Farsi crescere la barba e i capelli è stato fin dall'antichità un segno esteriore di una scelta di vita religiosa. Persino Italo Calvino, dalle colonne del Corriere della Sera, lamentava lo scarso interesse del mondo moderno verso questo argomento, all'apparenza superficiale, ma in realtà profondamente radicato nella cultura delle popolazioni antiche, inseritosi in seguito anche nella tradizione cristiana. Il volume presenta un'ampia carrellata storica e antropologica, attingendo agli studi più autorevoli in campo etnologico e al patrimonio dei miti che con le loro suggestioni hanno influenzato gran parte della cultura umana e cristiana.
Tra i frutti più significativi del Concilio Vaticano II si può annoverare la riscoperta del sacerdozio comune di tutti i fedeli. Attestato espressamente nel Nuovo Testamento, sviluppato ulteriormente nella tradizione viva della Chiesa, il sacerdozio comune dei fedeli nella Chiesa cattolica, soprattutto a partire dalla Riforma, è finito sempre più nell'oblio. Solo il movimento liturgico e il movimento laicale lo hanno riscoperto. Conseguenza di tale riscoperta è la dottrina del Concilio Vaticano II. Le pagine del testo intendono ricercare che cosa può offrire la riscoperta del sacerdozio comune dei fedeli per la vita spirituale di tutti i cristiani. E per fare ciò occorre innanzi tutto mettere in risalto ciò che il Concilio Vaticano II insegna sul sacerdozio comune di tutti i fedeli e, in secondo luogo, il suo rapporto al sacerdozio particolare del ministero ordinato.
Il dramma della pedofilia nella Chiesa è tale da molti punti di vista: da quello delle vittime, in primo luogo, ma anche da quello della Chiesa tutta. L'autore si addentra nella materia per aiutare a comprenderne le dinamiche, ma anche per prospettare vie da percorrere. Partendo da alcuni assunti di base relativi all'amore pastorale, come distintivo della missione del sacerdote, mette in evidenza l'importanza di una maturità affettiva equilibrata perché centrata sul modello dell'amore trinitario e su un servizio disinteressato alla gente. Successivamente passa al dramma delle diverse forme di amore distorto, nei presbiteri che vivono dipendenze affettive e sessuali. Mette in evidenza gli aspetti patologici di un amore malato e autoreferenziale, con i relativi comportamenti devianti inerenti alle diverse parafilie e dipendenze sessuali, per giungere a trattare il trauma degli abusi e il devastante effetto sulle vittime. Egli individua anche alcune possibili cause che caratterizzano l'ambito della pedofilia e la sua attinenza con il contesto di un amore pastorale deviato. A questo proposito sottolinea il senso del doppio tradimento che caratterizza la pedofilia nel contesto dei preti: tradimento della paternità spirituale e della paternità di adulto educante. Per questo fa riferimento ai recenti interventi del Magistero e di Benedetto XVI, così come ad alcuni studi effettuati nell'ambito del clero cattolico. Presentazione di Lucio Pinkus.
Una riflessione sulla figura e i compiti del sacerdote assistente di Azione cattolica, che arriva proprio mentre si chiude l'anno sacerdotale e si apre il decennio che impegnerà la comunità ecclesiale italiana a ridisegnare il proprio impegno pastorale sul compito educativo.
Numerose generazioni hanno trovato nell'esperienza associativa dell'Ac il luogo in cui essere accompagnati nella formazione cristiana: oggi essa è chiamata a riscoprirsi come rete di radicamento del tessuto ecclesiale, perché la vitalità della comunità cristiana trovi spazio di circolazione e di rafforzamento.
Alla luce del Magistero, della riflessione teologica circa il ruolo del laicato e delle aggregazioni laicali, e del cammino dell'Ac, il testo vuole delineare la fisionomia dell'assistente come ministero di Chiesa nella trama delle relazioni ecclesiali ed associative.
