E così lo hai fatto di nuovo. Ancora una volta hai acquistato un vestito che in realtà non volevi perché ti sembrava conveniente, hai giocato al Gratta e Vinci perché credevi che il destino fosse dalla tua, hai perso la tua unica mattinata di riposo con il cellulare in mano, tra scambi inutili su WhatsApp e lo scroll infinito dei social; hai condiviso con i tuoi contatti un articolo «sconvolgente» per poi renderti conto che era una fake news, hai fatto le ore piccole con i tuoi amici nonostante avessi una riunione importante la mattina dopo, hai rimandato la decisione di lasciare il tuo partner sebbene la vostra storia sia ormai da mesi a un punto morto. La domanda è: perché lo hai fatto? Perché hai commesso lo stesso errore che hai già commesso decine e decine di volte? Tu non lo sai, ma la tua mente sì; perché ha preso le stesse decisioni per migliaia di anni. Sara Garofalo ci porta a scoprire i meccanismi psicologici che guidano le nostre scelte sbagliate di ogni giorno: dall'euristica dell'ancoraggio - la ragione per cui troviamo vantaggioso un prezzo solo perché viene presentato come scontato rispetto a un altro - all'effetto Ikea - che orienta la nostra percezione del valore di qualcosa in base al tempo e agli sforzi che vi abbiamo investito -, dai bias di conferma - che fanno sì che le nostre ricerche per trovare risposte su Google siano quasi sempre sabotate in partenza - all'avversione alla perdita - la nostra tendenza a dare più peso decisionale alle perdite che ai guadagni, bloccandoci per esempio per anni in situazioni affettive, lavorative o esistenziali fallimentari. Sbagliando non si impara è una guida rapida ed esauriente alle distorsioni sistematiche del pensiero che abbiamo acquisito, generazione dopo generazione, millennio dopo millennio, lungo i sentieri dell'evoluzione. Un libro curioso e inquietante, corredato di esercizi e test con cui metterci alla prova in prima persona, per riscoprirci uniti nella nostra fallibilità e cercare nuovi modi per correggere i nostri sbagli (o almeno per esserne consapevoli). Perché errare è umano, ma perseverare lo è molto di più.
Il pensiero liberale nell'Italia repubblicana ha avuto illustri rappresentanti: dall'ultimo Croce a Luigi Einaudi, da Guido Calogero a Carlo Antoni, da Norberto Bobbio a Nicola Matteucci, da Giovanni Sartori a Rosario Romeo. Naturalmente, ciascuno di questi autori ha privilegiato alcuni temi rispetto ad altri, ciascuno ha avuto una propria ispirazione e un timbro particolare. Il libro ricostruisce il pensiero di ognuno, ma mette altresì in rilievo come tutti in una Italia in cui il marxismo e il cattolicesimo politico avevano l'egemonia - abbiano condotto una decisa battaglia in difesa della società pluralistica (sia a livello economico, sia a livello politico, sia a livello culturale), e, al tempo stesso, abbiano combattuto le grandi disuguaglianze sociali e abbiano rivendicato una società più giusta. Il libro mostra che, per ricchezza di cultura e per capacità di riflessioni teoriche, il pensiero liberale italiano dell'Italia repubblicana occupa un posto di tutto rispetto nella contemporanea cultura europea.
Che ruolo può e deve svolgere l'innovazione nella ricostruzione di un mondo migliore? Che ruolo può e deve svolgere l'innovazione per favorire processi anti-ciclici in funzione post emergenza Covid-19? Che ruolo può e deve svolgere l'innovazione nella più ampia cornice del paradigma della Società 5.0 e delle politiche mondiali per lo sviluppo e la sostenibilità, quali l'Agenda Onu 2030, il Programma New Green Deal della Commissione europea e le Encicliche Laudato si' e Fratelli tutti di Papa Francesco? La domanda non è nuova ma nuova è la prospettiva che introduce la riflessione sviluppata nel testo (e la relativa chiave ermeneutica che la ispira): ovvero, la necessità di definire, qualificare, implementare e promuovere un nuovo ed aggiornato paradigma del concetto di innovazione, quale naturale evoluzione del modello dell'innovazione aperta e di superamento della retorica autoreferenziale delle pratiche di innovazione, mediante l'introduzione dell'idea di Innovazione Armonica (Harmonic Innovation).
