Prendiamo atto che il mondo è velocemente cangiante. Non dobbiamo adattarci, ma distinguere tra stravolgimento ed evoluzione e dobbiamo trovare metodi, linguaggi, pluralità di forme. L'attenzione al cambiamento non è per adeguarsi a sopravvivere ma è per comunicare e per dare un contributo all'evoluzione stessa, che la salvi da derive stravolgenti e mortificanti. Queste pagine, scritte da un pastore di anime, vogliono aiutare i cristiani, molte volte oberati dalle preoccupazioni, schiacciati dagli impegni e distratti dalla fretta, a ritrovare il senso della propria fede, la forza della carità fraterna, la gioia della festa nella comunità. L'incontro con il Cristo è l'incontro decisivo, il punto di non ritorno, il significato dell'intera esistenza; l'urgenza della missione non si misura sull'attesa dell'accoglienza, ma sul tempo dell'urgenza del bisogno del fratello.
Prendendo le mosse dalla Prima lettera ai Corinzi, letta attraverso il decostruzionismo di Derrida, il saggio offre una prospettiva di riconcettualizzazione radicale: rifiutare l'idea metafisica di Dio come Ente supremo, onnisciente e onnipotente, per riconoscerne la natura di "evento" che si concretizza nei termini elusivi e folli di una "chiamata". Caputo rigetta il teismo metafisico classico e avanza il programma di una "teologia debole". Quest'ultima scalza la dicotomia fra secolarismo e religione o fra ateismo e teismo, per innervarsi in ogni aspetto della vita umana; e adotta come proprio linguaggio caratteristico una "teopoetica". Riscrivendo i paradigmi teologici, Caputo riscrive anche il senso e la possibilità stessa della fede. Di qui l'idea di un regno di Dio «non ha bisogno di Dio» e che si traduce in una ricerca appassionata dell'agápe e della giustizia nel mondo. Un progetto provocante e visionario, "radicale" perché intende "scavare alle radici", destinato a rivoluzionare il modo abituale di pensare Dio. «Tanto irriverente quanto serio, tanto irragionevole quanto avveduto, tanto teologico quanto a-teologico, La follia di Dio domanda fino a che punto siamo disposti a inoltrarci nella teologia della croce e cosa siamo disposti a lasciar cadere» The Christian Century.
Lo abbiamo davanti agli occhi: il mondo sta mutando pelle, gli "ordini- e le "garanzie- del passato stanno vacillando, l'Europa è alla ricerca di un nuovo orientamento. Ma come? Verso che cosa? E la Chiesa? Come bussola, il vescovo dell'Amazzonia Erwin Kräutler propone sette verbi da mettere in pratica oggi per vivere una vita che regga la prova della nostra coscienza e della comunità in cui viviamo: dall'amare il prossimo al non distogliere lo sguardo dal povero, dal rispettare la creazione al cercare la pace, dall'essere una guida che rispetta gli altri all'avere il coraggio di cambiare, fino all'assumersi la responsabilità verso l'unico mondo. Sette atteggiamenti che affondano le radici nella Bibbia, nei cinquant'anni di esperienza dell'autore come pastore e vescovo in Amazzonia e nel magistero di papa Francesco, e in particolare nell'enciclica Laudato si'. Un volume che fa i conti con la situazione attuale, alimentando allo stesso tempo il coraggio e il desiderio di cambiare, per la Chiesa e per il mondo.
Con questa opera, densa e documentata, l’autore espone i fondamenti biblici e teologici su cui si costruiscono la vita, il pensiero e la spiritualità della comunità di Sant’Egidio. L’angolatura predominante in questo approccio è quella propria della teologia biblica: ciò permette di evitare schemi concettuali troppo rigidi che sarebbero riduttivi per un pensiero e una vita in continuo movimento e assai flessibili. Quattro sono le coordinate all’interno delle quali cresce il carisma della comunità: il primato della parola e della preghiera, i poveri come amici, il sogno della pace, una comunità di popolo. Il volume sviluppa un percorso teologico che prova a combinare in un unico insieme le coordinate che costituiscono il DNA della comunità. Esse permettono di unire missione e preghiera, profezia e liturgia, dimensione sociale e dimensione spirituale. Inoltre il carisma di Sant’Egidio respira con la Chiesa di Roma, presieduta nella carità dal suo vescovo, il Papa. Sant’Egidio è profondamente romana e, perciò, universale. La sua vocazione di incontro con persone e popoli non si è limitata nel tempo. Anzi, nei cinquantenne di vita della comunità si sono varcate nuove frontiere, pur mantenendo in modo perseverante e fedele gli impegni già acquisiti.
