Il pellegrinaggio è uno dei fenomeni più radicati e rilevanti nella storia del cristianesimo. Nel corso dei secoli, generazioni di fedeli hanno provato il desiderio di mettersi in cammino - percorrendo brevi distanze o attraversando interi continenti, impiegando poche ore o lunghi anni - per cercare l'incontro con Dio in luoghi e tempi "speciali". Questa aspirazione ha accompagnato lo sviluppo del cristianesimo seguendone progressi, tensioni e rotture dal tardoantico all'età contemporanea, per giungere fino ai nostri giorni. Adottando una prospettiva storica, il volume analizza motivazioni religiose e spirituali, condizionamenti politici e istituzionali, risvolti sociali ed economici, aspetti materiali e ambientali di una pratica diffusa a livello planetario che, in contesti geografici e cronologici diversi, ha coinvolto, e lo fa tuttora, laici ed ecclesiastici, individui e comunità, masse ed élite.
La simonia è certamente uno degli abusi peggiori che ha afflitto la Chiesa sin dalle sue origini. Essa ha i suoi inizi nel racconto del capitolo ottavo degli Atti degli Apostoli, dove il mago Simone chiede a Pietro di poter ricevere lo Spirito Santo in cambio di una somma di denaro. Nel corso dei secoli, il tentativo di comprare e vendere i sacramenti e gli uffici ecclesiastici è stato visto come la prima e la più pericolosa di tutte le eresie, provocando la riprovazione e la condanna di papi, sinodi e concili.
Lo studio ripercorre le fondamentali tappe teologiche e giuridiche del percorso dell'espressione symoniaca heresis, che a partire da Gregorio Magno descrive questa forma di corruzione, dalle prime formulazioni negli scritti dei Padri della Chiesa fino alla Riforma gregoriana ed alle sue collezioni, per giungere infine all'opera fondamentale del cosiddetto rinascimento giuridico del XII secolo, il Decretum Gratiani. Di quest'ultima opera viene analizzata nel dettaglio la prima quaestio della Prima Causa, ricostruendone dettagliatamente il processo redazionale alla luce dei più recenti studi in materia.
Come è stato interpretato e utilizzato il grido d'abbandono del Crocifisso che si legge in Mc 15,34/Mt 27,46 da parte dei Padri della Chiesa? L'autore offre un percorso da Giustino fino ai Padri del V secolo inclusi. In concreto essi si riferiscono sempre a Mt 27,46, ciò che conferma il poco interesse al vangelo secondo Marco. A questo grido è legato anche la sentenza di Dt 21,23 "maledetto di Dio l'appeso al legno", di cui bisogna tenere conto. La ricerca termina con un bilancio che sintetizza l'insieme, presentando un quadro della ricerca esegetica attuale sull'argomento.
Tra il 20 e il 29 maggio 1937 ebbe luogo, in Etiopia, il più grave eccidio di cristiani mai avvenuto nel continente africano: nel villaggio monastico di Debre Libanos, il più celebre e popolare santuario del cristianesimo etiopico, furono uccisi circa 2000 tra monaci e pellegrini, ritenuti 'conniventi' con l'attentato subito, il 19 febbraio, dal viceré Rodolfo Graziani. Fu un massacro pianificato e attuato con un'accurata strategia per causare il massimo numero di vittime, oltrepassando di gran lunga le logiche di un'operazione strettamente militare. Esso rappresentò l'apice di un'azione repressiva ad ampio raggio, tesa a stroncare la resistenza etiopica e a colpire, in particolare, il cuore della tradizione cristiana per il suo storico legame con il potere imperiale del negus. All'eccidio, attuato in luoghi isolati e lontani dalla vista, seguirono i danni collaterali, come il trafugamento di beni sacri, mai ritrovati, e le deportazioni di centinaia di 'sopravvissuti' in campi di concentramento o in località italiane, mentre la Chiesa etiopica subiva il totale asservimento al regime coloniale. L'accanimento con cui fu condotta l'esecuzione trovò terreno in una propaganda (sia politica che 'religiosa') che andò oltre l'esaltazione della conquista, fino al disprezzo che cominciò a circolare negli ambienti coloniali fascisti ed ecclesiastici nei confronti dei cristiani e del clero etiopici, con pesanti giudizi sulla loro fama di 'eretici', scismatici. Venne a mancare, insomma, un argine ad azioni che andarono oltre l'obiettivo della sottomissione, legittimate da una politica sempre più orientata in senso razzista. I responsabili di quel tragico evento non furono mai processati e non ne è rimasta traccia nella memoria storica italiana. A distanza di ottant'anni, la vicenda riappare con contorni precisi e inequivocabili che esigono di essere conosciuti in tutte le loro implicazioni storiche. Prefazione di Andrea Riccardi.
