Prendiamo un papà e una figlia quattordicenne. Quando si tratta di cucinare, insieme fanno scintille. È naturale: lui è Moreno Cedroni, padre di Matilde nonché vulcanico chef marchigiano della Madonnina del Pescatore di Marzocca, vicino a Senigallia, due stelle Michelin. Che ci spiega quanto sia facile trasformare la preparazione di un pasto in un'occasione di divertimento e di scoperta da condividere con i propri figli. Perché secondo Cedroni la cucina è ciò che più si avvicina alla magia: liquidi che si mutano in solidi e viceversa, colori che cambiano, sostanze che si trasformano, profumi che si diffondono. Il filo del suo racconto corre leggero attraverso ricordi, esperienze personali, consigli fuori dagli schemi e ricette squisite quanto sorprendenti e alla portata di tutti. Come la "maionese di fragole" o gli "spaghetti psichedelici" o, ancora, lo "zabaione ghiacciatissimo", che trasforma chi lo mangia in una sorta di draghetto fumante. Tra effetti speciali e fantastiche scoperte, l'educazione alimentare diventa un gioco. Si comincia con la spesa fatta insieme ai propri figli, al mercato o al supermarket, scegliendo i prodotti del territorio e dando la caccia ad additivi e coloranti. Si prosegue con i segreti per rendere appetibili anche ai più recalcitranti le verdure (mai stracuocerle) o il pesce (camuffato come nella bufala di caprese o fritto in tempura nera), e con le "dritte" per evitare gli sprechi in cucina...
Grazie alle analisi del DNA la ricerca è entrata in una nuova era. Vale per ogni specie vivente, vale per i vini e per i vitigni: dalle origini ai nostri giorni, è finalmente possibile conoscerne la storia più profonda. Un gruppo di autorevoli esperti ha recentemente scoperto che ben 78 vitigni coltivati oggi in Europa hanno un antico genitore comune: il vitigno affidato da un imperatore romano alle sue legioni. Se guardate un film di guerra ambientato nell'antica Roma e osservate bene i centurioni, scoprirete che immancabilmente nella mano destra stringono un bastone, chiamato vitis, che non è altro che un ramo di vite. Seguendo alla lettera il monito di Orazio - "nessun albero prima della sacra vite tu pianterai, o Varo" - Roma stabilisce, a un certo punto della sua storia, che la figura chiave dell'esercito avrebbe impugnato un tralcio di vite. Perché gli antichi romani davano così importanza a questa pianta? E come mai in Italia, in Gallia, in Britannia, in Iberia e ovunque in Europa cominciarono a piantare viti, anziché frumento, orzo o alberi da frutta? Come ha fatto una città enologicamente incolta a diventare la capitale mondiale del vino? Nei primi secoli dell'antica Roma il vino è una bevanda per ricchi patrizi. A partire dalla seconda metà del II secolo a.C, quando si diffonde il pane, anche il vino "esplode", diventando nutrimento e piacere di massa. Nascono produttori, speculatori, grossisti e dettaglianti che accumulano capitali e fondano compagnie commerciali.
Patriottico, gaudente e curiosissimo di sapori autoctoni e piaceri antichi, in Valtellina cerca il violino di capra, in Veneto il tabarro perfetto, nella Bassa Parmense il salame strolghino, in Toscana il sigaro migliore, in Abruzzo la mortadella di Campo tosto, in Puglia la ricotta forte... A Milano lo rende felice la cotoletta alla milanese (a patto che sia alta, tenera, succosa), a Parma stravede per il pesto di cavallo crudo, tra Reggio e Mantova trae grande piacere dai tortelli di zucca, in Romagna deve assolutamente impiastricciarsi le dita con lo squaquerone, corredato o meno di piadina, lungo la costa barese va in deliquio per il polpo arricciato e la tagliatella di seppia... Ma sono piaceri locali, regionali. Solo i lampascioni gli piacciono in tutta Italia. E poi ama i vini: un vero signore che voglia bere ma che non vuole gliela diano a bere, che bottiglia deve stappare? Camillo Langone crede di avere tendenze gnostiche, prova infatti un'incontenibile ammirazione per prodotti introvabili, esoterici, iniziatici e quando scopre che qualcuno di questi, che ritiene il migliore, viene visto in qualche supermercato, se ne dispiace, e quanto se ne dispiace! Ma va da sé che va bene così, anche i lettori la devono pur mettere qualcosa sotto i denti...
