Come ogni anno l'arcivescovo Angelo Scola ha scritto un caloroso messaggio alle famiglie ambrosiane in occasione del Natale. In questa lettera il Cardinale richiama il cuore del messaggio cristiano, ricordando che "Natale è molto di più che la festa dei buoni sentimenti: è la festa della Misericordia". Chiarissimo il richiamo all'Anno santo e al Giubileo straordinario indetto da papa Francesco: è proprio la misericordia, che riconosciamo come il volto di Dio, a ispirare lo stile di vita della famiglia credente e, in particolare - ricorda Scola - la relazione tra genitori e figli. "La misericordia è la stoffa del rapporto genitori-figli, soprattutto nella fase educativa, tanto decisiva quanto delicata". Un modo semplice ma efficace per portare gli auguri a tutte le famiglie durante le benedizioni natalizie.
Cos’è la pastorale familiare? Quali
sono le sue origini e i suoi contenuti? Come si articola concretamente
nel vissuto quotidiano delle nostre comunità? Quali presupposti, quali attenzioni richiede perché raggiunga veramente il suo scopo, e cioè mettere la famiglia al centro della vita delle nostre parrocchie? Il volume tenta di rispondere a queste domande. Nella prima parte – scritta da Pietro Boffi
– si cercherà di presentare la genesi stessa della pastorale familiare, per seguirne poi lo sviluppo fino alle istanze più recenti, quelle che hanno portato papa Francesco a indire i due Sinodi. Nella seconda, di taglio pratico- operativo, i coniugi Lucia e Giuseppe Petracca Ciavarella cercheranno, invece, di delineare ambiti di azione, modalità operative, strutture e competenze
che sono da un lato necessarie e dall’altro auspicabili perché la cura
e l’accompagnamento della famiglia non resti una bella espressione nei documenti dei vescovi, ma diventi una realtà vicina agli uomini di oggi, alle loro ansie, alle loro attese, ai loro fallimenti e alle loro ferite, ma non solo. non resti una bella espressione nei documenti dei vescovi, ma diventi una realtà vicina agli uomini di oggi, alle loro ansie, alle loro attese, ai loro fallimenti e alle loro ferite, ma non solo.
Pietro Boffi è il responsabile del Centro di Documentazione del CISF e – sempre presso tale Centro studi – incaricato dei settori Pastorale familiare e Politiche familiari. Pubblicista, dal 1990 è consulente di redazione della rivista bimestrale Famiglia Oggi e autore di svariati libri e articoli sulle tematiche familiari. Ha tenuto corsi di politiche familiari presso la Facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano e presso i corsi di diploma in pastorale familiare dell’Istituto Giovanni Paolo
II. Dal 1994 a oggi è membro della Consulta Nazionale di Pastorale Familiare della CEI.
Lucia Miglionico e Giuseppe Petracca Ciavarella sono sposati da 33 anni e hanno 4 figli. Entrambi medici presso l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (lei pediatra oncologa, lui medico nucleare), sono responsabili della pastorale familiare della Puglia e membri della Consulta Nazionale di Pastorale della Famiglia (Cei).
L'opera presenta la pastorale della pace come categoria-orizzonteprincipio-simbolo di tutta la pastorale e come percorso più idoneo a esprimere la materiale vicinanza della Chiesa agli ultimi, in particolare del Mezzogiorno d'Italia, e a coniugare il binomio "evangelizzazione e promozione umana". Il lavoro affronta il magistero di quattro vescovi del Sud, relativamente al lavoro, alla qualità della vita, alle migrazioni e alla guerra. Nella loro azione pastorale e presente, come filo conduttore, la pace che è shalom, pienezza di vita, che nasce dalla giustizia, che si esprime nella condivisione della sofferenza e nella promozione di attività di sostegno e di sviluppo dell'uomo e del territorio. Essi hanno insegnato con la prassi che il Vangelo invita a "sporcarsi le mani", dimostrando che senza testimonianza non esiste "buona novella", ma solo illusione. La loro pastorale della pace è la testimonianza concreta della rilevanza dell'annuncio cristiano nella storia, che riflette la fede come prassi di liberazione e trasformazione della realtà. Bello, Bregantini, Nogaro e Riboldi hanno anticipato, pur in modi tra loro differenti, il magistero di papa Francesco.
