Siamo alla fine del XII secolo. Saro ha dieci anni e giunge ad Assisi con il padre, per prendere servizio nella casa di un ricco mercante di stoffe. Si sente solo e più di ogni altra cosa al mondo desidera avere un amico. Quando il figlio maggiore del padrone, Giovanni detto “il Francesco”, lo prende sotto la sua protezione, Saro vede il suo sogno realizzarsi. Francesco dice di voler diventare un cavaliere? Ebbene, lui sarà il suo scudiero e il suo migliore amico, pronto a seguirlo ovunque. Gli anni passano fra incontri e avventure, affrontando insieme la guerra e la prigionia, fino a quando i due partono per la crociata con l’intenzione di coprirsi di gloria. Ma, inaspettatamente, Francesco decide di tornare ad Assisi: non vuole più essere un cavaliere. Che cosa gli è successo? Che cosa desidera veramente Francesco? Saro non lo capisce più. Ma, soprattutto, potranno ancora essere amici? La vita di Francesco d’Assisi vista attraverso gli occhi di un semplice. Il racconto a tratti buffo e a tratti commovente di una vicenda esistenziale unica. Una riflessione sul senso dell’amicizia.
L'autore riannoda i fili dell'avventura umana e religiosa di Chiara d'Assisi che sul giaciglio, prima di lasciare questo mondo, ricostruisce la sua storia di vita che lungo l'arco esistenziale l'ha legata a Francesco, il figlio del ricco mercante Bernardone. Dal racconto si evince il fascino che la figura di Francesco ha esercitato sulla badessa di san Damiano che nel momento cruciale della scelta di vita non esita alla rinuncia dei beni terreni pur di seguire il poverello, per stare al suo fianco nel tendere la mano ai derelitti, la schiera dei destinatari dei diritti negati. Una storia intrigante che a distanza di secoli rivendica la sua sconcertante attualità.
I Quaderni Francescani editi dall'Associazione Cardinal Peregrosso raccolgono gli Atti dei Convegni che si tengono con cadenza annuale a Pozzuolo Martesana (MI), nella antica chiesa di S. Francesco, sorta alla fine del XIII secolo per volere del cardinale Pietro Peregrosso. Il Convegno del 2021 ha voluto ricordare l’ottavo centenario della morte di Dante; attraverso i contributi di fra Paolo Canali, di Paolo Bartesaghi e di Mons. M.
Ballarini, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana. Anche il prof. E. Fumagalli, emerito di Letteratura italiana presso l'Università di Fribourg in Svizzera, ha voluto essere presente nella pubblicazione con un suo saggio inedito
Un "breviario" che, attraverso brevi citazioni e altrettanto brevi meditazioni e preghiere attualizzate, accompagna il lettore, giorno dopo giorno, per un anno intero. Autori e autrici, frati e suore, sacerdoti e semplici laici, famosi o sconosciuti ai più, dei primi o dei nostri tempi, giovani o anziani, che hanno lasciato tracce più o meno scritte della loro vita spirituale: testimonianze preziose, proprio perché "vitali" di come il carisma di san Francesco e di santa Chiara abbia arricchito e fatto bella la vita di tante persone anche oggi. L'abbondante ricchezza della spiritualità francescana!
L'affascinante vicenda della presenza francescana in Terra Santa, dentro la storia travagliata che va dalle crociate a tutta la dominazione musulmana di Gerusalemme. Mentre la violenza delle crociate si dimostrava impotente i frati minori prendevano pacificamente possesso dei luoghi santi, custodendoli fino ai nostri giorni e rendendo la Terra Santa patrimonio comune di tutti i cristiani. Il pellegrinaggio di Francesco in Terra Santa e il suo straordinario incontro con il sultano Al-Malik al Kamil, il nuovo carisma francescano e l’amore del poverello per Cristo e per i luoghi santi: tutto ciò ha dato origine alla storia francescana in Terra Santa, ripercorse da questo libro in modo intenso e coinvolgente.
Autore
ARTEMIO VÌTORES GONZÀLES ofm, nato a Cevico Navero (Spagna) nel 1948, è entrato tra i francescani minori nel 1965 e nel 1970 è giunto per la prima volta in Terra Santa. Licenziato in teologia biblica presso lo Studium biblicum franciscanum di Gerusalemme e in teologia dogmatica presso l’Università Gregoriana di Roma, insegna teologia dogmatica presso la Facoltà di scienze bibliche e archeologia di Gerusalemme. Dal 2004 è vicario della Custodia di Terra Santa.
Tre religiosi a confronto sul tema della vita in solitudine. Una rivisitazione della relazione tra Francesco e Antonio rivela come i due santi siano concordi nel proclamare che l'andare tra la gente e lo stare nel silenzio dell'eremo appartengono allo stesso desiderio, alla stessa identità, allo stesso progetto minoritico. Francesco ed Antonio parlano lo stesso linguaggio, sebbene con accenti spirituali un po' diversi, entrambi espressione di un eremitismo profondamente evangelico e sempre aperto al mondo. I due grandi santi francescani ricordano a noi che l'identità del frate minore e di ogni cristiano non può che essere "contemplattiva".
