"Ascoltare Verdi" ci accompagna sapientemente nella conoscenza delle opere del grande compositore: dal Nabucco al Falstaff, ogni capitolo del libro è dedicato a una fondamentale composizione di Giuseppe Verdi, della quale si raccontano la trama, la genesi e il contesto, ma soprattutto si approfondisce la sostanza musicale e drammatica. Ampio spazio è infatti riservato al modo in cui il compositore usa le voci e gli strumenti dell'orchestra, alla sua personale, ricchissima concezione drammatica, all'originale ripensamento delle forme e delle convenzioni dell'opera ottocentesca. Il lettore, risalendo cronologicamente l'evoluzione del pensiero drammatico di Verdi, lo sviluppo della sua poetica, la costante volontà di guardare il mondo attraverso le note, scopre la sua visione allo stesso tempo artistica, morale e politica - il modo in cui, secondo molti studiosi, Verdi ha contribuito a fare l'Italia e soprattutto a fare gli italiani.
È stato uno degli editori più eclettici che l'Italia abbia mai avuto, dotato di un fiuto a trecentosessanta gradi per i bestseller e di un amore incondizionato per i libri, che per lui non erano semplici oggetti da proporre e vendere al pubblico, ma veri propri scrigni di tesori, capaci di migliorare la sua esistenza e quella degli altri. Nel corso della sua vita Luigi Spagnol ha seguito una sola regola: cercare le cose migliori dove nessun altro le avrebbe cercate. Fu per questo che nel 1997, prima ancora di finire di leggerne la bozza, decise di pubblicare "Harry Potter e la pietra filosofale". L'anno prima aveva intuito le potenzialità di una favola, "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare", che avrebbe poi venduto due milioni di copie. Ma oltre che nel fantasy e nella favola il suo talento lo portò a scovare straordinari successi anche in settori molto diversi: dall'umorismo, con "Parola" di Giobbe di Covatta, alla varia, con "Cotto e mangiato" di Benedetta Parodi. Grandi intuizioni, grandi riflessioni e un rispetto ancor più grande per il pubblico di lettori sono stati gli ingredienti di una carriera che possiamo oggi comprendere dagli scritti raccolti in queste pagine. Attraverso l'intensità delle parole di Luigi Spagnol si può cogliere la forza di una vocazione e, soprattutto, si può guardare il mondo attraverso gli occhi di un uomo che, come è stato detto: «Non voleva mai essere protagonista. E fu per questo un editore straordinario».
Nel "Flauto magico", nella "Creazione", nel "Fidelio", nella "Quinta" e nella "Nona Sinfonia" si esprimono i valori illuministi per eccellenza: la libertà, la fratellanza, l'uguaglianza. Valori che vanno conquistati passo dopo passo, che devono essere raggiunti attraverso un percorso graduale; e il processo musicale rispecchia questo percorso di conoscenza e di consapevolezza. Molte composizioni dei tre musicisti, e in particolare le cinque prese in esame in questo libro, sono articolate come una grande realizzazione musicale della metafora illuminista più nota, quella che ha dato il nome all'intera corrente di pensiero settecentesca: il passaggio dal buio alla luce, dall'oscurità dell'ignoranza e dell'oppressione alla luce del sapere e della libertà. Giovanni Bietti, stimato divulgatore musicale italiano, è convinto che oggi sia particolarmente importante ascoltare, eseguire, spiegare una musica che ci invita a usare la nostra intelligenza. Tanto più importante in quanto viviamo in un'epoca in cui molto spesso si cerca di addormentare il nostro intelletto.
Lucio, chi sei tu? Un clarinettista jazz, un beatnik, un solista ventenne a Sanremo, un cantautore, uno dei più rivoluzionari musicisti della canzone italiana, una popstar globale adorata da quattro generazioni diverse? Lucio, dove vai? Nella tua Bologna in cui non si perde neanche un bambino, a Roma dove la sera fa miracoli, tra il caos di Corso Buenos Aires, nella Napoli il cui mare luccica? Lucio, cosa salvi dei momenti colorati che tu chiami vita? I dischi con il poeta Roberto Roversi, i concerti con De Gregori e Ron, le automobili delle Mille Miglia, «Caruso» cantata assieme a Luciano Pavarotti davanti a milioni di telespettatori? Ti contraddici, Lucio? Certo che ti contraddici: contieni moltitudini. E per fortuna le hai condivise con il mondo.
E ricomincia il canto è un viaggio nell’irripetibile, proteiforme, spettacolare esistenza di Lucio Dalla, narrato dalle sue stesse parole. Il ritratto di un artista che non si è mai negato ai microfoni, concedendosi generosamente a intervistatori di tutti i tipi – da Giorgio Bocca a Gianni Morandi, da Monica Vitti a Vincenzo Mollica – ed esponendosi no a mettere a nudo la sua più profonda intimità: la morte del padre a sette anni, l’intenso rapporto con la madre, i palchi calcati da adolescente autodidatta al fianco di Charles Mingus, Bud Powell ed Eric Dolphy, i lm con i fratelli Taviani e Mimmo Paladino, la passione per il basket, la devozione per Padre Pio, l’amore e il sesso, la creatività, la censura, le opinioni su venerati maestri e giovani esordienti – da Chet Baker ad Alanis Morissette, da Prince ai Nirvana –, le malinconie e le paure.
