Un prezioso strumento per l’esegesi e lo studio del pensiero latino e della cultura tardo antica.
Girolamo compone il commento al libro di Isaia tra il 408 e il 410 d.C. Pensato per un uditorio aristocratico e colto, in particolare costituito da un gruppo di donne cristiane di alto linguaggio e di vita virtuosa conosciute nel suo soggiorno romano, lo scritto si presenta diviso in diciotto libri: ogni libro espone, dopo il prologo, la spiegazione sistematica del testo profetico, alternando l’esegesi letterale a quella spirituale. Dopo aver conosciuto un’alterna fortuna durante l’Umanesimo e il Rinascimento, in età moderna l’opera di Girolamo traduttore ed esegeta ha potuto essere studiata come documento di una latinità e di una cultura che hanno avuto, in quanto tali, un’influenza profonda sulle lingue e le culture medio- e neolatine d’Europa.
Ripercorrere la storia del libro cristiano non vuol dire solo conoscere più approfonditamente autori e opere che hanno fatto dell'esperienza di fede la loro cifra spirituale e letteraria. Vuol dire anche comprendere da una prospettiva privilegiata lo sviluppo della cultura umana, nel quale il libro cristiano, nella varietà delle sue espressioni e delle sue forme, ha esercitato un ruolo dinamico e spesso insostituibile. A quest'impresa si è dedicato Giuliano Vigini, figura di spicco nel panorama dell'editoria italiana, in un'opera in tre volumi, in cui colloca il libro cristiano nei vari contesti religiosi, culturali ed editoriali in cui si è sviluppato e diffuso ed esamina le opere che maggiormente hanno illustrato questo cammino sotto il profilo teologico, spirituale e letterario. In questo primo volume si parte dalla letteratura biblica per arrivare alla metà del VI secolo, quando si conclude un grande ciclo della patristica e inizia un'epoca nuova. Per la portata che a vario titolo rivestono nella storia della nostra cultura, un particolare accento viene posto sul corpus biblico e sull'opera di Agostino. Il "Libro dei libri" occupa uno spazio e un'importanza senza confronti non solo nell'ambito spirituale, ma nella storia dell'editoria tout court, grande codice religioso, morale ed etico delle comunità di fede che lo hanno assunto come loro imprescindibile riferimento, è stato anche la fonte d'ispirazione primaria per tutta la cultura occidentale.
Una schiera di animali presenti nelle pagine di letteratura patristica in cui l'occhio di osservazione dei Padri della Chiesa non ha intento scientifico, bensì morale: piacevoli curiosità e bizzarrie della natura che possono ammaestrare anche l'uomo di oggi.
Una raccolta di istruzioni e consigli dei monaci del IV-V secolo su cibi, abitudini alimentari e attività spirituali in cui si evince che la misura è la norma per eccellenza di una dieta parca e frugale assunta come concezione di vita.
Descrizione dell'opera
La lettura degli scritti di sant’Ireneo, vescovo di Lione (Smirne 130 - Lione 202), consente di attraversare un’ideale galleria di raffigurazioni del volto di Gesù. Si tratta di quadri dalle dimensioni notevolmente diseguali, che oscillano dal tratteggio brevissimo all’argomentazione lunga e articolata.
Il primo ritratto, quello del Cristo pastore, introduce alle concrete problematiche del ministero ecclesiale di Ireneo, costretto a confrontarsi nel II secolo con le diverse scuole gnostiche e con Marcione e i suoi seguaci.
Il secondo profilo è quello del maestro, connotato da caratteristiche di autorevolezza e coerenza, mentre il terzo è alquanto insolito: è raro, infatti, sentire parlare di Gesù come padre dai tratti fortemente materni, che genera l’umanità nell’ora suprema della sua Croce e che nutre alla «mammella della sua carne». Questa raffigurazione consente di apprezzare la profondità della riflessione credente della prima antichità cristiana e la sua capacità di rendere in immagini pregnanti il contenuto del mistero pasquale.