"Buongiorno brava gente" con queste parole Francesco d'Assisi si rivolse agli abitanti di Poggio Bustone quando, lasciata la sua città, iniziò a predicare la Parola di Dio per le strade del mondo. Un saluto che racchiude insieme l'entusiasmo per l'avvio di una nuova giornata e il piacere di poterla condividere con gli altri. La recente pandemia ci ha insegnato che nessuno si salva da solo, e che andare incontro a chi ci è vicino, con una parola, un gesto, un pensiero positivo, è un atto salvifico, rigenerante. Per accompagnare le persone in questi difficili mesi, padre Enzo Fortunato ha avviato una rubrica quotidiana sulla sua pagina Facebook, aprendola proprio con il francescano saluto "Buongiorno brava gente" via via è divenuta un prezioso momento di confronto e conforto reciproco, nel quale scoprire la bellezza di non sentirsi soli, di farsi comunità alla luce del Vangelo e dell'esperienza del santo di Assisi. Così, ripartendo dalle riflessioni che lì sono scaturite, padre Enzo ci propone in queste pagine un breviario per tutto l'anno, un cammino di meditazioni che scandisca il nostro tempo giorno per giorno. Perché "il Vangelo è la guida per aprire un cantiere dentro noi stessi. Nella misura in cui lavoriamo su noi stessi, lavoriamo il mondo. Nella misura in cui ci immaginiamo nel sogno, cresciamo in un mondo diverso». Anche noi siamo invitati a ricordarci che l'unico modo per affrontare le difficoltà è avere fede, e che «il rapporto con Dio, la preghiera, ci conduce agli altri. È un modo di vivere la Parola e la nostra esistenza basato sull'avvicinarsi, sul sostenersi a vicenda, sul prendersi per mano". Solo così, camminando insieme, diventeremo strumenti di pace e renderemo ogni giorno un buon giorno.
L'originalità di questa forma di preghiera, ispirata alla tradizionale recita del Rosario, consiste nel concentrare l'attenzione su sette "misteri" gaudiosi, secondo una antica consuetudine francescana, che risale al 1400. L'intenzione non è, ovviamente, di trascurare gli altri misteri, dolorosi e gloriosi, della vita di Maria, ma di sottolineare la "perfetta letizia" che deve essere il segno caratteristico della spiritualità francescana. In questa originale corona si recitano quindi 10 Ave Maria per ogni mistero, cui si aggiungono due Ave finali, per un totale di 72: in tal modo si ricordano gli anni che Maria avrebbe vissuto sulla terra, prima della sua Assunzione in cielo.
Attraverso gli scritti di Francesco e le fonti agiografiche e bibliche, si ricostruisce la storia della lettera tau, segno e simbolo, fino a Francesco e oltre. Con attenzione anche alle fonti visive e iconografiche (Nuova edizione riveduta e ampliata da Fabio Scarsato - Prefazione di Milvia Bollati - Postfazione di Pierre Moracchini).
San Francesco è stato definito "il santo del Padre nostro": i suoi biografi più volte sottolineano come egli non si stancasse di pregarlo, assaporandone ogni parola e facendone il cuore della sua meditazione. Nelle riflessioni che seguono, centrate sulla preghiera che il santo di Assisi ha lasciato sul Padre nostro, possiamo ascoltare la voce di Francesco che prega e riflette sulle parole del Pater, così che le sue intuizioni possano servire anche a noi per dare respiro alla nostra preghiera, proprio come lui ha fatto. Francesco si rivela un'ottima guida per fare del Padre nostro il cuore del nostro stesso pregare, secondo l'insegnamento di Gesù.
Letizia è una parola poco in uso nel linguaggio contemporaneo. Tendiamo a parlare di benessere, felicità, serenità, gioia... ma raramente facciamo riferimento alla letizia. Non solo nel linguaggio comune, ma anche in ambito francescano, nessuno ne parla più, quasi ne fosse stato smarrito il senso profondo. Eppure... nella sua esperienza di fede san Francesco ne parla diffusamente come dello stato d'animo rivelatore di un'autentica relazione con Dio. Ma cosa è la letizia? Come riconoscerla? E, soprattutto, come farne esperienza? L'Autore di queste pagine, seguendo le tracce negli Scritti e nelle biografie del Santo di Assisi, prende per mano il lettore e lo conduce a scoprire il segreto di un uomo che, seppure immerso in sofferenze e difficoltà di ogni genere, non ha mai smesso di lodare Dio con vera e perfetta letizia.
Il libro tratta un argomento profondamente attuale: una corrente di pensiero francescano che, attraverso un vigoroso bisogno di semplicità e di ritorno all'essenziale, continua a ispirare il mondo delle arti contemporanee, letteratura, cinema, teatro, arti plastiche e fotografia - delineando un immaginario della povertà. Come spiegare l'interesse, a volte la passione totale di personalità tanto diverse, italiane e francesi, per san Francesco, figura di un Medio Evo lontano, nomi come Palazzeschi, Pasolini, Fo, Merini, Pistoletto oppure Delteil, Cheng, Bobin o Simone Weil. Frutto di un lavoro di ricerca decennale, il libro esplora l'attualità del Poverello di Assisi: la figura di un santo gioioso, il primo poeta della lingua italiana, l'inventore di un sentimento medievale della natura, colui che fu all'origine di una rivoluzione mentale oggi resa cruciale dalla crisi esistenziale e ambientale della nostra società.