"Sempre camminerò per queste spiagge, in mezzo alla sabbia e alla spuma. La marea cancellerà le mie impronte, e il vento soffierà sopra la spuma ma il mare e la spiaggia rimarranno per sempre". "Quanto spesso ho attribuito a me stesso crimini che non ho mai commesso così che le altre persone potessero sentirsi a loro agio in mia presenza". "Noi siamo tutti prigionieri, ma alcuni di noi stanno in celle con finestre, altri senza". "Vorrei essere il più piccolo fra gli uomini ma con dei sogni e il desiderio di realizzarli, piuttosto che il più grande ma senza sogni né desideri". "Noi cerchiamo tutti la vetta della montagna sacra; ma forse la nostra strada sarà più breve se guarderemo al nostro passato come a una carta topografica e non come a una guida?"
L'Anticristo imperversa ovunque sulla terra assumendo diverse sembianze. Attraverso queste figure allegoriche Joseph Roth stana la presenza del male nella società contemporanea. Un male che si annida tra le pieghe della superstizione, del capitalismo, del comunismo, dell'ignoranza, dell'antisemitismo e perfino della scienza. Protagonista di quest'opera - tra romanzo e saggio filosofico - è il reporter J.R., che lavora per il "Signore delle mille lingue", ambiguo magnate proprietario di tutti i giornali del mondo. Per suo conto egli guida il proprio occhio indagatore attraverso un'Europa dilaniata e decadente - dove il "Dio di Ferro", il dio delle macchine e della guerra, ha sostituito la giustizia divina -, nei luoghi in cui l'Anticristo ha piantato i suoi vessilli: la "Terra rossa", la "Patria delle ombre", il Vaticano, i tetri scenari in cui si riuniscono i leader del pianeta, le oscure miniere di carbone, i ghetti. Un libro denso di lungimiranza storica e dalla sconcertante potenza espressiva scritto da Roth nel 1934, durante il suo esilio parigino, sotto l'incombere della minaccia nazista.
Per la prima volta un libro racconta tutte le opere di Fabrizio De André (1940-1999), brano per brano, in ordine alfabetico. Tutti i pezzi scritti, cantati, musicati, interpretati dal grande Faber dal 1955 al 1998, che vanno a comporre un "canzoniere" immenso: da "'A cimma a Zirichiltaggia", passando per "Bocca di Rosa", "Don Raffaè", "Fiume Sand Creek", "Il pescatore", "La canzone di Marinella". Non solo le 130 canzoni (edite e inedite) pubblicate ufficialmente su disco a suo nome, ma anche quelle - quasi una novantina - dove la presenza è per così dire secondaria, nascosta, discreta o indiretta, ma contribuisce appieno alla realizzazione di opere d'arte, così come va oggi ritenuta la "canzone d'autore", di cui Fabrizio De André resta l'indiscusso, assoluto protagonista, ieri come oggi.
Abbiamo tutti, in fondo, una idea parziale, `a fumetti' di Francesco d'Assisi. Il Patrono d'Italia è il frate gentile che predica agli uccelli, che ammansisce il lupo, che danza con i lebbrosi. Certamente è così. Ma non è solo così. Francesco è un personaggio di livida complessità: è il poeta del ruvido Cantico delle creature e l'autore, nel 1221, di una regola di vita rude e rigorosa, che i confratelli faticano ad accettare e che per questo sarà riscritta. In questa antologia riscopriamo il grande 'genio' del cristianesimo, il folle di Cristo che non ammette alcun contatto con il denaro e che accoglie "nel bene" tutti, "amico o nemico, ladro o assassino", in tutta la sua cangiante, sublime contraddizione.