Fin dall'antichità risuona il dilemma:perché Dio ci fa o ci lascia soffrire? Se il non credente attribuisce le ragioni della sua sofferenza all'essenza della condizione umana, alla responsabilità delle persone, all'incompiutezza del mondo; per colui che crede l'interrogativo diviene un quesito di difficile risoluzione. Il libro, partendo dalla tradizione cristiana, elabora una riflessione critica che esclude le più comuni risposte: Dio non ci punisce dalle colpe, non educa tramite la sofferenza, non rende partecipi della salvezza del mondo. Di fronte al male sono possibili atteggiamenti diversi: dalla negazione dell'esistenza di Dio, alla rivolta nei suoi confronti; la protesta e la resa; fino a quello più sapiente, l'accettazione del limite e l'affidamento al Mistero, che è la vera cifra della realtà di Dio.
Giacomo Canobbio è docente di Teologia sistematica presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale. Tra le sue pubblicazioni per Morcelliana: Dio può soffrire? (2006); Chiesa, religioni, salvezza. Il Vaticano II e la sua ricezione (2007); Il destino dell'anima. Elementi per una teologia (2009); Laici o Cristiani? Elementi storico-sistematici per una descrizione del cristiano laico (2017); Fine dell'eccezione umana? La sfida delle scienze all'antropologia (2018); Quale riforma per la Chiesa? (2019).
Unico e straordinario è il disegno di Dio: prima Cristo e poi Adamo! Come a dire: "la soluzione precede il problema". Non esistono due progetti, come se il peccato avesse costretto Dio a cambiare piano, esiste un unico e straordinario disegno. Infatti, il peccato di Adamo può aver sorpreso Dio fino al punto da sconvolgere il suo disegno originario d'amore? La Scrittura rivela che Cristo è prima di tutte le cose, tutte sono state create per mezzo di lui (cfr. Col 1,16). Siamo stati pensati e voluti nel Redentore. All'inizio di tutto c'è Cristo morto e risorto e solo in Lui si rivela il mistero dell'uomo e della Chiesa. Il testo conduce il lettore alla scoperta di questa meravigliosa visione cristocentrica che Giacomo Biffi ha meditato e proclamato per tutta la sua vita. Postfazione di Matteo Maria Zuppi. Prefazione di Inos Biffi.
Frutto delle lezioni presso l’Istituto Universitario Sophia e opera a due mani di un riconosciuto esegeta e di un riconosciuto teologo, il saggio offre una introduzione nell’intelligenza del significato teor-etico dell’abbandono di Gesù come profondità ultima e cuore irradiante della fede cristiana e delle implicazioni che ne discendono nell’esperienza del mistero di Dio e insieme a livello esistenziale, sociale e culturale. A questo scopo si articolano le tre parti del volume: finalizzate, la prima, alla conoscenza con metodo storico-critico dell’attestazione nel Nuovo Testamento, in specie nel più antico dei Vangeli quello di Marco, dell’evento espresso dal grido, tenendo conto della pre-comprensione offerta da alcuni testi-chiave del “Primo” Testamento e dell’interpretazione che ne offre l’apostolo Paolo; la seconda, alla ricostruzione della “Wirkungsgeschichte” conosciuta nella formazione dell’identità della Chiesa apostolica e in alcuni Autori significativi nella storia della mistica e della teologia (in particolare: Agostino, Tommaso d’Aquino, Francesco d’Assisi e Bonaventura da Bagnoregio, Giovanni della Croce), sino al si rinnovamento del Novecento; mentre la terza parte focalizza il contributo innovativo d’interpretazione performativa offerto dalla testimonianza mistica di Chiara Lubich.
