"Nel presente volume vengono pubblicati gli atti degli incontri di formazione che si sono svolti nel periodo gennaio-aprile 2019, organizzati dai Tribunali di Prima Istanza e di Appello del Vicariato di Roma in collaborazione con Coetus Advocatorum. Il titolo generale dato a questo percorso è "Giudicare, accompagnare e raggiungere la verità"... ciò a cui il titolo in maniera sintetica fa riferimento è l'accompagnamento da parte dell'intera comunità ecclesiale di quei fedeli che hanno sperimentato il fallimento della loro unione coniugale, affinché possano scoprire e dunque raggiungere la verità circa la loro identità (coniugale o non coniugale) attraverso lo specifico servizio svolto dal Tribunale ecclesiastico che è chiamato a dare un giudizio autorevole".
(dalla Prefazione)
La questione dell’intenzione è una problematica complessa alla quale sono connessi gravi e importanti risvolti teologici e giuridici. L’autore si propone, innanzitutto, di capire quale sia, giuridicamente parlando, il minimo d’intenzione richiesta nella persona del ministro e del ricevente adulto perché un sacramento possa raggiungere la sua efficacia. Si è inoltre cercato di esporre la ratio giuridica sottesa a detta situazione.
I concetti di "munus" e di "potestas" del parroco sono oggetto di una questione giuridica ancora aperta. Benché frequentemente utilizzati in riferimento all'ufficio del parroco, rimangono soggetti a diverse interpretazioni. Di fronte a questa difficoltà, si avverte l'esigenza, pur rimanendo strettamente nella sfera canonica e anche ecclesiologica, di analizzarli, tanto nel loro sviluppo normativo, quanto nel loro rapporto specifico al parroco, «pastor proprius» dell'istituzione parrocchiale (can. 519). In questo studio l'intento dell'autore è quello di far percepire innanzitutto la densità giuridica della figura del parroco secondo la vigente legislazione, e anche di individuare le dinamiche attinenti al contenuto pastorale del suo incarico.
Nessuno può ormai dubitare della rilevanza acquisita, specie negli ultimi anni, dal diritto penale canonico, in particolare a seguito del tristemente noto fenomeno dei delicta graviora commessi dai chierici, specie dell'odioso delitto contra sextum cum minore. Di qui si è avvertita la necessità di dedicare maggiore attenzione all'analisi della materia, onde renderla maggiormente intellegibile non solo per gli studenti di diritto canonico, ma anche e soprattutto per gli operatori di diritto che, nell'espletamento del proprio incarico nei rispettivi Tribunali, si trovano a dover fronteggiare, tanto nella fase processuale che in quella preprocessuale (praevia investigatio), non poche difficoltà nell'applicazione concreta della succitata normativa. Il presente volume mira ad approfondire la materia dei delicta reservata, sia relativamente agli aspetti legati al diritto sostanziale (canonico, ma anche civile), sia ai profili strettamente connessi alle concrete problematiche canonico-procedurali e tecnico-scientifiche. Temi: gli interventi e le misure adottati dalla Chiesa nell'ambito della tutela dei minori. Le Linee guida delle varie Conferenze Episcopali relativamente al delitto contro il sesto comandamento del Decalogo commesso da un chierico nei confronti di un minore. Le Essential Norms della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d'America. Le principali obiezioni mosse alla prassi penale della Congregazione per la Dottrina della Fede...
La Congregazione per la Dottrina della Fede nell'aprile 2021, insieme alla Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Lateranense, si è fatta promotrice di una Giornata di studio dal tema «Lo scioglimento del matrimonio in favorem fidei. A vent'anni dall'Istruzione Potestas Ecclesiae (2001-2021)». Il presente volume, oltre al testo delle Norme del 2001, riporta anche i singoli contributi dell'evento. Vuole essere un sussidio non solo canonistico per gli operatori del diritto, ma anche pastorale per i Vescovi sia diocesani che eparchiali nonché tutti i Pastori di anime sull'aspetto prettamente documentale e procedurale delle cause in favorem fidei, allo scopo di promuovere la comprensione delle suddette norme canoniche come uno dei mezzi pastorali per favorire e tutelare la fede cattolica nelle persone che, dopo la concessione della grazia pontificia, andranno ad iniziare una nuova vita matrimoniale e familiare.
Il presente volume raccoglie gli Atti del XXVI Convegno di studi della Facoltà di Diritto Canonico, nel quale si è riflettuto su alcuni aspetti fondamentali del rapporto tra sacramenti e diritto, chiedendosi in particolare fino a che punto i sacramenti sono al centro del diritto ecclesiale. La riflessione si è svolta da due punti di vista: in primo luogo, quello dei sacramenti come diritti, cercando di mostrare in che cosa consistano i profili di giustizia inerenti alla stessa celebrazione sacramentale; in secondo luogo, si è cercato di approfondire un’altra dimensione giuridica dei sacramenti, quella legata al loro essere sorgente di diritto nella Chiesa, tentando di appurare la valenza giuridico-ecclesiale di quell’effetto permanente che tradizionalmente viene presentato mediante la categoria della res et sacramentum, con particolare riferimento a quei sacramenti che imprimono carattere e, ovviamente, all’Eucaristia. In tale contesto, oltre alle relazioni che trattano la tematica da una prospettiva più generale, sono stati affrontati alcuni argomenti particolari che attualmente hanno un grande rilievo teoretico e pratico: il rapporto tra la fede e il diritto ai sacramenti, la retta condotta esterna e la degna partecipazione ai sacramenti, i profili giuridici del sacerdozio comune dei fedeli, nonché del diaconato e del sacerdozio ministeriale, i diritti e i doveri dei ministri ordinati e degli altri fedeli nei confronti dell’Eucaristia. Il Convegno si è concluso con una tavola rotonda interdisciplinare in cui si sono confrontati approcci di diverse scienze sacre ai sacramenti. Negli Atti sono state incluse due Comunicazioni.
