Nella raccolta antologica Le Beatitudini nel commento dei Padri Latini ritroviamo diversi maestri che con la loro passione e la loro sapienza accompagnano il credente nel tradurre la Parola nella propria vita: Ilario di Poitiers, Ambrogio, Cromazio di Aquileia, Girolamo, Agostino, Cassiano, Leone Magno, Cesario di Arles e Beda il Venerabile. Dopo una introduzione sostanziosa che dà le chiavi di lettura del linguaggio dei Padri e dei loro testi, si entra nella parte antologica tratta dalle loro opere - trattati spirituali, sermoni o commenti ai Vangeli di Matteo e Luca: brani talvolta brevi, ma densi di contenuto. Il testo, come tutti quelli della collana arricchito da indici scritturistico, dei nomi e analitico, è pensato non solo per gli studiosi di patristica e di esegesi biblica ma anche per religiosi e laici che intendano lasciarsi guidare da una riflessione approfondita sulla parola di Dio e "riscoprire" cosa significhi essere cristiani.
Le pagine della Bibbia sono spesso costellate di simboli e di eventi emblematici che la parola interpretativa dei profeti e dei sapienti e, in genere, di tutti gli altri autori ispirati ha il compito di sciogliere dal loro involucro fenomenico per far brillare il segreto di verità, di luce, di salvezza che in essi si annida. Questo è il percorso in­tra­preso anche da Alessandro Belano, attraverso 82 riflessioni di grande freschezza stilistica, spesso intarsiate di citazioni illuminanti, sostenute da applicazioni esistenziali, così da comporre «un vero e proprio arcobaleno policromo». È soprattutto il volto di Dio ad apparire con tutta la misteriosa varietà dei suoi lineamenti spirituali. A quel viso teofanico si accostano quello dell’uomo e della donna con il loro carico di oscurità e di luminosità, fino a sfociare nel profilo comunitario della società umana dove allignano miserie, ma dove risplendono anche testimonianze alte di amore. Un panorama immenso, quindi, che il lettore percorre come un pellegrino stupito.
Il presente volume raccoglie le riflessioni sul tema della misericordia divina sviluppata in vari modi dall'Apostolo Paolo nelle sue Lettere. "Le Lettere paoline dimostrano tutta la ricchezza e la complessità del loro autore che nelle varie vicende della sua vita, non sempre prive di difficoltà, è stato guidato dalla misericordia divina perché sperimentasse una fede sempre più matura. Un confronto con le vicissitudini dell'Apostolo durante il Giubileo straordinario della Misericordia può essere utile per la nostra relazione con Dio che manifesta verso ogni uomo una straordinaria generosità".
Il Salmo 51, detto Miserere dal titolo della traduzione latina, è uno dei principali componimenti del Salterio, di cui costituisce il più celebre testo penitenziale.Già presente nella grande riflessione paolina sul peccato, il Salmo entra nella tradizione patristica, diventa l'ossatura ideale delle Confessioni di Agostino, ma anche il segnale di battaglia del Savonarola e una specie di motto per i soldati di Giovanna d'Arco. Amato visceralmente da Lutero, che gli dedicherà pagine altissime e indimenticabili, il Miserere è stato il silenzioso compagno di lacrime di tanti peccatori pentiti, la segreta biografia di anime sensibili, lo specchio della coscienza vivissima e lacerata di uomini come Dostoevskij e il testo ispiratore per artisti come Rouault e compositori come Donizetti e Bach.
Ma gli angeli, esistono davvero? E i demoni? Un saggio per scoprire che cosa la Scrittura e i documenti fondanti la fede cristiana dicono riguardo ad angeli e demoni e alla lotta tra bene e male, sempre in corso nella storia come nella vita di ogni persona. Qual è allora la vera storia del principe di questo mondo e della sua corte di ribelli? Percorrendo queste pagine, scopriremo che il diavolo, in realtà, è più brutto di quanto lo si dipinga.
La Bibbia si apre davvero a Pasqua, perché è nella celebrazione della morte e risurrezione del Signore che si dispiega il libro della Bibbia, in tutte le sue dimensioni. Mai come in queste ore notturne si fa esperienza dell'unità della Scrittura e della sua ispirazione, fra Antico e Nuovo Testamento. Il presente saggio nasce da un dialogo fra esegeti e liturgisti. L'indagine sulla storia della veglia pasquale lungo i secoli - fra memoria e amnesia - mette in risalto la magnificenza della proposta liturgica contemporanea. Percorrendo le nove tappe del lezionario, sette biblisti associano all'indagine esegetica classica un'attenzione originale alla Parola in quanto proclamata, chiedendosi: Come risuonano i testi antichi nel presente simbolico dell'azione liturgica? Come l'assemblea collega la successione delle letture, dai racconti fondatori al discorso profetico e sapienziale, e a quello di Paolo, prima di sentire di nuovo un racconto, quello dell'Evangelo pasquale? Che ruolo giocano le orazioni che concludono ogni tappa della liturgia della Parola? Ascoltata ogni anno, la sequenza del lezionario di Pasqua è il luogo di approfondimenti progressivi. La Bibbia cresce non solo con chi la legge, ma anche con chi la ascolta e la celebra.
