Sebbene sia stato adoperato per secoli come canto funebre, il Dies irae è piuttosto riflessione spirituale e commossa preghiera, uno splendido poema liturgico che offre ai credenti di ogni tempo una dolcissima preghiera, ricca di poetiche e intelligenti immagini positive ed esprime in modo drammatico il contrasto fra desiderio e paura che segna la tensione cristiana verso il compimento della storia e della vita di ciascuno. Il volume, proponendone un sapiente commento, permette di apprezzare questo esempio di poesia medievale, risvegliando anche nel lettore l'anelito verso l'incontro definitivo con il Redentore, che "ultimo" si ergerà sulla polvere per ristabilire la giustizia e realizzare finalmente il suo progetto di salvezza.
Per la prima volta un libro racconta tutte le opere di Fabrizio De André (1940-1999), brano per brano, in ordine alfabetico. Tutti i pezzi scritti, cantati, musicati, interpretati dal grande Faber dal 1955 al 1998, che vanno a comporre un "canzoniere" immenso: da "'A cimma a Zirichiltaggia", passando per "Bocca di Rosa", "Don Raffaè", "Fiume Sand Creek", "Il pescatore", "La canzone di Marinella". Non solo le 130 canzoni (edite e inedite) pubblicate ufficialmente su disco a suo nome, ma anche quelle - quasi una novantina - dove la presenza è per così dire secondaria, nascosta, discreta o indiretta, ma contribuisce appieno alla realizzazione di opere d'arte, così come va oggi ritenuta la "canzone d'autore", di cui Fabrizio De André resta l'indiscusso, assoluto protagonista, ieri come oggi.
Un omaggio a Domenico Zipoli (1688-1726), compositore italiano, oggi considerato il musicista più “completo” tra i Gesuiti missionari. L’Autore, il Maestro Sergio Militello, attraverso queste pagine desidera far emergere il tratto umano e spirituale del musicista barocco, cercando di delineare i motivi e gli elementi della sua attività missionaria e le motivazioni interiori che lo hanno portato a ritirarsi, da una possibile carriera, facendosi religioso. Egli propone così una lettura estetico-teologica delle composizioni musicali dello Zipoli “missionario” al fine di mettere in luce l’intendimento evangelizzatore che le caratterizza.
Quella di Fabrizio De André è una vita geniale, da ripercorrere attraverso la sua musica. Luigi Viva ci guida in un viaggio per conoscere in profondità l'equilibrio struggente fra il senso dell'ironia e il senso del dramma, il coraggio e la misura, le esperienze di vita del "falegname di parole" e le sue letture, i personaggi di un sottoproletariato che sfugge alla politica, e per questo vicini all'ideale di un'anarchia bonaria. E poi l'amore per i semplici, gli sconfitti e l'attenzione per "gli ignorati e perseguitati dal potere". Questo libro è stato scritto tra il 1992 e il 1999, contemporaneamente a "Non per un dio ma nemmeno per gioco", e il lavoro fu condiviso con Fabrizio De André, che ebbe l'opportunità di vederlo e commentarlo con l'autore. Con questo secondo volume, ricco di ricordi e testimonianze, si completa così l'idea originaria di realizzare uno studio approfondito sulla vita del grande cantautore, sulla sua opera e il suo stile. Ed è come sentire la voce di De André: attraverso i suoi appunti, la sua calligrafia, le fotografie più intime, gli spartiti originali, i testi autografi con le sue correzioni e i suoi ripensamenti.
La parola biblica deborda nei versi di Bob Dylan, costeggia l'opera di Woody Guthrie, preme nella "teologia del Padre" di Bruce Springsteen, sostiene la poetica di Johnny Cash, urla nella furia di Patti Smith. Che si manifesti nella lotta o nell'abbraccio, nella fede o nella sua negazione, il rapporto con la Scrittura feconda il canzoniere di alcune delle voci più significative del rock. Ed è proprio la distanza, la ferita che si apre tra la parola biblica e il suo riecheggiare nella musica pop a renderne fertile e vertiginoso il risuonare. Massimo Granieri e Luca Miele provano a catturare quegli echi inseguendo suggestioni e voci, incrociando percorsi, affastellando canzoni in modo dichiaratamente non sistematico, aperto e fluido. Prefazione di Antonio Spadaro.
Fabrizio De André si è espresso artisticamente attraverso i brani che ha inciso nei suoi album e cantato durante i suoi concerti. Questo libro nasce dal desiderio di leggere, insieme e di nuovo, quei testi, scritti da Fabrizio De André o insieme ai suoi preziosi collaboratori, per riflettere sui contenuti che ha posto alla sua e nostra attenzione: gli ultimi, gli emarginati, il potere, la libertà, l'anarchia, la guerra, solo per citarne alcuni. In queste pagine sono raccolti più di quaranta brani che si sviluppano seguendo un nuovo percorso, curato dalla Fondazione Fabrizio De André Onlus, in cui le storie, i volti e i sentimenti cantati da Fabrizio De André non ci parlano solo di vite negate e di vite subite, ma anche di riscatto. Ad accompagnare i testi delle canzoni, le introduzioni e le riflessioni con cui De André presentava i brani in scaletta durante i concerti, alcune delle quali inedite o mai proposte in volume. Un libro non solo per gli appassionati del cantautore genovese ma anche per chi, come i più giovani, desidera scoprirlo. Da leggere nel proprio privato o in gruppo, per ascoltarne insieme le parole, come accade dagli anni Sessanta con i suoi dischi. Con una testimonianza di Dori Ghezzi.