Il quarto ritratto è il Gesù della trasfigurazione, che consente di contemplare il volto del Verbo che Mosè aveva visto solo di spalle, il quinto è il Cristo che insegna alla Chiesa l’eucaristia, il sesto è il crocifisso,«la Vita appesa davanti ai nostri occhi», e il settimo il risorto, che affranca dalla morte la carne mortale.
La galleria espone infine il ritratto riassuntivo di tutto il percorso: Gesù è la ‘cerniera’ tra Antico e Nuovo Testamento, tema centrale e cruciale nel contesto dell’aspra polemica con la gnosi e con l’eresia di Marcione.
Sommario
Introduzione. «In ovile Patris» (IV,33,1). Il Cristo Pastore. «Magistrum nostrum videntes» (V,1,1). Il Cristo maestro. «Pro patribus nati sunt tibi filii» (III,22,4). Il Cristo padre. «Facie ad faciem in altitudine montis» (IV,20,9). Il Cristo trasfigurato. «Novi Testamenti novam docuit oblationem» (IV,17,5). Il Cristo insegna alla Chiesa l’eucaristia. «Et erit Vita tua pendens ante oculos tuos» (V,18,3). Il Cristo crocifisso. «A carne eius rutila» (IV,20,2). Il Cristo risorto. «Una salus omnibus credentibus in eum» (IV,6,7). Il Cristo cerniera dei Testamenti. Conclusione. Sigle e Abbreviazioni.
Note sull'autore
Domenico Scordamaglia, sacerdote della diocesi di Roma, è stato aiutante di studio al Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI e ha insegnato nella facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana. Per EDB ha pubblicato Dio padre nella teologia di Tertulliano (2011).
Le "Confessioni" di Sant'Agostino costituiscono senza dubbio uno dei grandi classici della letteratura occidentale. Dalla tarda antichità al Medioevo, dal Rinascimento e fino ai giorni nostri, non hanno cessato di essere lette e meditate. Si tratta invero di un libro straordinario e - possiamo dire - unico nel suo genere: con una sincerità e un'immediatezza che raramente si riscontra negli autori antichi, Agostino vi traccia il ritratto di se stesso e della propria vita. Dall'infanzia ai turbolenti anni della giovinezza, per poi procedere verso l'età matura, i ripensamenti, gli sbandamenti, le esitazioni, infine la definitiva conversione al cristianesimo e la scelta della vita religiosa. Introduzione di Vittorino Grossi.
Descrizione dell'opera
Negli anni della persecuzione dell’imperatore Decio, il presbitero di Roma Novaziano scrive una lettera pastorale in cui ripercorre le motivazioni del rifiuto cristiano degli spettacoli pagani. Il tema, già affrontato da Tertulliano e qui riproposto all’attenzione della comunità cristiana con nuove sfaccettature, offre oggi all’analisi storico-religiosa alcuni punti fermi: il rischio della contaminazione con l’idolatria; il rifiuto degli usi e dei costumi pagani in forza di una nuova morale e di una propria concezione del mondo; la necessità di un riconoscimento e di una forte autoaffermazione della comunità dei cristiani sulla base della lettura e dell’interpretazione del testo sacro.
Il testo è offerto in traduzione italiana.
Sommario
Introduzione. Gli spettacoli.
Note sull'autore
Novaziano. La sua data di nascita, non tramandata da alcuna fonte, viene di norma collocata intorno all’anno 200, in considerazione del ruolo già rilevante nella comunità romana attestato nel 250. Dopo l’elezione di Cornelio a vescovo di Roma (251), Novaziano si fece consacrare vescovo e difese posizioni intransigenti finendo per essere scomunicato nel Sinodo di Roma. Sarebbe morto martire nel 257 sotto Valeriano.
Una tra le opere più lette,citate e commentate della cultura occidentale.
