In un tempo così complesso la Chiesa è chiamata a una particolare premura nei confronti di chi ha vissuto lo sgretolarsi dei propri sogni sulla vita coniugale.
Il presente volume è uno strumento utile a riflettere sul contenuto del «Motu proprio» Mitis Iudex Dominus Iesus emanato da Papa Francesco nel 2015 con un particolare riferimento alla parte centrale in cui è presente il discorso ai Vescovi sulla costruzione di un ponte giuridico-pastorale secondo la riforma del processo ordinario e del processo breve.
Questa ricerca parte dal can. 705 CCEO per rientrare nella vita della Chiesa e nei rapporti tra le Chiese, e quindi scrutare il ruolo dell'altare negli sforzi per l'unità dei cristiani, legati dall'unica eucaristia e dall'unico Cristo. L'intento dell'autrice è quello di far divenire il diritto ecclesiale diritto di vita e diritto vivo, legando il diritto e l'altare con la vita dei cristiani che si dedicano alla piena unità; un appello affinché la pietra, e l'altare di pietra, divengano un richiamo chiaro all'unità degli uomini e al "cuore di carne" della chiesa universale.
La tematica si svolge attraverso l'analisi della normativa della Chiesa, dei Concordati in materia castrense, degli Statuti di ogni Ordinariato con i loro Regolamenti. Il filo conduttore sono le caratteristiche comuni a tutti gli Ordinariati Castrensi, risaltando le particolarità e problematiche che si verificano in ogni Stato e valutare le possibili soluzioni.
Il libro raccoglie il testo del Regolamento dei Postulatori autorizzato da Papa Francesco ed entrato in vigore l'11 ottobre 2021. I Postulatori, con la loro azione, contribuiscono a far risaltare gli esempi di quei battezzati che hanno vissuto e testimoniato il Vangelo. Nel presente regolamento i Postulatori trovano, in sintesi, la prassi e la peculiare legge pontificia sulle Cause dei Santi contenute: nel Codice di Diritto Canonico; nel Codice dei Canoni delle Chiese Orientali; nella Costituzione Apostolica Divinus perfectionis Magister; Normae servandae in Inquisitionibus ab Episcopis faciendis in Causis Sanctorum; nella Lettera Apostolica, data motu proprio, Maiorem hac dilectionem. De Oblatione Vitae e Norme sull'amministrazione dei beni delle Cause di beatificazione e canonizzazione. Deve essere osservato, inoltre, quanto stabilito nel Regolamento della Consulta Medica e nelle Istruzioni Sanctorum Mater e Le Reliquie nella Chiesa: Autenticità e Conservazione, nonché da qualsiasi altro documento normativo emesso dal Dicastero. L'edizione contiene il Regolamento dei Postulatori nelle lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo e portoghese.
La ricerca parte dal concetto di "delicta graviora", approfondendone il significato e l'origine storica. Le Normae del motu proprio Sacramentorum sanctitatis tutela hanno finalmente disciplinato in maniera più organica e sistematica l'argomento, anche sotto il profilo procedurale. Il presente lavoro si sofferma, in particolare, sui cinque reati più gravi contro l'Eucaristia. La ricerca si propone di scrutare la ratio sottesa alle disposizioni, la loro storia, il loro contesto, i pregi ed i limiti.
Il presente volume raccoglie gli atti del 28º Convegno di studi della Facoltà di Diritto Canonico, sul tema La giustizia penale nella Chiesa: tutela della vittima e garanzie dell'imputato, tenutosi i giorni 10 e 11 aprile del 2024. Le relazioni, comunicazioni e gli interventi alla tavola rotonda hanno affrontato temi nodali, quali la presunzione d'innocenza, lo statuto della vittima nel processo penale canonico e il concetto di due process of law applicato all'ambito canonico. Sono stati oggetto di studio anche temi solo apparentemente "periferici", quali la capacità dell'imputato, i bias cognitivi, l'effetto delle pronunce penali statuali nell'ordinamento canonico, i provvedimenti cautelari, la certezza morale nei casi di teste unico e il rapporto tra riservatezza e trasparenza nella giustizia penale. Davide Cito, Massimo del Pozzo e Marc Teixidor, curatori del presente volume e membri del Comitato organizzatore del convegno, sono professori della Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università della Santa Croce.
