Sei adorazioni per vivere l'Avvento e il Natale come incontro col Signore che viene, alla luce di alcuni testi del Vangelo e dell'Antico Testamento: 1. Vegliate! (Lc 21,25-36) 2. «Sei tu colui che deve venire?» (Lc 7,18-35) 3. «Che cosa dobbiamo fare?» (Lc 3,2-6.10-14.18) 4. «Non temere» (Lc 1,26-33.38) 5. «È nato per voi un Salvatore» (Lc 2,1-20) 6. «Domandate pace per Gerusalemme» (Is 2,1-5) Uno strumento adatto per la preghiera
La fraternità è uno dei primi frutti della Pentecoste: da qui in poi, la comunità cristiana nascente, come quella di tutti i secoli a venire, trova il suo fondamento sulla Parola e sull'Eucaristia per alimentare costantemente la vita fraterna. Le dinamiche generative della vita comunitaria che lo Spirito Santo ispira in ogni tempo e in ogni luogo sono valide per tutte le esperienze ecclesiali. Il Rinnovamento nello Spirito Santo, di cui si approfondiscono il carisma, le origini e alcune articolazioni di prassi, rappresenta una realtà concreta impegnata nel costruire comunità credibili fondate sull'amore fraterno.
La vita intima del cristiano viene alimentata dalla presenza costante dello Spirito Santo che fornisce nel sacramento del battesimo e consolida in quello della confermazione virtù e doni utili al rafforzamento della vita spirituale. Gli stessi doni aiutano al superamento delle inevitabili difficoltà che la vita pone dinanzi. Il cristiano, mentre si adopera a compiere i propri doveri della vita ordinaria, impara a non separare mai la sua unione spirituale con lo Spirito Santo che continuamente agisce.
"Con il termine "Anticristo" i primi cristiani intendevano non soltanto e non necessariamente il Demonio in persona, ma anche gli uomini che ne preparavano l'avvento, che lavoravano all'edificazione del "suo regno" sulla terra. L'odio radicale di Hitler verso il cristianesimo e verso la Chiesa cattolica come non è mai stato raccontato". Del nazismo si parla moltissimo, non di rado a sproposito, per ignoranza o con intenti strumentali. Possedere e confiscare la memoria di un simile evento, infatti, garantisce rendite politiche e culturali non indifferenti. Si pensi a come il nazismo è stato utilizzato dai comunisti, per ripulire la propria immagine (loro cattivi, noi buoni). O agli incredibili tentativi di collegare lo sterminio degli ebrei all'antigiudaismo cristiano, facendo di Hitler una sorta di vendicatore del "deicidio" ebraico. Si pensi alla demonizzazione dell'uomo che più di tutti ha contribuito a salvare i perseguitati di ogni popolo, Pio XII, presentato addirittura, in qualche volgare libello, come un alleato di Hitler! Prefazione del cardinale del Gerhard L. Muller.
Il diritto penale sta vivendo in modo convulso un tempo confuso. Il codice penale è oggetto di continue incursioni da parte del Parlamento e del Governo, che nella c.d. parte speciale risultano di volta in volta mirate a cancellare norme fondamentali per la tutela di interessi collettivi (è il caso del delitto di abuso di ufficio di cui all'art. 323) o a inasprire pene già severe o a introdurre nuove incriminazioni. Tale attivismo è poi causa di interventi della Corte costituzionale volti a correggere eccessi punitivi incompatibili con i principi di eguaglianza, colpevolezza e proporzionalità. Allo stesso tempo, si registra l'inerzia del legislatore su questioni di straordinaria importanza, attinenti al diritto di morire in rapporto all'art. 580 o ai crimini d'odio. In un siffatto contesto, pur consapevoli della precarietà della situazione, abbiamo avvertito l'obbligo di offrire ai colleghi e agli studenti un testo aggiornato.
Il processo del discernimento è mosso dal desiderio di trovare la «verità di sé»: l'uomo è immagine e somiglianza del Padre. Tale condizione è sì un dono ricevuto ma anche una missione da realizzare. Ciascuno la porta a compimento in modo creativo e originale. Il viaggio può avere inizio solo a partire dal «luogo» in cui ognuno si trova esistenzialmente nel suo «qui e ora». Ogni uomo deve percorrere il proprio personale cammino, con la sua storia, il suo passo, i suoi tempi. Tutti gli uomini hanno impressa dentro di sé l'immagine di Dio, ma ognuno gli somiglierà in modo diverso in base al proprio percorso di vita. Prefazione di Sabino Chialà.
Un famoso filosofo concludeva il suo grande trattato scrivendo che «di ciò di cui non si può parlare, bisogna tacere». Come interpretare questo aforisma? Il silenzio è un fallimento? O il silenzio è il tempo che raccoglie ed esalta quanto accade? Il nostro mondo è saturo di rumore e di immagini. La rete è in realtà, in ultima analisi, un flusso incessante di parole, musica e video. Un flusso la cui virtù dovrebbe essere quella di connetterci gli uni agli altri, ma il cui vero vizio è quello di renderci dipendenti. E all'improvviso ci chiediamo: come possiamo liberarci, come possiamo disconnetterci, come possiamo riscoprire non solo la possibilità del silenzio, ma il suo significato? In mezzo al frastuono, presi dall'isteria delle grida, delle rivolte e delle polemiche, perché non facciamo un passo indietro? Perché non proviamo, per una volta, a fare silenzio? È quello che ci invita a fare l'autrice, in una riflessione nutrita di ricchi riferimenti letterari e di scanzonati aneddoti presi in prestito dal suo percorso personale. Il silenzio è libero, improduttivo e, in ultima analisi, profondamente più sovversivo di qualsiasi slogan.
