Il sinodo dei vescovi dedicato al tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale» stabilisce una reciprocità significativa: i giovani non devono essere solo l’oggetto passivo della riflessione ecclesiale, ma sono chiamati a coinvolgersi quali protagonisti e interlocutori veri.
Non si tratta di una visione idealizzata dei giovani: se la “società liquida” non offre loro appigli scontati, certezze facili o strade aperte e sicure, la Chiesa propone loro quella pienezza di vita e di amore che il Signore ha sognato per ciascuno di loro. E lo fa nella consapevolezza della complessità delle situazioni di partenza, ma anche nella convinzione che più che mai oggi l’annuncio della buona novella ha il sapore di una sfida, di un pungolo ad aprirsi a nuovi stili di vita e a nuove forme di protagonismo.
Le pagine di questo libro, nate soprattutto da incontri e dialoghi di Bruno Forte con i giovani (o da loro stimolate), intendono essere un piccolo aiuto a compiere insieme questo cammino.
Questo volume offre una serie di spunti per contemplare la vita di Gesù attraverso le pagine del Vangelo, che ci permettono di ascoltare le sue parole, conoscerlo e dialogare con Lui, scoprendoci protagonisti della sua vita e dei suoi insegnamenti.
Ogni passo citato è come un fiammifero che vuole aiutare ad accendere il fuoco dell’amicizia personale con Dio.
Come ha fatto per anni durante le attività di formazione con i ragazzi, l’autore invita il giovane lettore a una «chiacchierata» con Gesù, per raccontargli di sé e dei propri amici, e confidargli paure e insicurezze, speranze e gioie, camminando al suo fianco giorno dopo giorno.
Questo è il momento opportuno. Occorre vincere la paura per entrare in relazione con le persone, con il mondo, con Dio; occorre farlo corpo e anima. Ma devi decidere come vivere il tuo tempo nel mondo. Dura, ma piena di senso e di bellezza, sarà la vita di tutti i ragazzi che vorranno smettere di essere «turisti della vita, per diventare uomini e donne, giovani che amano con impegno»; una vita sospesa tra l'orizzonte e il coraggio di «essere testardi nella speranza», come dice papa Francesco.
A dieci anni quasi dalla sua prima apparizione, "La prima generazione incredula" viene ora ripubblicata in versione aggiornata e ampliata. Quella del difficile rapporto tra i giovani e la fede è, in verità, questione sempre più decisiva per una Chiesa che non voglia ridursi ad un piccolo club di vecchi affezionati. Di più. Senza riallacciare significativi rapporti con giovani, non c'è futuro per la Chiesa, almeno qui in Occidente. Tutto questo mentre all'orizzonte si staglia - secondo l'esplicita diagnosi del "Documento preparatorio" del Sinodo sui giovani, fortemente voluto da papa Francesco per l'ottobre del 2018 - una generazione che nella sua componente maggioritaria non si pone "contro", ma che sta imparando a vivere "senza" il Dio presentato dal vangelo e "senza" la Chiesa, e che più in generale arranca a crescere a causa della presenza di adulti di riferimento non solo meno credenti, loro stessi, ma sempre meno credibili già solo dal punto di vista umano. Qui è davvero tutto in gioco. È finito il tempo di una pastorale del cambiamento. È tempo di un cambiamento di pastorale. Prefazione di Enzo Bianchi.
Alla luce dei due sinodi sulla famiglia, la diocesi di Bari-Bitonto riflette su come coinvolgere la comunità cristiana soprattutto là dove le famiglie vivono una fragilità di relazioni. A tal fine, in questo documento, è stato scelto il baricentro della "giovinezza" e delle relazioni tra generazioni, scegliendo, come riferimento per la riflessione, la storia di Giuseppe e i suoi fratelli.
Nel praticare l'ospitalità si fa opera di umanizzazione, si realizza la propria umanità accogliendo l'umanità dell'altro. Considerarsi ospiti dell'umano che è in noi, ospiti e non padroni, può aiutarci ad avere cura dell'umano che è in noi e negli altri, a uscire dalla perversa indifferenza e dal rifiuto della compassione. Ospitare è uscire dalla logica dell'inimicizia, è fare del potenziale nemico, un ospite. L'altro, il vero altro, non è colui che scegliamo di invitare in casa nostra, bensì colui che emerge, non scelto, davanti a noi: è colui che giunge a noi portato semplicemente dall'accadere degli eventi e dalla trama intessuta del nostro vivere.
