Non esiste, ai nostri giorni, concetto del lessico giuridico, morale e bioetico più importante e controverso della dignità umana. Esso infatti sembra riassumere la giustificazione ultima della vita morale e ingloba l'immagine di fondo dell'essere umano che è alla base delle legislazioni e dell'organizzazione degli stati democratici, tanto da essere assunto in bioetica come punto di riferimento critico per distinguere tra pratiche accettabili e inaccettabili. Allo steso tempo la dignità umana appare a molti un mero artificio retorico o un concetto irrimediabilmente vago, come sarebbe dimostrato dal fatto sconcertante che in alcuni dibattiti bioetici (come, ad esempio, quello sull'eutanasia e il suicidio assistito) i diversi contendenti argomentano a partire da essa conclusioni normative diametralmente opposte. Cosa intendono dunque coloro che utilizzano tale concetto in bioetica? Cosa intendiamo noi, precisamente, quando impieghiamo tale espressione? La dignità umana è una nozione univoca o esistono diverse accezioni del termine dignità che poi vengono frettolosamente raggruppate sotto la stessa etichetta?
Con gli studi avanzati nella decodificazione genetica, con l'informatizzazione della biologia che penetra nelle dinamiche cellulari più intime, con i dispositivi nanomedici che promettono la riparazione a livello atomico dell'organismo umano, la previsione che tutte le cause di malattia, e quindi di morte, saranno sbaragliate è venuta a imporsi. L'immortalità terrena sembra assurgere come inevitabile, e non nella condizione di una vecchiaia sempre più decrepita, ma in un'eterna, energica e vitale giovinezza.
A recare la notizia sono vincitori di premi Nobel, direttori dei più rinomati istituti di ricerca, docenti delle più prestigiose università, scienziati, informatici: l'essere umano sarà "per natura" immortale.
Le nuove scienze ci prospettano una radicale estensione della vita a seguito di una radicale manipolazione dell'uomo. I filosofi parlano allora di 'post-umanità', 'homo cyborg', 'tecno-umanesimo'. Il volume conduce attraverso le teorie, gli argomenti e i protagonisti di questo nuovo passaggio epocale, che tocca la concezione stessa dell'uomo e che, di conseguenza, ha ricadute anche sul versante teologico o, più semplicemente, sulla nostra visione religiosa.
Sommario
Introduzione. I. Gli autori. 1. Ray Kurzweil: "Io non credo che morirò". 2. Kim Eric Drexler: vivere, con la nanotecnologia, fino al decadimento protonico. 3. Marvin Minsky: la "selezione innaturale" donerà l'immortalità all'uomo. 4. Max More: la morte è un'imposizione non più accettabile. 5. Jaron Lanier, Aubrey de Grey e altri: l'inevitabilità, a breve, dell'immortalità terrena. II. I concetti. 1. Singolarità. Il futuro non è più quello di una volta. 2. Natura. "Vivi secondo natura!". "Cioè…?". 3. Informazione. It from bit. 4. Algenia. Quando l'evoluzione si consegna all'uomo. 5. Realtà. "Siamo ancora nel gioco?". III. Incroci teologici. 1. Incrocio di speranze eterne. Il saccheggio del paradiso. 2. Incrocio di linguaggi. Il saccheggio delle metafore. 3. Incrocio sul misticismo. Neuroteologia. 4. Incrocio sullo spirituale. Spiritualità desacralizzata, spiritualità impoverita e altri tipi. 5. Incroci sull'immortalità. L'ultimo nemico ad essere sconfitto sarà la morte. Conclusione. L'amicizia di fede e tecno-scienza. Bibliografia.
Note sull'autore
Andrea Vaccaro ha pubblicato presso le EDB Perché rinunziare all'anima? La questione dell'anima nella filosofia della mente e nella teologia (2001, 22002) e, presso la Lateran University Press, Il dogma del paradiso (2005).
Nell´immaginario collettivo l´aborto è percepito come un «diritto» della donna, in nome del quale si vìola il fondamentale diritto alla vita del concepito.
Un autentico capovolgimento culturale a cui contribuiscono la cattiva informazione, la congiura del silenzio, l´assenza di un´adeguata prevenzione.
