Il testo si propone di presentare lo stato del dialogo ecumenico, alla luce di quanto detto, scritto e fatto negli ultimi decenni in una prospettiva storico-teologica con la quale cogliere la dinamicità, la globalità e la ricchezza spirituale dell'ecumenismo nel XXI secolo. Una documentata riflessione incentrata non solo sulla costruzione dell'unità visibile della Chiesa nella diversità delle sue forme storiche e teologiche, ma anche rispetto al suo impatto nella società contemporanea a partire dalla promozione di una cultura dell'accoglienza, della riconciliazione e della pace. I luoghi, i testimoni, gli eventi, i documenti del dialogo ecumenico costituiscono l'orizzonte nel quale collocare una riflessione sul valore dell'ecumenismo per la Chiese, per le religioni e per la società, sottolineando i passi compiuti dai cristiani nella riscoperta del dono dell'unità sulla scia del Concilio Vaticano II. Un capitolo del libro è dedicato al dialogo ebraico- cristiano in modo da evidenziarne la natura e il legame originario con il cammino ecumenico, e riaffermare la sua peculiarità rispetto al dialogo interreligioso. La parte conclusiva del volume tratta delle radici e del presente del dialogo ecumenico in Italia alle prese con nuove sfide.
In quest'opera i due autori - un cristiano e una musulmana - si avventurano in un fecondo esercizio che essi chiamano "teologie in dialogo": ciascuno secondo la propria tradizione, ma in maniera congiunta, pensa teologicamente la differenza di fede a partire dall'esperienza dell'incontro spirituale con un altro che crede, ma diversamente, nel Dio unico. Essi scrutano nella propria tradizione ciò che le permette di "leggere" l'altro nel disegno di Dio, con fedeltà alla propria fede e apertura alla religione dell'altro. Il libro offre risposte a domande oggi ineludibili: cosa dicono il Corano e la teologia musulmana dei cristiani e degli altri? Come vede il cristiano, in base alla sua fede in Gesù Cristo, i musulmani e tutti i non cristiani? Cosa significa la fratellanza umana, nella sua dimensione interreligiosa e universale, dal punto di vista della fede, e quali sono le sue conseguenze spirituali, etiche e pratiche?
Nell'attuale contesto mondiale già molto provato dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina, si sta per celebrare l'11a Assemblea generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Si terrà in Germania, a settembre prossimo, sulla traccia: «L'amore di Cristo muove il mondo verso la riconciliazione e l'unità». Nel volume l'Autore spiega come, nel dialogo ecumenico e in ogni altra forma dialogica, sia fondamentale cominciare possibilmente sempre dalle ragioni del cuore. Tre sono le dimensioni caratterizzanti l'ecumenismo del cuore, qui descritte con motivi biblico-teologici: agapica, kenotica e minoritica. Dopo aver collocato il cuore al centro, un grano di ecumenismo francescano potrebbe rappresentare l'ingrediente più semplice e naturale, la finitura mancante. Da Karlsruhe, la "città a ventaglio" (Fächerstadt), molti auspicano che si alzi un vento di speranza e di pace, per riaccendere desideri di unità nelle chiese e nella società degli uomini. «L'impegno per l'unità dei cristiani non può essere considerato appannaggio di pochi specialisti, ma appartiene a tutti coloro che hanno "a cuore", da un lato, la persona di Gesù e la sua volontà, e dall'altro, la sorte dei propri fratelli e sorelle oggi più che mai assetati di pace e di giustizia» (dalla Prefazione di Mons. A. Palmieri).
Spesso chi guarda da lontano il movimento ecumenico si chiede cosa abbiano prodotto decenni di dialogo teologico; i risultati raggiunti dalle commissioni non sono conosciuti oppure non entusiasmano e si dimenticano. Ma cosa accade in tanti anni di lavoro su di un testo? Quest'opera vuole aiutare il lettore a comprendere cosa ci sia alle spalle di un processo di dialogo ecumenico, in particolare quello altamente significativo che ha portato la Commissione mista cattolico-ortodossa ad approvare il documento comune Fede, sacramenti e unità della Chiesa. Gli esperti potranno trovare informazioni acquisite da materiale inedito di archivio e la pubblicazione integrale dei documenti redazionali; gli appassionati saranno introdotti nei complessi fattori che ruotano attorno al dialogo cattolico-ortodosso. Risulterà, così, come un documento di dialogo possa insegnare molto più di quanto sembri.
