"Una Via Crucis tra arte e quotidianità per riflettere sulla nostra vita. Scorrendo le immagini della Via Crucis di Franco Morelli (1925-2004), mi sovvengono le parole che padre Turoldo disse in uno dei suoi ultimi interventi: «Non esiste un'arte religiosa e un'arte laica: esiste l'arte, oppure no». Forse proprio questa Via Crucis, un cammino così poco religioso e così poco laico a un tempo, è osservatorio privilegiato sulle possibilità date all'uomo di rinvenire un senso: un cammino fino al definitivo "tutto è compiuto", dove ognuno partecipa senza accorgersene al riscatto del proprio senso". (don Saverio Finotti) "Il Gesù di Morelli è forte e composto, sobrio. Ispira sicurezza anche quando sta per cadere. Quando cade, lo fa quasi con leggerezza, per non spaventarci. È intimamente convinto di star facendo l'unica cosa giusta: per amare gli uomini deve morire da uomo. La croce è il vertice della misericordia divina. Proprio perché sembra inutile. Il commento di don Saverio Finotti è attento e profondo" (monsignor Vincenzo Paglia).
Più che un esercizio di pietà questa Sacra rappresentazione vuole offrire al credente una meditazione atta a stimolare la consapevolezza della propria scelta di fede. Fin quando esiste un credente, bisogna che egli sperimenti il paradosso dell'Uomo-Dio, sia cioè contemporaneo della straordinaria presenza di Cristo sulla terra. Tale è la condizione della fede o più esattamente è la definizione della fede. Questa Sacra rappresentazione è pertanto un invito a seguire Cristo sulla via della croce così da vederlo nella sua vera figura e nell'ambiente dove realmente camminava sulla terra e non nella forma di un ricordo, vuoto e insignificante, nelle chiacchiere della storia; vederlo così come è, come fu e come sarà fino al suo ritorno nella gloria: segno dello scandalo e oggetto della fede, uomo umile e tuttavia Salvatore e Redentore dell'umanità venuto sulla terra per amore, per cercare quelli che erano perduti (Mt 18,11), per soffrire e morire e insieme preoccupato di dover ripetere sempre: "Beato colui che non si scandalizza in me!" (Mt 11,19).
La sofferenza, la rinascita, la bellezza nella Via Crucis che ha commosso il mondo. Roma, 10 aprile 2020, Venerdì Santo. Nel pieno della pandemia, la Via Crucis celebrata dal Papa non si svolge in mezzo alla folla, nel Colosseo, ma nella piazza San Pietro deserta, sotto lo sguardo dell'antico crocifisso della chiesa di San Marcello al Corso. Le parole che risuonano nella notte della morte e del dolore provengono dalla parrocchia del carcere di Padova: a meditare sulle quattordici stazioni della Passione di Cristo è un'intera comunità di uomini e donne che abita e lavora in questo mondo ristretto. "Mi sono commosso" ha scritto Papa Francesco. "Mi sono sentito molto partecipe di questa storia, mi sono sentito fratello di chi ha sbagliato e di chi accetta di mettersi accanto a loro per riprendere la risalita della scarpata." In questo libro, partendo dalle meditazioni sulla Via Crucis raccolte e scritte insieme alla giornalista e volontaria Tatiana Mario, don Marco Pozza ha costruito un racconto sulla fede e la risurrezione dei viventi: la Via Crucis di Gesù diventa così una Via Lucis degli uomini, la cui sofferenza è stata riscattata da Cristo in persona. "Mai celebrata una Via Crucis così" scrive l'autore. "Pareva davvero d'attraversare l'Odio desiderando l'Amore."
Questo volume raccoglie i versi scritti da Mario Luzi per la Via Crucis al Colosseo presieduta dal Santo Padre Giovanni Paolo II in occasione della Pasqua del 1999. Si tratta di un'altissima meditazione sull'incarnazione, la morte e la resurrezione di Gesù, rivolta a laici e credenti. Lo stesso Luzi ricorda che, quando gli venne proposto di scrivere questo testo, "l'immaginazione già in moto mi prefigurò un testo poematico di cui Gesù fosse l'unico agonista. In un ininterrotto monologo Gesù nella tribolazione della Via Crucis avrebbe confidato al Padre la sua angoscia e i suoi pensieri dibattuti tra il divino e l'umano, la sua afflizione e la sua soprannaturale certezza."