Il volume è curato da don Antonio Mastantuono con la collaborazione del Collegio assistenti dell'Azione cattolica italiana, che riunisce tutti i sacerdoti assistenti nazionali dell'associazione.
Che cosa è accaduto alle protagoniste di Suore (Rizzoli 1991), il libro che vent’anni fa spalancò le porte dei monasteri di quattro continenti, andò al di là delle grate, per raccontare le storie sconosciute di donne che avevano scelto di lasciare il mondo per abitarlo totalmente, sia nella vita attiva che in quella contemplativa? E per capire come una ragazza “normale” possa fare una scelta contro tutto ciò che oggi conta?
Per rispondere a questa domanda l’autrice è ritornata a incontrare alcune di quelle straordinarie figure che, con il loro amore gratuito, il loro impegno e la loro fantasia nel costruire la speranza, avevano suscitato stupore, commozione e affascinato il regista Dino Risi, che ne trasse il film televisivo Missione d’amore. Ma ha anche scoperto altre vicende di “donne di Dio” che oggi si dedicano alle povertà dei nostri tempi: dalla tratta delle “nuove schiave” alla prostituzione in terra di camorra, dall’emarginazione di coloro che vivono nei sotterranei della storia a chi è stato costretto ad emigrare per sopravvivere. Così è ritornata al di là delle grate per continuare il dialogo con nuove amiche che nel silenzio vivono abbracciate a tutta l’umanità.
Punti forti
Il tema della vita consacrata femminile sia attiva che contemplativa oggi nelle esperienze di frontiera. La forza delle storie riportate mette in evidenza la forza di amore e di speranza che hanno queste donne, nella sfida alle nuove povertà, mentre lo stile veloce e profondo dell’autrice rende molto coinvolgenti le esperienze di vita.
Il successo editoriale del “primo” capitolo, uscito vent’anni fa, ne fanno un interessante sequel.
Destinatari
Largo pubblico, in particolare di laici giovani e adulti.
L’autrice
Mariapia Bonanate vive a Torino, è condirettore del settimanale nazionale Il nostro tempo e collabora con Famiglia Cristiana. Come giornalista è sempre andata alla ricerca di “buone notizie”, anche nelle situazioni più difficili. Fra le sue opere: Invito alla lettura di Mario Pomilio (Mursia), Preti.Alla ricerca dei dodici apostoli nelle strade del mondo (Rizzoli), Donne che cambiano il mondo. Personaggi femminili che inventano la speranza (Mondadori), Una lampadina per Kimbau. Storia di Chiara Castellani, medico missionario in Africa (Mondadori). Con Paoline IlVangelo secondo una donna (nelle due edizioni: 2002, 2009).
Uomo affascinato dalla Parola, uomo di profonda umanità, uomo capace di ascolto, uomo senza confini... è il Prete. Una testimonianza appassionata del biblista Bruno Maggioni.
Non c’è cristiano al mondo che non consideri la povertà nei suoi risvolti umani positivi: essa libera la persona dalla smania del possesso, la aiuta a saper prescindere dalle cose futili e a capire che nella vita è molto più importante l’essere che l’avere.
Spesso, però, soprattutto per coloro che inseguono le logiche di un consumismo sfrenato e compulsivo, si tratta di una condizione di carenza e privazione, di beni materiali, persone o interazioni sociali.
La povertà vera è un’altra cosa: è un atteggiamento interiore che nasce e si sviluppa da un sentimento in ascolto della Parola e è, dunque, kenosi che si espande nell’offerta di sé per il bene del mondo.
È questo l’oggetto del libro: non uno tra i tanti sulla povertà nell’epoca odierna del cosiddetto materialismo, ma un testo sulla povertà evangelica, in tutta la sua ricchezza di espressioni e valenze.
E poiché i consacrati sono tra i più sensibili interpreti dei valori evangelici, il tema è stato affrontato attraverso il racconto dei loro vissuti, valorizzando anche la gioia scaturita da certi distacchi.
