Quale contributo la Chiesa con il suo messaggio di "Unità" può offrire al contesto socio-politico-economico e culturale odierno? Il titolo della ricerca si ispira a un'espressione usata da Agostino per spiegare il passo del Vangelo giovanneo, dove viene interpretata simbolicamente la tunica di Gesù: "Essa è senza cucitura, così che non si può dividere; e tende all'unità, perché raccoglie tutti in uno". Clemenzia analizza pertanto nel pensiero di Agostino la categoria teologica dell'unità in riferimento alla Chiesa. Si vuole rispondere in questo modo a un duplice interrogativo: quale contributo la Chiesa può offrire al contesto socio-politico-economico e culturale odierno, con il suo stesso esserci? Quale significato di "unità" scaturisce dall'essere della Chiesa, a partire da un pensatore classico come Agostino? Un contributo utile al contesto sociale contemporaneo segnato dalla globalizzazione che ha determinato una dolorosa frattura tra locale e globale, tra culture e tra Paesi ricchi e Paesi poveri.
Lo studio illustra la storia sociale del cristianesimo primitivo, cioè l’economia e la società del mondo mediterraneo del I secolo e del giudaismo in terra di Israele in epoca ellenistico-romana. In particolare, si sofferma sulle influenze che l’economia antica ha esercitato sulla vita degli uomini, nel quadro di un’analisi differenziata delle condizioni sociali e della stratificazione della società.
Una speciale attenzione viene rivolta alla comparazione storico-sociale del movimento di Gesù con gli altri gruppi religiosi esistenti in terra di Israele, oltre che alla collocazione sociologica e al contesto sociale delle comunità cristiane nelle città dell’Impero romano. Si descrivono, inoltre, i conflitti delle comunità cristiane con l’ambiente pagano circostante e il giudaismo della diaspora. Il volume affronta infine anche il problema dei ruoli sociali e della condizione delle donne nel mondo mediterraneo in generale e nel giudaismo e cristianesimo primitivo in particolare.
Il commento dei Padri della Chiesa a due testi biblici – l’episodio del giovane ricco e la parabola del ricco stolto – consentono di comprendere in che modo le comunità cristiane dei primi cinque secoli elaborano il rapporto tra annuncio evangelico, beni terreni e istanze sociali.
Le dieci grandi figure che vengono qui convocate per comporre una ricca antologia di interpretazioni – Clemente, Origene, Cipriano, Ilario, Basilio, Gregorio Nazianzeno, Ambrogio, Giovanni Crisostomo, Agostino e Cirillo – offrono un quadro delle diverse concezioni presenti nel cristianesimo primitivo.
«Poiché i Padri sono gli uomini della Parola biblica – scrive Maria Grazia Mara –ci troviamo così a seguire una traccia di storia dell’esegesi: un’esegesi che, mentre esprime nei testi della letteratura cristiana di cinque secoli l’attenzione e la preoccupazione della comunità cristiana per i fatti sociali, economici e politici, non perde mai di vista la storia della salvezza».
Lo studio di von Herrmann sulla fenomenologia del tempo in Agostino costituisce un contributo essenziale per la comprensione di uno dei temi più celebri del pensiero dell'Ipponate, che ha riscosso una grande attenzione e suscitato un profondo apprezzamento nei due pensatori più significativi del Novecento per quanto riguarda la fenomenologia del tempo: Husserl e Heidegger. Nella lettura di von Herrmann, il carattere fenomenologico della ricerca sul tempo ha senz'altro il grande merito di aver messo in luce la natura e la struttura propria di questa teoria sul tempo, non considerandola semplicemente come una trattazione e una soluzione dottrinale, ma come una vera e propria esperienza fenomenologica del pensiero. Se da un lato questo sembra derivare all'autore dalla sua lunga e intensa familiarità con il pensiero di Husserl e di Heidegger, dall'altro egli trova proprio in Agostino, molto più che una contro-prova o un'applicazione della prospettiva fenomenologica novecentesca, un momento quasi "inaugurale" e anche permanente della nostra comprensione del temporale della coscienza e dell'esistenza.
Un'accurata ricognizione del patrimonio iconografico relativo al grande teologo di grande interesse storico, artistico, agiografico e pastorale. La serie di volumi dedicati all'iconografia agostiniana propone una raccolta delle testimonianze figurative sul Santo di Ippona dalle origini fino a XVIII secolo. Un patrimonio sterminato che per la prima volta viene presentato sistematicamente. Il volume è dedicato al Quattrocento, il presente volume è il Secondo di due tomi e raccoglie il corpus dell'iconografia agostiniana del '400, ovvero la mappatura di 750 opere. Ogni scheda sempre corredata di immagine, è costituita da una parte tecnica con autore, soggetto, datazione, luogo, materia e tecnica, misure ed eventuale provenienza. Segue una breve trattazione storico-critica. In questo tomo sono inserite anche le schede tecniche delle 125 opere inserite nel primo. Un'opera corredata da fondamentali apparati di riferimento: indice dei nomi, dei luoghi e delle schede nel primo e quello dei nomi nel secondo.