Il cristianesimo è l'unica religione di origine divina, istituita da Dio stesso con la creazione dell'uomo, mentre tutte le altre sono di origine umana, quindi soggette ai limiti, alle oscurità e alle fragilità dell'uomo, che non è entrato nella luce della divina Rivelazione. Quale progetto divino la religione cristiana è fondata sulla persona di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, che si è fatto uomo per la nostra salvezza. Solo Gesù Cristo è Dio, solo lui è il Salvatore e il Signore, solo lui è la Via, la Verità e la Vita, solo lui è il Risorto, vincitore del male e della morte, solo lui è il Giudice del mondo, solo lui è l'Amore eterno, origine e fine dell'esistenza umana. I cristiani devono rievangelizzarsi e riscoprire la bellezza e la grandezza della loro fede, che risplende sui volti di Gesù e di Maria, su quelli di innumerevoli santi e nella vita dei fedeli che hanno testimoniato la verità, la bellezza e l'amore di cui il cristianesimo trabocca. È ora necessaria una nuova generazione, che faccia rifiorire la religione divina sulla terra, ormai ridotta a una plaga desolata. Queste pagine sono la trascrizione di alcune catechesi tenute ai microfoni di Radio Maria. Gli interlocutori sono innanzitutto i ragazzi e i giovani che, in grande maggioranza, conoscono poco e male la religione cattolica e non trovano con chi confrontarsi né strumenti per colmare le loro lacune. In realtà il discorso è rivolto a un pubblico più vasto, in un passaggio storico in cui la fede autentica è sempre più minoritaria, mentre si diffondono una visione atea e materialistica della vita e una religiosità superficiale, costruita prendendo qua e là al supermarket delle credenze e delle superstizioni. Oggi molti cristiani hanno abbandonato il cristianesimo perché non l'hanno conosciuto e non l'hanno vissuto. Della loro religione conoscono soprattutto i luoghi comuni e le caricature anticlericali prodotte nel corso dei secoli. Dimenticandosi in quale grande cultura affondano le radici da oltre duemila anni, vanno alla ricerca delle novità che, in realtà, sono solo la riedizione aggiornata degli smarrimenti e dei vaneggiamenti della ragione offuscata dal peccato di origine. Ma su questa umanità decaduta si è chinata la divina Misericordia per chiamarla a nuova vita, riscoprendo la bellezza divina del cristianesimo.
La figura di San Francesco di Paola è una figura unica e allo stesso tempo complessa che attira a sé, oltre alla fede dei devoti, l'attenzione di studiosi e scienziati che cercano, come in questo caso, di interpretare le intuizioni del Santo, attraverso evidenze scientifiche che dimostrino la loro veridicità e attendibilità. Il testo si presenta in forma di raccolta di schede, che riunisce le piante citate nei processi per la causa di canonizzazione. L'impostazione scientifica riguarda l'identificazione delle specie con criteri propri della sistematica vegetale, compresa la compatibilità con l'habitat vegetativo, in modo da offrire una classificazione definitiva delle piante riportate nelle trascrizioni processuali, ma anche aspetti etnobotanici e fitochimici che ne giustificano l'uso.