L'idea che una tesi scientifica o una legge di natura siano il frutto di un'evoluzione non è affatto scontato. La storia della scienza ci mostra in modo esemplare che queste non sono verità definitive, ma piuttosto il risultato di un percorso, iniziato in tempi in cui quelli che oggi riteniamo errori superati furono assunti e condivisi come conoscenza certa. Inoltre rende chiaro che, nel cammino della conoscenza, le false piste non sono meno importanti di quella che oggi appare come la retta via del sapere. Questo libro racconta oltre cinque secoli, dal Rinascimento alla seconda metà del Novecento, attraverso biografie, percorsi intellettuali, esperimenti, teorie e controversie. Storie di uomini e donne in un lungo itinerario dove le figure del filosofo naturale, del mago, dell'alchimista sono state via via sostituite dalla figura professionale dello scienziato. Sentieri spesso tortuosi, e per questo affascinanti, che hanno contribuito a definire le diverse forme dell'impresa scientifica e l'attuale conoscenza del mondo.
«Beati gli ultimi perché saranno i primi. A sorridere della spudoratezza di Dio». È la vecchia storia della maglia nera che c'è stata al Giro d'Italia dal 1946 al 1951: a indossarla, e dunque a vincerla, era colui che si classificava ultimo. Era, chiaramente, l'esatto opposto della maglia rosa, quella indossata dal primo arrivato. Valeva tanto quanto. Uno che se ne intendeva era Luigi Malabrocca, famoso proprio per aver indossato una maglia così epica e strana. Non è mai entusiasmante, nel mondo degli uomini, arrivare ultimi. Quando, però, incontri un ultimo diventato primo, è l'attimo nel quale ti si svela l'evidenza di quell'apparente assurdità architettata dal Cristo: «Chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti» (Mc 10,44). Il Cristo che, quando voleva deteriorare alla base le verità dei presunti santi, insospettiva con creanza e savoir-faire: «Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi» (10,31). Detto e fatto. Detto e rifatto. Con lo stile dissacrante e profondo che ormai gli è proprio, il parroco del carcere di Padova, vicino da sempre a Papa Francesco, segue il Vangelo di Luca per andare in gita dentro le sue provocanti immagini, in un cammino mai prevedibile come quello di Gesù, per ritornarsene poi nella vita di tutti i giorni con un'evidenza più luminosa. Come se, specchiandosi nelle pagine dei Vangeli, la vita - quella che, sovente, fatichiamo a leggere nei minimi dettagli - si ripresentasse ai suoi occhi in alta definizione. È la magia di parole, quelle evangeliche, che non hanno mai finito di raccontare tutto ciò che sognano di raccontare ai loro innumerevoli lettori.
Oggi siamo testimoni dell'affermarsi di una nuova ideologia totalitaria: il wokismo o liberal progressismo. Un'ideologia intransigente il cui carattere intollerante è la negazione e, anzi, l'antagonista di un autentico spirito di libertà e di convivenza civile. A partire da questa analisi, questo libro compie un passo in più e suggerisce che il liberal progressismo ha anche superato i confini stessi dell'ideologia e si presenta come un vero culto religioso. Con il suo neo-linguaggio da iniziati e il suo pensiero magico, attraverso un surreale e feroce normativismo moralistico e punitivo, punta a plasmare la società per trasformarla nella civiltà del post-umano, un mondo post-moderno dove ogni riferimento al reale, compreso il corpo, si trasforma in opinione. Di fronte a questa aggressione al buon senso e alla logica, diventa urgente tornare alla natura delle cose e assumersi la responsabilità di tutelare la nostra libertà di espressione, il rispetto dell'etica e della giustizia, la sacralità delle relazioni e la comunità. L'approccio radicalmente ideologico alla crisi dell'Occidente e delle religioni, al cambiamento climatico, alle trasformazioni sociali, conseguenza di uno sviluppo tecnologico e scientifico senza freni, a temi complessi come il fine vita o l'identità di genere ci porta a conservare ciò che amiamo con maggiore urgenza. Emerge un coraggioso sentimento di cura per ciò che ci appare fragile e prezioso: la cultura e la tradizione, il legame con la terra, la memoria, i valori che riteniamo fondamentali. Lungi dall'essere una battaglia di retroguardia e reazionaria questa è, al contrario, una sincera battaglia di libertà e un impegno fondamentale per restituire ancora un senso al vivere, e per trasmettere questa sacralità a chi verrà.
La Chiesa è storicamente davanti ad un bivio decisivo: ostruire (il soffio dello Spirito) o costruire (guidata dallo Spirito); continuare con dinamiche ormai obsolete e adagiarsi nel torpore di un'età di decadenza comatosa o avviare, con coraggio ed entusiasmo, una svolta radicale e aprire a una "forma" nuova di cattolicesimo. Vi è oggi un problema generale che non è solo di una parte dei fedeli: si tratta di considerare qual è il "blocco" o i "blocchi", che fanno resistenza allo Spirito e intristiscono l'ambiente ecclesiale. Tutti ostacoli che vanno superati con scelte chiare ed efficaci, ma non dettate da ingegneria canonico-ecclesiastica, né decise a colpi di maggioranza, come in un braccio di ferro politico. Queste pagine offrono riflessioni per compiere scelte ormai ineludibili e, anzi, già in forte ritardo.