"Dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi". Ispirate dal Vangelo di Matteo (25,34-46), le sette opere di misericordia sono al centro della spiritualità cristiana. E anche gli artisti se ne sono impadroniti, con numerose variazioni sul tema: da Benedetto Antelami nel battistero di Parma al Caravaggio, da Bruegel il Giovane a Emilio Greco e a molti altri. Tra pietà popolare e storia della solidarietà, gli autori propongono una vasta rassegna da cui traspare il volto luminoso del cristianesimo, alle prese con le ingiustizie e le contraddizioni sociali. Perché la misericordia non è assistenzialismo, elemosina, dono del superfluo, bensì l'altro nome della giustizia. E il criterio con il quale, secondo le parole di Gesù, saremo giudicati. Prendendo le mosse dal polittico di un anonimo pittore fiammingo, il Maestro di Alkmaar, ora al Rijksmuseum di Amsterdam, gli autori ci guidano così in una cavalcata lungo i secoli, tra miserie e splendori, guerre, carestie, pestilenze e la nascita dei primi ospedali e di nuove forme di solidarietà.
Punto di riferimento insostituibile per la teologia cattolica contemporanea, la rivista Concilium delinea la mappa delle domande più pressanti che l’attualità pone alla riflessione teologica. E costringe la fede cristiana non solo a confrontarsi con il discorso pubblico, ma anche a impegnarsi nel dialogo con le prospettive specifiche delle diverse confessioni cristiane. Per la profondità dei contenuti, oltre che per l’ampiezza di respiro e la capacità di penetrazione intellettuale, Concilium riesce così a fornire risposte innovative e di convincente solidità alle questioni più importanti che si pongono alla teologia.
L'esperienza educa il pensiero, anche quello teologico. In questa espressione si può racchiudere il percorso intellettuale di Jacques Dupuis, il teologo gesuita che ha cercato di ripensare il rapporto tra la singolarità di Gesù Cristo e l'universalità della salvezza da Lui stesso portata a compimento. L'incontro con l'induismo nei primi decenni del suo insegnamento ha suggerito al teologo belga di rileggere la tradizione biblica e le acquisizioni della tradizione cristiana per verificare se e come si possa pensare la presenza salvante di Cristo oltre i confini del cristianesimo. Senza cadere nelle ipotesi di separare il Verbo eterno e Gesù di Nazareth, facendo riferimento al Regno di Dio - che eccede la Chiesa - e allo Spirito - la cui azione non può essere racchiusa in alcune forme religiose -, Dupuis è riuscito, esponendosi anche a critiche e a richiami da parte dell'autorità ecclesiastica, a mostrare che il Salvatore raggiunge tutti gli esseri umani anche in esperienze religiose diverse da quella cristiana. Pensiero sfidante, che gli ha provocato sofferenza, ma ha aperto nuovi sentieri per il dialogo interreligioso. Giacomo Canobbio.
Bellet riflette sulla figura di Cristo e sul suo potere sovversivo, interrogandosi sul senso che può avere, per un mondo caotico come è la società contemporanea, far rivivere la nozione di fede.
Descrizione
Questa non è un’opera di esegesi, di teologia o di devozione. La posta in gioco è un’altra e risiede in quello spazio suggerito dall’espressione di Paolo: «Noi proclamiamo un Messia crocifisso, scandalo per i Giudei, follia per i pagani» (1 Cor 1,23).
Che senso ha questo sovvertimento, se lo pensiamo oggi? Sul crinale tra libero pensiero, teologia e spiritualità, Bellet medita sullo scandalo della Croce, che sovverte decisamente la violenza delle logiche umane fondamentali. In questi tempi travagliati il grande teologo francese riafferma la misura in cui la Croce smaschera la vera natura della manipolazione e dell’incitamento all’odio. In definitiva, fa di una mente critica, illuminata dal Mistero pasquale, la chiave per eccellenza per pensare e plasmare il mondo di domani.
Sì, si può salvare il mondo dal caos e l’essere umano dalla miseria se si ama Dio con la sola forza dello spirito critico.
Selezionati per la loro bellezza e ricchezza spirituale, questi testi di Ruperto di Deutz, prolifico autore del XII secolo, possono essere una finestra per scorgere la riserva di profonda sapienza per la vita spirituale di ogni credente in Cristo cui possiamo attingere accostandoci a questo autore. Attraverso il cammino delineato da alcuni dei temi più ricorrenti nella sua riflessione che parte dai testi biblici, e che mai può essere disgiunta dall'aspetto teologico, tale percorso giunge fino a presentare il rapporto del credente nella partecipazione più intima alla vita di Dio stesso, per trovare infine il suo compimento nel frutto della carità e dell'edificazione della comunità cristiana, e della chiesa tutta.