Non è un'autobiografia, non è un trattato filosofico, non è da interpretare come pura teologia o sola mistica: eppure, dopo la Bibbia, "Le confessioni" di Agostino sono il libro più letto, commentato, amato e odiato dal V secolo ai giorni nostri. Secondo le più avanzate ipotesi degli studiosi, "Le confessioni" possono essere considerate una magistrale sceneggiatura nella quale si potrà leggere il percorso di un "Bildungsroman", intercalato da grandiose digressioni. Il commento di Maria Bettetini, pubblicato per l'edizione della "Biblioteca della Pléiade" e qui rivisitato, offre al lettore alcune chiavi storiche e culturali per comprendere pienamente il testo, proposto nella classica traduzione di Carlo Carena. Con la cronologia della vita e delle opere e la bibliografia essenziale.
Un trattato fondamentale per conoscere la Storia della Chiesa e delle prime comunità cristiane. Panarion adversus omnes haereses è il capolavoro di Epifanio di Salamina (310/20-403) scritto contro tutte le eresie dell'epoca. L'autore si propone di confutare le eresie che attecchivano allora all'interno delle comunità cristiane e ne considera e combatte nel testo circa 80 eresie diverse. Ad ogni eresia associa l'immagine di un serpente velenoso per il quale suggerisce un siero, da cui il titolo dell'opera "Panarion" ovvero "cassetta dei medicinali" da utilizzare nella lotta "contro il veleno dell'errore". Anche se è stato molto discusso dai posteri per la faziosità che talora l'attraversa, è un trattato prezioso per la quantità di notizie e documenti che riporta. Il presente volume è il terzo tomo della serie.
Questo volume della serie “Santi e Preghiere” racconta in maniera semplice e avvincente la vita di Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo – «Dottore della Chiesa» e autrice di Storia di un’anima, uno dei testi mistici più innovativi e straordinari di ogni tempo – e riporta brani estratti dalle sue opere e alcune delle preghiere più belle per invocarla e meditare insieme a lei.
L'origine dell'universo, uno studio trasversale delle opere Clementine su Dio creatore, sul creato e sull'uomo. L'interrogativo cosmogonico e teogonico non fu solo dei pensatori e dei filosofi ma anche degli autori cristiani che ebbero come riferimento imprescindibile il racconto genesiaco. Genesi 1-3 fu il primo testo con il quale ogni catecheta era chiamato a confrontarsi per fornire risposte biblicamente fondate alle domande di Dio, sul creato, sulle origini dell'universo e dell'uomo. Il lavoro evidenzia e commenta i concetti e le formulazioni che si leggono in Clemente Alessandrino su Dio creatore, sul creato e sull'uomo creatura per eccellenza. Sulla base di una investigazione trasversale delle opere clementine si è cercato di elaborare una riflessione che possa essere riferimento indispensabile per ogni ulteriore investigazione sul tema nell'ambito della letteratura cristiana antica.
Un'opera fondamentale per comprendere la teologia e la cristologia di Tertulliano e la sua interpretazione della Scrittura. Testo chiave per conoscere l'eresia di Marcione, centrata sul rapporto tra fede e giustificazione, il Contra Marcionem è frutto di una riflessione di dieci anni, segno, questo, dell'importanza che Tertulliano le attribuisce e del pericolo che rappresentava per la Chiesa. Nello scritto si distinguono tre sezioni: la confutazione della teologia marcionita; l'analisi della sua cristologia e la confutazione delle sue interpretazioni della Scrittura. L'utilizzo della Sacra Scrittura è essenziale in quest'opera, ancor più che in altre di Tertulliano. I testi biblici che lo scrittore prende in considerazione sono in parte quelli che lo stesso Marcione aveva sottoposto a critica mediante la sua antitesi con i testi neotestamentari. Il criterio esegetico di Tertulliano non è uniforme: egli impiega prevalentemente una interpretazione strettamente letteralista, che contrappone a quella, parimenti letteralista di Marcione, ma ammette anche, all'occasione, la possibilità di una interpretazione spirituale.