Da vent'anni Jonathan Haidt, psicologo morale e filosofo, indaga i meccanismi profondi che regolano la nostra esistenza, fatta di scelte su cosa per noi è giusto o sbagliato, di valori che crediamo universali, di unioni e di laceranti divisioni, di giudizi e pregiudizi. L'obiettivo è rispondere a una domanda che riguarda il nostro stesso stare al mondo, dalla semplice quotidianità al massimi sistemi della politica e della religione: per quale motivo non riusciamo ad andare d'accordo, e anzi ci dividiamo così facilmente in gruppi, in tribù ognuna delle quali è convinta di essere nel giusto? il risultato è "menti tribali", un libro che propone una via alla convivenza e al dialogo, partendo dalla comprensione dei meccanismi biologici ancestrali da cui nasce la nostra ricerca del bene.
Fare previsioni non è affatto semplice. Anche se la mole di informazioni disponibili aumenta a ritmo vertiginoso, la quantità di verità e segnali utili alla nostra conoscenza del mondo non tiene lo stesso passo. La maggior parte è solo interferenza e il rumore sta crescendo molto più che il segnale. Nate Silver, statistico, uno dei pensatori più originali dell'ultima generazione, affronta un tema centrale nella vita di tutti poter basare le proprie scelte su previsioni che si riveleranno affidabili nel tempo con uno stile brillante, trasformando anche le questioni più teoriche in qualcosa di divertente, interessante e necessario. Dalla politica all'economia, passando per i tanti campi di applicazione della statistica nella vita quotidiana, dal poker alla meteorologia, dai terremoti al gioco degli scacchi, fino alla possibilità di scoprire il tradimento di un partner ritrovando un indumento sospetto in giro per casa. Dopo aver letto "Il Segnale e il Rumore" imparerete a prestare attenzione alle previsioni del meteo per i giorni seguenti ma a diffidare da quelle che vanno oltre la settimana. Darete un peso diverso ai sondaggi politici e a come investite il denaro in borsa. Capirete che non è possibile prevedere quando ci sarà il prossimo devastante terremoto ma che potreste mettervi in salvo in caso di uragano.
Si pensa spesso che la storia racconti il come e il quando, mentre la scienza spieghi il perché delle cose (a volte in maniera complessa e poco accattivante). Esiste però la storia della scienza, che parla di come, quando e perché il genere umano sia arrivato a interpretare e a trasformare così profondamente la realtà del mondo. E questa che avete in mano è una storia curiosa della scienza, ovvero basata sull'approccio più autentico e stimolante verso il sapere - la curiosità, appunto. In questo volume, il primo di una serie che parte dalle origini per arrivare all'oggi, si parla non solo dei grandi pensatori del passato, ma dell'evoluzione del pensiero: come dal mito si è giunti all'osservazione naturale, come è nata la scrittura, la medicina, la filosofia; e le idee straordinarie che hanno segnato l'intera storia dell'Europa, da Pitagora a Socrate a Platone e Aristotele. Flavio Oreglio è stavolta in veste di divulgatore, forte della sua formazione scientifica e del suo talento narrativo.
Qualità individuale, virtù pubblica, fondamento dei legami e delle relazioni: il concetto di responsabilità è tanto pervasivo quanto apparentemente intuitivo, ma in realtà a uno sguardo più attento rivela grandi sorprese e questioni aperte. Mario De Caro, Andrea Lavazza e Giuseppe Sartori, proseguendo l'analisi condotta in "Siamo davvero liberi?", incrociano i risultati delle neuroscienze e della psicologia sperimentale, le indagini filosofiche e gli aspetti giuridici. Se il mondo e il cervello sono deterministici, può esistere la responsabilità? Fino a che punto è possibile attribuirsi le conseguenze di un'azione? Quando, in sede penale, possiamo essere imputabili di un reato? Cosa significa, in definitiva, una vita vissuta responsabilmente? Domande fondamentali non solo sul piano intellettuale, ma anche per le loro ricadute sulla nostra esistenza e sulla società.