Questo volume - affiancandosi a quello dell'anno scorso - è rivolto alle figure cui è affidato il nuovo cammino diocesano dell'Iniziazione Cristiana dei ragazzi da 7 a 11 anni e contiene il testo delle relazioni esposte alle Quattro Giorni per le comunità educanti, tenute all'inizio dell'anno pastorale 2015-2016. Partendo da un'analisi del metodo integrato implicato nell'itinerario d'Iniziazione Cristiana e passando da una riflessione sull'evoluzione religiosa del bambino/ragazzo, il presente sussidio - nella ricchezza dei suoi diversi contributi - mette principalmente a tema la preghiera cristiana e le linee guida per un'educazione alla celebrazione liturgica, aspetti essenziali del vissuto credente. In appendice, inoltre, sono offerti alcuni interessanti approfondimenti: catecumenato e battesimo dei bambini in età scolare; catechesi e disabilità; arte e catechesi nel percorso dell'iniziazione cristiana: "leggere" un'opera d'arte come prolungamento della meditazione biblica.
Un libro intervista che, nelle risposte alle domande rivoltegli da diversi interlocutori, include alcune proposte volte a delineare un autentico rinnovamento nella Chiesa e nella società, nella speranza di contribuire a costruire un futuro migliore. Proposte che indicano passi concreti per questo rinnovamento e che, in alcuni casi, possono riservare sorprese.
Il testo propone alle comunità ecclesiali (parrocchie, diocesi, gruppi, movimenti, comunità religiose...) un percorso di formazione per accompagnare gli adulti nella loro esperienza di erranza, intesa come ricerca e possibilità permanente di ricminciare.
Il percorso è articolato in sette incontri formativi, con la seguente struttura: si parte da una testimonianza o da una buona pratica di "secondo annuncio" (Metterci in ascolto); segue un breve apporto che facilita l'interpretazione dell'esperienza ascoltata (Leggere le esperienze); infine, vengono proposte delle piste concrete per orientare le pratiche della propria comunità traendo profitto dall'esperienza ascoltata (Convertire le nostre pratiche pastorali).
Edizione in Spagnolo ed Inglese dei discorsi di papa Francesco nel suo viaggio a Cuba e in USA a settembre 2015.
"... se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei cieli" (Mt 18, 3). Così ha vissuto Enrico Galbiati uomo, sacerdote, educatore. Il libro raccoglie sue omelie e meditazioni di contesto bizantino (e latino), lezioni e conferenze inedite. Il testo biblico fa da trama alle riflessioni e ai commenti: a essa si intrecciano esperienze e incontri personali con uomini e donne di lingua, religione, ceto, funzione sociale diversi. Ma Galbiati prediligeva i bambini e ha scritto: "I bambini hanno tanti difetti, ma non hanno l'ambizione di primeggiare, di essere ritenuti superiori agli altri né di dominare sulla gente comune. Il discepolo di Gesù ha superato la crisi dell'ambizione, si è convertito, è ridiventato bambino, cioè umile". Le sue parole semplici, autentiche, vive, argute, perché nate dallo studio appassionato de "la" Parola, possono essere lette e rimeditate da tutti, sacerdoti e laici dell'unica chiesa ecumenica alla cui edificazione egli ha tanto contribuito.
Il testo raccoglie i più significativi temi di riflessione proposti dal vescovo di Adria-Rovigo agli operatori della carità: dalla caritas in parrocchia alla testimonianza dell'amore di Dio con le opere buone, troviamo i poveri al centro della comunità cristiana e scopriamo che educare alla carità nella verità significa educare alla carità evangelica, volendo il bene degli altri. Ma ciò è possibile perché, prima ancora che noi sappiamo amare Dio, il Padre ci ha amati e ci ha chiamati a diventare suoi figli: "Dio ci ha prescelti da tutta l'eternità, perché esistiamo nella carità" (Ef 1,4). Ci ha generati nell'amore, perché siamo anche noi "amore" e perché lo manifestiamo nel mondo.