Un libro che è un invito di apertura alla ricchezza divina in un cammino verso la totale rinuncia di tutto e, insieme, una raccolta di testimonianze capaci di favorire o rafforzare lo spirito di carità nell’obbedienza della povertà.
Dopo aver affrontato il tema della castità nel precedente numero, la collana “Quaderni dell’Edi.S.I.” propone un nuovo momento di formazione, questa volta incentrato sul voto dell’obbedienza.
Dono gratuito del proprio amore a un altro, e all’Altro nel caso specifico della vita consacrata, l’obbedienza permette di cogliere come la volontà del Creatore operi mediante un’autorità legittima.
Autori vari, provenienti da settori differenti, hanno voluto testimoniare la certezza che solo percorrendo un sano cammino di crescita spirituale la persona può raggiungere la piena maturità, e la comunità diventare luogo dell’inveramento dell’obbedienza a Dio e dell’autorità che serve per amore.
Ascolto, osservazione, condivisione, ricerca di una via percorribile, sono le qualità richieste al formatore, necessarie a sostenere obbedienze possibili e ad appianare il terreno a altre difficili; altresì importanti, in un rapporto che si fonda sulla volontà delle parti, sono l’accoglienza e il consenso alla chiamata, relative al formando e imprescindibili per un’educazione ben riuscita.
Le possibili difficoltà che si è cercato di delineare nel volume sono pertanto da considerare non come degli impedimenti, bensì come dei passaggi comuni nella vita di una comunità e nella crescita della persona.
Un'indagine che spazia su vari fronti: la concezione biblica del tempo, il concetto di tempo nel magistero ecclesiale in ordine alla vita consacrata; l'apporto delle scienze umane; il significato e la capacità di amministrare il proprio tempo; gli ultimi due capitoli sono dedicati alla proposta pratica del Progetto personale di vita e del Progetto comunitario. L'intento è mettere in evidenza, nella vita consacrata, come nel chronos faccia irruzione il kairos, e offrire indicazioni sulle modalità con le quali tutto il chronos possa diventare kairos per quanti vivono in Cristo.
Gli esercizi spirituali sono un momento particolare nel cammino della vita, in cui Dio parla con forza al cuore ed offre la sua grazia a chi è disposto ad accoglierla. Le riflessioni proposte in queste pagine, scritte pensando specialmente alle religiose e alle anime consacrate, alla loro vocazione di sequela di Cristo, hanno un valore tutto particolare: da una parte, costituiscono un corso di esercizi spirituali predicati da una consacrata a religiose e a persone consacrate; dall’altra, le meditazioni proposte sono ricche di contenuto cristiano, con una salda base nella Scrittura e in piena fedeltà al magistero e alla dottrina cattolica, e pertanto valide non solo nei giorni di ritiro spirituale.
Ogni persona consacrata è un segno della grandezza di Dio che si è fatto povero incarnandosi per amore degli uomini. In un mondo agitato e distratto dalla brama di possedere sempre più cose, di accumulare ricchezze caduche, la testimonianza della povertà della persona consacrata, che si mette con fiducia assoluta nelle provvidenti mani di Dio, è un richiamo che non passa inosservato. Attraverso ognuna di esse Dio vuole arrivare a questo mondo tanto ricco di oggetti e tanto povero di amore. Pertanto è sempre più necessario che la vita consacrata si mostri al mondo ricca di gioia e di Spirito Santo.
Quando si alza lo sguardo, quando si guarda più in là dei propri limiti, più in là dei problemi della propria congregazione e più in là delle difficoltà del mondo secolarizzato che tanto ha influito sulla gioventù di oggi, è possibile fare qualcosa per le vocazioni. Alzare lo sguardo non è altro che smettere di fidarsi di se stessi per incominciare a fidarsi maggiormente di Cristo. Alzare lo sguardo significa essere convinti che Cristo chiama molte adolescenti e giovani alla vita religiosa, e che l’unica cosa che noi dobbiamo fare è quella di aiutare a scoprire questa chiamata nei cuori delle adolescenti e delle giovani.