Il primo libro di ricette per la cucina di tutti i gionri di Ferran Adrià, lo chef più influente del mondo. 93 ricette e 31 menu per preparare gli stessi piatti gustosi e semplici che lo staff di el Bulli si cucina quotidianamente. Facili istruzioni guidano passo passo nella preparazione di grandi classici della cucina di tutti i giorni: salsa guacamole, pollo arrosto e torta al cioccolato. Menu veloci ed economici per 2, 6, 20 o 75 persone.
Come prima colazione c'è chi si prepara rognoni di castrato alla griglia, giusto per il piacere avventuroso di avvertire al palato "un fine gusto d'urina leggermente aromatica". È il caso di Leopold Bloom nell'"Ulisse" di Joyce. Altri, meno temerari, non riescono a rinunciare alle dolcezze di brioche, cornetti, miele e marmellate e quanto ricordi la sensualità appagante del latte materno descritta da Maupassant in "Idillio". Il cibo è fra gli argomenti più frequentati nella letteratura di ogni tempo, anzi, i curatori di questo "Sillabario" si spingono a sostenere che non esista romanzo senza qualcuno che, prima o poi, mangi o beva qualcosa, e comunque concordano con Aldo Buzzi quando sentenzia: "lo scrittore che non parla mai di mangiare, di appetito, di fame, di cibo, di cuochi, di pranzi mi ispira diffidenza, come se mancasse di qualcosa di essenziale". In questo libro gli autori con passione, ma senza prendersi mai troppo sul serio, compongono un menu di piatti e letture che attraversa l'arco della giornata, dal primo bicchiere d'acqua del mattino fino alle ostriche e allo champagne delle notti da 'ons vivants'. Sapori, ricette, curiosità, consigli, piluccando qua e là fra le voci del Sillabario o sbafandosele una dopo l'altra, si compie un viaggio concreto e fantastico e si scopre, con emozione, che per sperimentare piaceri profondi, per nutrirsi e saziarsi, può essere sufficiente aprire un libro e mettersi a leggerlo.
C'è chi ancora pensa ai gastronomi come a una cricca di mangioni egoisti, incuranti di ciò che sta loro attorno. Certo, il cibo può e dovrebbe essere un piacere, ma mangiare, ci fa riflettere Carlo Petrini, è anche "un atto agricolo": selezionando cibi prodotti con criteri che rispettino l'ambiente e le tradizioni, favoriamo la biodiversità e un'agricoltura equa e sostenibile. Di conseguenza, se nutrirsi è un "atto agricolo", produrre dev'essere un "atto gastronomico" conforme ad almeno tre criteri essenziali: buono, pulito e giusto. Attraverso frammenti autobiografici intercalati a meditate riflessioni, cifre e proposte concrete, l'autore ci fa comprendere quanto è ampia oggi la galassia delle discipline che gravitano intorno al cibo.
La Bibbia è una fonte inesauribile di verità e informazioni su molteplici argomenti, compresa la gastronomia. Nelle sue pagine alcuni piatti sono descritti con precisione, altri soltanto citati, altri ancora appartengono certamente al patrimonio culinario dell’antico Vicino Oriente. In venti capitoli, questo libro presenta sessanta ricette tratte dal testo biblico e ricostruite nel modo più fedele possibile, sia nella scelta degli ingredienti sia nei metodi di cottura. Le ricette sono accompagnate da considerazioni di natura storica, filologica e cultuale e da una fotografia del piatto realizzato.
Prefazione di Ezio Santin, proprietario della prestigiosa Antica Osteria del Ponte.
Destinatari
Per tutti, in particolare famiglie e comunità cristiane.
Gli autori
Andrea Ciucci è prete della diocesi di Milano. Laureato in filosofia, da vent’anni si occupa di educazione dei ragazzi e dei giovani e della formazione dei catechisti e degli educatori. Ha coordinato la sperimentazione diocesana dei nuovi itinerari di iniziazione cristiana per la fase 7-11 anni. Attualmente lavora presso il Pontificio Consiglio per la Famiglia per la preparazione del VII Incontro mondiale delle famiglie che si terrà a Milano nel 2012.
