Con la matematica si può (o forse si deve) giocare. Così è stato fine dai tempi antichi, e lo dimostrano reperti dell’antico Egitto, ma anche testimonianze che ci sono pervenute dalla Grecia arcaica e dal mondo indiano. Guido Trombetti, Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, è una figura insolita per il mondo matematico. A differenza di molti colleghi, ha scelto di divulgare la matematica in modo semplice e chiaro, ma soprattutto divertente, e propone qui un’avvincente serie di giochi suddivisa in tre parti: una prima serie di 54 giochi veri e propri, risolti in un’appendice finale, è collocata all’interno di tredici brevi racconti; una seconda sezione del libro è costituita da sei articoli che includono 14 problemi incentrati sul tema matematico che lo stesso enigma introduce; infine, la terza parte è dedicata alla matematica dei giochi, ovvero a quegli strumenti combinatori e probabilistici che sono alla base di giochi diffusi come il lotto, il superenalotto e il poker.
Occhiali a perno, a ponte, con stanghette, monocoli, lenti d’ingrandimento, telescopi, ma anche occhiali “degli avari” o “dei gelosi”, di cui nel testo ci sono molte curiose illustrazioni, sono qui i protagonisti di un racconto affascinante, ricco di colpi di scena, di erotismo, di ironia e malinconia.
Attraverso la storia degli occhiali, dall’incerta origine, e la loro rappresentazione artistica e letteraria, che coniugano scienza e illusioni, l’autore tratta le vicende di una “protesi” nata per migliorare la vista ma che finisce spesso per accecare.
Arnaud Maillet, storico dell’arte e della visione, è autore anche di Le miroir noir. Enquête sur le côté obscur du reflet (Kargo, 2005).
“Logos” non è soltanto “il verbo” che sta all'inizio del tutto, come dice il Vangelo di Giovanni, ma da sempre numero e “logos” si sono variamente intrecciati, tanto che l'uno non sarebbe esistito senza l'altro. Appaiono insieme già nei versi di Omero, se ne intuisce l'affinità fin nelle prime teogonie, nella tragedia antica e nella filosofia pitagorica, e nelle fonti da cui si ricava l'origine rituale della matematica il numero ha un valore simile a quello che avrebbe assunto il logos. Sarebbe dunque un controsenso - è quel che suggerisce Paolo Zellini additando temerariamente nel numero i suoi significati primi e fondamentali - inscrivere il “logos”, come si è soliti fare, nella sola sfera del linguaggio. Giacché, a seconda di come si intendano le due parole muterà il quadro di tutto il pensiero. E ciò appunto si azzarda in questo libro, che è una vera sfida intellettuale. E sono innanzitutto la matematica, la logica dell'ultimo secolo e mezzo e l'informatica della seconda metà del Novecento a suffragare questa visione. Individuando nella procedura effettiva della enumerazione elementi utili a porre su nuove basi il discorso enunciativo, il logos che categorizza e cerca di descrivere in modo discorsivo, mediante concetti e definizioni, l'essenza delle cose, Zellini rivisita così, illuminandolo, anche il concetto di algoritmo.
In questo libro, con stupefacente chiarezza, un grande fisico ci spiega come tutto ciò che percepiamo dipenda da accadimenti naturali che violano ogni aspettativa del senso comune. La via scelta è la seguente: guidare, come in un vero tour de force, ogni testa pensante negli impensabili meandri dell'elettrodinamica quantistica (abbreviata nella sigla QED del titolo). E - ciò che più conta per il lettore non specialista - Feynman procede mantenendo sempre la spiegazione in stretto contatto con l'esame di varie esperienze fisiche, così da farci entrare, in certo modo, nella mente dello scienziato che le osserva (e, per certi fenomeni, la prima mente che osservava fu proprio la sua).
È il nostro contrario, quello che c'è dietro allo specchio, un pezzo di mondo che va a ritroso nel tempo, l'ombra dell'essere. L'antimateria è stata definita in molti modi dalla letteratura popolare e ancor piú spesso è stata fraintesa e ha dato luogo a leggende bizzarre, ispirando non poco la fantascienza e i pruriti millenaristi di molti autori.