90 domande e 90 risposte: per contrastare il pensiero unico, per ricostruire la speranza, per amare la verità.
La vita, anche la più sofferente e malata, è degna di essere vissuta fino in fondo. Mentre il Parlamento è chiamato a pronunciarsi su una legge sul fine-vita e il testamento biologico occorre riaffermare a viva voce e con il cuore che la vita è sacra ed è un dono meraviglioso. È questa l’eredità che ci ha lasciato Eluana Englaro – e prima di lei Terri Schiavo – così come è stata recepita, a mente fredda, dagli autori di questo libro che contiene documenti, inediti, valutazioni medico-scientifiche, contributi d’opinione, interviste, i racconti di persone che si sono risvegliate perfino dopo 19 anni di coma. Contiene anche il monologo teatrale del poeta e scrittore Davide Rondoni e svariate testimonianze, in primis quella del ministro della Salute Maurizio Sacconi, che si è messo in gioco con tutta la sua umanità – e non solo come politico – in questa vicenda.
Gli altri interventi sono dei medici Gian Battista Guizzetti, Mario Melazzini, Marco Maltoni, tutti e tre impegnati in prima fila accanto ai malati più gravi; del giurista Luciano Eusebi e di Fulvio De Nigris, il «papà» della Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna. In chiusura l’adesione alla vita pronunciata dall'attore e autore teatrale Alessandro Bergonzoni e dal noto giornalista del Tg1 Aldo Maria Valli.
Massimo Pandolfi, giornalista, caporedattore de Il Resto del Carlino-Qn, è già autore pro-life di due volumi che hanno suscitato ampio dibattito e ottenuto un grandissimo successo: Liberi di vivere (2008), proseguimento naturale di L’inguaribile voglia di vivere (Edizioni Ares, 2007). Per le Edizioni Ares, Pandolfi ha scritto e pubblicato anche Inchiostro Rosso nel 2004 e Un Poliziotto in galera nel 2005.
L’aborto non è solo materia di cronaca quotidiana, e di battaglia politica. Esso non inizia con le leggi che lo legalizzano,così come non era un delitto «come un altro» quando era considerato un crimine. La polemica politica sull’aborto è quindi giusta, ma quasi sempre inadeguata. Perché lo considera soprattutto come un fare male,un malaffare,senza indagare la sua natura in quanto malessere,essere nel male,in una situazione di forte disordine e disagio. Sconfiggere l’aborto e i suoi orrori, legalizzati o illegali, significa dunque niente meno che prendersi la responsabilità di rifiutare la tentazione regressiva,egoista ed onnipotente,della conservazione dell’esistente,aprendosi al nuovo che ogni giorno nasce e ci chiede accoglienza ed amore. Significa accettare di sacrificarci per lui, per il bimbo che viene nel mondo, anziché sacrificarlo al nostro piacere, ma soprattutto al nostro, soltanto immaginato,potere su un esistente,la realtà,che invece nella sua incessante trasformazione,ci oltrepassa e ci trascende,in ogni momento.
AUTORE Claudio Risè, psicanalista, docente di Sociologia dei processi culturali e delle comunicazioni all’Università dell’Insubria (Varese), lavora da oltre un quindicennio sulla psicologia del maschile, e sui problemi derivanti dalla crisi della figura paterna. Su questo tema ha pubblicato,con San Paolo Edizioni,Il Padre l’assente inaccettabile (2007), giunto alla quarta edizione nel primo anno di pubblicazione. I suoi libri Essere Uomini e Parsifal (Red edizioni) sono stati tradotti rispettivamente in portoghese (Ser Hombres, Lyra editorial) e in spagnolo (Perceval, Editorial Ibis). Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato anche Il mestiere di padre (2004), Oltre l’omosessualità (2007), Cannabis(2007)
Come funzionano un'indagine e un processo penale? Quando si deve fare una denuncia? Chi è il pubblico ufficiale? Domande frequenti, che non trovano in genere risposte esaurienti. Per chi opera oggi nell'area sanitaria è importante saper inquadrare con sufficiente chiarezza i confini, i significati e, soprattutto, gli effetti dell'indagine e dell'azione penale. Con l'obiettivo di "mediare" tra la sfera bio-medica e quella giuridica, questo manuale fornisce gli strumenti essenziali per comprendere i principi generali del diritto penale e del diritto processuale penale, focalizzando l'attenzione sui reati e sulle leggi di particolare interesse sanitario.