Curata dal musicologo Jacopo Tomatis, questa raccolta di interviste rappresenta un documento unico che attraversa i quarantacinque anni di carriera di una delle più grandi icone pop del nostro paese. Un’opera che ci ricorda che una canzone può terminare in qualunque momento, ma la sua musica continuare a risuonare: «Ma sì, è la vita che finisce / ma lui non ci pensò poi tanto. / Anzi si sentiva già felice / e ricominciò il suo canto».
Esercizi spirituali: prima di essere una costruzione concettuale, la filosofia antica era un cammino preparato e accompagnato da esercizi per trasformare la propria visione del mondo e il proprio modo di vivere. Gli scritti di Arnold I. Davidson qui raccolti mostrano come questo cammino sia percorribile ancora oggi, non necessariamente seguendo solo la strada delle categorie tradizionali della filosofia, ma sperimentando altri percorsi, come quello dell'improvvisazione musicale, che secondo Davidson è in grado di diventare un altro genere di pratica filosofica. Pensando insieme straordinari musicisti come Cecil Taylor, Sonny Rollins e Steve Lacy e grandi filosofi come Pierre Hadot, Michel Foucault e Stanley Cavell, l'autore si domanda cosa significhi pensare l'etica e la politica come pratiche di libertà, come atti creativi che danno una forma individuale e collettiva al nostro ethos e al nostro modo di vivere.
Chi non ci va, la provi; chi ci va, perseveri; chi le vuole male cambi idea e chi la ama si stringa a coorte per difenderla. «Di tutte le seccature inventate dall'uomo, l'opera è la più costosa», diceva Molière. Ma per Alberto Mattioli questa geniale invenzione italiana è soprattutto una magnifica e folle ossessione. Ha assistito infatti a quasi 1.800 recite in tre continenti, decine di Paesi e centinaia di teatri; ovunque si alzi un sipario, per lui vale il viaggio perché l'opera lirica mantiene intatto il suo misterioso potere emozionale, la sua capacità di parlare al cuore e al cervello degli spettatori. Raccontando della sua inguaribile passione - o, a suo dire, malattia - l'autore descrive questo affascinante mondo non solo per chi all'opera ci va, ma anche per chi ci vorrebbe andare o ne è solo incuriosito: dai teatri italiani che hanno reso nazionalpopolare il melodramma, quando Rossini, Verdi e Puccini erano la colonna sonora della vita di molti, all'opera di oggi, fenomeno globale e multimediale. Mattioli ci mostra le ragioni di un amore irrazionale e sfrenato per uno spettacolo capace con i capolavori del passato di leggere il nostro presente e di continuare a farci piangere, ridere e riflettere. Perché finché c'è opera c'è speranza.
Un esplicito riferimento a David Bowie nel titolo del nuovo libro che Massimo Granieri – il «prete deejay radiofonico», come lo chiama Andrea Monda, direttore dell’“Osservatore Romano” – dedica alla rispettosa ricerca del divino nella musica contemporanea analizzando i testi di artisti «dubbiosi e con poche speranze per l’aldilà» come Ry Cooder, David Sylvian, Lucio Battisti, Giovanni Lindo Ferretti, i Depeche Mode…
Integrano il volume le interviste a Patti Smith, Luca Madonia e Bugo.
Avete presente un rabdomante? È questa la prima immagine che mi viene in mente se penso a Massimo Granieri, il prete deejay radiofonico. Ma cosa cerca in quel campo sconfinato che è la musica il rabdomante Max Granieri? Forse padre Max cerca non qualcosa ma Qualcuno. Lo fa con discrezione, acutezza, profondo senso del rispetto per le opere che studia, ma questo fa: cerca Dio. E lo trova. Si muove in aree apparentemente deserte ma incede sicuro perché conosce la “segnaletica” che il Dio cristiano, il Dio incarnato, ha sparso nel variega-to mondo dell’arte umana. Nei suoi attraversa-menti coraggiosi, Granieri mostra un passo calmo ed elegante, come fosse animato da una profonda gioia, che trasmette grazie a uno stile pacato e aperto al confronto verso l’altro, curioso e desideroso di conoscere qualcosa di diverso e ma-gari distante da lui.