Questo libro presenta al pubblico i successivi passi compiuti per giungere alla stesura, alla condivisione e alla firma (il 4 febbraio del 2019, ad Abu Dhabi) dello storico Documento sulla Fratellanza Umana, un successo epocale nel dare un fondamento solido ai rapporti tra musulmani e cristiani in tutto il mondo. L'autore ha collaborato e assistito personalmente all'intensificarsi del dialogo e della reciproca comprensione tra il professor Ahmad At-Tayyeb, Grande Imam di Al-Azhar, e Papa Francesco. A seguito di alcune storiche visite e incontri tra i due autorevoli personaggi, si è sviluppata una relazione rispettosa e amichevole. In questo clima è nata l'idea di un Convegno sulla fratellanza universale e di un Documento da firmare insieme davanti al mondo. Il testo evidenzia anche il ruolo svolto dagli Emirati Arabi Uniti (UAE) nel sostenere l'iniziativa assunta dai due capi religiosi, come contributo al dialogo tra musulmani e cristiani e alla pace nel mondo. L'accurata cronaca del giudice Abdulsalam non manca di umanità ed è ricca di aneddoti personali. Lo stesso autore ha guadagnato, durante quel lungo periodo di serrato lavoro per la pace universale, la fiducia e la stima del Santo Padre. Oggi si occupa dell'applicazione del Documento firmato ad Abu Dhabi, come Segretario Generale del Comitato per la Fratellanza Umana.
Che cosa intende ogni singola confessione cristiana, quando parla di dogma, grazia o libertà? Primo volume di una collana di teologia interconfessionale, questo glossario vuole essere uno strumento per comprendere la prospettiva dell'altro sulle parole della Fede che unisce e del Battesimo che accomuna. È rivolto non solo agli studenti, ma a tutti coloro che intendono acquisire informazioni corrette sul senso dei termini che le diverse confessioni cristiane utilizzano nel loro "gergo- ecclesiale e teologico. Si va da Anno liturgico a Vescovo e ogni parola viene descritta dalla prospettiva cattolico-romana (Giuseppe Lorizio), da quella evangelico-protestante (Fulvio Ferrario) e da quella orientale-ortodossa (Germano Marani), permettendo alle lettrici e ai lettori di cogliere le convergenze e le differenze intorno ai grandi temi della fede cristiana. «Abbiamo cercato innanzitutto di interrogare le dottrine e le prassi delle Chiese sorelle, di esporne l'essenziale, di cercarne il senso più profondo. Certo, non manca la teologia, ma essa viene di volta in volta posta a servizio del Vangelo. Il risultato è uno strumento che aiuta a comprendere la prospettiva delle diverse confessioni cristiane riguardo alle parole della Fede che unisce e del Battesimo che accomuna». Dall'Introduzione di Giuseppe Lorizio
Se la promozione dell’unità dei cristiani è il compito dell’intera Chiesa, il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali rileva il ‘compito speciale’ delle Chiese orientali cattoliche in questo impegno. A loro spetta infatti «promuovere l’unità fra tutte le Chiese orientali anzitutto con la preghiera, con l’esempio della vita, con la religiosa fedeltà verso le antiche tradizioni delle Chiese orientali, con una migliore conoscenza vicendevole, con la collaborazione e la fraterna stima delle cose e dei cuori» (c. 903). Per riflettere su questo ‘compito speciale’ si è svolto a Roma un incontro dei Vescovi orientali cattolici in Europa sul tema “La missione ecumenica delle Chiese orientali cattoliche d’Europa oggi” presso il Pontificio Collegio Ucraino di San Giosafat, dal 12 al 14 settembre 2019. Il programma dell’incontro, preparato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e dalla Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (PCPUC), includeva interventi su argomenti ecclesiologici, pastorali, spirituali e canonici. Gli Atti sono contenuti all’interno del volume.
