Una conversione pastorale e missionaria. Nella corsia preferenziale dei poveri, "uscendo" incontro alle periferie dell'esistenza, con al centro la gioia del Vangelo. E' la consegna di Gesù ai suoi ed è il "sogno" che Papa Francesco costruisce, giorno per giorno, per il Popolo di Dio. Il presente volume cerca di tessere la trama di questo racconto ecclesiale, passando per le immagini, le metafore e il Magistero del Pontefice e cogliendone i profondi legami con le intuizioni del Concilio Vaticano II e con le domande dell'uomo contemporaneo.
«Pregate per me»: con queste parole papa Francesco chiude spesso i suoi interventi in pubblico e gli incontri con le persone. È una sorta di “ritornello” a cui siamo ormai abituati. Non deve, però, sfuggirci la profonda novità di tale richiesta. Il Papa, che si fa mendicante della nostra preghiera, ci insegna con il suo esempio che non si può fare nulla senza il soccorso divino: occorre affidarsi a Dio qualsiasi cosa si abbia in mente di fare. Tuttavia, se la sua richiesta può apparirci in qualche modo “nuova”, non dobbiamo dimenticare che la preghiera per il Papa è una tradizione ben radicata nella Chiesa, proprio per il gravoso incarico che gli è affidato. Nelle pagine che seguono – quasi un umile omaggio per gli ottant’anni di Francesco – sono raccolte dieci preghiere di intercessione per il Papa. Alcune tradizionali, altre che si ispirano ai temi a lui cari come la misericordia, la gioia, la tenerezza di Dio, il servizio per i più poveri.
La morale della Chiesa non è la morale degli specialisti, non è una morale “fredda da scrivania”, elaborata con rigore razionale e deduttivo; è la morale che si fa vicinanza, accompagnamento, assunzione dell’altro; è la morale di pastori misericordiosi che, come il loro Signore, non temono di “entrare nel cuore del dramma delle persone” prospettando le vie del bene possibile e aiutando il discernimento personale senza mai sostituirlo.
Giorno per giorno, dal 1° dicembre all’8 gennaio (Battesimo del Signore), vengono presentati un passo della liturgia del giorno, un pensiero di papa Francesco (tratto dalle sue omelie, udienze o encicliche) e infine un impegno/preghiera per accompagnare il lettore a vivere in pienezza il tempo di Avvento e Natale. Le parole del papa non fanno mancare la provocazione a non cadere nella sicurezza dell’abitudine, dell’ovvia monotonia, degli stanchi rituali. L’appuntamento quotidiano con la Parola che dà sapore alla giornata.
Il confessore argentino di papa Francesco si racconta e racconta il suo rapporto con Bergoglio, nato molto prima dell’elezione al soglio pontificio. Illumina così il senso di un’idea di peccato e di misericordia, quella del Papa, nata nella povertà dell’America Latina e nella consuetudine quotidiana con gli ultimi della Terra, con i loro problemi e con i compromessi quotidiani della loro vita. Un libro autobiografico che racconta con un taglio inedito gli anni formativi di Bergoglio, ma anche un libro dai contenuti filosofici e politici perché va alle radici del messaggio rivoluzionario di inclusione di papa Francesco, quello perfettamente riassunto nella celebre domanda che ha conquistato i cuori: “Chi sono io per giudicare?”.
Oggi si tratta, per così dire, di ribattezzare la parrocchia, cioè di reimmergerla nelle caste acque del mistero, richiamandola e ripensandola con i religiosissimi nomi, con i quali la Scrittura e il Concilio chiamano la chiesa... Infine, in occasione del suo nuovo battesimo alla parrocchia sarà dato il nome di: Parrocchia sinodale, casa del popolo di Dio. Sono parole ricavate dal ricco dizionario ecclesiale e pastorale che papa Francesco va scrivendo con creatività alta giorno dopo giorno. Insomma, parliamo di una parrocchia, ripensata nell'ottica di una 'chiesa in uscita', che è una casa del popolo di Dio e, perciò, una "parrocchia sinodale". La parrocchia va immaginata nella prospettiva sinodale, una scelta, questa, lungimirante, dal momento che la sinodalità è una parola da millennio...
"Nella 'dittatura del relativismo' e nella 'globalizzazione dell'indifferenza' - per riprendere le espressioni di Benedetto XVI e di Francesco - i confini tra verità e menzogna, tra bene e male si confondono. La sfida per la gerarchia e per tutti i membri della Chiesa consiste nel resistere a queste infezioni mondane e nella cura delle malattie spirituali del nostro tempo." (Card. Garhard L. Müller) "Quale tratto comune caratterizza il pontificato di Benedetto XVI e quello di Francesco? La radice teologica, e dunque anche pastorale, di entrambi è, e non poteva non essere, cristologica. Ma i due Sommi Pontefici la specificano con originalità personale, come risulta dai saggi riuniti in questo volume dal Cardinale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede." (Dalla Prefazione di Cesare Cavalleri)
«È prima di tutto nella famiglia che impariamo a pregare. Lì arriviamo a conoscere Dio, a crescere come uomini e donne di fede, a sentirci membri della più grande famiglia di Dio, la Chiesa.» (papa Francesco)
È la storia (vera!) di un giovane operaio che lavora nella calzatura, ragazzo normale di una piccola città di provincia? Tutto normale finché, con la moglie, cambia casa e va ad abitare in una casa che era appartenuta a un violinista. Qui comincia a sognare, tutte le notti, dieci violini, ognuno con il proprio nome, e sogna anche le istruzioni per la loro costruzione, che lui si annota su fogli di carta. E lui, che non l'aveva mai fatto, si improvvisa liutaio e comincia a costruirli. Finito di lavorarli, incontra un violinista a cui ne porta uno: questi resta entusiasmato e sul violino compone una sonata che dedica a papa Francesco. A un concerto in Argentina la sonata viene ascoltata da un amico di Bergoglio che ne parla al Papa. Francesco, benedice il violino "strumento di pace"?
Dalla situazione attuale della Chiesa cattolica viene una particolare spinta a rimettere a fuoco il tema del magistero. Dopo l'avvento al papato di Jorge Mario Bergoglio si sono mosse le acque - secondo alcuni pericolosamente, secondo altri felicemente. In qualche maniera, se pure in misura minore, si rivive il clima del concilio Vaticano II. Papa Francesco, infatti, intende far uscire la Chiesa dalle trincee nelle quali sembra essersi rinchiusa, nell'ansia di dover contrastare un'evoluzione del costume e della legislazione che sta travolgendo il millenario «ethos» della tradizione cristiana. Solo superando il fossato che rischia di riaprirsi fra Chiesa e società civile, papa Francesco conta di trovare spianata la strada alla riproposizione del vangelo agli uomini di oggi. Egli è ben consapevole che nella fede non si procede superando l'antico dettato dottrinale e la normativa etica tradizionale e affida, quindi, la sua impresa a un cambiamento dello stile, delle forme e dei metodi del magistero. È proprio questo che sconcerta molti ed è su questo aspetto che vale la pena puntare l'attenzione per cercare di comprendere verso quali orizzonti si muova la missione della Chiesa nel mondo.