Andrea Monda
"È andata così" ripercorre la straordinaria parabola artistica di Luciano Ligabue, disco per disco, concerto per concerto e hit dopo hit, svelando aneddoti, retroscena e dettagli creativi completamente inediti. Il racconto di Luciano Ligabue e Massimo Cotto è accompagnato da un ricco apparato fotografico di 360 foto. Molto interessante anche l'appendice che contiene tutta la discografia di Ligabue con tutte le copertine dei singoli, degli album, dei cofanetti, dei VHS, insomma, di tutta la produzione musicale di Ligabue. Quando Luciano Ligabue apre le porte a Massimo Cotto a Correggio, tutto sembra chiaro: ha voglia di raccontare 30 anni di musica e di carriera. I due si rifugiano a Ca' di Pòm, la palazzina dove Ligabue ha scritto (nella famosa Stanza rossa) la maggior parte delle canzoni di "Buon compleanno Elvis". Una giornata a ricordare e registrare, a sbobinare ricordi e accumulare materiale. Ma accade l'imprevedibile. La situazione in Italia peggiora. Dal giorno successivo, è lockdown. Impossibile vedersi. Ma il libro oramai deve andare avanti, c'è l'urgenza di raccontare. Cambia il metodo, e i due iniziano a confrontarsi e a scambiarsi i racconti via mail. Sembra un ripiego, invece è una bellissima scommessa, un modo diverso di confessarsi. In questo libro Ligabue racconta come sono andate davvero le cose, spazza via leggende metropolitane e racconta la verità, solo la verità, nient'altro che la verità. È un viaggio bellissimo, una storia unica, una parabola lucente. Nel periodo più brutto - l'isolamento, la paura, il Covid - nasce la cosa più bella: un libro dove Luciano Ligabue dice a Massimo Cotto: "È andata così".
La buona novella non è il disco dell'abiura. Non è il disco in cui Fabrizio De André ripiega su sponde confessionali o, addirittura, metafisiche. La buona novella si offre all'ascolto piuttosto come album cruciale, che aggiorna il peace & love della cultura hippy alla protesta pre e post sessantottina. Per i suoi tratti contenutistici e formali l'album si staglia ancora come insuperato, assoluto, fulgido esempio di concept-album italiano. Il precoce testamento etico - e artistico - della discografia del grande cantautore genovese. Cinque canzoni-stazioni con dentro vicende e personaggi anteriori alla nascita di Gesù. E cinque gravitanti attorno al tema della sua morte. Spazio a figure "minori", ai derelitti taciuti dai vangeli ufficiali e qui caricati di valenze aggiunte che ripudiano l'agiografia tradizionale. Cinquant'anni dopo la pubblicazione di La buona novella, questo libro ne racconta l'attualità. Ragionandoci intorno, attraverso analisi dei testi, interviste e dichiarazioni dello stesso De André.
Compagno di scuola, assistente e tour manager, Richard Macphail è stato per circa cinque anni il collante che ha tenuto insieme i Genesis. In questo avvincente memoriale racconta i primi anni del gruppo dal suo punto di vista privilegiato, sin dai giorni della Charterhouse, dove incontrò i fondatori della band. Richard divenne il loro primo e unico roadie, accompagnandoli di concerto in concerto, ospitandoli in un cottage dove poterono vivere e gettare le basi della loro splendida musica e offrendo loro tutto il supporto di cui avevano bisogno in una fase cruciale della loro carriera. Richard c’era quando Phil Collins fece la famosa audizione, quando Steve Hackett venne reclutato per rimpiazzare Anthony Phillips e quando Peter Gabriel lasciò il gruppo per la carriera solista. Nei capitoli finali del libro sottolinea con orgoglio i suoi costanti e splendidi rapporti con Anthony, Peter, Mike, Tony, Phil e Steve, amicizie che durano da oltre cinquant’anni. Ricco dei contributi forniti da tutti i componenti dei Genesis e scritto insieme a Chris Charlesworth, ex giornalista del Melody Maker, La mia vita con i Genesis è un racconto eloquente e diretto che tutti i fan custodiranno come un tesoro prezioso. Il libro contiene un capitolo inedito rispetto all’edizione inglese!
Questo libretto contiene una parte teorica che affronta il tema delle benedizioni a partire da diversi punti di vista e tradizioni. Segue una serie di benedizioni per eventi cultuali, famigliari e personali; e infine una scelta di canti e inni della tradizione battista, metodista e valdese, contenuti in innari attualmente in uso o a disposizione delle chiese. Perché un libro sulle benedizioni? Perché viviamo in un tempo in cui si maledice facilmente chi non la pensa come noi, chi è diverso da noi - e invece la Scrittura ci ricorda che la fede è innanzi-tutto scoperta del volto di Dio vicino, solidale, amichevole... benedicente! A chi è rivolto un libro sulle benedizioni? A chi ha il cuore colmo di parole di lode e ne cerca an-cora sempre nuove; a chi ha il cuore colmo di parole di amarezza, ma non si rassegna e anzi vuole scoprirne di belle e gioiose; a chi sente che le parole di altri aiutano a dare forma alle nostre; a chi vuole fare un regalo a un amico o a un'amica che non è ancora cristiano o evangelico e ha bisogno dell'annuncio della salvezza.
Tante storie di vita, in cui la musica porta speranza ai bambini più disagiati; costruisce pace nei contesti più difficili; loda Dio coinvolgendo la sete di infinito degli esseri umani; afferma la dignità e il diritto alla vita di ogni persona; crea, consolida e costruisce relazioni profonde e vere. Da esse nasce un trascinante inno alla gioia.