È una vera rivoluzione quella che Gesù opera nella società ebraica del suo tempo nei riguardi delle donne. Il suo atteggiamento e il modo in cui tesse la rete relazionale con loro sono così nuovi da provocare scandalo e incomprensione tra i suoi contemporanei. All'epoca le donne giudee erano tenute in grande considerazione in quanto madri di famiglia, ma il loro spazio vitale era ridotto al focolare. Non avevano accesso all'ambito pubblico, da sempre esclusiva degli uomini. Gesù, invece, accetta le donne nel suo gruppo di discepoli, le inserisce nella sua sequela rendendole protagoniste a tutti gli effetti della sua missione. Nei Vangeli queste figure femminili toccate dall'incontro con Gesù emergono con grande nitidezza. Alla loro storia, all'intensità della loro fede e all'intelligenza del loro cuore sono dedicati i testi contenuti in questo volume, firmati da studiose di diversa provenienza geografica e confessione religiosa. Ecco allora, prima fra tutte, Maria, la madre di Gesù, protagonista dell'opera divina di ricreazione dell'umanità, e poi Elisabetta, che con la sua benedizione provoca un'esplosione di gioia e di Spirito in Maria stessa; l'anziana profetessa Anna, che riconosce Gesù come dono di salvezza; l'emorroissa e la sua fede che lascia sbalorditi; la sirofenicia, assennata e decisa pur nella disperazione; la peccatrice anonima che diventa esempio da imitare; la samaritana al pozzo, con cui Gesù stabilisce un rapporto vitale e liberatorio. E infine, le discepole di Gesù: le sorelle Marta e Maria, e Maria di Magdala, prima testimone del risorto, apostola tra gli apostoli. Una galleria di ritratti a tutto tondo, vivaci e autentici, per scoprire più da vicino la relazione di Gesù con le donne del suo tempo, il suo atteggiamento positivo, che supera gli stereotipi culturali dell'epoca senza mai limitare l'identità della donna al suo aspetto fisico o sessuale e assegna ai gesti consapevoli e accoglienti delle mani femminili la capacità di far lievitare, insieme al pane, il Regno di Dio in terra.
I Sentimenti: Paura
L’uomo di fronte a Dio: dal terrore al rispetto (pag. 4)
Sebastiano Pinto
La paura della libertà (pag. 10)
Dionisio Candido
Paura e inadeguatezza: spazio di Dio? (pag. 16)
Laura Invernizzi
Nella paura, la fiducia (pag. 22)
Benedetta Rossi
Gesù al Getsèmani.
Un ritratto poco edificante? (pag. 28)
Carlo Broccardo
Le paure del discepolo (pag. 33)
Annalisa Guida
«Ho avuto paura»:
Una emozione che ci rivela (pag. 39)
Serena Noceti
La paura. Il vangelo come antidoto contro la solitudine (pag. 43)
Valentino Bulgarelli
Silenzio, la paura sta parlando (pag. 47)
Rosella De Leonibus
Rubriche Per saperne di più
Il bello non ha paura di nulla: il monastero di Daphni (pag. 53)
Marcello Panzanini
Men at work
Una musica da paura (pag. 55)
Valeria Poletti
Apostolato biblico
Il giovane nella Bibbia (pag. 57)
Calogero Manganello
Vetrina biblica
Recensioni (pag. 58)
Arte
Il vero catenaccio è la paura: L’incredulità di Tommaso del monastero di Daphni (pag. 59)
Marcello Panzanini
Inserto staccabile La Bibbia a scuola
La Bibbia come paradigma culturale/6
Marco Tibaldi
Otto Kaiser, scomparso di recente, è stato professore di Antico Testamento all'Università di Marburg; insegnante di grande passione e carisma, ha influenzato generazioni di studenti e docenti. Nell'ultimo ventennio della sua carriera si è dedicato soprattutto alla letteratura ebraica e giudaica sapienziale, da Giobbe, Qohelet e Proverbi ai libri del Siracide, di Tobia e della Sapienza. Quello della felicità dell'uomo e della giustizia di Dio è un nodo problematico che il giudaismo ellenistico riprende dalla filosofia coeva e che al seguito di questa inquadra tra le questioni fondamentali della libertà dell'uomo, della provvidenza divina, dell'armonia del mondo di fronte alla malvagità e al male, e della superiorità della libertà dell'uomo rispetto al fato. Nelle pagine di Otto Kaiser il Siracide e Filone di Alessandria assurgono a figure emblematiche di come nel giudaismo a cavallo dell'era cristiana si consideri necessario riesaminare di continuo qualsiasi elemento che confermi o ampli le convinzioni della propria fede. Studiati da vicino, i numerosi testi presi in esame mostrano d'essere interessanti non solo come documenti del passato, ma anche e forse soprattutto per il loro valore intrinseco e paradigmatico: alle domande fondamentali inerenti alla vita e alla morte, che sono anche le nostre, non si dà un numero infinito di risposte, e quelle degli antichi meritano ancor oggi d'essere ascoltate.