"Quando ho potuto iniziare a leggere le bozze di questo volume di Marco Pascarella, che raccoglie i frutti della sua ricerca dottorale, mi sono reso conto ancora meglio della ricchezza di queste riflssioni e della loro importanza nell’attuale fase sinodale. Vi ho ritrovato pagine intense, documentate, aggiornate: ed è stata quasi una rilettura, in chiave più approfondita, dei molti interventi e confronti a cui ho partecipato nelle quattro settimane della sessione del Sinodo. In particolare l’angolatura della “Chiesa locale”, adottata dall’Autore, permette di ricondurre ad un filo conduttore molto solido diversi temi ecclesiologici, altrimenti spesso giustapposti" Dalla prefazione di Mons. Erio Castellucci
Le polarizzazioni dominano sempre più nei discorsi sociali, ma anche in quelli ecclesiastici e teologici. Lavorano per alternative escludenti, che mirano a rendere impossibile l'opzione della parte avversa, impedendo di prendere decisioni equilibrate. Esempi di alternative secche sono per esempio: ammorbidire la dottrina o attenersi risolutamente alla tradizione? Riformulare in chiave postmoderna l'etica sessuale o prendere sul serio l'ordine eterno della creazione? Dissolvere il dato cristiano in opzioni politiche o concentrarsi sul core business sacrale? Quando si lavora con alternative false svanisce la sfida da a mettersi in gioco, prendendo atto di una condizione umana profondamente ambivalente. Jürgen Werbick esplora le tracce di questa strategia dialettica nelle discussioni ecclesiali e nelle controversie teologiche. E abbozza una teologia che, con curiosità, senza arroccarsi su posizioni di superiorità giudicante, accetti le ambivalenze dell'umano. E così scopre come il suo parlare di esistenza umana, di grazia, di redenzione e libertà, di piacere e compimento, di fallimento e peccato, di un Dio che non ci abbandona, possa rinnovarsi nell'attuale esperienza di crisi. Non possiamo starcene a guardare placidi, al sicuro, sulla riva del mare. Siamo tutti sulla stessa barca, noi esseri umani. E sulla barca, con noi, nel mare agitato, c'è Cristo: per condividere - e salvare - ciò che è «umano, troppo umano». Un incoraggiamento a superare rigidità, pregiudizi, condanne.
La ricerca presentata in questo volume segnala come le piaghe di Cristo possano aiutare ad esprimere alcuni elementi chiave della visione teologica di San Bonaventura, descrivendo la traiettoria di una rivelazione che dal traboccante cuore divino culmina nell'umiltà sofferente della Croce. Il testo, inoltre, indaga il motivo per cui proprio le stimmate divengano sigillo decisivo dell'esperienza spirituale di Francesco d'Assisi. La prima parte di questa ricerca è riservata all'analisi critica delle fonti bonaventuriane e della Scrittura, la seconda, tesa a individuare il contributo teologico di Bonaventura attorno alle piaghe, è articolata in due sezioni. La prima (descensus) si concentra prevalentemente sulla cristologia di Bonaventura, intendendo così il movimento di rivelazione e redenzione attraverso la kenosi della croce; la seconda (ascensus) si concentra sulle stimmate di Francesco; il titolo, infatti, richiama il percorso di ascesa a Dio che passa attraverso la conformazione a Cristo che Francesco ha compiuto in forma esemplare.
Il presente libro è proposto come stru­mento di formazione introduttiva alla vita consacrata, al fine di contribuire alla crescita della consapevolezza del dono della vita consacrata nella chiesa e nel mondo. Uno strumento a servizio delle persone chiamate a sostenere la rinascita della società e della comunità eccle­siale con la sequela Christi nel­l’ar­monia sinfonica della preghiera e del servizio. Lo scopo è quello di contri­buire alla crescita della consapevolez­za del dono della vita consacrata nel­la chiesa e nel mondo.
La sintesi più fervida e accorata del pensiero mariano di don Tonino Bello. Un pensiero che riassume la sua visione della fede, della Chiesa, del mondo; un pensiero intriso di passione, partecipazione, tenerezza, lucidità. Trentuno titoli mariani, trentuno istantanee scattate alla Vergine di Nazaret: una litania per i nostri tempi, ricca di immagini splendide che nel testo si accompagnano ad ampi squarci di catechesi.
Una splendida raccolta di 20 poesie, dedicate alla figura di Maria di Nazareth, che ripercorrono la sua esperienza di madre. Dall'Annunciazione nella «angusta stanza» dove le parole oscure dell'angelo si aprono al fiat della Vergine («sia come hai detto») - e il dubbio molto umano su cosa raccontare a Giuseppe che si risolve nella fede: «lascio al Signore / ogni cosa» - fino al Natale, alla fuga in Egitto e alla Risurrezione. In particolare la poesia "Madre per sempre", di notevole finezza teologica, esalta il dono della contemplazione che permette a Maria di intravedere i suoi futuri figli e di diventare loro madre. Il lettore si sentirà coinvolto dal suo sguardo per riscoprire la propria dimensione umana e spirituale. Prefazione di Andrea Villafiorita Monteleone. Postfazione di Gianfranco Calabrese.