle automobili, le sirene della polizia, in casa lo stereo e il televisore. Siamo circondati da un turbinio di rumori. Ma non esistono solo quelli esterni: ci sono rumori che emergono dal nostro mondo interiore, come la gelosia o l'attaccamento ai beni materiali, che mettono a repentaglio la tranquillità dell'anima." In questo libro il monaco buddhista Keisuke Matsumoto con parole precise e lievi ci spiega il percorso per disintossicarci dal rumore e scoprire la serenità.
"Con l'immobilità, l'acqua torbida diventa limpida. Come posso diventare immobile? Fluendo con la corrente". (Lao Zi). Libera la mente, apri gli occhi ed entra in sintonia con il mondo che ti circonda: non c'è via migliore per raggiungere la serenità. Una raccolta di 365 fotografie e altrettante riflessioni spirituali per placare lo spirito e risvegliare i sensi ogni giorno dell'anno.
"Io stesso sono un religioso, ma la religione non può, da sola, fornire una risposta a tutti i nostri problemi." A dirlo, inaspettatamente, è il leader spirituale della sesta confessione al mondo, il buddismo. In questo libro il Dalai Lama lancia un messaggio rivoluzionario: per superare gli scontri fra religioni, le polemiche tra atei e credenti, il razzismo e l'intolleranza in nome della fede, l'unica soluzione è andare al di là della religione. Unendo la profonda conoscenza degli altri credi alle più recenti scoperte della scienza, Sua Santità giunge a una conclusione tanto semplice quanto illuminante: non possiamo cambiare il mondo limitandoci alla preghiera; oggi è necessario affidarsi a un diverso sistema etico che, trascendendo ogni credo, affondi le radici nella compassione, nella tolleranza e nel rispetto reciproco. Le problematiche che dobbiamo affrontare sono molto più complesse del contrasto fra ateismo e religiosità. La nuova via suggerita dal Dalai Lama è quella di congiungere la compassione (il principio spirituale da cui nascono gli altri valori interiori) alla ragione per dare origine a un sistema di etica laica che - indipendentemente dalla fede o dalla sua assenza - informi le azioni di tutti, dalle persone comuni a chi ha compiti di responsabilità e governo. Solo apprezzando la nostra comune umanità potremo vivere in armonia e trovare la felicità.
Nella trasmissione della loro saggezza, i samurai ci insegnano a vivere nel momento presente, a sconfiggere la paura e a non esserne più schiavi. Il maestro Taisen Deshimaru in un suo insegnamento orale disse: "Le possibilità del nostro corpo e della nostra mente sono limitate: è la sorte della condizione umana. Esiste una Via che permetta all'uomo di superare i limiti della propria natura? Di andare oltre se stesso?". La risposta è il Bushido, la via del guerriero, il cui codice di condotta ha origine nel VII secolo a.C., poi raccolto e accresciuto in diverse fasi storiche a partire dal 1100. Nella vittoria sulla paura della morte, raggiunta attraverso una costante speculazione sulla fine, sull'impermanenza dell'esistenza e sull'importanza di vivere nel momento presente, emergono l'attualità e l'universalità dello spirito samurai. L'apprendimento, la formazione teorica e la filosofia risultano indissolubilmente connesse a forme di insegnamento buddhiste, scintoiste e zen fondate sul rapporto maestro-allievo o a esperienze di vita in cui l'emulazione e la pratica sono incoraggiate e diventano fonte di stimolo a migliorare se stessi. L'unico scopo della vita di un samurai è quello di prepararsi alla guerra. O meglio, alla morte. In questo libro, tradotte dai testi originali, le riflessioni dei più grandi maestri della disciplina.
Riconoscere la sofferenza, eliminare la sua origine, renderne possibile la cessazione, meditare sulla via per accedere a una terapia dell'anima, del corpo e dello spirito: in questo volume il Dalai Lama parte dal nucleo centrale del pensiero buddhista per creare un ponte tra i valori dell'Oriente e dell'Occidente e aiutarci a trovare in noi stessi la via del benessere e della serenità. Rispondendo attraverso gli insegnamenti millenari del buddhismo ai problemi che coinvolgono l'uomo contemporaneo, il Dalai Lama spiega perché nel riconoscimento del dolore e delle sue cause - la natura illusoria di questo mondo e l'attaccamento alle cose materiali - è insita la possibilità della liberazione: le sue riflessioni, arricchite da illuminanti esempi tratti dalla vita quotidiana, sono capaci di parlare a ciascuno di noi e ci insegnano a guardare nel nostro spirito per raggiungere la virtù, preziosa e possibile, della pace.
In questi due saggi, tratti dal volume "La dialettica del Cristianesimo" (1948), Tanabe Hajime intraprende un'appassionata analisi del rapporto tra il pensiero buddhista e la fede cristiana. Concetti fondamentali come quelli del ritorno "da Paolo a Gesù", del "nulla eppure amore" dell'unità triadica dell'amore e dell'interpretazione esistenziale della morte-risurrezione, sono solo alcune delle nozioni che egli elabora a partire dalla dialettica della mediazione assoluta, una dialettica in cui tutte le cose sorgono e si costituiscono attraverso la loro reciproca negazione e affermazione. Il "Nulla assoluto" assume ora i contorni religiosi-filosofici della conversione di sé, o dell'autoconsapevolezza religiosa, che tenta di sintetizzare al suo interno le verità delle religioni storiche dando così vita a una simbiosi creativa tra Cristianesimo, marxismo e buddhismo giapponese. Introduzione a cura di Tiziano Tosolini.