Molte donne hanno incrociato Gesù: di Nazaret lungo il suo cammino che da Betlemme sale a Gerusalemme, sulla croce e al cielo. Da Maria sua madre fino a Maria Maddalena, il dossier di questo numero studia le donne che hanno occupato un ruolo importante nella missione del Nazareno, lungi dallo stereotipo che le relegava al rango inferiore, tipico della cultura dei tempi di Gesù:. Completano il numero rubriche di storia, arte, archeologia e attualità:. La rivista contiene un corposo apparato iconografico e un’:agenda ricca di appuntamenti.
«Di questi tempi» oppure «al giorno d'oggi» sono espressioni che indicano sempre qualcosa di negativo, che si parli dei giovani come della politica, della famiglia, del lavoro. Sempre più spesso si avverte in giro un rimpianto per i «bei tempi» andati, per un passato che è sempre più felice del presente, e che non ritornerà più, come la moda e le canzoni di una volta. Ma Alberto Maggi, con la sua contagiosa gioia di vivere, ci dimostra che questa nostalgia non ha ragion d'essere, e che invece si può e si deve vivere serenamente il presente e andare incontro fiduciosi al futuro. Perché infinite sono le piccole e grandi bellezze che costantemente costellano la nostra esistenza, e che troppo spesso ci ostiniamo a trascurare. L'importante è avere la voglia e la capacità di aprire gli occhi e il cuore, e grazie alle riflessioni sul mondo raccolte in questo libro, sarà più facile per tutti vivere le novità sempre come opportunità e mai come un pericolo.
Gesù grida, si indigna, ha la forza fisica per far uscire pecore e buoi dal tempio, ribaltare tavoli pieni di monete.
Gesù dice cose durissime a costo di portare su di sé il peso della solitudine e dell’incomprensione. Gesù accusa i farisei
di essere vipere, ipocriti. Gesù sceglie e rimprovera.
Gesù prega, perdona, accoglie. Gesù non
risponde a tutte le domande e non ha paura di deludere. Gesù sta anche in silenzio e quando parla dice cose non immediatamente
comprensibili. Gesù Cristo non cambia rispetto a quello del Vangelo. Rispetto a quello che dovrebbe essere per risultare gradevole a ogni palato moderno,
inesorabilmente diverso.
Falsi vangeli, false lettere, false apocalissi, anche fra i libri del Nuovo Testamento, impiegati come armi per affermare alcune convinzioni religiose o per contrastarne altre. In questo nuovo libro, per mesi in cima alle classifiche americane, Bart D. Ehrman ci conduce in un viaggio nei primi quattro secoli dell’era cristiana, mettendo in luce un altro aspetto di quella «battaglia per le Sacre Scritture», di cui aveva già delineato i contorni nei Cristianesimi perduti: la pratica della contraffazione. Una storia di fede, dunque, ma soprattutto di libri falsi e di falsi apostoli, di imposture patenti e di mezze verità sullo sfondo turbolento e affascinante dei primi secoli cristiani.
Come evitare che la preghiera per eccellenza, quella che Gesù ci ha insegnato, rimanga una semplice formula stereotipata? È possibile vivere un rapporto profondo, fecondo, significante con Dio semplicemente ripetendo delle parole apprese nell'infanzia? Siamo cresciuti, maturati, abbiamo studiato, ci siamo sposati, abbiamo generato e cresciuto dei figli, ma la nostra preghiera si è fermata lì, non è cambiata seguendo il procedere del nostro percorso umano. Il significato del Padre Nostro infatti non è immediatamente chiaro. A che cosa si pensa quando si ripete per l'ennesima volta la petizione "sia santificato il tuo nome"? Si possono desumere significati più o meno pertinenti, ma quasi sempre non vanno al cuore di questa petizione. Anche la richiesta "venga il tuo regno", che riprende una parola così importante per Gesù risulta di difficile comprensione. Basti pensare che alla domanda che cosa è il regno di Dio è difficile dare una risposta. Attraverso un autorevole approfondimento biblico l'autore restituisce pienezza alla madre di tutte le preghiere dei Cristiani, aprendo le porte ad una preghiera in grado di favorire un incontro personale, intimo e vitale con Dio. Il Padre Nostro, ridiventa così lo strumento migliore per ricevere questa comunicazione di vita, non più semplici parole da recitare, ma come un programma da interiorizzare e vivere.