Tuttavia, per quanto incredibile possa apparire, l'antimateria, la «materia al contrario», esiste davvero; anzi, è teoricamente necessaria. Elusiva e inafferrabile, è stata scoperta inconsapevolmente da un fisico russo, con un esperimento chiarissimo che però non si seppe interpretare nel modo giusto, per essere poi predetta teoricamente dal grande Dirac, che la ipotizzò per necessità formali, lavorando di carta e penna. Eppure, solo anni dopo, nel 1932, si arrivò a «vedere» effettivamente un positrone, l'inequivocabile antiparticella di un elettrone.
Per sua natura, l'antimateria è piuttosto pericolosa: annichila, fa completamente sparire nel nulla la materia «ordinaria» con cui entra in contatto, distruggendo se stessa e ottenendo in cambio energia, tutta l'energia possibile intrappolata nel mondo fin dai tempi del Big Bang. Non è strano quindi che la storia dell'antimateria, avvincente e tortuosa, accompagni da un lato le grandi scoperte della fisica del Novecento e dall'altro alimenti i timori e i misteri delle forze liberate dalla natura. In questo libro Frank Close coglie in pieno questo doppio registro, narrativo e scientifico, coinvolgendo Dan Brown, la misteriosa esplosione di Tunguska del 1908, la US Air Force, ma anche la splendida storia dei giganti della fisica, dalla rivoluzione quantistica ai prossimi, promettenti esperimenti sull'origine dell'Universo.
Un pamphlet illuminante, garbato ed elegantemente scritto, che affronta i temi cruciali del futuro della scienza, delle derive tecnologiche, dell'avvenire stesso del pianeta. Questo libro è intriso di una passione genuina per l'avventura della conoscenza scientifica, per la ricerca di base anzitutto che deve potersi dispiegare senza l'asfittica prospettiva di un'immediata applicatività tecnologica e commerciale, ma anche per la ricerca finalizzata che, proprio dal suo essere momento distinto dalla ricerca fondamentale, nutrito da essa ma separato, può dispiegare tutta la sua creatività tecnica. Sullo sfondo resta la grande questione delle risorse, sempre più limitate a causa dell'ipertrofia produttiva dell'economia globalizzata e l'urgenza di saldare una nuova alleanza con la natura che unisca il genio di diverse culture, lasciando alle generazioni future il meglio di Galileo e degli Indiani.
Quali sono il ruolo e le responsabilità degli scienziati nella società contemporanea? Come può la ricerca scientifica mantenere la propria autonomia di fronte a sempre più pressanti esigenze sociali, vincoli politici, pressioni economiche? E come affrontare le sfide del rapporto tra scienza e società in un’epoca in cui temi come la clonazione o il cambiamento climatico polarizzano l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica?
Discutere di scienza porta inevitabilmente a interrogarsi sui rapporti tra la ricerca, i suoi risultati e il più ampio contesto sociale. Del resto, non si può comprendere la società contemporanea senza tener conto della scienza e delle sue più recenti trasformazioni.
In una nuova edizione riveduta e aggiornata e con numerosi esempi concreti, il volume costituisce una preziosa introduzione a tali temi, facendo il punto su un dibattito sempre più vivace e attuale.
Massimiano Bucchi insegna Scienza, Tecnologia e Società presso la facoltà di Sociologia dell’Università di Trento. Ha pubblicato numerosi saggi in riviste internazionali quali Nature, Science e Public Understanding of Science. Collabora a Nòva24-Sole24ore e Tuttoscienze-La Stampa. Tra i suoi libri Scegliere il mondo che vogliamo (Bologna 2006) e Handbook of Public Communication of Science and Technology (con B. Trench, New York 2008).
La scienza moderna è malata? A giudicare dalla rarefazione delle grandi scoperte negli ultimi decenni, ci si può legittimamente interrogare sulla sua buona salute.
I mali che la stanno stroncando? La tradizionale valutazione da parte dei pari è diventata un processo burocratico mostruoso e interminabile e la pubblicazione sulle grandi riviste internazionali un percorso di guerra che divora energie. Tra publish or perish (pubblicare o sparire) e corsa ai finanziamenti, il ricercatore è risucchiato in una competizione esacerbata che tende ad annientarlo.
