La peculiarità della condizione umana rifulge nella capacità della persona di vivere in maniera singolare la comune natura, chiamata a maturare in un processo di umanizzazione biologica, psicologica e morale. La singolarità dell'esistenza umana si dispiega in modo vivissimo nella chiamata della persona ad appropriarsi della natura sessuata maschile/femminile e divenire uomo/donna. A differenza degli altri esseri viventi, in cui la pratica sessuale è guidata da processi biologici/istintuali, nell'essere umano la sessualità è al tempo stesso biologicamente data, psicologicamente elaborata e moralmente scelta. Il carattere della sessuazione umana traspare in maniera emblematica nel fenomeno del transgenderismo, di chi esperisce una distonia tra sesso e identità di genere, che costituisce l'oggetto della ricerca contenuta nel presente volume. Alla luce delle ricerche neuroscientifiche, psicoanalitiche e filosofiche/teologiche su corporeità e linguaggio, il testo studia con metodo transdisciplinare la condizione del transgenderismo, al fine di individuare scelte che favoriscano la promozione del bene delle persone transgender e della società.
I single italiani sono un popolo corteggiatissimo dal mercato, perché considerato composto dai migliori consumatori. Sulle riviste e in tv, l'essere single appare come una condizione di libertà e indipendenza desiderabile. Così, però, si perde di vista il molteplice di un'esperienza di vita tanto diffusa, varia, contraddittoria. Si rimane in superficie. Così facendo si perdono di vista le persone, con le loro storie, tutte preziose. Spesso, vite costruite o ricostruite tutte intorno ad una ferita.
Un'approfondita riflessione sul matrimonio.
A new season in bioethical reflections is at hand. We are witnessing extraordinary developments in life sciences and in the new "converging technologies" (genetics, information technology, nanotechnologies and neurosciences), which open up unprecedented possibilities for interventions on living matter. The human body is exposed to practices that risk reducing it to the status of any neutral biological subject, as if it were an entity independent of the person rather than its basis in space and in history. This approach, veined with Gnostic contempt, risks obfuscating the symbolic scope of the body and its essential role in the advancement of a meaningful world.
On the other hand, globalization is profoundly transforming the context in which bioethical questions are posed.
Cultures find themselves coexisting in closer relations as a direct result of the growth in the movement of peoples and the intensification in communications. There is a growing public awareness that environmental phenomena and peoples' lives are increasingly interconnected. There is also a better understanding that inequalities and imbalances in the conditions of life in society and in the different parts of the planet are not due to random factors, but are the effects of choices that neglect justice and the legitimate needs of all the Earth’s populations, present and future.
There are many examples of problems related to clinical practice and biomedical research in which these interconnections are apparent. To cite only some which have the most immediate bioethical impact: the definition and compliance with the rules of scientific research that are the same for everyone and equally respectful of the dignity and rights of people; the principle of the prohibition of the commercial exploitation of the human body or its parts on the international market; the prohibition of interventions on the genome that introduce modifications destined to be inherited by descendants; the fight against the threat of bio-terrorism.
The classical topics of bioethics have therefore taken on a far wider scope. Then again, the number of themes dealt with has also expanded: food safety, inequalities in access to care and in the distribution of the results of scientific research, environmental factors on health.
From the Preface by His Eminence Cardinal Pietro Parolin, Secretary of State of His Holiness
<This collection will also be helpful for the entire Church and for those who are interested in understanding how faith enlivens an ethical reflection on those previously unknown issues that history submits to us, so we may always face the new responsibilities that they entail. It is also an occasion to express my personal thanks to the Academy for its ongoing service in favour of human life in all of its stages in such a delicate and important frontier for today’s world, for the glory of God, the “Lord of life”>.
"Technology that puts itself at the service of the care for life, refusing to discard it when it does not meet standards of efficiency and wellbeing decided by a machine, is a real blessing. When technology takes power, with our passive complicity, we ourselves become responsible for the loss of that blessing. We must be lords of technology, at the service of life; and not masters of life, subject to technology. This is the covenant that we must seal. The complexity of this discernment is certainly real. It requires a period of careful and open listening and critical understanding of the phenomena that surround us. The tools that we have are,
all in all, not very sophisticated or dependable. Scientific research is an irreplaceable part of this covenant. The hidden pitfall in new technological resources is the great extent of their invisibility. They cannot be perceived physically or mentally by individuals or by the community. They are not large and impressive machines. They are virtual relationships and the results of calculations. Even before they establish connections between humans, these devices connect with each other.
Artificial intelligences, algorithms that can learn, so-called machine learning, and other cognitive computer systems are the vehicles of this revolution. These systems are spreading more and more to every area of our life as in the past steam and electricity changed the way we carried out all our activities. For this reason, closely connected with this meeting, artificial intelligence will be the theme of next year’s workshop. We want to approach this new frontier forcefully and passionately, with as much wide cooperation as possible. To honor, with science and conscience, the task that has been authoritatively entrusted to us".