Antonio S. Sánchez-Gil, curatore degli Atti, è docente di Diritto del munus sanctificandi presso la Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università della Santa Croce
Il testo offre una sintesi generale di quanto la Teologia ha elaborato e di quanto la prassi ecclesiastica ha proposto circa la trattazione delle censure e degli impedimenti. La riflessione vuole evidenziare soprattutto il delitto penale della Chiesa, con particolare riferimento alla rilevanza ecclesiale del peccato, ed ai concetti di delitto, di pena e di imputabilità penale. Nel contempo l'Autore presenta le censure o pene medicinali, la cessazione e la sospensione delle pene, le pene latae sententiae, particolarmente quelle riservate alla Sede Apostolica. Da ultimo si intende affrontare il problema della tutela penale del Sacramento della Penitenza, e del modus agendi del Confessore con penitenti che accusano peccati che comportano le censure.
Il diritto canonico è spesso concepito come un insieme di norme ecclesiastiche volte a instaurare la necessaria disciplina ecclesiastica, ma che possono anche ridurre la libertà dei fedeli, imprigionare la vita ecclesiale in schemi organizzativi rigidi, opporsi al dinamismo pastorale e, infine, negare l'esercizio della misericordia. Lo studio del diritto canonico, di conseguenza, non sarebbe altro che un mero apprendimento mnemonico di norme. Allo stesso tempo, il periodo storico che stiamo vivendo mostra la necessità di disporre di mezzi per prevenire e porre rimedio ai vari scandali che affliggono la Chiesa. Nel migliore dei casi, insomma, il diritto canonico viene oggi comunemente considerato come un male necessario. Questo libro intende offrire una visione diversa del diritto nella Chiesa, dove la sua esistenza non è una mera conseguenza del peccato originale, e il suo studio non riguarda la legge ecclesiastica, bensì il giusto nella Chiesa. A partire da questo presupposto si concepisce lo studio del diritto canonico come la iusti atque iniusti scientia nella Chiesa. Questo testo non ha quindi la finalità di esporre le norme in vigore, ma vuole proporre i concetti e le nozioni giuridiche fondamentali che permettono di comprendere le esigenze primarie di giustizia esistenti nella vita della Chiesa. A tale scopo le realtà della Chiesa (persone, istituzioni, associazioni) vengono studiate dal punto di vista della giustizia. Lo scopo di quest'opera è quello di introdurre allo studio del diritto canonico mediante una riflessione sulla dimensione di giustizia insita nei rapporti intraecclesiali, senza pretendere di esaurire una parte determinata della scienza canonica. Il giusto nella Chiesa è oggi una nozione chiave che permette di rispettare le persone e i carismi, garantendo a ciascuno dei fedeli i propri diritti. Il libro contempla alcuni temi basilari come la natura del diritto nella Chiesa, la sua storia, i rapporti tra Chiesa e società civile, i principi giuridici costituzionali della Chiesa, i diritti e i doveri fondamentali dei fedeli, la dimensione giuridica del fenomeno associativo nella Chiesa, lo statuto giuridico dei ministri sacri, i profili giuridici della vita consacrata e il governo giusto nella Chiesa. Gli autori augurano che lo studio della dimensione di giustizia insita nella realtà ecclesiale giovi a conoscere meglio il mistero stesso del Popolo di Dio.
La dissertazione si prefigge lo scopo di evidenziare la concezione di consacrazione religiosa elaborata dal canonista francescano A. Boni (1927-2014) negli anni successivi al Vaticano II. La tesi è composta da una nota biografica iniziale e da quattro appendici finali; il suo corpus è articolato in tre capitoli ai quali seguono le conclusioni.
Questa raccolta di saggi costituisce il frutto di un convegno scientifico tenutosi a Roma nell'aprile del 2023, organizzato dalla Pontificia Università San Tommaso d'Aquino, dalla Pontificia Università della Santa Croce e dall'Istituto Tomistico dell'Angelicum. Come indica il titolo di questa raccolta, i saggi qui pubblicati offrono una riflessione scientifica su vari aspetti storici e dottrinali del concetto di ius dell'Aquinate, ed esplorano i modi in cui questo concetto contribuisce all'approfondimento del suo insegnamento circa la natura del diritto, cioè del fenomeno giuridico. Ogni saggio affronta, dal punto di vista del suo argomento specifico, le implicazioni dottrinali della descrizione dello ius come oggetto della giustizia, presentata dal Dottore Angelico nella Questione 57, Articolo 1, della Secunda secundae della sua Summa Theologiae. Seguendo le intuizioni dell'Aquinate, l'attenzione alla virtù della giustizia è quindi considerata fondamentale per comprendere l'essenza o il tessuto ontologico del diritto (ius). Quando l'attenzione filosofico-giuridica si sposta verso la nozione di ius, intesa come fondante per la comprensione di ciò che è il diritto, è possibile giungere ad alcune conclusioni illuminanti: il fenomeno giuridico corrisponde alla stessa cosa giusta (ipsa res iusta), le varie manifestazioni del fenomeno della lex (ossia, della legge positiva, naturale e divina) possono essere considerate come ordini fondativi alla base dei fenomeni giuridici (ratio iuris), mentre i diritti vengono intesi come beni giuridici o beni di giustizia (bona iustitiae). Sebbene la giustizia - insieme allo ius quale suo oggetto - sia esaminata da ciascun autore dal punto di vista specificamente giuridico, essa è al contempo analizzata come sempre intrinsecamente connessa ai suoi aspetti morali e divino-salvifici.