Il diritto canonico è spesso concepito come un insieme di norme ecclesiastiche volte a instaurare la necessaria disciplina ecclesiastica, ma che possono anche ridurre la libertà dei fedeli, imprigionare la vita ecclesiale in schemi organizzativi rigidi, opporsi al dinamismo pastorale e, infine, negare l'esercizio della misericordia. Lo studio del diritto canonico, di conseguenza, non sarebbe altro che un mero apprendimento mnemonico di norme. Allo stesso tempo, il periodo storico che stiamo vivendo mostra la necessità di disporre di mezzi per prevenire e porre rimedio ai vari scandali che affliggono la Chiesa. Nel migliore dei casi, insomma, il diritto canonico viene oggi comunemente considerato come un male necessario. Questo libro intende offrire una visione diversa del diritto nella Chiesa, dove la sua esistenza non è una mera conseguenza del peccato originale, e il suo studio non riguarda la legge ecclesiastica, bensì il giusto nella Chiesa. A partire da questo presupposto si concepisce lo studio del diritto canonico come la iusti atque iniusti scientia nella Chiesa. Questo testo non ha quindi la finalità di esporre le norme in vigore, ma vuole proporre i concetti e le nozioni giuridiche fondamentali che permettono di comprendere le esigenze primarie di giustizia esistenti nella vita della Chiesa. A tale scopo le realtà della Chiesa (persone, istituzioni, associazioni) vengono studiate dal punto di vista della giustizia. Lo scopo di quest'opera è quello di introdurre allo studio del diritto canonico mediante una riflessione sulla dimensione di giustizia insita nei rapporti intraecclesiali, senza pretendere di esaurire una parte determinata della scienza canonica. Il giusto nella Chiesa è oggi una nozione chiave che permette di rispettare le persone e i carismi, garantendo a ciascuno dei fedeli i propri diritti. Il libro contempla alcuni temi basilari come la natura del diritto nella Chiesa, la sua storia, i rapporti tra Chiesa e società civile, i principi giuridici costituzionali della Chiesa, i diritti e i doveri fondamentali dei fedeli, la dimensione giuridica del fenomeno associativo nella Chiesa, lo statuto giuridico dei ministri sacri, i profili giuridici della vita consacrata e il governo giusto nella Chiesa. Gli autori augurano che lo studio della dimensione di giustizia insita nella realtà ecclesiale giovi a conoscere meglio il mistero stesso del Popolo di Dio.
San Giovanni Paolo II, affermava che il Codice dei canoni delle Chiese orientali è «parte integrante dell'unico "Corpus iuris canonici"» e «dinanzi a questo "Corpus" viene spontaneo il suggerimento che nelle Facoltà di Diritto Canonico si promuova un appropriato studio comparativo di entrambi i Codici anche se esse, a seconda dei loro statuti, hanno per loro principale oggetto lo studio di uno o l'altro di essi». L'insegnamento del Diritto canonico orientale in una Facoltà latina richiede una totale apertura verso l'intero orizzonte canonico, che consenta di offrire un approccio comparato su ciascuna materia del diritto. Non è una mera conoscenza dell'"altro", perché l'unicità dell'ordinamento canonico implica la necessità di costruire e di insegnare un Diritto canonico unitario, che tenga conto di entrambe le discipline: orientale e latina. La ricostruzione degli istituti canonistici comuni deve essere realizzata armonizzando l'insieme dei dati, degli elementi e dei risvolti derivanti dall'intero ordine normativo. Nel nostro studio non abbiamo voluto tralasciare neanche la disciplina delle Chiese ortodosse, nella misura in cui essa appartiene al retaggio canonico della Chiesa di Cristo.