Tra i più autorevoli sociologi della religione del secondo dopoguerra, Peter L. Bergher (1929-2017) con i suoi scritti di sociologia della conoscenza e di sociologia della religione ha avuto ampia eco anche in Italia, ispirando numerose ricerche empiriche. Ciò che lo ha reso atipico tra gli scienziati sociali è l’aver sviluppato un parallelo interesse verso la teologia; con la pubblicazione di opere che si propongono di ridire la fede cristiana nella modernità, caratterizzata non tanto dalla secolarizzazione quanto da un sempre più diffuso pluralismo religioso e culturale che ha messo in discussione l’autorità di tutte le grandi tradizioni, per cui nessuna di esse vien più data per scontata. Nelle pagine di questo saggio si presentano e si discutono le sue tesi, elaborate in vari scritti e verificate nel commento analitico del Credo degli Apostoli, in vista del progetto di delineare i tratti di una “teologia scettica”, nella scia della tradizione del liberalismo protestante inaugurata da Friedrich Schleiermacher. Il suo ragionamento è scettico poiché «non presuppone la fede e non si sente vincolato da nessuna delle tradizionali autorità in materia di fede […] e prende sul serio le contingenze storiche che danno vita alle tradizioni religiose». E tuttavia il suo argomentare «sfocia in una professione di fede cristiana, per quanto eterodossa».
Nel 1961, ancora prima del Concilio Vaticano II, Chiara Lubich fonda a Roma il Centro “Uno” per l’unità dei cristiani, con lo scopo di svegliare nei cristiani il desiderio dell’unità. Vede chiaramente che la messa in pratica del Comandamento nuovo di Gesù (Gv 13,34) è una strada idonea per ricomporre la piena comunione tra le Chiese. L’impegno della Lubich per questa causa rimane costante fino alla fine della sua vita e diventa uno degli scopi specifici del Movimento dei focolari. Poco prima della sua morte le viene conferito il dottorato Honoris Causa in teologia dalla Liverpool Hope University per il suo contributo “nel riunire in modo ecumenico cristiani di tutte le denominazioni”. Questo libro riporta alcuni dei suoi discorsi ed alcuni spunti in dialogo in cui esplicita il suo pensiero al riguardo. I testi sono introdotti da persone appartenenti a varie Chiese, che hanno fatta propria la spiritualità dell’unità. La prefazione è del Card. Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (Roma) e la postfazione del Rev. Olav F. Tveit, Segretario Generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Ginevra). L’introduzione è di Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari.
La collana ecumenica scambio dei doni si arricchisce di un nuovo volume Diversi e uniti. Com-unico quindi sono. L’Opera è incentrata sul tema delle relazioni, della comunicazione e della fede. Presenta un testo inedito di Papa Francesco e la Prefazione è a firma di Justin Welby, Arcivescovo di Canterbury – Leader della Chiesa Anglicana.
Prefazione del Leader della Chiesa Anglicana:
Justin Welby è il 105° arcivescovo di Canterbury. Nel 1989 ha ricevuto l’ordinazione al St. John College e, dopo diversi incarichi parrocchiali, nel 2007 è diventato decano di Liverpool e nel 2011 vescovo di Durham, che ha servito per poco più di un anno. Il 9 novembre 2012, l’ufficio del Primo ministro britannico ha annunciato la sua nomina come nuovo arcivescovo di Canterbury. Attualmente, è il primate di tutta l’Inghilterra e il leader mondiale della Comunione Anglicana.
L'autore studia nel dettaglio la recezione cattolica e ortodossa dell'appello di Giovanni Paolo II contenuto in Ut Unum Sint 95-96, là dove il Papa domanda ai teologi e ai rappresentanti delle confessioni cristiane di cercare insieme una forma nuova dell'esercizio del primato petrino che non contraddica la sua natura. Lo studio comparato di alcune autorevoli voci cattoliche e ortodosse che si sono espresse nel ventennio 1995-2016 diventa un esercizio fecondo di ecumenismo recettivo, attraverso cui cattolici e ortodossi possono imparare nuovamente a comprendersi e a camminare insieme. Prefazione di Michelina Tenace.
Le parole e i gesti di papa Francesco per l'unità visibile della chiesa hanno aperto una nuova stagione del cammino ecumenico, soprattutto per quanto riguarda la sua dimensione quotidiana e locale: l'ecumenismo, infatti, deve diventare "pane quotidiano" nella vita dei cristiani, chiamati a una conversione del cuore per essere sempre docili strumenti nelle mani di Dio. Il movimento ecumenico è nato dal desiderio di una migliore conoscenza dell'altro: anche oggi l'accoglienza della diversità è l'elemento essenziale che caratterizza i cristiani nel mondo, dove testimoniano insieme la loro profonda e reale unità nell'accogliere chi è ai margini della società.