Il volume presenta, in un'ottica documentale ed interdisciplinare, autori, forme e modelli della civiltà musicale occidentale dal Medioevo al Novecento, nel loro farsi specifico e nella loro dimensione interdisciplinare, interessando la letteratura, la filosofia, la storia. La musica, infatti, proprio perché nasce come attenzione culturale e produzione artistica dotata di un linguaggio comprensibile solo nel suo farsi sonoro e non nei suoi codici scritturali (almeno per coloro che non possiedono i mezzi tecnici per comprendere la pagina scritta), ha bisogno, più di altre scienze, di riconoscersi nelle altre discipline, essendo comuni le modalità operative, le decisioni teoriche di partenza, le condizioni socioculturali in cui essa agisce, opera e si diffonde. Per questo, identificare le modalità di base che la caratterizzano diventa fondamentale rispetto al semplice declinarsi diacronico di fatti e personaggi, totalmente scollegati dal proprio contesto. Una tecnica comparativa tra le discipline è dunque il metodo di indagine migliore per approfondirne le tematiche più importanti e per meglio evidenziarne i contenuti fondanti.
Jeno Hubay e la scuola ungherese del violino. Capriccio narrativo e documenti storici.
La storia di un costruttore di zampogne, suonatore di musica tradizionale, animatore politico raccontata da lui stesso. Un caso di autorappresentazione e di storia di vita", nel solco della piu' aggiornata ricerca folklorica. "
Il volume riproduce fedelmente l'opera di Gilberto Pressacco apparsa nel 1991, in cui l'autore ha inteso raccogliere per la prima volta in forma organica le sue principali tesi sul repertorio liturgico-musicale della Chiesa aquileiese. Un saggio musicologico che ripercorre principalmente le complesse vicende della "furlana", danza originaria dell'antico Friuli. "Sermo" e "cantus" alludono a ciò che l'oratoria classica ha in comune con la musica, "choreis" è invece un richiamo alla danza nella tragedia attica. In realtà, è soprattutto sotto il termine "marculis", apparentemente latino, che si cela la parte più originale dello scritto: questa parola friulana, infatti, indica un complesso fenomeno di estasi, legato a un'originaria pratica sacra della danza antica friulana. La tesi dell'autore è che alla radice di marculis ci sia una prassi cultuale-sacrale tipica della Chiesa di san Marco, giunta in Friuli da Alessandria d'Egitto e risalente addirittura alle danze di Davide e di Myriam descritte nel Pentateuco. Il costante ricorso all'interdisciplinarietà nella ricostruzione storica e la fitta rete di possibili percorsi alternativi e suggestivi collegamenti fanno di quest'opera un'avventura intellettuale e spirituale, che negli anni successivi l'autore ha continuamente rielaborato e raffinato, senza tuttavia alterarne l'impianto generale e la tesi di fondo.
Questo libro esce nell'ottantesimo anniversario della nascita di John Coltrane e anticipa le celebrazioni in occasione del quarantesimo della morte. Frutto di vent'anni di ricerche d'archivio, interviste con amici e colleghi del musicista, analisi delle partiture musicali, il libro offre un completo ritratto di Coltrane e della sua evoluzione artistica: la gavetta nella big band di Dizzy Gillespie, le collaborazioni con Monk e Miles Davis, la carriera solista e l'affermazione del leggendario quartetto che regalerà al jazz "A Love Supreme". Con un ampio apparato di fotografie, documenti, spartiti e una discografia aggiornata.
A due secoli dalla morte, la personalità di Mozart resta ancora un mistero. Hildesheimer, dopo aver dedicato vent'anni della propria vita alla biografia del gracile e infelice musicista, tenta di tracciare un quadro della personalità di questo genio nella sua totalità, mostrando come la ricchezza e l'intensità della sua musica siano state la maggior rivincita sulla solitudine e sofferenza della sua vita. Biografia e romanzo, analisi psicologica e illuminazione artistica, questo lavoro interpretativo tanto complesso quanto sottile si avvale d'un gran numero di lettere mozartiane (alcune inedite).
La morte di Mozart, nel 1791, fu presto avvolta da un alone di mistero di cui si impadronì la leggenda romantica. Leggenda che, attraverso i biografi e le loro spesso fantasiose ricostruzioni, è giunta sino a noi deformando in modo forse irreparabile la figura di Mozart. In questo saggio Buscaroli tenta di ricostruire l'ultimo periodo della vita del compositore a partire dalle notizie private e ufficiali delle gazzette e dei giornali, dalle lettere private del compositore, senza trascurare le notizie che si possono desumere dalle biografie, per tanti versi collegate a quella di Mozart, di Haydn e Beethoven, analizzando la tradizione biografica così come viene proposta dall'agiografia ufficiale per svelarne reticenze, omissioni e mistificazioni.
"WAM fu battezzato in una chiesa cattolica con i nomi di Johann Crysostom Wolfgang Theophilus, vale a dire "amico di Dio". Quel Theophilus si trasformò ben presto in Amadè, mentre il più solenne Amadeus non fu mai utilizzato nella famiglia Mozart, se non per scherzo. I nomi delle persone esprimono a volte i segni del destino: Wolfgang (ovvero "colui che ha il passo del lupo") preannuncia l'ardimento, la prontezza, la rapidità, mentre il nome Amadeus richiamava la fede in Dio, un'ancora di salvezza alla quale, in quei tempi contrassegnati da un'esistenza alquanto precaria, Mozart non rinunciò mai. Visse soltanto trentacinque anni, ma li attraversò col passo del lupo..." (Piero Melograni)