La dissertazione si prefigge lo scopo di evidenziare la concezione di consacrazione religiosa elaborata dal canonista francescano A. Boni (1927-2014) negli anni successivi al Vaticano II. La tesi è composta da una nota biografica iniziale e da quattro appendici finali; il suo corpus è articolato in tre capitoli ai quali seguono le conclusioni.
Il ricorso gerarchico è un'impugnazione mite, modesta; non gli appartengono tutte le formalità e le opposizioni di un processo giudiziale; è fondato sulla fiducia che il Superiore, di fronte alle ragioni addotte, può riconsiderare la decisione già presa. Solo dopo aver esperito il ricorso gerarchico si apre la via al processo giudiziale, al contenzioso amministrativo presso il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Lo scopo del testo è innanzitutto pratico: illustrare come nella Chiesa il ricorso gerarchico si propone, come si evolve nel procedimento e come si conclude con la decisione del Superiore. La trentennale esperienza dell'Autore presso la Segnatura Apostolica ha mostrato quanta distanza si crei in molti canonisti tra il richiamo ai principi supremi del diritto canonico e la mancata conoscenza delle più elementari procedure per agire nell'ordinamento della Chiesa. Il testo conserva il carattere di appunti per le lezioni che l'Autore tiene da anni alla Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Gregoriana.
Giuseppe Comotti, Santa Sede e beni culturali Michele Madonna, Un «diritto inalienabile alla bellezza». Conferenza Episcopale Italiana e beni culturali Girolamo Sciullo, I beni culturali di interesse religioso nell'ordinamento italiano Marta Tigano, Chiese non officiate o dismesse in Italia: aspetti problematici Anna Gianfreda, Lo statuto internazionale dei beni culturali di interesse religioso dichiarati "patrimonio dell'umanità": aspetti di rilievo ecclesiasticistico Antonio Chizzoniti, I beni culturali nelle intese con le confessioni religiose diverse da quella cattolica in Italia Daniela Tarantino, Via Pulchritudinis. La tutela dell'arte sacra nella storia della Chiesa come cammino di evangelizzazione delle culture Simona Attollino, Patrimonio ecclesiastico e crimini. Condivisione, responsabilità e misure di tutela Francesca Oliosi, La riduzione di una chiesa ad uso profano non sordido nella recente giurisprudenza della Segnatura Apostolica: la sfida di un bilanciamento possibile tra i diritti del fedele e il can. 1222 Alberto Tomer, L'altare, bene culturale di interesse religioso: prospettive in caso di dismissione.
I rapporti tra poteri pubblici e religioni - e in particolare il diritto alla libertà religiosa - hanno avuto un ruolo centrale nella storia d'Italia. Non a caso, gli sono dedicati ben quattro articoli della Costituzione, un esempio raro nel costituzionalismo contemporaneo. Tuttavia, il cammino del diritto alla libertà religiosa è ancora poco studiato nel nostro paese. Da questa scarsa conoscenza deriva un dibattito pubblico poco attento alla dimensione giuridica delle problematiche legate alle identità religiose e una certa difficoltà - o resistenza - della politica e dell'amministrazione ad attuare un diritto spesso misconosciuto e sottovalutato nelle sue implicazioni civico-sociali. In parallelo, la trasformazione del panorama culturale e religioso italiano, ormai pluralista, rende urgente la consapevolezza delle sfide da affrontare e degli strumenti normativi disponibili. L'attuazione del diritto alla libertà religiosa diventa così un banco di prova per valutare la fedeltà agli standard del costituzionalismo democratico. Questo libro, a tredici anni dalla prima edizione e a quarant'anni dal "nuovo concordato", offre una sintesi e una chiave interpretativa della situazione attuale, evidenziando le principali questioni ancora aperte, che richiedono una riflessione e un intervento non più procrastinabili.