La Via Crucis che gli antichi pellegrini hanno rintracciato e ripercorso nelle stradine di Gerusalemme, è stata poi riprodotta in «quattordici stazioni» sulle pareti di tutte le chiese. In seguito essa è stata celebrata in tante «sacre Rappresentazioni» popolari e in tante processioni quaresimali, così da donare a tutti i fedeli la stessa commovente devozione. Dobbiamo però ricordare che essa non deve servire soltanto alla nostra devozione, ma ad alimentare la nostra fede sul fatto che la morte in Croce di Gesù (o l'Amore Crocifisso) non è un avvenimento penultimo, dopo di che si volta pagina, per passare alla Risurrezione. La Croce di Gesù è invece l'avvenimento ultimo e decisivo della nostra vicenda umana, che dovrà farci compagnia in ogni istante della vita e che la Chiesa (con l'aiuto dello Spirito Santo e della santa Vergine Addolorata) dovrà contemplare fino all'ultimo istante della sua storia terrena. Per noi cristiani, voler «restare con Cristo» significa restare in adorazione davanti alla sua Croce. I santi non sapevano staccarsene mai. Il rimando oggettivo, ontologico, a questa permanenza del sacrificio di Cristo, continuamente celebrato e contemplato, è nel sacramento dell'Eucaristia (e, in parte, anche negli altri sacramenti). La Chiesa esiste per donarci ogni giorno il Corpo Sacrificato di Gesù: ed è nell'Amen con cui ogni singolo fedele lo accoglie in sé, che viene celebrata la Risurrezione. La Risurrezione di Gesù non è, dunque, una pagina successiva a quella della sua morte in Croce, ma la rivelazione dell'amore invincibile che la Croce ci ha donato e continua a donarci.
La Via Crucis è la narrazione di Dio perso per amore, dell’uomo condannato, abbandonato, rifiutato, umiliato. Lungo le stazioni della Via Crucis ci lasceremo avvolgere dalla Paola di Dio e dalla Testimonianza di Santina Campana, la Serva di Dio che assunse “ l’ombra della Croce” come luce che trasfigura la notte del dolore, di ogni dolore, e, consumata per amore, diventa icona del credente del Terzo Giorno.
Durante la Quaresima i cristiani sono chiamati a vivere con maggior intensità tre dimensioni fondamentali della fede: la preghiera, il digiuno e la carità. Seguendo questo suggerimento che vene dalla tradizione gli autori hanno strutturato il cammino delle Vie Crucis settimanali lasciandosi guidare dalla preghiera che Gesù stesso ha insegnato: il Padre Nostro.
Un tempo prezioso, da non lasciarci sfuggire, è proprio la Quaresima che ogni anno torna per farci ritrovare i passi giusti, per ricaricare il cuore, raddrizzare il sentiero e recuperare così le forze perdute. Un tempo per stare "accanto a Gesù", per dirgli il nostro amore. Stare accanto a lui per impararne i segreti del cuore, per "rivestire i suoi sentimenti", come l'apostolo Paolo migliaia di anni fa diceva ai cristiani della città greca di Filippi, la prima del nostro continente toccata dall'annuncio del Vangelo. Sui passi di Gesù, con gli uomini e le donne che lo accompagnarono sulla via della croce. Perché il fuoco della sua passione sia scintilla per il nostro cammino.
La Via Lucis è una celebrazione incentrata sulla risurrezione di Cristo e si presenta simmetrica alla Via crucis: quattordici stazioni, che vanno dal sepolcro vuoto alla discesa dello Spirito Santo. È un modo di esprimere nella preghiera la gioia pasquale, mettendosi in cammino con Gesù Risorto. Questa Via Lucis è molto breve ed essenziale. Ogni singola stazione è illustrata da una lettura biblica, dopo un momento di silenzio, fa seguito una preghiera litanica e il Gloria. Può essere utilizzata anche da persone singole, soprattutto da malati e anziani che pregano.
«Perché questo spreco?»: sono le parole che troviamo, piene di sdegno e ira, nel racconto che introduce la narrazione della passione secondo Marco, quando una donna, a Betània - nella casa di Simone il lebbroso - giunge presso Gesù, rompe un vaso di alabastro pieno di prezioso profumo di nardo e lo versa sul suo capo. Solo un amore gratuito, esagerato, che corre il rischio di apparire "sprecato", può raccontare il Padre e la buona notizia del regno. La celebrazione di questa Via Crucis propone, nelle diverse stazioni, una lettura continua del racconto della passione secondo la narrazione di Marco: un'opportunità per lasciarci raggiungere la mente e il cuore dall'abbondanza del profumo della Parola, perché anche noi possiamo diventare "buon profumo di Cristo" con la nostra esistenza.
Via Crucis dialogata nella quale il popolo partecipa attivamente con voci singole e parti da leggere tutte insieme.
Il Cardinal Comastri, con il suo stile straordinario, ci porta sotto la croce di Gesù.
Veniamo folgorati da due certezze:
1) la certezza del potere devastante del peccato;
2) la certezza del potere sanante dell’amore di Dio.
Dopo un ricordo personale ed inedito del Cardinale Comastri su San Giovanni Paolo II, il libro con molte fotografie e testi didascalici, racconta la storia di San Giovanni Paolo II dalla nascita alla canonizzazione.