Il caso serio del cristianesimo è l’esito di un lavoro di ricerca che accosta due tra i maggiori teologi del secolo scorso, Karl Rahner e Hans Urs Von Balthasar. Il confronto fra le rispettive posizioni teologiche consente di imbattersi nel “caso serio” del cristianesimo che è Gesù Cristo, la sua passione morte e risurrezione, figura indispensabile per un’autentica comprensione del mistero di Dio e dell’uomo. Di fronte ad un diffuso fondamentalismo religioso, la rivelazione cristiana il cui centro è la divino-umanità di Gesù Cristo, entra in scena per affermare che non si può ridurre la verità di Dio alla violenza degli uomini o liquidare l’esperienza di fede come irrazionale e lesiva della libertà. Il «caso serio» apparso in Cristo crocifisso è il vaglio di ogni religione, la fine di ogni estetica mondana, il giudizio su ogni divinità che nel suo sottomettere gli uomini non si lasci prima crocifiggere dall’amore e dalla passione per la realtà e il legami di ogni giorno.
La ricerca della verità nell'amore di Cristo, la resurrezione, il senso della vita, il peccato, la Chiesa, il giorno del Signore, la Vergine Maria: sono queste le ancore che tengono ferma la speranza sull'abisso che l'uomo si è scavato sotto i piedi e nel quale spesso sembra voler precipitare. E sono queste ancore che Fulton Sheen propone anche a noi di lanciare per non essere travolti dal vento impetuoso del male di fronte al relativismo, alla perdita del senso del peccato e alla moltiplicazione delle verità a seconda delle opinioni e delle mode. Occorre infatti mantenere sempre viva la speranza della salvezza e la consapevolezza della misericordia di Dio.
L'autore, lanciando «pietre che rimbalzano sull'acqua» per far «comparire dei cerchi sempre più grandi, che finiscono per abbracciare lo stagno intero», offre una serie di riflessioni attorno alle questioni sorte nel periodo del lockdown. Le meditazioni hanno origine dall'esperienza drammatica della pandemia, ma allargano l'orizzonte tematizzando le questioni esistenziali di ogni giorno, anche se spesso nascoste, e che in momenti di crisi e calamità arrivano a galla. Ci sono esperienze primordiali che l'uomo ha già vissuto prima di riflettere su di esse; esperienze primordiali come la paura, il dolore, l'angoscia, la gioia, la speranza, l'amore, il senso di colpa. [...] Don Giuseppe Pani, con viva e profonda spiritualità, riflette sulle esperienze umane ed esistenziali in modo tale che divengano occasione per scrutare il mistero di Dio. Rilegge molte pagine della Sacra Scrittura evidenziando come in esse incontriamo un Dio di cui nessuna immagine è adeguata, un Dio che non si presta come risposta semplice e pronta alle inquietudini della vita, un Dio che sa sorprendere sempre di nuovo, perché la sua presenza salvifica rompe schemi umani ed opera al di là delle frontiere. Dalla Prefazione di Martin M. Lintner.
Questo libro è una sorta di portolano per intraprendere la navigazione che condurrà il lettore a trovare quell'isola recondita che tutti portiamo dentro l'oceano del nostro essere, onde aprire il forziere che custodisce quella piccola scintilla di energia divina, tesoro comune dell'umanità, che ognuno deve scoprire per suo conto.
L'intento di questo volume è quello di offrire un approfondimento a più voci, partendo da una preliminare domanda: quale dialogo possibile tra teologia ed economia? Sulla scia della lunga tradizione e riflessione teologica, economica ed etica che dal contributo di Tommaso d'Aquino attraversa la scuola francescana nel suo complesso, il pensiero dell'abate Antonio Genovesi, l'intero Magistero sociale della Chiesa sin dalla sua nascita e l'intero filone dell'economia civile, si è cercato di fornire un approccio interdisciplinare, dialogico e poliedrico. A cinque anni dalla pubblicazione dell'enciclica Laudato si', in vista dell'evento the Economy of Francesco, al quale questo volume intende dare il proprio contributo di riflessione, appare evidente la relazione tra economia-ambiente-povertà. In questa prospettiva è necessario affermare una ecologia integrale, fondata su di un umanesimo di fraternità e reciprocità, bandendo modelli che si ispirino alla mera logica del profitto. La pandemia provocata dal Covid-19 sollecita ulteriormente tale riflessione, rendendo ancora più urgente una totale conversione e "igienizzazione" dei meccanismi economici e finanziari.