Per secoli l'identità dell'Italia è stata legata ai suoi paesaggi e alla rappresentazione idealizzata delle loro forme. Un'immagine codificata da viaggiatori e artisti stranieri, che avevano riconosciuto l'unicità del Bel Paese in quella felice integrazione fra uomo e ambiente, fra architettura e natura, avvenuta in Italia nel corso della sua lunga storia. Il volume narra la parabola di quest'immagine, tracciandone la costruzione e le dinamiche legate ad alcuni elementi naturali simbolici, ma anche l'inefficacia e, in epoca recente, l'ambiguità. Gli autori dei saggi pubblicati in questo volume si interrogano sulle forze che hanno determinato le trasformazioni del paesaggio italiano contemporaneo e indagano l'avvio di nuove metamorfosi, dettate da una rinnovata consapevolezza per l'ambiente e le sue fragilità. In questo processo, un ruolo chiave è giocato dai paesaggisti. Operando con sensibilità su assetti compromessi, saranno loro a contribuire in modo significativo a una nuova Italia del paesaggio.
La fortuna di questo saggio, pubblicato per la prima volta nel 1967, è dovuta ad almeno due motivi. Per un verso, coglie lucidamente la natura particolare dell'intreccio tra religione e politica negli Stati Uniti, legata certo al cristianesimo protestante e puritano dei padri fondatori, ma anche in grado - come dimostra l'analisi dei discorsi presidenziali - di trascendere il dato confessionale, rivelandosi un potente fattore inclusivo e di coesione morale. Per un altro verso, proprio questa peculiarità fa sorgere un problema più generale di confronto, per analogia ma anche per differenza, con la situazione europea. Il fatto che oggi si ritorni a parlare di "religione civile" a vari livelli - riguardo sia al generale processo di sacralizzazione della politica sia ai cambiamenti nel frattempo intervenuti negli Stati Uniti come in Europa - dimostra la classicità di queste pagine, che ci parlano ancora oggi e nel contempo riflettono problemi e situazioni profondamente diverse da quelle attuali.
La cronaca e l'analisi politica, le ricerche degli esperti e le previsioni sul futuro della potenza americana. Questo libro mostra il volto degli USA dal punto di vista di chi ha già vissuto la transizione da Barack Obama Trump ed ora spera che la presidenza di Joe Biden possa salvare il sogno americano.
Il cibo è uno straordinario strumento di comunicazione. È una forma di linguaggio che comunica idee e valori, caricando il gesto del mangiare di significati che pur cambiando nel tempo e nello spazio hanno sempre una straordinaria forza espressiva - quella che solo gli oggetti e le pratiche d'uso quotidiano possono avere. Questo libro descrive la dimensione politica del linguaggio alimentare, in due direzioni. Da un lato guarda al cibo come segno di appartenenza a una comunità, capace di definire l'identità di gruppi sociali, economici, culturali, religiosi - per ciò stesso assumendo una dimensione politica. Dall'altro guarda alle azioni promosse dai pubblici poteri per garantire sicurezza alimentare ai sudditi, o cittadini: politici sono quegli interventi; politici i 'discorsi' che li accompagnano, facendone veicolo di propaganda e di narrazioni collettive. Intrecciando e facendo interagire tali prospettive, il 'linguaggio del cibo' non si limita a esprimere il reale, ma contribuisce a crearlo - come tutte le forme di comunicazione. I saggi del volume si muovono liberamente nel tempo e nello spazio, attraversando i territori della storia, dell'antropologia, della semiotica, della filosofia, della storia dell'arte. Approcci diversi e complementari, che evidenziano le sorprendenti potenzialità della storia dell'alimentazione come chiave di accesso alla storia.
In America, ma lo stesso dicasi di buona parte dell'Occidente, inclusa l'Italia, milioni di cittadini hanno perso la fiducia nei loro rappresentanti politici ed economici. A fronte di anni di salari stagnanti e mercati del lavoro sempre più precari, e del rifiuto delle classi dirigenti di prendere sul serio minacce esistenziali come la crisi climatica, si è andata radicando nelle persone l'idea che il sistema sia "truccato" per servire solo gli interessi di quei pochi che hanno abbastanza denaro per accaparrarsi una fetta della torta. E hanno ragione. Con la chiarezza e la passione che lo contraddistinguono da sempre, e che l'hanno reso una delle voci più importanti della sinistra mondiale, Robert B. Reich mostra come le élite politiche ed economiche abbiano cospirato per creare un sistema sempre più oligarchico, annientare la classe media e minare la democrazia. Prendendo come esempio Jamie Dimon, il presidente della JPMorgan Chase, una delle più grandi banche al mondo, Reich spiega come coloro che siedono al vertice della piramide sociale diffondano tutta una serie di miti sulla meritocrazia, sulla competitività nazionale, sulla responsabilità sociale delle imprese e sul "libero mercato" per distrarre i cittadini dagli osceni livelli di ricchezza dei nuovi "padroni dell'universo", dal controllo che esercitano sul sistema e dal fatto che le politiche che sostengono servono solo ad accrescere i loro profitti, a scapito della maggioranza. L'obiettivo di Reich non è quello di alimentare il cinismo e l'antipolitica, ma piuttosto quello di demistificare il sistema e mostrare come esso possa essere radicalmente trasformato, per far sì che la democrazia torni a servire gli interessi dei molti e non solo dei pochi.
