Dei sei missionari (cinque preti e un artigiano) che don Nicola Mazza inviò in Africa Centrale nel settembre 1857, don Francesco Oliboni fu il primo ad essere colpito dal micidiale clima africano. La morte lo coglie il 26 marzo del 1858, dopo quaranta giorni dal suo arrivo nella stazione missionaria di Santa Croce sul Nilo Bianco. In questo volume Ezio Filippi ne raccoglie 22 lettere, quasi tutte inedite, che riguardano la sua breve esperienza africana. Vi si rivela una personalità straordinaria di cultura e fede.
Il libro affronta una serie di tematiche legate alla spiritualità propria dei presbiteri. L'autore lo fa in maniera organica, grazie non solo alle risorse di una solida cultura biblico-teologica e di una vasta esperienza pastorale, ma anche - e forse soprattutto - ad uno specifico interesse culturale mostrato per decenni verso i vari aspetti della spiritualità presbiterale, come testimoniano innumerevoli presenze e apprezzate collaborazioni alle attività dell'Unione Apostolica del Clero che, com'è noto, riserva al tema della spiritualità diocesana dei ministri ordinati una specialissima attenzione.
Il prete italiano sotto la lente di un umorismo declinato nelle più sorprendenti espressioni tra sagrato e sacrestia.
Monasteri e conventi hanno mantenuto nel tempo una cucina genuina, legata al ritmo delle stagioni e agli ingredienti locali. Questo viaggio attraverso la penisola racconta in 100 ricette il gusto tutto italiano di un'ospitalità scandita da feste e riti, generosa anche nelle sue manifestazioni più semplici. Tra aneddoti storici e curiosità, giochi grafici e fotografie, i piatti regionali più appetitosi, per ritrovare i ritmi e i sapori del passato in angoli di pace dove la bontà è di casa.
Per capire e preparare il futuro della vita religiosa nella società contemporanea. L'autore presenta un'analisi delle debolezze e dei punti di forza della vita religiosa, proponendo un nuovo approccio: lo specifico della vita religiosa risiede in un "distacco fecondo", una distanza (realizzata nella preghiera, nella conversione, nella vita comune e fraterna, nel servizio ecclesiale e nell'impegno solidale...) in vista dell'abbandono alla volontà di Dio e dell'attaccamento a una comunità di celibi, capace di generare orizzonti di speranza per la chiesa e per il mondo.
La parola leadership, in inglese, designa l'autorità, e la radice verbale che la costituisce descrive la persona che dirige come una persona che "guida", conduce, orienta. Secondo tale etimologia, l'autorità è quindi l'abilità di muovere gli altri verso la realizzazione di un dato obiettivo. Nel campo religioso, una guida è in particolare un'autorità piena di carità. Suo scopo essenziale è di testimoniare la volontà di Dio, incoraggiando a vivere secondo essa. Ma ciò presuppone una generale pratica dell'amore fraterno e una comune apertura alle vie di Dio. Per questo una guida efficace ha bisogno di membri responsabili, e un insieme responsabile di membri necessita di un fulcro di riferimento competente, che sappia custodire il tesoro della propria chiamata, senza però rinunciare a parlare dell'Amore accolto con spirito di donazione.
Dopo "100 storie in bianco e nero", ecco una nuova raccolta di testimonianze di sacerdoti che narrano la storia della loro vocazione. Tra le altre sono riportate anche le testimonianze di: Card. Angelo Sodano, P. Gabriele Amorth, Mons. Gianni Colombo, Mons. Marco Frisina. Inoltre sono presenti le riflessioni di: Card. Angelo Comastri, P. Raniero Cantalamessa e, infine, i testi dei Papi Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Questo volume (terzo della serie, dopo quelli riguardanti i periodi 1963-1990 e 1990-1996) raccoglie tutti i documenti ufficiali, dalla Lettera della Congregazione per l'Educazione Cattolica Siamo certi del 1996 all'Esortazione Apostolica di Benedetto XVI Verbum Domini del 2010. I documenti sono preceduti da introduzioni che le collocano nel loro momento storico e ne rilevano la portata essenziale. Con un ampio e pratico indice analitico.
Nel nostro tempo la crisi dell'umano diventa la rivelazione più tangibile e toccante dell'esclusione di Dio dall'orizzonte della vita e della storia. Con questa crisi anche i presbiteri devono fare i conti: e se talora si estremizza in comportamenti devianti o rinunciatari, essa può rappresentare uno straordinario luogo di irruzione della Grazia di Dio che trasforma, rigenera e trasfonde nuova gioia. Nato da un cammino di Esercizi Spirituali, il testo, seguendo la traccia della Lettera agli Ebrei, identifica tale gioia nella riscoperta dell'umanità sacerdotale. "Prima di tutto un uomo": debole per le ferite e grande nel ministero, padre e figlio, fratello e sposo, incarnato nel tempo e spalancato all'eternità. Uomo che sembra raccogliere il grido di Agostino a chiunque cerchi quel Dio che neppure i presbiteri troveranno mai abbastanza: "Non uscire da te, entra in te stesso: è nella tua umanità che abita la verità".
Data l’importanza che riveste nell’ambito della vita consacrata il primo periodo di formazione che va sotto il nome di noviziato, santa Giulia Salzano (1846-1929) scrisse nel 1905 Il piccolo libro delle novizie. In esso esponeva i suoi consigli e gli avvisi per aiutare le giovani che incominciavano il cammino di formazione all’interno delle Suore Catechiste del Sacro Cuore, da lei fondate il 21 novembre 1905 con lo scopo di fare catechesi e di diffondere il culto al Cuore di Cristo e all’Eucaristia.
Il valore di questo manuale, però, travalica il limite della Congregazione e assume dimensione universale. Infatti, chiunque desideri diventare religiosa troverà spunti e motivi di riflessione per il suo cammino formativo.
Destinatari
Novizie, religiose.
Autrice
Giulia Salzano, nata nel 1846 a S. Maria Capua Vetere (Caserta) e trasferitasi a diciannove anni a Casoria (Napoli), è fondatrice (1905) della Congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore per il servizio della catechesi alle persone d’ogni età. Spirò serenamente il 17 maggio 1929. Introdotta nel 1974 la sua causa di canonizzazione, è stata proclamata beata da Giovanni Paolo II nel 2003 e poi santa da Benedetto XVI nel 2010.