«In occasione dell'anno sacerdotale del 2010, ho deciso di raccogliere le riflessioni e le esperienze della mia quasi trentennale esperienza di superiore e formatore dei seminaristi e sacerdoti della Fraternità san Carlo. È nato così il libro Padre che ho desiderato offrire umilmente ai miei fratelli nel sacerdozio e a tutta la Chiesa. Oggi nasce una nuova edizione, proprio mentre papa Francesco pone il tema della vocazione al centro della considerazione della Chiesa universale, che culminerà nel Sinodo ordinario dei vescovi convocato per l'ottobre 2018 e che avrà come titolo: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Mi auguro che questa mia opera possa contribuire positivamente alla riflessione a cui il Santo Padre ci invita e sia per tutti noi, e in particolare per coloro che sono impegnati nell'affascinante campo dell'educazione dei giovani, un utile strumento di accompagnamento verso la fioritura delle vocazioni e, soprattutto, delle vocazioni sacerdotali».
La vita consacrata è una donazione totale attraverso i tre consigli evangelici, che si realizza in una Chiesa che crede nel dialogo, che vuole vivere e agire in comunione, avvicinandosi sempre di più al cuore del Vangelo. Tutto ciò che appartiene alla vita consacrata fa parte della Chiesa, e i suoi doni carismatici, convivendo con altri carismi, formano con questi ultimi quell’unità di fondo che costituisce la Chiesa stessa, il «noi» dei discepoli di Cristo. Il carisma della vita consacrata trova nella Chiesa locale un sano e necessario realismo, e la Chiesa locale, a sua volta, è sollecitata, attraverso la testimonianza dei consacrati, a dilatare i suoi orizzonti e ad assumere il volto missionario che caratterizza la sua intima essenza.
Oggi alcuni, per essere fedeli alla lettera al Nuovo Testamento, si rifiutano di parlare di ordinazione «sacerdotale» e parlano esclusivamente di ordinazione «presbiterale», pensando che la santità dei sacerdoti debba essere una santità pastorale e non una santità sacerdotale. Questa fedeltà letterale non tiene conto della cristologia sacerdotale, così com’è preparata in diversi scritti del Nuovo Testamento e così com’è magistralmente esposta nella Lettera agli Ebrei che, alla luce del mistero pasquale, ci fa comprendere come Cristo non è soltanto «il buon pastore» ma è nello stesso tempo «sommo sacerdote», titolo che meglio esprime l’aspetto essenziale dell’opera di Cristo che non si è accontentato di pascere le sue pecore ma le ha condotte a Dio.
Il card. Albert Vanhoye, gesuita francese, dottore in scienza biblica, è professore emerito di esegesi del Nuovo Testamento al Pontificio Istituto Biblico di Roma, dove ha insegnato sin dal 1963. È stato a lungo membro della Pontificia Commissione Biblica (1984-2001) e ne ha diretto i lavori dal 1990 al 2001. Ha pubblicato numerosi articoli e libri di esegesi scientifica, nonché di spiritualità. Nelle edizioni dell’Apostolato della Preghiera ha pubblicato: Le letture bibliche delle domeniche (3 voll. – anni A, B, C –, 2003, 2004, 2005); Mistero di Cristo e vita del cristiano (2004); Vivere nella nuova alleanza (2a ed., 1966); Messa, vita offerta (2007); Accogliere l’amore che viene da Dio (2008); e nel 2009 una serie di opuscoli: Gesù modello di preghiera; La preghiera di Gesù nella Lettera agli Ebrei; Il mistero del Natale; La spiritualità sacerdotale dell’Eucaristia; Il cuore sacerdotale di Gesù; Voi siete corpo di Cristo.
«La scelta della vocazione monastica comporta che il bene che ci sarà dato di compiere non consisterà tanto in opere caritative, quanto piuttosto nel sacrificio della nostra vita, nella preghiera gratuita, nell' offerta di noi stessi. Tutto il monastero è da trattare come i vasi sacri dell'altare, perché tutto appartiene al Signore; noi stessi diventiamo un bene nelle mani di Dio, siamo come l'obolo della vedova gettato nel tesoro comune e la nostra vita deve essere un culto continuo a Dio, un'offerta generosa e gratuita, lieta e riconoscente».
L’interculturalità è una via da percorrere obbligatoriamente nella formazione delle vocazioni oggi. L’attuale internazionalizzazione e presenza multiculturale nelle comunità di consacrati, richiede dei codici della convivenza per una vera testimonianza di fraternità e di scambio tra le differenze culturali. Il colore della pelle e la diversità culturale continuano a costituire una difficoltà nei rapporti di comunità. L’ideale di comunione voluto da Gesù e dal concilio Vaticano II, si deve rivelare nella fraternità vissuta dai membri più eminenti della Chiesa. Pure il mondo globalizzato sfida l’armonia comunitaria con i suoi nuovi mezzi e tecnologie di comunicazione. Perciò, alle sfide esaminate nei due primi capitoli, la riflessione risponde negli altri due capitoli indicando la prospettiva di formare un’identità vocazionale e plurale forte, e di programmare processi di assimilazione della spiritualità di comunione. A questo fine sono chiamati in campo preziosi suggerimenti del magistero e coraggiose indicazioni della pedagogia interculturale.