Il più amato dei nostri cantautori, artista che ha profondamente inciso nel costume e nella cultura italiana, figura ancora centrale a vent'anni dalla sua scomparsa (11 gennaio 1999) Fabrizio De André ha rispecchiato con i suoi dischi un pezzo di società e di storia del nostro paese, ha raccontato l'avventura umana dei più umili, ha fotografato il nostro tempo, ne ha espresso gli ideali e le sfumature della vita quotidiana con esemplare capacità di sintesi, spirito di denuncia e un'efficacia poetica tale da raccogliere i massimi riconoscimenti pubblici, di mercato, dei colleghi e degli addetti ai lavori. La produzione di De André è disseminata di capolavori, dalle crude ballate degli anni Sessanta fino alle composizioni più audaci e impegnative, come gli album Le nuvole e Anime salve, passando per l'affresco Creuza de ma, indicato tra i più importanti dischi di world music in assoluto. Nell'ampia letteratura che ne abbraccia la storia, "Amico Faber" si inserisce con la scelta originale, e mai proposta prima, di coinvolgere e chiamare a testimonianza centotrenta amici, collaboratori, partner di musica e non solo: figure note o del tutto sconosciute alle cronache che lo hanno accompagnato nella lunga parabola artistica o nei più significativi passaggi della sua esistenza. Il lavoro lascia affiorare aneddoti, rivelazioni, momenti d'intimità che mettono a fuoco il messaggio e definiscono l'uomo: un viaggio che va dalla Genova degli esordi agli ultimi giorni, inseguendo la trama dei ricordi, dei pensieri, delle tracce più autentiche di un artista immenso, colonna sonora di ogni generazione. Con un'intervista autografa, rilasciata all'autore nel 1985. Prefazione di Wim Wenders.
Due amici si incontrano e discutono. Discutono del mondo e del loro lavoro, perché non sono soltanto amici, si muovono anche nello stesso universo artistico. Uno realizza cinema, l'altro realizza musiche per il cinema. È così che nascono queste pagine densissime, animate dalle domande di Giuseppe Tornatore, che riportano i suoi lunghi colloqui con Ennio Morricone. Pagine nelle quali il cinema è un tema ed è un pretesto, qualche volta in primo piano, qualche altra sullo sfondo dei loro incontri. Ne parlano, lo affrontano, lo rigirano da ogni parte per capire cosa sia stato, cosa sia oggi e che futuro abbia, lo osservano da cineasti, lo osservano da appassionati, lo osservano anche da spettatori. Intrecciano le loro opinioni, i loro racconti, le loro sensazioni. Ogni tanto sembra che i loro ruoli si invertano. Tornatore cerca una sua musica delle immagini, Morricone una misteriosa visibilità dei suoni.
Una rilettura della produzione artistica, ma anche del "personaggio" Renato Zero, segnato da una profonda ricerca spirituale. Un libro destinato a chi ama le canzoni di Zero, ma anche a educatori e insegnanti alla ricerca di vie nuove per parlare di spiritualità.
"Autobiografia di un genio" è un'antologia originale di lettere e pensieri di Ludwig van Beethoven a cura di Michele Porzio, musicologo e docente presso il Conservatorio Statale Giuseppe Verdi di Torino. In questa raccolta originale sono presentati al lettore le ansie, i dolori provocati dalla sordità, i rivolgimenti rabbiosi, gli slanci geniali e i rapporti affettivi e di amicizia di uno dei massimi artisti di tutti i tempi. Sono infatti pochi in compositori nella musica classica in grado di accendere l'immaginazione e la memoria con la stessa rapidità e veemenza di Beethoven, una personalità che ancora oggi riesce a suscitare una costanza di interessi e un'ampiezza di divulgazione impressionante. Eppure la fama universale di questo compositore non ci ha ancora offerto una conoscenza davvero completa degli aspetti più misteriosi e sublimi della sua figura e della sua musica. Troppo spesso tradito dal luogo comune del burbero misantropo, l'uomo Beethoven si rivela invece attraverso questa selezione di scritti come una personalità dotata di un potente misticismo, capace di slanci lirici e devoti, ma anche in grado di affrontare le situazioni più avverse e varie dell'esistenza umana in un'alternanza prodiga di tenerezza, amore, pungente ironia ed entusiasmo per la vita.
Art history acquires a new rhythm in this unique anthology of artists’ record covers from the 1950s to today. More than 500 covers trace the interaction of music and visual art through modernism, Pop Art, conceptual practice, and beyond. Featured covers include Salvador Dalí’s skewered butterfly for Jackie Gleason and Damien Hirst’s symbolic skull for the Hours.