Come le parabole del vangelo, le strisce di Mafalda – eroina “arrabbiata” e “contestataria” – rifiutano il mondo così com’è. Come il vangelo, il personaggio del fumettista argentino Quino ci aiuta a non abdicare al dovere di indignarci di fronte all’ingiustizia, a non dimenticare che la vera domanda filosofica non riguarda tanto l’essere e il nulla quanto come sia possibile il bene al posto del male.
«Anche se al mondo ci sono più “problemologi” che “soluzionologi”, come sostiene Mafalda, la piccola peste dei fumetti di Quino, non è un buon motivo per rinunciare al cambiamento, come dice il vangelo. È infatti possibile un diverso modo di stare al mondo, quello che si può esprimere con l’“avere tutto senza possedere nulla”. Da Mafalda e dal vangelo impariamo che il criterio di giustizia sta nella circolazione dei beni e non nel loro accaparramento. La risposta al problema della fame, ad esempio, prima che da una pratica viene da un pensiero: quello della gratuità. Molto oltre le intenzioni di Quino e degli evangelisti, Mafalda e il vangelo prestano attenzione alla dimensione etica della vita e portano avanti lo stesso appello alla giustizia e alla pace».
Marco Dal Corso
Con Abramo, Dio riprende la storia della salvezza dopo la tragica dispersione di Babele. Il primo grande patriarca diviene così l'archetipo dell'uomo chiamato a ritrovare se stesso. Ciò richiede però un lungo cammino, che porta anzitutto alla scoperta di sé, della propria identità vocazionale, di chi ci è prossimo e, non da ultimo, di Dio, nel quale si scopre il senso dei giorni e delle opere.Abramo, per ritrovarsi, dovrà lasciare la sua terra, i suoi beni e i suoi legami familiari; dovrà lasciare - in una parola - ogni sicurezza. Ma questa rinuncia aprirà per lui un cammino di fecondità insperata. Egli diverrà infatti una «benedizione» per tutte le genti. L'esodo proposto al patriarca è perciò un invito a crescere verso il compimento di sé secondo il disegno di Dio. Il cammino di Abramo - paradigmatico per ogni credente - diviene così la sfida che Dio ripropone continuamente a ogni uomo affinché divenga soggetto responsabile della propria storia.
Con il secondo tomo del terzo volume, il grande lavoro di James Dunn sugli inizi del cristianesimo è completo. Dedicato alle origini del movimento cristiano e alla formazione delle prime istituzioni ecclesiastiche, questo tomo affronta la problematica della cosiddetta divisione delle strade, ossia di come si poté giungere a un movimento cristiano distinto dal «giudaismo».
Dunn mostra come questo sviluppo sia alquanto più intricato di quanto sovente lo si voglia rappresentare, e come l’immagine stessa di una separazione delle vie possa essere fuorviante. Particolarmente interessanti e importanti si profilano in questa vicenda le figure di Giacomo, Pietro, Paolo e Giovanni, che Dunn fa emergere in tutta la loro statura e nel significato che ebbero per le generazioni successive. Completano il volume e l’opera generale ricchissimi indici parziali, delle opere e degli autori citati oltre che degli argomenti.
All’origine, una curiosità: sapere quanti sono gli animali nominati nella Bibbia. Tutti, non soltanto i venti o trenta presentati nella maggior parte delle ricerche sull’argomento. Poi, conoscere quante volte sono citati e perché. Ed anche, dove possibile, il loro ruolo nella vita quotidiana dell’epoca ed i richiami simbolici.
Ebbene, scorrendo la Bibbia è emersa una sorpresa dietro l’altra. A centinaia. Perché nella grande «arca» della Bibbia tutte le 161 «voci» – comprese alcune nominate indirettamente, come la chiocciola, ed altre generiche, come branco o ruminanti – hanno la loro curiosità o stranezza. A cominciare proprio dal loro numero: nessun altro testo antico nomina così tanti animali. Per tutti gli animali biblici ecco allora una scelta dei versetti che li riguardano e poi, santi, fatti storici, stemmi, loghi e quant’altro.