Nella Rivelazione ebraico-cristiana il tema della misericordia riveste un significato centrale: è il volto di Dio e insieme il volto dell'essere umano. A partire dalla misericordia del Padre che si rivela nella vita umana di Cristo - come sottolinea papa Francesco nella Bolla Misericordiae Voltus - noi comprendiamo il vero volto della misericordia. Seguendo il Vangelo di Luca in alcuni passi propri a questo evangelista, possiamo scoprire alcuni tratti della misericordia come si rivela a noi nell'esistenza di Gesù. È un sentiero interrotto che ora spetta a noi percorrere.
Come nasce la fede in YHWH? Quando è diventato il solo Dio d'Israele? Perché esige la guerra o il sacrificio umano? Muovendo dalla lettura di alcuni testi del Pentateuco, si prende atto che monoteismo e coscienza dell'elezione procedono di pari passo. Tra diacronia e teologia, nella consapevolezza che l'incontro/scontro con altre divinità ha affinato la percezione di YHWH, si individuano i complessi processi teologici che determinano la fede monoteistica: assimilazione, opposizione e riduzione.
Questa storia è scritta per trasfigurare la storia. Giona è inviato a salvare il Nemico per sovvertire una mentalità, scuotere un mondo di sentimenti feriti, con la sua forza persuasiva e fascinosa, godibile e divertente. La potenza evocatrice e provocatoria del racconto vuole trasformare i lettori e, attraverso di loro, il mondo in cui vivono. Per ebrei e cristiani (e tutti coloro che condividono la saggezza del libro) si profila una missione di riconciliazione in un mondo ferito dalla malvagità e dalla violenza. "Il libro combina un'analisi esegetica storico-critica con una attenta e chiara analisi narrativa. Si aggiunga una grande capacità di scoprire le tracce di intertestualità presenti nel libro di Giona. Nuova è la lettura teologica di Giona fatta alla luce del procedimento profetico del rîb, della disputa giudiziale: Dio accusa il nemico, in realtà per perdonarlo. Il libro di Marino ci svela così tutta l'attualità di un piccolo testo biblico" (dalla Prefazione di Luca Mazzinghi)
La fonte dei detti di Gesù, chiamata dagli studiosi "documento Q", è uno degli scritti più antichi del cristianesimo. Pur essendo un testo di natura ipotetica che non ha valore canonico, il documento Q ha un grande interesse per la ricerca biblica, non solo perché aiuta a conoscere meglio la formazione dei Vangeli, ma anche perché permette l'accesso alla pratica di vita e alle credenze di uno dei primi gruppi di discepoli di Gesù.
L'evangelista Giovanni non racconta l'istituzione dell'Eucaristia ma ci regala alcune pagine uniche e originali, che desiderano avvicinare il lettore al cuore stesso di Gesù. Tra queste emerge senza dubbio il discorso di addio, che occupa i capitoli dal 13 al 17. Negli ultimi, intensi momenti della sua vita, Gesù istruisce i suoi discepoli per aprirli alla comprensione del mistero della sua passione, morte e risurrezione. Tra i più studiati e discussi del Nuovo Testamento, questi capitoli giovannei hanno spesso dato l'impressione di essere un "mosaico in frantumi", i cui pezzi sono accostati senza ordine. Al contrario l'autore, che ha lungamente studiato la questione, presenta le ragioni che inducono a ritenere l'addio di Gesù un "discorso scritto con ordine".
Il presente saggio tenta di fornire elementi utili per districarsi tra le affermazioni evangeliche in tema di ricchezza e di povertà, giungendo a riconoscere l'esistenza di almeno quattro prospettive, adeguatamente distinte. Ciascuna di tali prospettive ha una sua consistenza ed una sua plausibilità e cisto che a nessuna di esse mancano sufficienti fondamenti scritturistici e dato che ognuna di esse è legittimata da chiari riferimenti evangelici, si deve concludere, sotto il peculiare profilo esegetico, che ciascuna ha una sua liceità e nessuna di esse può inglobare o esaurire le altre.