Questo libro parla di noi, dei nostri amici, dei nostri figli. Dei nostri consumi, dei nostri comportamenti, del nostro modello di sviluppo. Questo libro non raccomanda di fare la raccolta differenziata. Non invita a comprare un'auto ibrida. Non propone di farsi un orto in balcone. Questo libro dice la verità. E non c'è niente di più preoccupante. Stephen Emmott è uno dei più importanti scienziati della sua generazione e crede fermamente nella possibilità di valutare scientificamente le trasformazioni che la nostra specie sta operando sull'ecosistema globale. E soprattutto di prevedere quello che succederà quando, tra pochi decenni, saremo dieci miliardi di esseri umani sul pianeta. In queste pagine, che sono state anche il testo per uno spettacolo teatrale di successo a Londra, Emmott mette a fuoco tutto quello che crediamo di sapere su questi temi (riscaldamento globale, deforestazione, scarsità di acqua...) e sostituisce il nostro pigro fatalismo, o il nostro cinico disinteresse, o il nostro tecnologico ottimismo, con un sentimento molto più sgradevole ma anche molto più sensato: la paura. Perché se vogliamo salvare il mondo per i nostri figli, bisogna avere paura di quello che stiamo facendo e cambiare rotta in modo deciso e molto in fretta.
Che cosa direbbe un bonobo a un ateo? Anzitutto lo esorterebbe a smettere di darsi tanto da fare per dimostrare l’assenza di un dio. La legge morale dentro di noi è nata ben prima delle religioni, che svolgono la funzione non di produrla, ma soltanto di sostenerla.
Frans de Waal si pone qui l’obiettivo di sondare l’origine della morale. Con il rigore scientifico e la prosa accattivante che gli sono soliti, ci mostra come i comportamenti morali dell’uomo, la cui giustificazione ultima è tradizionalmente ricercata nella componente religiosa, siano in realtà il frutto dell’evoluzione naturale e derivino da modi di agire e di sentire già presenti, a diversi livelli, in altri mammiferi.
L’etica è nata dal basso e si è evoluta nel mondo animale, in particolare fra i primati, da forme embrionali di socialità, da pratiche di socializzazione come il grooming (la pulizia reciproca del pelo) e la sessualità, dallo sviluppo dell’empatia, dalla presa d’atto che l’altruismo e la cooperazione apportano vantaggi alla comunità, concorrendo ad accrescere le possibilità di sopravvivenza di tutti e di ciascuno. La proposta finale di De Waal è quella di un umanesimo non religioso, anche se non antireligioso, che sviluppi al meglio le capacità naturali umane.
La storia delle biotecnologie non possa essere compresa senza tener conto dell'ascesa, simultanea, dell'economia neoliberista come forza politica ed economica. Indagando gli sviluppi delle tecnologie del DNA ricombinante del 1970, le politiche dell'amministrazione Bush sulla ricerca sulle cellule staminali, l'autrice fa risalire l'utopia del libero mercato alla crescita delle sue contraddizioni interne e alla privatizzazione delle scienze della vita.
La rivoluzione biotech ha ricollocato la produzione economica a livello genetico, microbiologico, cellulare. Partendo dall'assunto che la vita è stata catturata dai circuiti di valorizzazione economica, Cooper rintraccia i rapporti che intercorrono tra pratiche economiche, politiche e sociali. Analizando le politiche della scienza nel periodo reaganiano, la militarizzazione delle biotecnologie, l'imperialismo farmaceutico e il movimento per la vita, l'autrice mette in luce l'impulso speculativo che ha animato lo sviluppo della bioeconomia. Il libro offre un quadro sia della dimensione transformativa, terapeutica delle attuali scienze della vita, sia della violenza, dell'obbligo, della servitù del debito che si diffondono con l'emergere della bioeconomia stessa.
L'autrice
Melinda Cooper è ricercatrice presso l'Università di Sydney. Ha precedentemente svolto attività di ricerca presso il Centre for Biomedicine and Society al King's College di Londra. Numerosi sono i suoi lavori sulle biotecnologie e le trasformazioni economiche.segnaliamo il suo ultimo lacoro in collaborazione con Catherine Waldby, Clinical Labour: Human Research Subjects and Tissue Donors in The Global Bioeconomy, Duke University Press, 2013.
