L'agile testo intende fare il punto sulla grande trasformazione culturale dell'Europa, dovuta alla crescente visibilità di una diversità religiosa, per molti aspetti, inedita ed inattesa. Tale tema sarà affrontato, da un lato, descrivendo le principali caratteristiche della nuova mappa religiosa europea e, dall'altro, analizzando, i vari modelli adottati dagli Stati dell'Unione per riconoscere e gestire la crescente diversità religiosa. Lo scopo, in buona sostanza, è di fornire sia una bussola per leggere il cambiamento religioso in atto, sia per interpretare l'impatto che tale mutamento ha in campo sociale e politico. La bussola sarà anche un glossario di base utile per classificare e distinguere i vari fenomeni e dati presentati nel testo. L'orizzonte europeo permetterà, infine, a chi legge di comprendere la peculiarità del caso italiano, cui sarà dedicato un apposito capitolo, rispetto soprattutto ai Paesi del Nord Europa. Nel corto respiro della sua storia nazionale, infatti, un Paese di tradizione cattolica si misura con una diversità religiosa elevata, mostrando difficoltà e paure, ma anche la capacità d'inventare luoghi e momenti d'incontro fra persone di differenti fedi.
«Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio»: Francesco ha pronunciato questa frase nel suo noto discorso del 17 ottobre 2015, commemorando il cinquantesimo anniversario dell'istituzione del Sinodo dei vescovi ad opera di Paolo VI. Si tratta di un'affermazione programmatica che si articola nella sua chiamata alla riforma della Chiesa attraverso una conversione pastorale e un'uscita missionaria. La presente opera offre saggi e riflessioni sulla riforma della Chiesa in chiave missionaria, così come è pensata da Francesco, una riforma della Chiesa e nella Chiesa che può realizzarsi solo attraverso l'avvio di processi sinodali.
La Bibbia è al centro della cultura occidentale: per le due fedi che la considerano sacra è il fondamento della loro religione, l'autorità su cosa credere e come vivere la parola di Dio. Per i non credenti è invece una delle grandi opere della letteratura mondiale, intrecciata in modo decisivo alla nostra lingua e al nostro modo di pensare. Questo libro dimostra però che la Bibbia non è il testo fsso e monolitico che viene spesso percepito, ma il risultato di un lungo e avvincente processo evolutivo lungo secoli: dagli inizi remoti fno ad oggi, John Barton descrive come e quando sono stati scritti i racconti, le leggi, i proverbi, le profezie, le poesie e le lettere che la compongono, cosa sappiamo - e cosa non potremmo mai sapere - dei loro autori e di cosa avrebbero voluto dire, getta nuova luce sui passaggi anche più familiari, esponendo non solo le fonti tradizionali ma anche il modo con cui scribi e studiosi li hanno riuniti e rimodellati. E districandosi lungo il processo attraverso il quale alcuni testi considerati santi divennero canonici mentre altri non vennero inclusi, invita ad allontanarsi da una lettura letterale del testo, impossibile da ricostruire con certezza, per concentrarsi invece sul signifcato più profondo che lo rende, per eccellenza, il Libro dei libri.
Quali sono le scelte giuste che genitori e adulti devono fare oggi per educare i figli e i giovanissimi all'affettività e a una sessualità gioiosa e responsabile? Come orientare i giovani alla conoscenza di se stessi e all'uso responsabile delle proprie emozioni e dei propri desideri? Nel testo si cerca di dare risposte a questi interrogativi attraverso un percorso scandito da tre "S-: Sapere (come funziona il mondo emotivo). Saper fare (come educarlo). Saper essere (come viverlo).
In seguito alla pubblicazione nel 1905 di "Eretici" - una raccolta di saggi in cui l'autore attacca con stile brillante e corrosivo i dogmi della sua epoca - Chesterton fu sfidato dalla critica a indicare quale fosse la propria visione del mondo. Tre anni più tardi, nel 1908, diede alle stampe "Ortodossia". In quest'opera, ricchissima di idee e di suggestioni, lo scrittore inglese esprime la sua incrollabile fede cristiana, di cui argomenta con rigore, ma senza rinunciare al gusto per il paradosso, l'assoluta ragionevolezza. Tutte le obiezioni e le accuse che vengono di norma rivolte al cristianesimo sono affrontate con schiettezza, discusse e infine puntualmente rovesciate. Il risultato, spesso sorprendente, è la dimostrazione che anche i punti più astrusi della dottrina colgono una verità profonda dell'essere umano. In particolare, nel cristianesimo l'autore individua un insieme di valori spirituali e morali in grado di difendere l'uomo da ciò che, minando la bellezza e la santità della vita, lo rende infelice: le ingiustizie del capitalismo, le teorie materialiste e deterministe (in particolare l'evoluzionismo), le eresie del passato e del presente. Il cristianesimo, per Chesterton, è la sola risposta possibile a quell'aspirazione al Vero, al Bene, al Bello, al Giusto, che abita nel cuore di ciascuno di noi.