"Bisognerebbe provare a comprendere la Pandemia come creatura mitica. Le creature mitiche sono prodotti artificiali con cui gli umani pronunciano a se stessi qualcosa di urgente e vitale. Sono figure in cui una comunità di viventi organizza il materiale caotico delle proprie paure, convinzioni, memorie o sogni."
Nelle Melodie ebraiche di Heine, il principe Israele, a causa di «un sortilegio», viene trasformato in cane. Nella Metamorfosi di Kafka il protagonista si ritrova mutato in uno scarafaggio e il vocabolo Ungeziefer (parassita) di cui si serve lo scrittore praghese è lo stesso usato dai nazisti per definire l'ebreo-parassita. Non a caso, nei campi di sterminio venne utilizzato lo Zyklon B, acido prussico concentrato, un pesticida letale. Primo Levi ha fatto notare che «si doveva usare, e fu usato, quello stesso gas velenoso che si impiegava per disinfestare le stive delle navi, ed i locali invasi da cimici o pidocchi. Sono state escogitate nei secoli morti più tormentose, ma nessuna era così gravida di dileggio e di disprezzo». Attraverso le pagine della letteratura, questo libro ripercorre i modi in cui gli ebrei sono stati spogliati di umanità, considerati scarti umani e ridotti all'animalità.
Luca Ricolfi, dal suo osservatorio della Fondazione Hume, fin dallo scorso febbraio sta studiando i dati relativi alla pandemia e alla sua gestione. Analisi non circoscritta alla sola Italia, bensì allargata sempre all'insieme delle società avanzate, a partire dai paesi europei. Sulla base dei dati - che sono il faro della sua attività - raccolti in questo libro in modo sintetico, ordinato e leggibilissimo, Ricolfi smaschera gli errori italiani nella gestione della pandemia e le conseguenti bugie, volte a nasconderli, di governanti, politici e amministratori. E giunge a conclusioni che in pochi hanno avuto finora l'attenzione di cogliere: la seconda ondata era evitabile, tanto è vero che più di un terzo delle società avanzate l'ha evitata; le omissioni, i ritardi e le incertezze dei governanti ci sono costati decine di migliaia di morti, e decine di miliardi di PIL; se non facciamo subito quel che avremmo dovuto fare da tempo, altre ondate saranno inevitabili, e il disastro economico completo e difficilmente reversibile. Luca Ricolfi, libero da ogni ideologia, non guarda in faccia nessuno, uscendo fuori dalla assurda e ideologica alternativa fra negazionisti e rigoristi, fra aperturisti e paladini dei lockdown. L'arrivo del virus e la tragedia che ci ha colpito avrebbero meritato ben altra gestione e Ricolfi, implacabilmente, dimostra che questo era possibile, e altrove è stato fatto. " Come andranno le cose? L'ottimismo della volontà mi fa sperare che, finalmente, si cambierà strada, e si guarderà con più attenzione al modello dei paesi che hanno avuto successo nella lotta al virus. Ma il pessimismo della ragione mi avverte: l'attesa messianica del vaccino avvolgerà tutto e tutti, quasi niente cambierà davvero, nessuno sarà chiamato a rispondere delle sue azioni. Né ora né mai".
Categoria temibile e sfuggente, concetto che "corrompe e altera tutti gli altri" (Borges), l'infinito ha una storia millenaria, che coinvolge matematica, misticismo, letteratura e filosofia. In questo volume Zellini ne analizza l'evoluzione, dalla Grecia antica a oggi, dall'apeiron di Anassimandro alle attuali suggestioni dell'"infinito aperto".