Il Direttorio Omiletico colma finalmente un vuoto nella riflessione magistrale, risvegliando la coscienza comunitaria circa il difficile ma indispensabile compito della comunicazione liturgica della parola di Dio. Tommaso Federici è stato un pioniere del rinnovamento teologi,o-liturgico dell'Omelia, che amava definire "Omelia Divina" poiché parte insostituibile dell'antico rito della Liturgia Divina della Parola di Dio. EOmelia è evidente per se stessa e non ha bisogno di lunghi discorsi convincenti, quando essa è comunicata in modo semplice, con una profonda autenticità e secondo uno stile genuinamente evangelico. «È Francesco» che ci insegna che la competenza più visibile della nuova evangelizzazione si esprime nel "saper comunicare" autenticamente e con gioia il Vangelo della Vita. In questo saggio, l'Autore studioso di Catechetica esamina il Direttorio Omiletico, focalizzandone, .da un lato, la prospettiva comunicazionale e la dimensione kerygmatico-mistagoglca, dall'altra demarcando gli ambiti omiletici da quelli strettamente catechetici.
Kerygma e mistagogia costituiscono le chiavi che aprono la fedeltà tradizionale alla creatività dinamica di una nuova evangelizzazione aperta alle culture. Solo in questo modo, sul piano teologale, si può manifestare la via pulchritudinis dello splendore della "Comunicazione Divina"
Il volume non vuole e non osa tracciare una "storia universale" della catechesi e dei catechismi in epoca moderna•. Si limita a evidenziare alcuni momenti ritenuti più significativi del fatto catechistico.
L'attenzione è rivolta prevalentemente all'Europa (che, del resto, costituiva allora il cuore della cristianità) e, nell'Europa, piuttosto all'Italia, alla Francia, all'Austria, alla Germania, in parte alla Spagna. Ma nemmeno per questi Paesi sono rievocati tutti i momenti importanti e tutti i protagonisti. Sono assenti, invece, il Belgio, l'Olanda, la Gran Bretagna, l'Irlanda, i paesi slavi non appartenenti alle monarchie austro-ungariche, il Canada, gli Stati Uniti, IX ca, l'Oceania. Si deve riconoscere, tuttavia, che tutti gli esclusi, in misura non piccola, furono tributari della produzione e dei metodi catechistici portati dall'Europa da operatori europei.
I vari "momenti" storici vengono raggruppati in quattro fondamentali angolazioni, che approssimativamente corrispondono ad altrettanti periodi storici.
La prima parte è dedicata alla grande produzione "classica" di catechismi agli inizi del"esplosione" catechistica. Quelle umili compilazioni cinquecentesche praticamente resistono lungo l'intera epoca moderna, arrivando fino al secolo XIX. Solo con il Novecento, specialmente nella seconda metà, essi esauriscono il loro compito e finiscono di "fare storia", mentre muta radicalmente il globale "evento catechistico" tradizionale.
Nella seconda parte si tenta di descrivere forme, protagonisti e strumenti di quella "catechizzazione universale" che viene perseguita con tenacia ed esiti dissimili tra il XVII e il XIX secolo. Se ne sfiora, insieme, il carattere problematico: essa si sviluppa in regime di "cristianità", quando la cristianità stessa, in sé precaria, va lentamente erodendosi.
La terza parte, invece, rievoca diverse proposte di rinnovamento o di ammodernamento, che si succedono proprio nella fase centrale del periodo della catechizzazione generalizzata con metodi tradizionali.
I due processi, uno innovatore e l'altro sostanzialmente statico, si riproporranno con accresciuta consapevolezza nel secolo XIX, in un dissidio formalmente insanabile, ma virtualmente aperto alla complementarità. Di essi si occupa la quarta parte.
La sintesi, per quanto incompleta, potrà risultare utile e stimolante nell'esperienza come anche nell'impegno di ricerca. Si potrebbe, se non altro, ricavare dalla visione complessiva del percorso storico della catechesi e dei catechismi nell'età moderna una lezione indiretta di concretezza e di "umiltà" pastorale; insieme all'invito all'impegnata riflessione su un consistente sforzo secolare rivolto a garantire precisione e relativa integrità all'istruzione educazione dei fedeli e, contemporaneamente, almeno nelle intenzioni, a conferirgli vitalità ~praticità.
implicita la fiducia che il tentativo intrapreso con il presente saggio possa indurre e incoraggiare a forme di ricerca pi√π estese ed approfondite.
"Laudato si', mi' Signore", cantava san Francesco d'Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l'esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: "Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba". Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell'uso irresponsabile e dell'abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c'è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell'acqua, nell'aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c'è la nostra oppressa e devastata terra, che "geme e soffre le doglie del parto" (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.