Secondo l'interpretazione più diffusa, sotto il dominio di Roma, le numerose genti italiche (i Latini, gli Umbri, gli Etruschi, i Marsi, i Sanniti, i Liguri, i Lucani, gli Apuli ecc.) hanno dato vita a una patria comune, a una "terra Italia" estesa dal confine delle Alpi allo Stretto di Messina, con una sua "lingua nazionale" (il latino) e valori comuni, tipici del carattere italico: la virtù guerriera, la religiosità, la vita dei campi. In questo libro, invece, Giardina racconta la storia dell'Italia antica, sottolineando come non si sia mai andati al di là di "storie" di una identità incompiuta, in quanto mai vennero meno gli elementi contrari al processo di unificazione: la consapevolezza della diversità fra le genti, la rivalità fra città, ecc.
Gli splendori di Versailles, gli sprechi di un'aristocrazia al tramonto, le follie dell'etichetta sono spie di una società complessa e fortemente gerarchizzata, in cui il particolare più trascurabile acquistava un significato enorme. Un vestito, una carrozza, un cane non erano un lusso fine a se stesso, bensì una necessità per il cortigiano, uno status symbol che ne accompagnava l'ascesa o la disgrazia. Questo sistema di interazioni aveva il suo punto di equilibrio nel re che esercitava il potere assoluto. Analizzando con rigore la logica interna del "gioco" e la condotta dei "giocatori", Elias ricostruisce le origini e l'evoluzione di un sistema sociale nato in Frnacia, ma affermatosi poi in tutta l'Europa fino alla rivoluzione e oltre.
Elisa Springer aveva ventisei anni quando venne arrestata a Milano, dove era stata mandata dalla famiglia per cercare rifugio contro la persecuzione nazista, quindi fu deportata a Auschwitz il 2 agosto 1944. Salvata dalla camera a gas dal gesto generoso di un Kapò, Elisa sperimenta l'orrore del più grande campo di sterminio. Eppure conserva il desiderio di vivere e una serie di fortunate coincidenze le consentiranno di tornare prima nella sua Vienna natale e poi in Italia. Da questo momento la sua storia cade nel silenzio assoluto, la sua vita si normalizza nasce un figlio e proprio la maternità è il segno della riscossa. È per lui che Elisa ritrova le parole che sembravano perdute per raccontare il suo dramma.