Il carisma di S. Francesco d’Assisi ancora oggi attira tanti giovani a seguire il Signore Gesù sulla via da lui tracciata. Questo carisma, oggi è custodito e passa di generazione in generazione attraverso i diversi frati, che mediante la professione religiosa abbracciano questa vita. Il presente studio dopo aver preso in considerazione il rito della professione religiosa in Occidente, passa a prendere in esame il rito della professione religiosa delle famiglie francescane dopo il Concilio Vaticano II. Quindi, a partire dall’analisi dell’intero rituale si concentra nell’analisi delle Preghiere di Benedizione o Consacrazione sul candidato alla professione solenne, che in particolare nella terza formula sintetizza il carisma dell’Assisiate. Infine, a partire dall’analisi di queste Preghiere, traccia alcune linee di spiritualità per colui che segue il cammino di sequela e conformazione a Cristo indicato dal Poverello d’Assisi.
Dall'Evangelii gaudium all'Amoris Letitia di papa Francesco, la chiesa di oggi ha il suo manifesto programmatico, una chiara indicazione di cammino, una testimonianza di felicità da offrire a tutti. Il libro si interroga se anche la Vita Consacrata contemporanea sia in sintonia con questo luminoso itinerario, o se, invece sia troppo occupata in affannosi calcoli di personale, in problematiche rivisitazioni dei carismi, in forzati ridimensionamenti delle opere…quando…addirittura, la Vita Consacrata è chiamata, per vocazione, a precedere, ad andare avanti, ad indicare per prima le sorgenti della gioia e della felicità. in maniera propositiva, nelle sue due parti, il libro mostra - con ampio dispiego di un ricco materiale letterario, teologico, magistrale, spirituale, psicologico - che si può essere "felici di essere persone consacrate", felici di stare insieme, e felici di portare agli altrui Dio di gioia, di essere entusiasti annunciatori del Regno di felicità del signore Gesù. Con l'aiuto di questo libro le consacrate e i consacrati potranno leggere se stessi in un gioioso cammino "sa sistemate a felici".
Un libro che, spiegando la scelta radicale della spiritualità del deserto alla luce dei padri del monachesimo e della tradizione carmelitana, aiuta tutti a vivere un rapporto profondo e totale con Dio per una vita bella e feconda. Un giardino chiuso offre l'immagine di uno spazio verde e fiorito, limitato da quattro mura e isolato dall'esterno, un luogo in cui l'unica prospettiva che si apre è quella verso l'alto. L'immersione in questo spazio del giardino chiuso è la perfetta immagine del giardino dell'anima di un eremita, rivolto solo alle cose di Dio. Un libro che presenta la spiritualità del deserto alla luce dei padri del monachesimo e della tradizione carmelitana.
L'immagine di un orso competitivo e invincibile che spicca da un cartellone pubblicitario si intreccia con il delicato ricordo di una suora che canta nel buio davanti a un cero pasquale. Un insolito accostamento che offre lo spunto per una riflessione sul senso della vita religiosa e sulla sua potenziale capacità di suggerire una storia alternativa al mercato e alla sopraffazione dei potenti sui deboli. «Esistono ferite così profonde che soltanto la bellezza può guarire», afferma il domenicano Timothy Radcliffe. «Di fronte a certe sofferenze, la speranza può essere espressa soltanto dall'arte».
All'origine del volume stanno alcune conferenze organizzate dall'Istituto Francesscano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum di Roma; l'apprezzamento manifestato dai partecipanti ha convinto a pubblicare i testi, puntualmente preparati da studiosi di comprovata competenza.
Il libro non ha la pretesa di presentare una storia esauriente della vita consacrata: vuole piuttosto esaminare alcuni punti nodali di questa storia, mettendo in luce in particolare le diverse forme che la vita consacrata ha assunto lungo i secoli della storia cristiana.
Don Luca, un semplice prete di campagna si racconta. Nel borgo ai margini della città, partecipa alla vita della sua gente come se in ciascuno dei suoi parrocchiani il grande mistero della vita trovasse una vera e propria consacrazione. La sua storia è al tempo stesso la storia di tutti.
Fino a un passato recente molta parte del discernimento e dell’accompagnamento nella formazione dei futuri sacerdoti, dei consacrati e delle consacrate avveniva quasi esclusivamente sul versante spirituale. Questo aspetto è stato in seguito maggiormente trascurato per privilegiare il ricorso alle scienze umane. Oggi i tempi sono maturi perché i due aspetti interagiscano per offrire un contributo alla maturazione umana e spirituale dei candidati, riletta e interpretata attraverso la dimensione affettiva.Solo una formazione integrale, capace di promuovere tutte le dimensioni della personalità senza riduzionismi superficiali e ossessioni particolaristiche, può infatti garantire la maturazione autentica delle persone nelle diverse vocazioni della vita. Per questo la Facoltà di Scienze dell’educazione dell’Università Pontificia Salesiana, raccogliendo la sfida che emerge all’interno della Chiesa rispetto alla formazione affettivo-sessuale dei sacerdoti e dei religiosi, ha coinvolto alcuni suoi docenti per elaborare questo manuale.Si tratta di un volume progettato per orientare l’intervento dei formatori nei seminari e nelle comunità religiose, utile anche a chi desidera utilizzarlo per orientare la propria crescita umana e spirituale.