Ancora una volta, improvvisa ma non imprevedibile, in Medio Oriente è scoppiata una crisi, gravissima quanto altre mai, che lo ha tinto di sangue. In questo breve saggio di Carlo Giacobbe, in parte a compendio di una vita professionale in non piccola parte dedicata a cercare di comprendere il dissidio tra israeliani e palestinesi, si cerca di mettere a fuoco le ragioni che hanno portato a questa nuova guerra, cominciata col pogrom del 7 ottobre 2023. L'amore che l'autore dichiara verso lo Stato degli ebrei (è bene chiarirlo subito), al di là delle considerazioni sull'attuale governo, è l'idea di fondo di questo lavoro, che in parte si richiama a un suo libro precedente intitolato "Il sionista gentile".
"Biffi per sempre" è un atto d'amore dei bolognesi e di tanti presuli e fedeli italiani e non. Ma il libro va oltre il Cardinale ed è un omaggio alla Chiesa di Bologna che ha avuto sei Sommi Pontefici, due dei quali, Benedetto XIV (Prospero Lambertini nel XVIII secolo) e Benedetto XV (Giacomo Della Chiesa nel secolo scorso), protagonisti della Cristianità. Dal 1600 tutti gli arcivescovi di Bologna hanno avuto l'onore della porpora, con la sola eccezione di Enrico Manfredini, scomparso quasi subito. Il prestigio, l'autorevolezza, il peso degli arcivescovi hanno sempre fatto della Chiesa di Bologna un unicum. Il cardinale Carlo Oppizzoni (1769- 1855) che riorganizzò la diocesi e restaurò la Cattedrale. Poi Della Chiesa (1854-1922) instancabile apostolo di pace nel primo conflitto mondiale. E Giovanni Battista Nasalli Rocca (1872-1952): la sua opera fu un fattore decisivo dell'incolumità di Bologna nella guerra. E che dire di Giacomo Lercaro (1891-1976), protagonista del Concilio Vaticano II e ispiratore del rilancio in politica dei cattolici. Poi, Antonio Poma (1910- 1985), instancabile e saggio presidente della Cei in un decennio difficile, fedele alla Chiesa con prudenza e fermezza. Dopo Manfredini, l'arrivo di Biffi e la successione di Carlo Caffarra (1938-2017) fino a Matteo Maria Zuppi (insediato il 12 dicembre 2015 e nominato cardinale il 5 ottobre 2019), con un suo crescente e molto apprezzato impegno di presenza e di indirizzo a un Cristianesimo sempre più dialogante, nella scia di papa Francesco.
Per quanto possa apparire strano ai nostri occhi, non era affatto scontato che il cristianesimo diventasse la principale religione del mondo occidentale. Sarebbe potuta tranquillamente rimanere una setta giudaica fra le tante, come i sadducei o gli esseni, per esempio. In che modo allora una religione che all'inizio contava poche decine di fedeli illetterati, attivi per giunta in una parte remota dell'impero, è potuta diventare la religione ufficiale di Roma, capace di convertire circa trenta milioni di persone in soli 350 anni? Come ha fatto una religione perseguitata a soppiantare culti e pratiche rituali consolidati e a imporsi come la principale tradizione culturale dell'Occidente? Nel Trionfo del cristianesimo Bart D. Ehrman affronta questo "enigma storico" in un racconto fondato su un'attenta analisi delle fonti antiche, mostrando come un gruppo ristretto di personaggi carismatici fu in grado di mettere a punto una brillante strategia sociale e di sfruttare la forza dirompente del messaggio cristiano per conquistare il cuore e la mente degli uomini e delle donne dell'epoca. Così facendo, Ehrman confuta una serie di convinzioni consolidate sulla trasformazione culturale più importante cui il nostro mondo occidentale ha assistito, una vera e propria rivoluzione che ha influenzato l'arte, la musica, la letteratura, la filosofia, l'etica, l'economia e il diritto.