(From the Opening Address, by Archbishop Vincenzo Paglia)
"Che sta in una mano": questo significa la parola greca enchiridion. Il merito e l'obiettivo di questo volume è rendere agile e spedita la ricerca di importanti documenti, altrimenti difficilmente reperibili. Si tratta dei pronunciamenti su temi di bioetica della Chiesa cattolica. Da Pio X a Francesco, i papi hanno proposto principi-guida e metodi di approccio, non per entrare nel merito di aspetti scientifici e tecnici sui quali hanno denunciato la propria incompetenza, ma perché hanno di mira il bene di ogni persona umana. «Non spetta alla Chiesa fissare i criteri scientifici e tecnici della ricerca biomedica. Ma è suo dovere ricordare, in nome della sua missione e della sua tradizione secolare, i limiti entro i quali ogni ricerca intrapresa resta un bene per l'uomo, poiché la libertà deve essere sempre ordinata al bene. La Chiesa contempla in Cristo, l'uomo perfetto, il modello per eccellenza di tutti gli uomini e il cammino verso la vita eterna; essa desidera offrire delle linee di riflessione per illuminare i suoi fratelli nell'umanità e proporre i valori morali necessari all'azione, che sono anche i punti di riferimento indispensabili per i ricercatori chiamati a prendere decisioni che coinvolgono il senso dell'uomo» (san Giovanni Paolo II)
Nascere, vivere, morire sono tre verbi che esprimono altrettanti aspetti fondamentali dell'esistenza, divenuti assai problematici in seguito allo sviluppo della scienza e della tecnica. Il progresso della pratica medica, la maggiore durata della vita, la complessità delle decisioni che possono intervenire sulla prosecuzione o sulla fine anticipata dell'esistenza suscitano una riflessione per definire i criteri e i limiti (se possono essercene) del progresso e quali criteri adottare per rispettare la dignità di ogni essere umano nelle situazioni problematiche della malattia. Nel dibattito scientifico si sono inseriti i filosofi, i teologi, gli umanisti, dando vita a confronti complessi, a dispute culturali, ideologiche, scientifiche, religiose. Questo libro si propone di presentare in modo non specialistico i contenuti di una riflessione sulle nuove responsabilità dell'era tecnologica condotta dalla Pontificia Accademia per la Vita, di cui fanno parte 158 esperti nei vari settori delle scienze e delle scienze umane.
"Nascere oggi" propone molteplici suggestioni e apre una finestra su una fase della vita, quella nascente, in gran parte ancora avvolta nel mistero. Venire al mondo nel Terzo millennio resta ancora qualcosa di meraviglioso e intrigante. Progresso scientifico e tecnologico hanno permesso di costruire un tempo e uno spazio dell'esistenza solo pochi decenni or sono fuori dalla portata umana. Forse, però, manca ancora una presa di coscienza razionale, emozionale, onestamente critica, da cui muovere per rifondare una corretta comprensione del legame generazionale proprio a partire dalla vita prenatale e dal pieno rispetto della dignità intrinseca ad ogni essere umano. Questa è la sfida a cui è chiamata la bioetica del tempo prenatale. Ridefinire alla luce delle nuove scoperte scientifiche la relazione materno-fetale è uno dei nuovi orizzonti della bioetica della vita nascente. Stessa esigenza investe anche la relazione tra biologo e concepito così come tra legislatore e concepito. Portare tali problematiche in primo piano e porle al centro della riflessione attuale - scientifica, giuridica, filosofica, teologica, psicologica, sociale - è uno degli scopi di queste pagine, punto di partenza e non di arrivo per affrontare questioni per loro natura dinamiche e dialogiche. Come ha scritto Elio Sgreccia nella Postfazione, «è giusto che si incoraggino studi come quelli raccolti in questo volume, ove il rigore scientifico sia mantenuto eticamente orientato alla vita e la cultura sia liberata dalle suggestioni dell'eutanasia».
Questo libro ha il merito di tornare a sollevare la questione dell’aborto, ormai sommessamente accettato, talvolta anche da chi si dice cattolico. “Mettere in luce il dramma e la negatività dell’aborto serve ad una retta coscienza e contribuisce alla vera civiltà umana, che s. Paolo VI chiamava la ‘civiltà dell’amore’. Ma il libro non si limita a ribadire, con dovizie di citazioni bibliche, del magistero ecclesiale e della tradizione cattolica, la chiara condanna del male e del peccato, ma ne sottolinea anche le nefaste conseguenze psicologiche e sociologiche. Esso mira altresì a illuminare, a sanare, a ‘fare luce’, appunto… L’approccio della Chiesa all’aborto non è solo quello della Maestra attenta che vede e riprova l’errore; è anche quello della Madre tenera e premurosa che vuole salvare e recuperare l’errante” (Silverio Cartolano).
Note sull'autore
Don Désiré Mpanda Kazadi (Kabinda, Repubblica Democratica del Congo, 1962) è stato formatore nel Seminario minore San Pio X di Kabinda e nel Seminario maggiore San Paolo VI di Kabinda. Dal 1999 esercita il suo ministero sacerdotale in Italia, nell’arcidiocesi di Taranto.
Le potenzialità di intervento sulla vita umana offerte dalla società "biotecnologica" amplificano le possibilità di scelta di ciascun individuo e pongono nuove urgenze educative che richiedono l'acquisizione di una "cittadinanza bioetica". Il testo mostra come attraverso una didattica "generativa" la scuola possa diventare un luogo per educare le giovani generazioni alla riflessione sulla bioetica. Il testo delinea, con indicazioni operative, le metodologie didattiche per sperimentare questo progetto educativo.