Le singolari storie di Romeo, Andrea, Carlo, Angelo, Eddy, Maria Clara e Sandra, contrassegnate da colpi di scena, sogni e ripensamenti, consentono di avvicinare il fenomeno dei giovani che non lavorano e non studiano.
L’Italia è il Paese europeo con la più alta presenza di «ragazzi in panchina», coloro che con un acronimo vengono definiti Neet, i giovani in attesa di un impiego e di un’opportunità. Questo fenomeno è influenzato dall’incidenza della dispersione scolastica e della disoccupazione giovanile, ma risente anche di altri fattori, tra cui la qualità e la varietà dell’offerta formativa, il tasso di povertà e di esclusione sociale, l’effetto protettivo della sfera familiare e la propensione all’autonomia personale.
Tuttavia, non tutti i Neet sono Neet. Come testimoniano anche le storie raccolte in questo volume, l’affresco è a tinte variabili e consente di fare emergere figure umane che non coincidono sempre con lo stereotipo del giovane passivo, in balia degli eventi, incapace di progettare il proprio futuro e di vivere in modo pieno il proprio presente.
Con la parola "iniziazione" si esprime un altro modo di approcciare i sacramenti e un modo molto più esteso, più ampio, più articolato di pensare la catechesi. Entrare nella Chiesa è un atto pienamente umano, e se è un atto pienamente umano ha le logiche della nascita. Questo significa superare la riduzione della iniziazione a dottrina o a catechismo. Raccontare questo superamento e renderlo desiderabile e possibile è la piccola ambizione di questo volumetto, pensato anche in vista del dibattito che caratterizzerà il confronto ecclesiale nel prossimo Sinodo dei Vescovi, dedicato al rapporto tra i giovani e la fede.
L’esperienza religiosa si realizza tramite simboli antichi e nuovi. Questo volume propone un percorso di esplorazione del linguaggio simbolico, sfruttando la vivace propensione immaginativa dell’:adolescente e utilizzando il gioco e la fantasia per introdurlo nell’:esperienza liturgica cristiana.
"Questo è un libro di teologia. Ma è un libretto di teologia che non vuole annoiare. Anzi, vuole spremere tutta la teologia per farti bere solo il succo puro del vangelo di Gesù, le cose straordinarie che si scoprono della fede cristiana se si comincia a guardarla con attenzione e curiosità. La curiosità è la vera chiave per "aprire" il mistero di Dio e del suo figlio Gesù..." (dall'Introduzione). L'essenziale della fede cristiana raccontato ai ragazzi con stile originale, per una catechesi davvero "interessante".
I testi di questo volume sono tratti dalla predicazione della settimana di esercizi spirituali dati al Rettor Maggiore e al Consiglio generale dei Salesiani (luglio 2017). Argomento degli esercizi è il cammino sinodale sul tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». Lo stile è quello colloquiale e amichevole della predicazione quotidiana. Le riflessioni saranno utili a tutti i membri della famiglia salesiana (e non solo) che desiderino intraprendere un cammino di rinnovamento carismatico a partire dall'occasione ecclesiale del sinodo sui giovani del 2018. Prefazione di Ángel Fernandez Artime.
Il periodo in cui viviamo è stato definito in molti modi: l'età del disincanto, il tempo della post-verità, la società liquida, l'era dell'evaporazione del padre... Invece di spaventarci, come educatori, docenti, catechisti, genitori cristiani possiamo convertire l'occasione di vivere in questa epoca in opportunità: ciò implica comprendere cosa siamo chiamati a offrire al mondo e quanto esso abbia bisogno di noi, proprio per portare a compimento la sua aspirazione di bene e riuscita per l'uomo. Educare cristianamente, evangelizzare, insegnare religione non è obsoleto, ma anzi necessario più che mai: è importante però esplorare quali aspetti dell'annuncio di Cristo e della pedagogia cristiana siano da potenziare e coltivare oggi. Il libro tratteggia una diagnosi culturale del nostro tempo e presenta una proposta metodologica, ampiamente sperimentata, capace di intercettare l'interesse dei ragazzi.