In questo libro l’autore si propone di spiegare in modo molto semplice, ma preciso il contenuto della legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita e le scelte giuridiche ed etiche fatte dal legislatore in materia di fecondazione artificiale. Nell’excursus delle varie pagine vengono così toccate le questioni essenziali relative alla vita nascente.
Con una preliminare messa a fuoco sullo statuto della bioetica, sulla pluralità di prospettive presenti nel panorama attuale e sull'orizzonte laico entro il quale si inscrive il percorso d'analisi proposto, il volume affronta le implicazioni giuridiche, oltre che morali, degli interventi sulla vita resi attuabili dai progressi in ambito biomedico. Su queste basi, diviene possibile intraprendere una riflessione critica intorno alle questioni che animano il dibattito: i doveri del medico rispetto ai diritti del paziente, l'impatto della società multiculturaie sulla medicina, il consenso informato e il testamento biologico, i rischi derivanti dalle applicazioni della genetica, la procreazione medicalmente assistita e l'interruzione della gravidanza, nonché i temi bioetici di fine vita (stato vegetativo, eutanasia, cure di fine vita e dignità del morire). La sfida è individuare linee d'azione condivisibili e soluzioni applicabili, a livello normativo, nella deontologia e nel diritto, in una prospettiva orientata al rispetto delle differenze e alla valorizzazione dell'autonomia.
Lo sviluppo della tecnologia e della medicina non ha eliminato il problema della sofferenza umana e del suo senso.Alcuni protagonisti del panorama culturale e sanitario italiano entrano nel vivo del dibattito, portando autorevoli contributi sotto diverse angolature complementari.
AUTORI
Prof.Alfredo ANZANI,Vice Presidente FEAMC (Federazione Europea Associazioni Medici Cattolici),Docente di Etica Clinica, Scuole di specializzazione Facoltà di Medicina e Chirurgia,Università Vita Salute San Raffaele,Milano.
Prof.Massimo CACCIARI,Professore di Estetica,Facoltà di Filosofia Università Vita Salute San Raffaele,Milano.
Dott.Alberto CAIRO,Responsabile del Progetto Ortopedico Afghanistan per il Comitato Internazionale della Croce Rossa.
Prof.Giorgio LAMBERTENGHI DELILIERS,Presidente della Sezione di Milano Associazione Medici Cattolici Italiani, Dipartimento di Scienze Mediche,Ospedale Maggiore IRCCS.
Prof.Mario MELAZZINI,Direttore dell’U.O.di Day Hospital Oncologico,Istituto Scientifico Fondazione Maugeri,IRCCS,Pavia.
S.E.Mons.Gianfranco RAVASI,Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura,Città del Vaticano.
Accanimento terapeutico? Oppure uccisione di una disabile che non ha chiesto di morire e che ha subito la morte a causa della sua condizione, ritenuta indegna di essere vissuta? Un affare privato o una vicenda che riguarda tutti?
Una donna che era già morta diciassette anni fa? Davvero aveva chiesto di essere uccisa?
Un padre che rispetta la volontà della figlia o che vuole farla morire per le proprie convinzioni?
E i giudici: hanno applicato la Costituzione e le leggi o
hanno pronunciato una ingiusta condanna a morte?
Un processo giusto o iniquo?
Molti sono i dubbi che nascono dalla vicenda di Eluana Englaro, molte le domande che bruciano: non possiamo voltare le spalle per non riflettere su ciò che è accaduto.
Il testo vuole essere una guida di rapida consultazione per gli operatori sanitari che vengono a trovarsi in situazioni concrete di disagio e difficoltà nei confronti di quanto viene loro richiesto in ordine alla soppressione certa o eventuale di un essere umano appena concepito o in una fase più avanzata dello sviluppo prenatale.