"Non sorprende che per l'Expo Milano 2015 venga ripubblicato il volume di Angelo Paredi 'Sant'Ambrogio e la sua età', apparso in terza edizione ampliata e aggiornata nel 1994, dopo la prima del 1940. A raccomandare il volume è, anzitutto, la figura a cui è dedicato, ossia il vescovo sant'Ambrogio, simbolo di Milano, del suo spirito, della sua storia e della sua cultura. Ma a motivare la riedizione concorre indubbiamente anche il valore dell'opera di Paredi, del quale rappresenta il capolavoro e che è divenuta un classico nella bibliografia santambrosiana [...]. Sant'Ambrogio è collocato da Paredi dentro un ampio e analitico contesto storico; tuttavia, assai più di quello che possa sembrare a una prima impressione, Ambrogio traspare anche irresistibilmente, da cenni sobri ma penetranti e compiacenti, nella sua interiorità, pur se non sono taciuti alcuni limiti. Non si possono leggere, per esempio, senza restare avvinti i capitoli su: Le vergini, La sua parola, La conquista più bella, Musica e poesia, e il capitolo finale, Il santo, che, riassumendo la figura di Ambrogio, la imprime indelebilmente nel lettore". (dall'Introduzione di mons. Inos Biffi)
Giovanni Crisostomo (349-407), le parole e il suo pensiero su cui pone l’accento nelle sue omelie e nelle sue lettere, toccano facilmente il cuore del lettore.
In queste meditazioni, tratte dai suoi scritti, Giovanni mostra tutta la sua vicinanza a tutti i fratelli nelle loro diverse povertà e fragilità e nelle quali possiamo facilmente riconoscere le nostre a molti secoli di distanza.
Opera capitale del pensiero occidentale, il "De civitate Dei" di Agostino è stato scritto tra 413 e 426 d.C, per difendere il cristianesimo contro il paganesimo e per indicare la via della salvezza dell'uomo. Questo cofanetto presenta per la prima volta un monumento della fede e della filosofia in formato tascabile di altissimo livello scientifico. Tradotto e commentato da uno dei massimi studiosi di Agostino, il teologo gesuita Domenico Marafioti, il testo si presenta particolarmente adatto per un pubblico universitario ma non necessariamente di soli specialisti.
Che cosa è il tempo, e che cosa l'eternità? Il tempo si estende per sempre? Si ripete all'infinito o si orienta verso un termine ultimo? Filosofia greca, Ebraismo e Cristianesimo a confronto. Questa monografia esamina in modo chiaro e conciso, ma rigoroso e articolato, le concezioni di tempo ed eternità nella filosofia greca, nella Bibbia e nella Patristica. Mostra come i Cristiani criticassero la nozione stoica di ripetizione infinita di evi in cui rivivono le stesse persone compiendo gli stessi atti, in quanto opposta al progresso morale, e ponessero invece l'eternità metafisica platonica alla fine del tempo storico, come luogo di retribuzione e partecipazione all'eternità divina.
I luoghi domestici svolgono un ruolo importante nell'organizzazione, nella crescita e nello sviluppo istituzionale del cristianesimo delle origini e proprio la distinzione tra spazi pubblici e privati viene adottata nei testi antichi per riconoscere l'insegnamento della retta dottrina e delimitare la diffusione delle pratiche eretiche. Le lettere pastorali di Paolo a Timoteo e Tito, il ritratto che Ireneo di Lione tratteggia del suo avversario Marco e le lettere di Ignazio di Antiochia classificano gli antagonisti come frequentatori di luoghi segreti in cui si svolgono pratiche nascoste e sregolate e associano loro tutti i vizi che conducono alla distruzione della polis. Viceversa, le assemblee in cui si pratica il corretto insegnamento sono anche aperte alla vista e dispiegano le virtù di un ordine sociale armonioso. Nell'intento di approfondire la geografia sociale e umana del cristianesimo delle origini, il saggio intende contribuire alla discussione sulla distinzione tra pubblico e privato nell'antichità greco-romana, facendo emergere la relazione tra la produzione sociale dello spazio e la rappresentazione del vero e del falso insegnamento.
Da uno degli autori più fecondi dei primi secoli cristiani, un'opera di grande originalità e ricchezza. La composizione del Commentario a Matteo si colloca nel periodo compreso tra il 244 e il 249, nell'ultima stagione della vita che Origene trascorse nella città di Cesarea di Palestina. Eusebio parla di venticinque tomi origeniani sul Vangelo di Matteo; di questi, la tradizione testuale ne ha trasmessi soltanto otto in versione greca comprendenti il commento da Mt 13, 36 a 22, 33. Opera della maturità, di grande originalità, ricchezza e complessità, portata a compimento al termine di una vita spesa nella riflessione, nel commento e nell'insegnamento della Parola, si colloca nell'ambito dell'attività didattica origeniana. Il tomo è il terzo di 4 volumi ed è dedicato alla traduzione dei libri 14 e 15.
Gregorio, di nobile stirpe, quella degli Arsacidi, figlio di guerriero, è un convinto testimone della fede cristiana durante la persecuzione di Diocleziano. Egli è vittima di tutta una serie di torture dalle quali esce vittorioso, e con lui l'intera Armenia e le regioni circostanti. Proprio di queste regioni è il grande evangelizzatore e vescovo, grazie alla sua parola e la sua tenacia nella fede.