La fisica quantistica è la più solida base delle nostre conoscenze. Praticamente tutto ciò che sappiamo sul mondo passa per questa disciplina, e sono tantissime le realizzazioni pratiche che questa scienza ha reso possibili: dal laser ai transistor, dalla risonanza magnetica al telefono cellulare che ognuno di noi ha in tasca. Eppure, per la grande maggioranza delle persone si tratta di una materia totalmente ignota, ritenuta troppo "difficile", "arida" nella sua trattazione matematica, o "astrusa" nei suoi assunti di base. Nel migliore dei casi, un gioco per menti eccentriche, terribilmente complesso, al quale non conviene avvicinarsi, e che comunque nulla ha a che fare con la poesia del mondo. E questo è un vero peccato, perché la fisica quantistica è innanzi tutto "bella", almeno quanto la poesia; e sebbene sia in effetti controintuitiva in maniera sconcertante (come la poesia) e a suo modo complicata, per capirne i segreti non è affatto necessario conoscere la matematica, almeno se a raccontarcela sono il Premio Nobel Leon Lederman e il suo collega Christopher Hill. Il dono della divulgazione di questi due autori, la loro verve stilistica e la loro indubbia competenza, permettono infatti a chiunque legga "Fisica quantistica per poeti" di capire finalmente a fondo fenomeni reali (eppure in un certo modo fiabeschi), come l'esistenza di particelle che "sanno" dove andare ancor prima di partire o che possono trovarsi in due luoghi contemporaneamente.
Qual è la situazione della comunicazione scientifica in Italia? Da un lato, vi è un pubblico che esprime una forte domanda di informazione, che ha poi spesso difficoltà a gestire. Dall'altro, vi sono scienziati e istituzioni che non sempre si dimostrano in grado di comunicare con la società. Nel mezzo, un mercato in continua evoluzione in cui i giovani professionisti sono chiamati a cimentarsi con temi e media diversi. Il testo ripercorre le esperienze passate ed espone i trucchi del mestiere di chi fa comunicazione della scienza.
A partire dal progetto genoma umano e dalla nascita della Celera Genomics di Craig Venter, le scienze della vita ci avevano promesso cure miracolose e una rivoluzionaria comprensione dell'essere umano. Dov'è oggi quel mondo nuovo? In "Geni, cellule e cervelli" i coniugi Rose mettono in discussione il ricchissimo apparato di questa mastodontica biotecnoscienza, in cui la ricerca accademica ha incrociato pericolosamente gli interessi economici di Big Pharma e del comparto militare. Società biotech, spregiudicati venture capitalist, scienziati-imprenditori e brevetti commerciali, ma anche il bisogno sempre più impellente di liberare la ricerca scientifica dai rischi della sua mercificazione. Hilary e Steven Rose firmano uno dei libri più coraggiosi degli ultimi anni, una riflessione onesta e provocatoria sui delicati rapporti tra scienza e società civile.
La vita di Erwin Schrödinger, premio Nobel per la Fisica nel 1933, autore del famoso esperimento mentale in cui un gatto - vivo e morto allo stesso tempo rivela la natura paradossale della meccanica quantistica, merita davvero di essere raccontata. Nel 1906, quando Schrödinger fece il suo ingresso all'università, Einstein aveva già pubblicato i suoi articoli rivoluzionari sulla relatività, e una nuova generazione di scienziati, fra i quali Werner Heisenberg, Paul Dirac e Niels Bohr, stava per fare il suo ingresso nella storia. In questa biografia, John Gribbin ci conduce nel cuore della rivoluzione quantistica. Con maestria e garbo, ci narra la storia della vita incredibilmente affascinante e singolare di Schrödinger, fisico geniale e impenitente seduttore, che si presentò all'Università di Oxford, per un colloquio, con la moglie e l'amante. Il racconto della vita di Schrödinger e della sua celebre equazione d'onda quantistica permetterà ai lettori di immergersi in uno dei periodi più fertili e creativi dell'intera storia della scienza.
In questo libro gli autori documentano che la società italiana, pur essendo entrata nella famiglia delle società industriali avanzate, continua ad essere caratterizzata da un diffuso e radicato analfabetismo scientifico quotidianamente alimentato dalla esiziale presenza attiva di ideologie radicalmente ostili alla scienza, alla tecnica e al mercato. Il che costituisce uno sconcertante paradosso storico, dal momento che sono proprio la scienza, la tecnica e il mercato i potenti motori di quella epocale rivoluzione in permanenza che siamo soliti chiamare modernizzazione. Il risultato è un libro indispensabile per prendere coscienza di ciò che il nostro Paese ha bisogno per evitare la deriva della regressione storica e per garantire un futuro alle nuove generazioni.