“I romanzi di Dostoevskij continuano a riproporre la domanda di cosa sarebbe possibile se noi vedessimo il mondo in un’altra luce, la luce offertaci dalla fede” (Rowan Williams). Tale domanda emerge con forza dal vissuto dei personaggi delle opere del grande autore russo. Il percorso delineato in questo libro ci conduce nel loro mondo interiore e nelle sofferenze che li travagliano, aiutandoci a scorgere la potenza che le parole e le azioni di Cristo esercitano su di essi. Da ciò possiamo anche noi essere provocati a riconoscere Cristo nelle nostre esperienze esistenziali, soprattutto nei momenti più oscuri e nelle situazioni che paiono senza via di uscita.
Simonetta Salvestroni ha insegnato lingua e letteratura russa e critica del cinema presso l’Università di Cagliari. È autrice di saggi su Fedor Dostoevskij e sulla poesia russa del Novecento, e in ambito cinematografico di vari articoli e libri su Werner Herzog e Carl Theodor Dreyer. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Dostoevskij e la Bibbia (2000) e Il cinema di Tarkovskij e la tradizione russa (2006).
Il volume raccoglie una serie di contributi che mettono a confronto con l'oggi i temi che furono propri del beato Odoardo Focherini, martire della fraternità e della speranza, deportato nel campo di concentramento di Flossenbürg e morto, a 37 anni, nel sottocampo di Hersbruck nel 1944. Giovane carpigiano di origini trentine, primo giornalista a essere beatificato dalla Chiesa cattolica, negli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale si impegnò in prima persona e riuscì a mettere in salvo molti ebrei. La straordinarietà del suo esempio risiede nel fatto che egli non fu un eroe predestinato al gesto esemplare, ma un cristiano comune che visse secondo il Vangelo come un laico autentico. Dai vari interventi emerge con chiarezza l'attualità della sua figura, capace di aprirsi all'altro, opporsi all'antisemitismo, scegliere di non omologarsi alla cultura dominante. Contributi di Ermenegildo Manicardi, Luigi Lamma, Erio Castellucci, Giovanni Rossi, Guido Dotti, Milena Santerini, Giorgio Vecchio, Alessandro Rondoni, Roberto Righetti, Brunetto Salvarani.
Nata e sviluppatasi all'inizio del Novecento, l'attività pubblicistica di Studium procede attraverso tre periodi, a cui corrispondono altrettante fasi di vita e di azione culturale. 1. Dall'atto della fondazione, nel 1906, a Firenze, come rivista della Federazione degli universitari cattolici (FUCI), all'avvento del fascismo. La riflessione della rivista verte in questo periodo sui rapporti tra fede e cultura moderna, fede e scienza, cristianesimo e democrazia, e sui problemi dell'istruzione universitaria, sui rapporti tra Università e società, sul tema della libertà dell'insegnamento. Studium diventa la prima rivista di ispirazione cattolica presente in campo culturale. Rivista universitaria, anzi organo di fatto della FUCI, che tuttavia, già nella sua presentazione, non intende "restringersi in un ambito di partito come semplice organo di istituzioni cattoliche". 2. Il periodo del Ventennio. Studium, diretta da Guido Lami (1923-1925), si stampa a Bologna, fino a quando, con la nomina dall'alto della nuova presidenza della FUCI, viene definitivamente trasferita a Roma (1925). Il periodo del Ventennio è vissuto da Studium all'insegna della differenziazione, del volontario "far parte a sé" e della coraggiosa resistenza al regime e alla sua "etica"; atteggiamento che si concreta nell'opera tenace di formazione delle coscienze giovanili e nell'ispirazione cristiana della cultura e della professione. Nel 1933 Studium diventa organo del nascente Movimento Laureati di Azione Cattolica. 3. La ripresa democratica, che vede proseguire e ampliarsi i discorsi culturali e scientifici riguardanti le esigenze spirituali della persona e il concetto cristiano della professione. Nel 1945 assume la direzione di Studium Aldo Moro e la rivista affronta con particolare rigore la responsabilità della cultura cristiana nella ricostruzione politica ed economica del Paese. Studium, con fascicoli monografici, saggi, interventi critici, prosegue il suo itinerario di riflessione su grandi nuclei concettuali del pensiero contemporaneo, mentre pone attenzione costante ai temi della bioetica, dei diritti umani, della convivenza civile, così come ai problemi della scuola e dell'Università, che mettono in gioco il destino delle nuove generazioni. In un'epoca che soffre di eccesso di informazione, in larga misura omologata, la rivista segue in profondità filoni essenziali del pensiero, lo stretto rapporto tra scienza e filosofia, l'evoluzione della società, con sensibilità storica e aderenza a valori ideali perenni. Dà voce inoltre a momenti alti della letteratura e della spiritualità, ponendo in luce le ragioni della speranza nella complessità del nostro tempo.
Questo volume studia le collette della domenica e delle principali solennità del Signore, così come appaiono nell'editio typica tertia emendata del Missale romanum (2008), analizzando un totale di 76 brani. La ricerca si articola in sei fasi. Si evidenzia l'ambiente celebrativo nel cui contesto viene proclamata la preghiera; viene esposto il suo iter genetico; si indagano le eventuali risonanze bibliche e patristiche del testo; viene mostrata la struttura letteraria delle varie espressioni; vengono analizzati i rilievi lessicali e stilistici, individuando le figure retoriche e il cursus ritmico che conferiscono espressività e nobiltà alla prosa liturgica e come conseguenza di questo lavoro si sottolineano alcuni dei contenuti teologici e spirituali presenti in questi testi della tradizione liturgica romana.