Un pamphlet di grande attualità, i cui argomenti saranno condivisi da molti.
Laurent Ségalat, genetista, è direttore di ricerca al CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique).
Come limitare l'impatto dei consumi di energia sull'uomo e sull'ambiente, senza compromettere lo sviluppo economico? Un impiego delle fonti rinnovabili, e in particolare dell'energia solare, è ormai ritenuto necessario e possibile, anche in ampie proporzioni. Nel volume si discutono gli aspetti tecnologici ed economici dello sfruttamento dell'energia solare e si offre un quadro delle politiche nazionali e dell'Unione europea nel settore. Infine, si passano in rassegna alcuni scenari di sviluppo di questa fonte di energia che crescerà molto prima e sarà più a buon mercato di quanto oggi si creda.
Pietro Menna, ingegnere, è responsabile delle attività di sviluppo e dimostrazione delle tecnologie solari alla Direzione generale dell'Energia della Commissione europea, a Bruxelles. Con il Mulino ha pubblicato, in questa stessa collana, "L'energia pulita" (2003). Francesco Pauli, ricercatore in Statistica nell'Università di Padova, ha lavorato all'Enea dove si è occupato di tematiche legate all'economia del settore energetico. E' autore di pubblicazioni su riviste specializzate in questioni ambientali, energetiche e statistiche.
Dicono che sia il più bel gioco inventato dall’uomo. Eppure molti non la conoscono (e la temono). E allora diciamolo forte e chiaro: la matematica è divertente, e anche facilmente accessibile. Quando Alessandro Magno chiese al suo istitutore Menecmo di indicargli la strada per impararla, questi rispose: «Non esiste una via regia per la matematica ». Secondo Federico Peiretti invece esiste, ed è il gioco. Protagonisti del libro sono, per citarne alcuni, personaggi come Pitagora, Archimede, Eulero, Möbius, Feynman, Penrose, per i quali la matematica è stata anche un gioco che, a sua volta, è diventato matematica. Ma si incontrano anche «giocolieri» di grande talento quali Lewis Carroll, Sam Loyd, Henry Dudeney e Martin Gardner, che con i loro enigmi accattivanti consentono «di avvicinare ragionamenti in cui la matematica è nascosta dietro le quinte», come scrive Piergiorgio Odifreddi nella Prefazione.
Dunque proprio i matematici (e i loro parenti prossimi) hanno inventato la maggior parte dei giochi più popolari, dal «filetto», nato nell’Antico Egitto e ancora oggi diffuso tra gli studenti, al «gioco della vita» concepito da uno dei maggiori matematici viventi, John Horton Conway, che confessa di aver elaborato i suoi celebri teoremi giocando. Insomma, in queste pagine si trova la storia della matematica attraverso una raccolta di giochi utili per migliorare, divertendosi, la logica e l’intuizione, doti indispensabili per capire veramente non solo la matematica, ma anche il gioco della vita.
Tutti conosciamo Einstein, o almeno pensiamo di conoscerlo: il genio incompreso nascosto nell'oscuro ufficio brevetti di Berna, il bizzarro vecchietto che scorrazza in bicicletta per i viali di Princeton, con i capelli bianchi scarmigliati, il pacifista irriverente che non esita a tirar fuori la lingua davanti ai fotografi. Ma che cosa c'era davvero dietro la superficie di quest'immagine ormai immutabile, cosa nascondeva quel volto immortalato in migliaia di gadget, poster, magliette, tazze, magneti per il frigo, pupazzi? Chi era davvero Einstein e soprattutto che cos'è stato per quelli che l'hanno conosciuto? Ventiquattro scienziati ci raccontano in questo libro che cos'ha rappresentato Einstein per loro e come ne sono stati influenzati, nella vita professionale e personale. Arriviamo così a conoscere l'Einstein più privato, libero dall'aura del saggio che circonda solitamente la sua figura. Materiali inediti e memorie autobiografiche si fondono in un caleidoscopio commovente, nell'affettuoso ricordo di un uomo, rimpianto come amico più che come padre della teoria della relatività. Einstein secondo me è una testimonianza unica del potere che può avere un lascito intellettuale ed è una lettura entusiasmante, alla portata di tutti.