Paolo Sartor si occupa di catecumenato e iniziazione cristiana a Milano ed è membro della consulta dell’Ufficio Catechistico Nazionale. Dottore in teologia, insegna presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano e quello di Firenze. È accompagnatore spirituale dei pellegrinaggi in Terrasanta. Per le Edizioni San Paolo ha scritto: ABC per la conoscenza e la celebrazione dell’Eucaristia (2005); ABC per riscoprire il Battesimo (2007, con P. Caspani); I quattro Vangeli (2008, con G. Perego, A. Ciucci e M. Fossati) e, ancora con A. Ciucci, Il grande dono.Via crucis per bambini e ragazzi (2009).
Punti forti
Tutte le ricette sono documentate storicamente e biblicamente e sono realizzabili con ingredienti di facile reperibilità.
Il testo è un ottimo strumento educativo per avvicinarsi
al mondo biblico (es. Cena Ebraica, celebrazioni con i ragazzi).
L'obiettivo dell'Autore è contribuire a fare della cucina una vera e propria arte: la gastronomia". Raccolta di ricette: dai primi piatti ai secondi, anche vegetariani, ai dolci, e alle stesse proposte per intolleranti al glutine. "
Quale migliore occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia per riproporre una ricca raccolta di ricette della cucina italiana con le relative varianti regionali? Gli italiani possiedono un patrimonio gastronomico unico al mondo, frutto di almeno due millenni di storia ininterrotta, ma sebbene in Italia ormai si parli una lingua comune, dal punto di vista alimentare le varianti regionali hanno ancora un grande peso. Nella piena consapevolezza che la varietà è fra le maggiori ricchezze della nostra nazione, proponiamo tutte le ricette della tradizione culinaria italiana, dagli antipasti ai primi, dai secondi di carne, di pesce, con le uova o con le verdure fino ai dolci in un unico volume riccamente illustrato. In appendice, un'utile carrellata di ricette delle sole preparazioni di base più un divertente excursus sulla storia della cucina italiana corredato da alcune ricette infallibili del grande Pellegrino Artusi. Una vera e propria enciclopedia della cucina italiana, immancabile in ogni famiglia.
Oltre che presentare piatti di varie regioni italiane quali l'Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio e la Campania l'autrice analizza le varie sfumature psicologiche e socio-ambientali legate al cibo: cucinare per noi stessi per un'autogratificazione; cucinare per gli altri con varie finalità (quali trasmettere affetto, rafforzare legami sociali e familiari); cucinare in compagnia per rafforzare un'intimità amichevole o per scambiare ricette e rafforzare le nostre conoscenze culinarie. Le finalità strettamente psicologiche legate al cibo sono: confortante (in situazioni stressanti pasta, pane, biscotti e torte possono migliorare il tono dell'umore rievocando situazioni piacevoli o calore domestico); simbolico (ad esempio il latte che richiama l'amore materno, la carne rossa associata a passioni, rabbia e aggressività, il cioccolato segno di lusso e ricompensa); sessuale (cibo e matrimonio vanno d'accordo persino nel lessico, infatti si dice consumare).
Un libro "non di cucina" ma dedicato al lettore curioso: di cucina, naturalmente. E attento al proprio benessere. Da tenere sempre sotto mano, in bella vista, perché racconta tutti i segreti degli alimenti che compongono la nostra dieta, illustrati, proposti in ordine alfabetico e spiegati in modo semplice: dall'A alla Zeta, acciughe, banane, fagioli... yogurt, zucche e zucchero rivelano caratteristiche, composizione chimica, dimensioni, ma anche curiosità, modalità di scelta e di acquisto nei banchi del mercato o negli scaffali del supermercato. Strumento di conoscenza delle peculiarità dei prodotti che mangiamo, il libro, realizzato a quattro mani da Allan Bay e Nicola Sorrentino, "guru" rispettivamente della gastronomia e della nutrizione, si arricchisce di 50 ricette "che piacciono agli autori", pensate per far conoscere meglio gli ingredienti senza rinunciare ai sapori più accattivanti e rispettando i principi nutrizionali fondamentali per il nostro benessere. Spezzatino di ossobuco o riso alla paesana, insalata di rinforzo o budino di fragole: dall'antipasto al dolce, un menù "ideale" facile da realizzare, buono per la salute.